Ti ricordi?
di
Mima
genere
sentimentali
Ci sono certe parole, certi messaggi che non saremo mai in grado di far arrivare alla persona che più di tutte ci ha mosso il cuore.
Sembra un paradosso, un controsenso, ma più apriamo il nostro cuore alla persona amata più tendiamo a ferirlo, ferirci e farci ferire.
Eppure quando ci si trova nello sconforto più totale, questa stessa persona ci viene in aiuto, indirettamente, inconsciamente e ci tende la mano, facendoci uscire dal baratro profondo nel quale stavamo precipitando.
Non te l'ho mai detto, eppure c'erano molti nostri momenti che mi salvavano, e mi salvano tuttora, dai momenti bui di cui sono pregne le mie giornate.
Momenti solo nostri, nel quale nessun altro al mondo poteva interferire, dei quali solo noi avremo mai memoria.
Ti ricordi per esempio di quando ci sdraiavamo nel tuo letto dopo aver passato la mattinata ad ascoltare lezioni melense ed inutili? Ti ricordi di come tu ti addormentavi subito ed io cercavo continuamente di svegliarti, disturbarti e stuzzicarti perché non riuscivo proprio a dormire vedendoti sdraiato? Dovevo sempre saltarti addosso in qualche modo, insomma, siamo giovani e pieni d’ormoni, no?
Ti ricordi di come ti fissavo mentre il tuo respiro diventava sempre più lento e regolare e piano piano, con una mano andavo a cingerti la vita e appoggiavo la testa sul tuo petto, ascoltando il tuo battito che mi calmava e mi faceva scivolare in un sonno senza incubi?
Di come mi svegliavi in preda all'eccitazione e iniziavi a spogliarmi senza nemmeno aspettare che mi destassi del tutto, sapevi che mi piaceva essere trascinata dalla tua passione, anche se non lo facevo capire in nessun modo.
Di come iniziavamo piano piano ad accarezzarci, coccolarci, baciarci, sempre più eccitati e vogliosi.
Noi due che, goffi come eravamo, entrambi alle prime armi, abbiamo imparato assieme a fare l'amore, a scoprirci mettendo da parte l'imbarazzo poco alla volta, senza mai metterci pressione, insegnandoci a vicenda come toccarci e darci piacere.
Ricordi la felicità di entrambi la prima volta che sono riuscita a farti venire dopo i mille tentativi in cui ti facevo male o peggio, mi fermavo prima per dei dolori al braccio?
O la disperazione che provavi quando per colpa dell'ansia non riuscivamo a concludere nulla?
E ricordi come saltavamo fuori dal letto alla velocità della luce quando sentivamo la macchina dei tuoi genitori che parcheggiava in garage, e ci rivestivamo in tutta fretta cercando di non far rumore con quel tuo dannato letto che scricchiolava ad ogni movimento?
Ed infine, ricordi il dolore che abbiamo provato entrambi quando tutto questo é finito?
Eppure é così, ci sono storie che non possono andare avanti, persone che non sono destinate a stare assieme.
É la doppia faccia dell'amore, quella parte oscura di cui pochi scrivono, quella parte oscura che i poeti non decantano e che succhia via ogni linfa vitale dalle storie che non hanno futuro, distruggendole.
Ci é stato dato tutto ma lo stesso potere ci ha anche portato via tutto: ha portato via me, te, noi.
Mi é rimasta una sola cosa: i ricordi.
Quei ricordi che non mi abbandonano mai, in nessun momento della giornata, che si materializzano vividi nella mia mente prima di dormire, senza lasciarmi in pace nemmeno un secondo.
Quei ricordi che tornano come un pugno allo stomaco quando, passeggiando per le vie della città, trovo posti che abbiamo scoperto assieme: panchine dimenticate, strade appartate, vicoli segreti.
Capita però, a volte, che li richiami volontariamente, per potermi sentire ancora tua anche in quel piccolo mondo creato dalla mia immaginazione, per poter sentire il calore della tua mano nelle gelide giornate d'inverno, per poter ascoltare il tuo battito quando il buio della notte si amalgama al buio della mia anima.
Un'arma a doppio taglio quindi. Si prova sollievo, nostalgia, tristezza, eppure cosa saremmo senza di loro?
Chi saremmo senza di loro?
Sei stato parte di me per molto tempo e ora vivi attraverso essi, attraverso i nostri ricordi: una continuazione di una vita in un intreccio di memorie, sensazioni, emozioni che sono inchiodate in un tempo passato ma che sono state così segnanti, forti e folli da impregnare tutto il mio presente.
Anche quando penseremo di averli dimenticati, di averli chiusi nell'antro più remoto della nostra mentre, troveranno sempre una via per smuovere ancora una volta il nostro cuore.
Quei ricordi che tornano quando alla radio passano le nostre canzoni, per esempio. Specialmente una,te la ricordi, no?
Ascoltarla ora é diventato uno strazio, ma te la dedico per l'ultima volta, amore.
É tutta per te, per me, per noi.
“Sempre sarai,
Nella tasca a destra in alto,
Ascolterai ridendo ogni mio segreto
Che nessuno a parte te,
A parte noi,
Ha visto mai…
Ha visto mai.”
