La donna della famiglia
di
Tibet
genere
incesti
Tutto precipitò con la perdita di mamma.
Tutte le nostre certezze, speranze e sogni, caddero come un castello costruito con le carte da gioco sotto un forte soffio di vento.
Non restò nulla di quanto avevamo prima.
Nulla. Solo dolore.
Eravamo soli, io, mio padre e mia sorella.
Soli e infelici.
Soli e impreparati.
Soli e disorientati.
Poi… piano piano mia sorella prese in mano la situazione, non le ci volle molto tempo, alcune settimane e diventò la donna della famiglia. Nel senso più completo della parola.
Naturalmente era più giovane allora, appena 21enne e aveva in programma di andare a convivere con il suo ragazzo, di costruirsi una vita autonoma mentre frequentava l’università ma si adattò, si sacrificò per il bene comune, restò in casa presumendo forse che lì a poco il tempo avrebbe risolto tutte le cose. Non fu così, lei restò in casa e anche il suo ragazzo mostrò lo stesso alto grado di adattamento, lei lo riceveva alcune notti la settimana nella sua camera e a lui andava bene così. Sapeva, sapeva ogni cosa, lei non gli nascose mai nulla.
Lo so perché la controllavo. Lei era diventata la figura femminile per eccellenza. Il mio riferimento. Seguivo ogni sua mossa. Cercavo di intuire cosa pensava e le sue intenzioni. E facevo ogni cosa che desiderasse.
Era bella mia sorella.
Lo è naturalmente ancora, anche ora che io vivo lontano e lei ancora condivide l’appartamento con mio padre e il suo uomo che nel frattempo ha sposato, lo ha convinto ad accettare questa situazione, lui è contento. Torno nella casa familiare volentieri sapendo che anche per me lei ha ancora la disponibilità di allora, immutata anche ora a distanza d’anni.
Bruna, i capelli lisci, occhi neri e un bel corpo. Belle gambe lunghe, bel seno.
Ora arriviamo al punto di partenza della vicenda.
Com'eravamo combinati ve l’ho detto. Mio padre viveva come instupido dal fatto, si vestiva e andava meccanicamente in ufficio, al lavoro. Tornava solo a sera e si ritirava silenzioso nei suoi pensieri. Mangiava poco e subito si rinchiudeva nella sua camera, quella che era di lui e mamma. Si emarginava volontariamente.
Non conosco il momento esatto che le cose cambiarono. Una notte mi capitò di uscire per bere o andare al gabinetto, non ricordo il perché, so di preciso che passando davanti alla porta della camera di mio padre sentii dei gemiti, al momento credetti che fosse mio padre che piangeva e quasi con pudore feci per allontanarmi, ma poi i gemiti mi sembrarono diversi, gemiti di donna, gemiti di piacere?
Possibile?
Chi e cosa poteva essere?
Mio padre e..?
O forse la televisione che teneva in camera?
Ma presto collegai mille cose, l’atteggiamento protettivo che mia sorella aveva assunto nei suoi confronti, il suo diverso modo d’essere, lui ora era più sereno, leggero e a volte allegro e come guardava sua figlia? Mia sorella? A volte non sembrava uno sguardo carico di amore?
Si… o era amore o era una grande riconoscenza.
Ebbi la certezza aprendo la porta della camera di mia sorella e trovandola vuota. Allora tornai ad origliare e percepii in parte le parole che si dicevano. O almeno le intuii, mio padre che diceva di amarla e lei che lo rassicurava sul futuro, gli diceva che nulla mai sarebbe cambiato e che lei sarebbe rimasta sempre con lui.
Evidentemente avevano raggiunto un accordo fra loro, lei non usciva più come faceva prima quando c’era mamma o usciva molto più raramente, restava in casa la sera e alle volte, spesso, veniva il suo ragazzo a cena da noi.
Poi, con naturalezza, si ritiravano nella camera di lei e ci passavano la notte. Papà accettava il fatto, io naturalmente non avevo voce in capitolo, mi doveva andar bene.
