Anastasia, pelle di luna (cap.7 di 9)

di
genere
saffico

Avviso ai lettori: questo racconto ha, come filo conduttore, il genere "saffico", ma presenta situazioni che avrebbero consentito la sua collocazione anche nei generi "orge", "trio" e "etero".
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Ed io non la feci attendere nemmeno un attimo. Davanti agli sguardi torbidi ed eccitati dei due ragazzi, mi inginocchiai di fronte a lei e, come era stato per Paolo e per Luca, presi a dar sollievo alla sua libidine con la mia bocca.Le sue grida di piacere e desiderio mi riempivano le orecchie, mentre con la lingua le leccavo le grandi labbra, le sfioravo il clitoride, la penetravo con la punta, godendo del sapore dei suoi umori, dolci e abbondanti.Mi venne in bocca, ripetutamente, rabbrividendo e sussultando, premendo con le mani la mia testa sul suo sesso infuocato.Non mi sarei più staccata da lei: avrei continuato a darle il piacere per ore, tanto godevo di quei momenti così esaltanti.Fu Luca, ad un certo punto, a sollevare la mia testa da lei. Lo guardai, quasi stupita del suo intervento: era nuovamente in piena erezione, e stava avvicinando il suo pene al sesso dischiuso di Vittoria.Ero così stravolta, che, allungando la mano, afferrai il suo cazzo, accostandolo alla fica di Vittoria e aiutandolo a penetrarla.Mentre Luca la possedeva, affondando profondamente in lei, salii su Vittoria e le appoggiai la mia intimità grondante di desiderio sulle labbra.Le sue mani si strinsero sulle mie cosce e la sua lingua guizzò rapida e sapiente a darmi il piacere.Avevo il viso di Luca proprio davanti a me. Era totalmente perso in Vittoria. La scopava ritmicamente, spingendosi in lei con colpi lenti ma decisi.Impazzita, venivo travolta da continui orgasmi, quasi fusi in uno solo, infinito ed ininterrotto.La lingua di Vittoria, esperta e diabolica, mi portava letteralmente in paradiso, ed io già sognavo quello che sarebbe di certo accaduto tra noi nei giorni e nei mesi futuri.Non avrei più rinunciato a lei per nessuna ragione al mondo: per nessun motivo avrei potuto fare a meno della sua pelle, del suo corpo e delle sue carezze.Improvvisamente sentii Paolo dietro di me.La lingua di Vittoria non mi dava tregua, mentre Luca la scopava con sempre maggior veemenza. Paolo mi abbracciò, stringendomi il seno con le mani; appoggiò il petto alla mia schiena, spingendomi e facendomi curvare leggermente in avanti.Ora la bocca di Luca era a pochi centimetri dalla mia. Ci baciammo subito, eccitatissimi. E, mentre il mio ragazzo continuava a penetrare Vittoria, mentre lei seguitava a leccarmi la fica senza sosta, sentii il cazzo di Paolo, così meravigliosamente duro, farsi largo prepotentemente tra le mie natiche.Lo appoggiò al mio ano e, senza alcuna delicatezza, lo spinse nello stretto orifizio.Sussultai per l’improvviso dolore. Ma fu solo un attimo, perché subito dopo il piacere dilagò in me, ancora più intenso e prolungato di prima.Mi sodomizzò così meravigliosamente che, sentendomi presa davanti e di dietro, tra il cazzo di Paolo che mi affondava nel culo e la lingua di Vittoria che mi rovistava la fica, esplosi in un ennesimo orgasmo, così travolgente che solo la bocca di Luca, sempre incollata alla mia, evitò che le mie urla si sentissero per l’intero villaggio.Il giorno successivo Paolo e Luca partirono per la loro gita a Paxi.Quella mattina, al risveglio, Luca era decisamente imbarazzato per gli avvenimenti della notte appena trascorsa. Ma quando vide che io ero allegra e contenta, quando mi sentì dire che era stata un’esperienza inaspettata ma assolutamente fantastica, che la cosa mi era piaciuta da morire, si rasserenò e tornò ad essere quello di sempre.E come eravamo solite fare, Vittoria ed io trascorremmo l’intera mattinata in spiaggia.Prendevamo il sole, e parlavamo delle nostre sensazioni dopo tutto quello che era successo durante le lunghe ore di quella notte incredibile.Guardavo Vittoria, mollemente adagiata sul lettino, e un fremito di desiderio mi avvolgeva impetuoso alla vista di quel corpo così erotico e affascinante.- All’inizio mi sentivo terribilmente imbarazzata, ma poi… - mi disse Vittoria, lasciando in sospeso la frase.- Sì, anche per me è stata la stessa cosa - le risposi, continuando a fissarla.Anche Vittoria mi guardava, i suoi occhi che cercavano i miei.- Senti Sara, è inutile che io ci giri intorno a tutta la faccenda. Non riesco proprio a tenermelo dentro. Ma fare l’amore con te è stato a dir poco fantastico. Non mi era mai accaduto di andare a letto con una donna. Cioè, mi era successo, a volte, di sentirmi attratta da qualcuna, di desiderare un corpo femminile da accarezzare con le mani e da stringere tra le braccia. ma tutto è sempre rimasto a livello di fantasie.Ad essere onesta fino in fondo, mi sono anche masturbata, in passato, con queste fantasie, pensando di fare del sesso con donne che trovavo particolarmente attraenti.Ma con te, ieri sera, ho provato sensazioni uniche, che con gli uomini non ero mai arrivata a provare. Non so… in verità non credo di essere lesbica… forse mi piacciono sia gli uomini che le donne… ma… ma con te… farlo con te… è stato semplicemente meraviglioso. - Le sue parole carezzavano suadenti le mie orecchie. Ora avevo la definitiva conferma che fra me e lei ci sarebbe stato un seguito, che altri momenti di intensa intimità ci avrebbero unite.- Se a te è piaciuto, a me ha fatto impazzire. Anche io non credo di essere lesbica, ma è certo che il piacere che tu mi hai dato non lo avevo mai provato. -Vidi Vittoria sorridere. Anche lei aveva avuto la sua conferma. Ed era felice per quello.Così continuai: - E’ stato bellissimo quello che è accaduto fra noi quattro, ma credo che se Paolo e Luca fossero improvvisamente scomparsi da quel letto, non ce ne saremmo nemmeno accorte. Avremmo potuto tranquillamente fare a meno di loro; era il tuo corpo che desiderava, le tue mani e la tua bocca su di me. - Vittoria si era seduta sul lettino e, con una mano, mi stava scostando un ciuffo di capelli dalla fronte.- E’ stupendo quello che dici, Sara. Credimi, non vedo l’ora di rifare l’amore con te. - Le sorrisi, e le mandai un lieve bacio con le labbra.- continua -diagorasrodos@libero.it
scritto il
2011-01-18
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