Sembra un paradosso, un controsenso, ma più apriamo il nostro cuore alla persona amata più tendiamo a ferirlo, ferirci e farci ferire.
Eppure quando ci si trova nello sconforto più totale, questa stessa persona ci viene in aiuto, indirettamente, inconsciamente e ci tende la mano, facendoci uscire dal baratro profondo nel quale stavamo precipitando.
Non te l'ho mai detto, eppure c'erano molti nostri momenti che mi salvavano, e mi salvano tuttora, dai momenti bui di cui sono pregne le mie giornate.
Momenti solo nostri, nel quale nessun altro al mondo poteva interferire, dei quali solo noi avremo mai memoria.
Ti ricordi per esempio di quando ci sdraiavamo nel tuo letto dopo aver passato la mattinata ad ascoltare lezioni melense ed inutili? Ti ricordi di come tu ti addormentavi subito ed io cercavo continuamente di svegliarti, disturbarti e stuzzicarti perché non riuscivo proprio a dormire vedendoti sdraiato? Dovevo sempre saltarti addosso in qualche modo, insomma, siamo giovani e pieni d’ormoni, no?
Ti ricordi di come ti fissavo mentre il tuo respiro diventava sempre più lento e regolare e piano piano, con una mano andavo a cingerti la vita e appoggiavo la testa sul tuo petto, ascoltando il tuo battito che mi calmava e mi faceva scivolare in un sonno senza incubi?
Di come mi svegliavi in preda all'eccitazione e iniziavi a spogliarmi senza nemmeno aspettare che mi destassi del tutto, sapevi che mi piaceva essere trascinata dalla tua passione, anche se non lo facevo capire in nessun modo.
Di come iniziavamo piano piano ad accarezzarci, coccolarci, baciarci, sempre più eccitati e vogliosi.
Noi due che, goffi come eravamo, entrambi alle prime armi, abbiamo imparato assieme a fare l'amore, a scoprirci mettendo da parte l'imbarazzo poco alla volta, senza mai metterci pressione, insegnandoci a vicenda come toccarci e darci piacere.
Ricordi la felicità di entrambi la prima volta che sono riuscita a farti venire dopo i mille tentativi in cui ti facevo male o peggio, mi fermavo prima per dei dolori al braccio?
O la disperazione che provavi quando per colpa dell'ansia non riuscivamo a concludere nulla?
E ricordi come saltavamo fuori dal letto alla velocità della luce quando sentivamo la macchina dei tuoi genitori che parcheggiava in garage, e ci rivestivamo in tutta fretta cercando di non far rumore con quel tuo dannato letto che scricchiolava ad ogni movimento?
Ed infine, ricordi il dolore che abbiamo provato entrambi quando tutto questo é finito?
Eppure é così, ci sono storie che non possono andare avanti, persone che non sono destinate a stare assieme.
É la doppia faccia dell'amore, quella parte oscura di cui pochi scrivono, quella parte oscura che i poeti non decantano e che succhia via ogni linfa vitale dalle storie che non hanno futuro, distruggendole.
Ci é stato dato tutto ma lo stesso potere ci ha anche portato via tutto: ha portato via me, te, noi.
Mi é rimasta una sola cosa: i ricordi.
Quei ricordi che non mi abbandonano mai, in nessun momento della giornata, che si materializzano vividi nella mia mente prima di dormire, senza lasciarmi in pace nemmeno un secondo.
Quei ricordi che tornano come un pugno allo stomaco quando, passeggiando per le vie della città, trovo posti che abbiamo scoperto assieme: panchine dimenticate, strade appartate, vicoli segreti.
Capita però, a volte, che li richiami volontariamente, per potermi sentire ancora tua anche in quel piccolo mondo creato dalla mia immaginazione, per poter sentire il calore della tua mano nelle gelide giornate d'inverno, per poter ascoltare il tuo battito quando il buio della notte si amalgama al buio della mia anima.
Un'arma a doppio taglio quindi. Si prova sollievo, nostalgia, tristezza, eppure cosa saremmo senza di loro?
Chi saremmo senza di loro?
Sei stato parte di me per molto tempo e ora vivi attraverso essi, attraverso i nostri ricordi: una continuazione di una vita in un intreccio di memorie, sensazioni, emozioni che sono inchiodate in un tempo passato ma che sono state così segnanti, forti e folli da impregnare tutto il mio presente.
Anche quando penseremo di averli dimenticati, di averli chiusi nell'antro più remoto della nostra mentre, troveranno sempre una via per smuovere ancora una volta il nostro cuore.
Quei ricordi che tornano quando alla radio passano le nostre canzoni, per esempio. Specialmente una,te la ricordi, no?
Ascoltarla ora é diventato uno strazio, ma te la dedico per l'ultima volta, amore.
É tutta per te, per me, per noi.
“Sempre sarai,
Nella tasca a destra in alto,
Ascolterai ridendo ogni mio segreto
Che nessuno a parte te,
A parte noi,
Ha visto mai…
Ha visto mai.”
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