Non so se vi è mai capitato di vivere cose così, ma io presi a controllare i loro movimenti, individuare cosa facessero e presto capii tutto. Mia sorella si divideva fra loro, dava amore e sesso ad ambedue. Senza traumi. Mi sembrò una cosa bellissima ma presto mi sentii escluso e cominciai a chiedermi il perché. Ero considerato troppo giovane? Un bambino ancora? Non pronto? Ma anch'io avevo le mie esigenze, la mia sessualità di 18enne era prorompente, mi dovevo masturbare diverse volte il giorno, mi eccitavo nel vedere mia sorella dividersi e far godere i suoi due uomini. Origliavo alle loro porte e mi masturbavo violentemente fino a godere. Poi tornavo nella mia stanza ma non riuscivo a saziarmi, ero perennemente eccitato e insoddisfatto. Una notte, troppo preso dal mio orgasmo imminente, non mi accorsi che lei si alzava dal letto e usciva per andare in bagno. Mi sorprese lì, con la mia mano che menava forte il cazzo duro, mentre godevo in un fazzoletto riempiendolo con il mio sperma.
Forse immaginava da tempo quanto accadeva?
Non fu per nulla sorpresa.
Mi prese subito per mano e mi tirò in camera sua.
Fu tenera… ecco userei il termine materna se non fosse fuori luogo data la situazione. Io con il cazzo ancora gocciolante e lei che mi teneva per mano.
Mi chiese da quanto tempo sapessi. Da quanto tempo stessi fuori delle porte ad origliare e masturbarmi. Le risposi che era da un po’, che mi piaceva sentire i suoi gemiti, il suo darsi senza limiti, la sua generosità. Lei mi rispose che si, voleva legarci tutti in un vincolo tenace, non voleva vederci disperdere ma che godeva anche della situazione, alla fine aveva due uomini no?
Mi chiese se volevo essere il suo terzo uomo, il terzo uomo della famiglia ad averla, lei mi voleva bene e non voleva che soffrissi, mi disse anche che avrebbe goduto molto con me.
Era attesa da mio padre in camera, ma la mattina appena lui uscito sarebbe venuta in camera mia per parlare, metterci d’accordo sul futuro, programmarlo per quanto possibile.
E scopare… volevo?
Mentre l’ascoltavo reagii subito e mi ridiventò duro in un attimo, ebbi l’impressione che volesse appoggiarsi con le mani al letto per prendermi dentro subito, da dietro, ma poi desistette, no… non aveva tempo.
Disse che preferiva fare le cose con calma.
Nel mentre usciva per andare davvero in bagno, mi avvisò anche doveva informare mio padre e il suo ragazzo del cambiamento in divenire ma che riteneva che tutto sarebbe stato accettato, lo avrebbe preteso lei.
Così o nulla e dovevo accettarlo anch'io, completamente e senza indugio. Niente gelosie e pretese incongrue. Alla fine era lei che si divideva no? Il sacrificio era suo, va bé… disse così e che avrebbe trovato il giusto modus operandi, dividendo il suo tempo fra tutti, senza gelosie e senza problemi.
Potete immaginare come aspettai la mattina!
Il cazzo che non voleva sentir ragione e continuava imperterrito a tirare! Era talmente duro che mi faceva persino male! Non volevo masturbarmi ancora, lo volevo conservare duro per lei. Nei pochi minuti che avevamo parlato al buio avevo ammirato il suo corpo, le due belle tette, la silhouette che si stagliava contro la poca luce della casa. Avevo sentito il profumo del suo corpo, della sua femminilità, un odore che mi aveva ubriacato.
Era bella. La desideravo e lei era disponibile.
Immaginavo il mio futuro con lei. Ci pensai a lungo. Noi una famiglia e lei la nostra donna comune. Decisi che mi andava bene.
