Anastasia, pelle di luna (cap.8 di 9)

di
genere
saffico

Avviso ai lettori: questo racconto ha, come filo conduttore, il genere "saffico", ma presenta situazioni che avrebbero consentito la sua collocazione anche nei generi "orge", "trio" e "etero".

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Facemmo l’ennesimo bagno, ridendo e scherzando, una nuova felicità nei nostri cuori: quindi uscimmo dall’acqua e tornammo a sdraiarci al sole.- Sara, a parte quello che abbiamo scoperto di noi due, di quanto ci sia piaciuto fare del sesso insieme, ma… anche per te è stato lo stesso nei confronti di Anastasia, vero ? -Rimasi un attimo in silenzio, non sapendo bene come risponderle. Il pensiero di Anastasia era stato accantonato dalla mia mente, un po’ perché avevo capito che sarebbe rimasto come una semplice fantasia, e un po’ perché quello che era successo con Vittoria mi aveva aperto nuovi ed inaspettati orizzonti.Alla fine mi decisi.- Se parli dell’attrazione verso Anastasia, sì, anche per me è stato così. -Vittoria si appoggiò su un gomito.- Ieri, quando mi ha fatto il massaggio, ho creduto di morire. Alla fine non mi controllavo più e… -- E cosa ? - le chiesi, improvvisamente timorosa che lei fosse riuscita in quello che io avevo solamente sognato di realizzare.- E niente. Non è successo niente. Anastasia mi è sembrata eccitata, esattamente come lo ero io. Ma non è successo assolutamente nulla. -- La stessa cosa è accaduta con me - le dissi, tirando un profondo sospiro di sollievo, non rivelandole, però, che mi ero masturbata sotto la doccia.Vittoria si sdraiò di nuovo sul lettino.- Evidentemente ho frainteso i suoi atteggiamenti. Forse la mia eccitazione in quel momento mi ha fatto vedere cose che non c’erano. E il fatto che ci abbia invitate insieme a fare il massaggio… -- … significa che per lei siamo solamente altri due massaggi da fare, del lavoro da sbrigare come lei fa tutti i giorni… - conclusi io.Eppure… eppure c’era qualcosa in tutta quella storia che non mi quadrava. Non era possibile che sia Vittoria che io avessimo frainteso le reazioni di Anastasia, che entrambe avessimo notato la sua eccitazione, e che tutte e due ci fossimo così clamorosamente sbagliate. Dal silenzio di Vittoria capii che anche lei stava facendo i medesimi ragionamenti.Dopo qualche minuto di silenzio, fui io stessa a riprendere l'argomento. - Ascolta, Vittoria. Anastasia piace a tutte e due. Non so perchè, non so cosa diavolo ci stia capitando, ma è così.  E questo indipendentemente da quello che abbiamo scoperto stanotte, dal fatto che ci piace fare l'amore insieme e che lo rifaremo tante e tante volte. Vittoria, cerchiamo di essere sincere fino in fondo: sia tu che io desideriamo andare a letto con lei. E una di noi, forse, potrebbe anche riuscirci, se eviteremo di ostacolarci a vicenda. -Vittoria taceva e mi guardava.Ed io proseguii nel mio ragionamento.- Facciamo così. Più tardi, quando andremo da  lei, aspettiamo di vedere che piega prende la situazione. Se Anastasia ci dovesse far capire di avere una preferenza per te, io me ne andrò con una scusa qualunque, lasciandovi sole. Se avvenisse invece il contrario, sarai tu ad allontanarti. Naturalmente, però, tutto questo non dovrà influire sui nostri rapporti. Ora che ho scoperto il mio desiderio per te, non voglio rischiare di perderti a causa di Anastasia. Preferirei rinunciarci, se solo ci fosse il pericolo di rovinare la nostra nuova realtà. - Tacqui, in attesa di sapere cosa lei pensasse della mia proposta.Non dovetti aspettare a lungo. - Va bene, Sara. Mi sembra la cosa migliore da fare. Se mai dovesse avvenire, sarà lei a scegliere fra noi due. E la mia voglia di te resterà comunque intatta. Anastasia, per me, rappresenterebbe soltanto un capriccio, una parentesi, bella fin che vuoi, ma sempre e solo una parentesi. Il mio vero desiderio ora sei tu. Solamente tu. Credimi. - Rimasi quasi commossa dalle sue parole, da quella dichiarazione d'amore che Vittoria mi aveva appena fatta. Le sorrisi, contenta di sapere che fra noi era nato un qualcosa d’importante.Restammo al sole, sdraiate, a lungo, senza quasi più parlare. Pensavamo a tutte le cose che erano successe in quei pochi giorni, a come la nostra vita fosse cambiata, a come avremmo gestito i nostri rapporti con Luca e Paolo, ora improvvisamente