Agitato com'ero mi addormentai solo verso mattina mentre già intravvedevo il chiarore del giorno imminente e più tardi non la sentii entrare nella mia stanza, né raggiungermi nel letto. Mi svegliai quando la sua mano mi accarezzò sotto, all'inguine. Quando la sua bocca pronunciò il mio nome sottovoce al mio orecchio.
-Fratellino… svegliati… su… dobbiamo parlare… svegliati…-
La sua mano era decisa, sapeva cosa voleva e come fare. Presto mi stava masturbando ed ero di nuovo eretto, duro come il ferro.
-Fratellino… so quanto hai sofferto, abbiamo tutti sofferto ma dobbiamo sopravvivere, è necessario e io posso aiutarvi. Faccio quanto posso. Sono la prima per te…?-
Alla mia risposta necessariamente sincera che si… era la prima, lei mostrò un segno di piacere. Di gradimento.
-Allora… ti svezzerò a modo mio, mi piace questa cosa…!-
La sua mano ora era decisa. Mi accarezzava morbida mentre mi scopriva tutto levando le coltri dal letto, ora eravamo ambedue scoperti e nudi.
-Mi prometti che non sarai geloso e ti accontenterai di quello che ti darò? Come tempo intendo perché il mio corpo vorrò donartelo tutto…-
Promisi sincero.
-Nessun problema… e papà? Cosa ne penserà? Ho sentito parlare d’amore fra voi…-
-Papà accetterà… come accetta il mio fidanzato. Ora siamo una famiglia… le parole d’amore sono parole di letto… mentre ci si da piacere… anche tu me le dirai… vero fratellino?-
-Si… si… ti dirò anch'io che ti amo…-
-Che bel cazzo…! Fratellino! Proprio bello…!-
Quella primissima volta fu una cosa tenera, dolce, ho la necessità di usare nuovamente e impropriamente il termine "materna", mi prese per mano e mi condusse al piacere curando che avvenisse senza traumi, senza forzature. Ebbi l’impressione che lei si trattenesse un po’… che volesse evitare di mostrarsi, di rivelare la sua sfrenata sensualità.
Si sdraiò sulla schiena e divaricò le gambe invitandomi su lei. Mi prese in mano e lo strusciò più volte lungo il suo spacco che non conoscevo e poi… mi prese dentro. Ah…! Quel calore e quel suo stringermi! Pochi colpi rabbiosi e venni dentro di lei senza chiederle se potevo, troppa era la voglia che avevo. Poi pochi minuti di riposo e il suo invito a lavarmi, a prepararmi per la scuola. Mi avrebbe fatto lei la giustificazione per le due ore di ritardo. Proprio come mamma.
Ecco… l’inizio.
Poi a sera ci fu una specie di riunione di famiglia allargata. Papà, lei, il suo fidanzato e io. Non dissi parola. Fu lei a prospettare la nuova situazione e ad ottenere la loro piena approvazione. Fu stabilito anche una specie di turno. Due volte a settimana a me e papà, tre al suo ragazzo. Sempre che non insorgessero motivi che impedissero la cosa.
Poi in realtà avveniva che stava con me subito dopo cena e fino a mezzanotte per poi recarsi nella camera di papà, ma mi andava bene così, a volte mi dava anche un suo pomeriggio, a volte tutti i giorni. Credo… no… sono sicuro che qualche notte lei facesse visita a tutti noi tre. Uno dopo l’altro. Spesso la trovavo molto bagnata e quasi piena di qualcosa che poteva essere sperma, forse lo sperma del precedente amante ma questo non m’infastidiva, anzi! Mi riempiva d’eccitazione e promuoveva quasi uno spirito competitivo, tendente a farla sempre godere di più.
Ora il nostro rapporto era meno tenero! Non ci davamo davvero limiti e lei urlava la sua soddisfazione. Così come urlava quando era con papà o il suo ragazzo.
Erano rapporti al color bianco…! Roventi!
Ora qualcuno o qualcuna criticherà questa cosa, sosterrà che il suo atteggiamento poco ha da fare con il desiderio di mantenere unita la famiglia, ma questo è stato il suo risultato, questo ha ottenuto e a noi va bene.
Forse raccontava anche bugie quando affermava che io ero il suo prediletto, forse lo ripeteva come leitmotiv a tutti i suoi amanti familiari, ma uno scopo l’otteneva… quello di rassicurare.
Il sesso?
Ora tenero e ora violento.
Mi piaceva quando veniva da me dopo essere stata con uno di loro, aperta… calda… bagnata. Allora in quei momenti davo il meglio di me, sempre dietro al suo… come dire… insegnamento? Si, si… lei promuoveva, suggeriva e si faceva come voleva lei. Tutto, tutto, ogni posizione lei la conosceva, devo dire che aveva e ha una particolare predisposizione per il sesso. Quasi una dote naturale. Un episodio particolare fu quando per la prima volta mi fece provare un piacere che ancora non conoscevo, le sue dita nel mio ano mentre mi suggeva. Riusciva a darmi orgasmi favolosi. Come quando mi diede il suo bel culo, anche in quel caso credo che disse ad ognuno di noi che eravamo "il primo", il primo ad ottenere quel privilegio. Forse si o forse no, che importanza ha? Noi le credevamo e le crediamo ancora.
Passarono i giorni, le settimane, i mesi ed infine gli anni. La vita mi costrinse a lasciare la mia famiglia e lei. Ho una donna ora, ho la mia vita ma sono legato a lei con un legame indissolubile. Davvero è parte di me e la voglio e la vorrò sempre. La mia compagna non sa nulla di questo legame, non credo capirebbe, quando torno alla mia famiglia ci vado solo.
Sono stato da lei, da loro, anche la settimana scorsa. Lei aspetta un bambino, ha uno splendido aspetto. Penso che la maternità renda le donne enormemente più belle, lei in modo speciale. Adoro prenderla in questo stato, adoro accarezzare quel suo ventre rotondo! E’ bellissima.
Ed è ancora molto appassionata.
Molto.
Non sappiamo di chi è il figlio, non vogliamo saperlo.
Credo che avrà tre padri.
Tibet.
(da sempretibet.blogspot.it)
Tutte le nostre certezze, speranze e sogni, caddero come un castello costruito con le carte da gioco sotto un forte soffio di vento.
Non restò nulla di quanto avevamo prima.
Nulla. Solo dolore.
Eravamo soli, io, mio padre e mia sorella.
Soli e infelici.
Soli e impreparati.
Soli e disorientati.
Poi… piano piano mia sorella prese in mano la situazione, non le ci volle molto tempo, alcune settimane e diventò la donna della famiglia. Nel senso più completo della parola.
Naturalmente era più giovane allora, appena 21enne e aveva in programma di andare a convivere con il suo ragazzo, di costruirsi una vita autonoma mentre frequentava l’università ma si adattò, si sacrificò per il bene comune, restò in casa presumendo forse che lì a poco il tempo avrebbe risolto tutte le cose. Non fu così, lei restò in casa e anche il suo ragazzo mostrò lo stesso alto grado di adattamento, lei lo riceveva alcune notti la settimana nella sua camera e a lui andava bene così. Sapeva, sapeva ogni cosa, lei non gli nascose mai nulla.
Lo so perché la controllavo. Lei era diventata la figura femminile per eccellenza. Il mio riferimento. Seguivo ogni sua mossa. Cercavo di intuire cosa pensava e le sue intenzioni. E facevo ogni cosa che desiderasse.
Era bella mia sorella.
Lo è naturalmente ancora, anche ora che io vivo lontano e lei ancora condivide l’appartamento con mio padre e il suo uomo che nel frattempo ha sposato, lo ha convinto ad accettare questa situazione, lui è contento. Torno nella casa familiare volentieri sapendo che anche per me lei ha ancora la disponibilità di allora, immutata anche ora a distanza d’anni.
Bruna, i capelli lisci, occhi neri e un bel corpo. Belle gambe lunghe, bel seno.
Ora arriviamo al punto di partenza della vicenda.