inutili alle nostre vite, scavalcati e superati da quel nuovo ed intenso legame saffico che era nato fra Vittoria e me. Pranzammo al ristorante sulla spiaggia e all'ora stabilita la sera prima con la splendida mulatta, nervose e piene di dubbi, bussammo alla porta del piccolo prefabbricato che era l’alloggio di Anastasia. La ragazza ci aprì subito, sorridendo e invitandoci ad entrare. Amatasi, visto il caldo soffocante, era in costume; indossava un due pezzi ridottissimo, completamente bianco, così da esaltare ancor di più le stupende forme del suo erotico corpo ed il colore marrone scuro della sua serica pelle. Il suo alloggio era costituito da un'unica stanza, non molto grande in verità, con un divano e un basso tavolino, un letto singolo ed un armadio a muro a quattro ante. Vi era anche una porta, sulla destra, entrando. Il bagno, evidentemente. I miei occhi percorrevano il corpo di Anastasia, notando ogni più piccolo particolare, sottolineando bramosi ogni forma ed ogni curva.Vederla e restare senza fiato era un tutt’uno. Parlammo per qualche minuto di cose di nessuna importanza. Il caldo, le vacanze, il lavoro, la sua mattinata a Kerkira. Alla fine Anastasia disse: - Allora, iniziamo con te, Vittoria ? - Poteva essere un caso, oppure no. Se fossi partita dal presupposto che Anastasia pensasse solo al suo lavoro, allora la scelta di Vittoria era solamente casuale, e non aveva alcun significato recondito. Ma se, invece, la ragazza avesse provato un interesse per una di noi, era evidente che Vittoria era la sua preferita. E, in tal caso, visto l'accordo che c'era fra noi due, io me ne sarei dovuta andare, lasciandole sole e libere di dar sfogo alle loro voglie. L'invidia che ora provavo per Vittoria era superata solo dalla gelosia che sentivo per lei. Ero gelosa di Vittoria, gelosissima, e non sopportavo l'idea che andasse a letto con Anastasia. Anche quello era un chiaro segnale del legame che si era instaurato, dopo la notte precedente, fra lei e me. La sera prima, al solo pensiero che Anastasia volesse Vittoria e non me, mi sentivo furiosa con la mia amica e gelosa della bella massaggiatrice che tanto mi aveva intrigato. Ora, invece, ero gelosa, ma non di Anastasia, bensì della ragazza di Paolo, di Vittoria, della mia nuova amante. Ma, rispettando l’accordo che avevamo fatto in spiaggia, io dovevo andare via, per lasciarle l'opportunità di avere Anastasia. Vittoria si era tolta il pareo, e ora si stava sfilando la parte superiore del costume. Quindi si tolse anche la parte inferiore, restando completamente nuda e chiedendo ad Anastasia le mutandine di carta. - Non le ho qui con me - rispose la ragazza - ma non credo sia un problema per te farti massaggiare nuda, no ? - Gli occhi di Vittoria mandarono un lampo, che la mia anima ferita registrò immediatamente. - No, nessun problema - rispose la mia amica, con una voce che non era più quella di prima. Mi alzai dal divano dove ero seduta e, rivolta ad Anastasia, e facendomi coraggio, le dissi: - Senti Anastasia, mentre le fai il massaggio, io faccio un salto in camera. Mi voglio cambiare il costume. Questo è ancora umido. Torno fra una mezz'ora, okay ? - Furono le parole più difficili della mia vita. Ma lo dovevo a Vittoria.Anastasia, il mio sogno erotico fino alla sera prima, mi stava definitivamente sfuggendo: Vittoria, la donna con la quale avevo scoperto il piacere sessuale tutto al femminile, sarebbe stata al centro delle attenzioni della ragazza greca. Mi sentivo vuota e delusa, disperata e gelosa. - Ma no, Sara. Perché mai ? Resta qui con noi. Facci compagnia. Con questo caldo, il costume si asciugherà in pochi minuti. - Potevano sembrare parole di circostanza, ma il tono della sua voce non dava adito ad interpretazioni sbagliate: voleva veramente che io restassi con loro. Dopo solo un istante di indecisione, mi rimisi seduta sul divano. Anastasia fece sdraiare Vittoria sul letto e, con la confezione di olio in mano, si accostò a lei. La vedevo da dietro e notavo come la piccola mutandina del costume bianco le disegnasse il sedere, evidenziando in maniera fantastica la linea perfetta e seducente delle sue natiche. Solo quella vista mi eccitava terribilmente. - continua -diagorasrodos@libero.it
scritto il
2011-01-18
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