Com'eravamo combinati ve l’ho detto. Mio padre viveva come instupido dal fatto, si vestiva e andava meccanicamente in ufficio, al lavoro. Tornava solo a sera e si ritirava silenzioso nei suoi pensieri. Mangiava poco e subito si rinchiudeva nella sua camera, quella che era di lui e mamma. Si emarginava volontariamente.
Non conosco il momento esatto che le cose cambiarono. Una notte mi capitò di uscire per bere o andare al gabinetto, non ricordo il perché, so di preciso che passando davanti alla porta della camera di mio padre sentii dei gemiti, al momento credetti che fosse mio padre che piangeva e quasi con pudore feci per allontanarmi, ma poi i gemiti mi sembrarono diversi, gemiti di donna, gemiti di piacere?
Possibile?
Chi e cosa poteva essere?
Mio padre e..?
O forse la televisione che teneva in camera?
Ma presto collegai mille cose, l’atteggiamento protettivo che mia sorella aveva assunto nei suoi confronti, il suo diverso modo d’essere, lui ora era più sereno, leggero e a volte allegro e come guardava sua figlia? Mia sorella? A volte non sembrava uno sguardo carico di amore?
Si… o era amore o era una grande riconoscenza.
Ebbi la certezza aprendo la porta della camera di mia sorella e trovandola vuota. Allora tornai ad origliare e percepii in parte le parole che si dicevano. O almeno le intuii, mio padre che diceva di amarla e lei che lo rassicurava sul futuro, gli diceva che nulla mai sarebbe cambiato e che lei sarebbe rimasta sempre con lui.
Evidentemente avevano raggiunto un accordo fra loro, lei non usciva più come faceva prima quando c’era mamma o usciva molto più raramente, restava in casa la sera e alle volte, spesso, veniva il suo ragazzo a cena da noi.
Poi, con naturalezza, si ritiravano nella camera di lei e ci passavano la notte. Papà accettava il fatto, io naturalmente non avevo voce in capitolo, mi doveva andar bene.
Non so se vi è mai capitato di vivere cose così, ma io presi a controllare i loro movimenti, individuare cosa facessero e presto capii tutto. Mia sorella si divideva fra loro, dava amore e sesso ad ambedue. Senza traumi. Mi sembrò una cosa bellissima ma presto mi sentii escluso e cominciai a chiedermi il perché. Ero considerato troppo giovane? Un bambino ancora? Non pronto? Ma anch'io avevo le mie esigenze, la mia sessualità di 18enne era prorompente, mi dovevo masturbare diverse volte il giorno, mi eccitavo nel vedere mia sorella dividersi e far godere i suoi due uomini. Origliavo alle loro porte e mi masturbavo violentemente fino a godere. Poi tornavo nella mia stanza ma non riuscivo a saziarmi, ero perennemente eccitato e insoddisfatto. Una notte, troppo preso dal mio orgasmo imminente, non mi accorsi che lei si alzava dal letto e usciva per andare in bagno. Mi sorprese lì, con la mia mano che menava forte il cazzo duro, mentre godevo in un fazzoletto riempiendolo con il mio sperma.
Forse immaginava da tempo quanto accadeva?
Non fu per nulla sorpresa.
Mi prese subito per mano e mi tirò in camera sua.
Fu tenera… ecco userei il termine materna se non fosse fuori luogo data la situazione. Io con il cazzo ancora gocciolante e lei che mi teneva per mano.
Mi chiese da quanto tempo sapessi. Da quanto tempo stessi fuori delle porte ad origliare e masturbarmi. Le risposi che era da un po’, che mi piaceva sentire i suoi gemiti, il suo darsi senza limiti, la sua generosità. Lei mi rispose che si, voleva legarci tutti in un vincolo tenace, non voleva vederci disperdere ma che godeva anche della situazione, alla fine aveva due uomini no?
Mi chiese se volevo essere il suo terzo uomo, il terzo uomo della famiglia ad averla, lei mi voleva bene e non voleva che soffrissi, mi disse anche che avrebbe goduto molto con me.
Era attesa da mio padre in camera, ma la mattina appena lui uscito sarebbe venuta in camera mia per parlare, metterci d’accordo sul futuro, programmarlo per quanto possibile.
E scopare… volevo?
Mentre l’ascoltavo reagii subito e mi ridiventò duro in un attimo, ebbi l’impressione che volesse appoggiarsi con le mani al letto per prendermi dentro subito, da dietro, ma poi desistette, no… non aveva tempo.
Disse che preferiva fare le cose con calma.
Nel mentre usciva per andare davvero in bagno, mi avvisò anche doveva informare mio padre e il suo ragazzo del cambiamento in divenire ma che riteneva che tutto sarebbe stato accettato, lo avrebbe preteso lei.
Così o nulla e dovevo accettarlo anch'io, completamente e senza indugio. Niente gelosie e pretese incongrue. Alla fine era lei che si divideva no? Il sacrificio era suo, va bé… disse così e che avrebbe trovato il giusto modus operandi, dividendo il suo tempo fra tutti, senza gelosie e senza problemi.
Potete immaginare come aspettai la mattina!
Il cazzo che non voleva sentir ragione e continuava imperterrito a tirare! Era talmente duro che mi faceva persino male! Non volevo masturbarmi ancora, lo volevo conservare duro per lei. Nei pochi minuti che avevamo parlato al buio avevo ammirato il suo corpo, le due belle tette, la silhouette che si stagliava contro la poca luce della casa. Avevo sentito il profumo del suo corpo, della sua femminilità, un odore che mi aveva ubriacato.
Era bella. La desideravo e lei era disponibile.
Immaginavo il mio futuro con lei. Ci pensai a lungo. Noi una famiglia e lei la nostra donna comune. Decisi che mi andava bene.
Agitato com'ero mi addormentai solo verso mattina mentre già intravvedevo il chiarore del giorno imminente e più tardi non la sentii entrare nella mia stanza, né raggiungermi nel letto. Mi svegliai quando la sua mano mi accarezzò sotto, all'inguine. Quando la sua bocca pronunciò il mio nome sottovoce al mio orecchio.
-Fratellino… svegliati… su… dobbiamo parlare… svegliati…-
La sua mano era decisa, sapeva cosa voleva e come fare. Presto mi stava masturbando ed ero di nuovo eretto, duro come il ferro.
-Fratellino… so quanto hai sofferto, abbiamo tutti sofferto ma dobbiamo sopravvivere, è necessario e io posso aiutarvi. Faccio quanto posso. Sono la prima per te…?-
Alla mia risposta necessariamente sincera che si… era la prima, lei mostrò un segno di piacere. Di gradimento.
-Allora… ti svezzerò a modo mio, mi piace questa cosa…!-
La sua mano ora era decisa. Mi accarezzava morbida mentre mi scopriva tutto levando le coltri dal letto, ora eravamo ambedue scoperti e nudi.
-Mi prometti che non sarai geloso e ti accontenterai di quello che ti darò? Come tempo intendo perché il mio corpo vorrò donartelo tutto…-
Promisi sincero.
-Nessun problema… e papà? Cosa ne penserà? Ho sentito parlare d’amore fra voi…-
-Papà accetterà… come accetta il mio fidanzato. Ora siamo una famiglia… le parole d’amore sono parole di letto… mentre ci si da piacere… anche tu me le dirai… vero fratellino?-
-Si… si… ti dirò anch'io che ti amo…-
-Che bel cazzo…! Fratellino! Proprio bello…!-
Quella primissima volta fu una cosa tenera, dolce, ho la necessità di usare nuovamente e impropriamente il termine "materna", mi prese per mano e mi condusse al piacere curando che avvenisse senza traumi, senza forzature. Ebbi l’impressione che lei si trattenesse un po’… che volesse evitare di mostrarsi, di rivelare la sua sfrenata sensualità.
Si sdraiò sulla schiena e divaricò le gambe invitandomi su lei. Mi prese in mano e lo strusciò più volte lungo il suo spacco che non conoscevo e poi… mi prese dentro. Ah…! Quel calore e quel suo stringermi! Pochi colpi rabbiosi e venni dentro di lei senza chiederle se potevo, troppa era la voglia che avevo. Poi pochi minuti di riposo e il suo invito a lavarmi, a prepararmi per la scuola. Mi avrebbe fatto lei la giustificazione per le due ore di ritardo. Proprio come mamma.
Ecco… l’inizio.
Poi a sera ci fu una specie di riunione di famiglia allargata. Papà, lei, il suo fidanzato e io. Non dissi parola. Fu lei a prospettare la nuova situazione e ad ottenere la loro piena approvazione. Fu stabilito anche una specie di turno. Due volte a settimana a me e papà, tre al suo ragazzo. Sempre che non insorgessero motivi che impedissero la cosa.
Poi in realtà avveniva che stava con me subito dopo cena e fino a mezzanotte per poi recarsi nella camera di papà, ma mi andava bene così, a volte mi dava anche un suo pomeriggio, a volte tutti i giorni. Credo… no… sono sicuro che qualche notte lei facesse visita a tutti noi tre. Uno dopo l’altro. Spesso la trovavo molto bagnata e quasi piena di qualcosa che poteva essere sperma, forse lo sperma del precedente amante ma questo non m’infastidiva, anzi! Mi riempiva d’eccitazione e promuoveva quasi uno spirito competitivo, tendente a farla sempre godere di più.
Ora il nostro rapporto era meno tenero! Non ci davamo davvero limiti e lei urlava la sua soddisfazione. Così come urlava quando era con papà o il suo ragazzo.
Erano rapporti al color bianco…! Roventi!
Ora qualcuno o qualcuna criticherà questa cosa, sosterrà che il suo atteggiamento poco ha da fare con il desiderio di mantenere unita la famiglia, ma questo è stato il suo risultato, questo ha ottenuto e a noi va bene.
Forse raccontava anche bugie quando affermava che io ero il suo prediletto, forse lo ripeteva come leitmotiv a tutti i suoi amanti familiari, ma uno scopo l’otteneva… quello di rassicurare.
Il sesso?
Ora tenero e ora violento.
Mi piaceva quando veniva da me dopo essere stata con uno di loro, aperta… calda… bagnata. Allora in quei momenti davo il meglio di me, sempre dietro al suo… come dire… insegnamento? Si, si… lei promuoveva, suggeriva e si faceva come voleva lei. Tutto, tutto, ogni posizione lei la conosceva, devo dire che aveva e ha una particolare predisposizione per il sesso. Quasi una dote naturale. Un episodio particolare fu quando per la prima volta mi fece provare un piacere che ancora non conoscevo, le sue dita nel mio ano mentre mi suggeva. Riusciva a darmi orgasmi favolosi. Come quando mi diede il suo bel culo, anche in quel caso credo che disse ad ognuno di noi che eravamo "il primo", il primo ad ottenere quel privilegio. Forse si o forse no, che importanza ha? Noi le credevamo e le crediamo ancora.
Passarono i giorni, le settimane, i mesi ed infine gli anni. La vita mi costrinse a lasciare la mia famiglia e lei. Ho una donna ora, ho la mia vita ma sono legato a lei con un legame indissolubile. Davvero è parte di me e la voglio e la vorrò sempre. La mia compagna non sa nulla di questo legame, non credo capirebbe, quando torno alla mia famiglia ci vado solo.
Sono stato da lei, da loro, anche la settimana scorsa. Lei aspetta un bambino, ha uno splendido aspetto. Penso che la maternità renda le donne enormemente più belle, lei in modo speciale. Adoro prenderla in questo stato, adoro accarezzare quel suo ventre rotondo! E’ bellissima.
Ed è ancora molto appassionata.
Molto.
Non sappiamo di chi è il figlio, non vogliamo saperlo.
Credo che avrà tre padri.
Tibet.
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