Il marito al posto della moglie

di
genere
gay

Mi chiamo Fabio sono un più che quarantenne gay passivo e vivo da solo; due mesi fa mi è capitata una storia piuttosto paradossale che vorrei farvi conoscere. Da quasi un anno e mezzo la cura e la pulizia del mio appartamento lo fa una signora egiziana di 28 anni molto brava e discreta; con mio stupore non usa l’abbigliamento classico delle donne mussulmane, ma indossa solo un leggero foulard come copricapo. Questa giovane donna mi era stata presentata da un operaio dell’impresa di pulizia appaltata nel mio condominio. Abbiamo stabilito che le ore di lavoro devono essere complessivamente 20 mensili spalmate per quattro giorni al mese. La donna è regolarmente coniugata con un egiziano di nome Mamadou. Il marito ha acconsentito all’instaurazione di questo rapporto di lavoro dopo aver ricevuto ampie garanzie sia sulla mia serietà di datore di lavoro e sia come persona fisica; decisamente all’epoca dell’assunzione e fino a due mesi fa lui ignorava tutto della mia sessualità. Dopo un certo periodo di rodaggio e non poche difficoltà siamo riusciti a stabilire un rapporto fluido e confidenziale. Adesso di lei e di suo marito e dei suoi 4 figli conosco molte cose: il marito ha 32 anni, lavora in un supermercato, non è un mussulmano integralista, ha diversi amici italiani, è esuberante e lei è alquanto insensibile al richiamo del marito, la sua esuberanza per lei non è un pregio perché lei non è altrettanto esuberante come lui. Oltre due mesi fa la signora non si presentò più al lavoro senza fornirmi alcuna spiegazione. Dopo due settimane di attesa verso le sette di sera ricevetti una citofonata alla quale risposi: Pronto?... signor Fabio… Si chi è ? Mamadou… Mamadou chi? Mentre rispondevo focalizzai il nome: era il marito della collaboratrice; aprii. Attesi alla porta l’arrivo di Mamadou che fino a quel giorno non avevo né conosciuto e né mai visto; grande fu la mia meraviglia quando vidi un uomo alto, non di grossa corporatura, colore della pelle nera e tratti somatici tipici degli eritrei. Prego entra,… grazie, ero venuto a dirle che mia moglie è partita per l’Egitto perché suo padre è molto malato, con lei sono partiti i bambini perché non avrei potuto accudirli,…. Signor Mamadou ero piuttosto preoccupato; sono già due settimane che sua moglie non viene a lavorare e non ho sue notizie, infatti, pensavo che fosse ammalata o avesse dei problemi di famiglia, non credevo invece che fosse partita: nessuno mi ha informato. Ma torna? ... certamente si, ma quando non posso dirlo,… ho capito e mi dispiace per i problemi di tua moglie e delle sue difficoltà essendo rimasto da solo, ma secondo lei io cosa devo fare ora?... la capisco ma se potesse aspettare,… ma non si tratta di una settimana né di un mese a quanto capisco, il rientro è molto incerto,… ha ragione ma se lei vuole potremmo aggiustarci,… aggiustarci!? in che senso? lei potrebbe fare i lavori leggeri ed io quelli pesanti,… A questo punto il colloquio divenne confidenziale. Fammi capire i lavoro pesanti quali sono ? e poi tu sai fare i lavori domestici? Si, potrei lavare i pavimenti, i vetri, le finestre, le porte cioè i lavori pesanti,… mi sembra una proposta piuttosto scombinata non ti pare?... si non è proprio… no non è proprio!!, poi tu in che giorno verresti a fare queste pulizie? per quello non c’è problema il lunedì sono sempre di riposo. Ero molto perplesso per diverse ragioni: non sapevo se era capace a fare le pulizie di casa, con tante donne disponibili io sceglievo come collaboratrice domestica un uomo! Avrei fatto ridere tutto il condominio. Capisco che lei può trovare un'altra donna ma mia moglie quando torna ed avrà bisogno di lavorare, con lei qui si trova bene e poi mi dice che lei è come suo padre una brava persona… si si, lasciamo perdere queste chiacchiere, ci devo pensare, dammi il tuo numero di cellullare e fra qualche giorno ti farò sapere, va bene ci sentiamo buona sera. Sul momento ed anche ripensandoci dopo l’idea di Mamadou era proprio irrealizzabile e scombinata; qualche giorno cominciai a contattare tutte le conoscenze che avevo nel palazzo e anche fuori del condominio. Le segnalazioni che avevo ricevute erano tante anzi troppe e nonostante questo non riuscivo a concretizzare niente. Alla fine tre o quattro amiche dello stabile mi consigliarono di non tralasciare la proposta di Mamadou; loro sostenevano che durante il periodo di assenza della moglie potevo arrangiarmi con il marito per non perdere una brava collaboratrice. Pur persistendo le incertezze chiamai Mamadou che la sera venne e lo misi a corrente della mia scelta, la sua collaborazione sarebbe rimasta valida per non più di quattro mesi. Mamadou, per quanto sia un uomo gradevole, non mi ha mai risvegliato l’istinto gay, non mi ha mai fatto sessualmente arrapare o sbavare; sulla scelta non ha assolutamente influito la mia componente gay. Dunque arrivò il lunedì in cui Mamadou venne a fare le pulizie. Signor Fabio da dove comincio oggi?... partiamo dai vetri e dagli infissi esterni incluse le tapparelle compresi i cassonetti esterni ed il vano interno. Per buona parte della giornata non avevo visto più Mamadou sentivo solo il suo trafficare tra scale, secchi ed aspirapolvere; per ultimo entrò nella camera nella quale ero occupato a stirare la biancheria: tutto bene Mamadou? Si,si normale, questo per me è normale perché io lavoravo in una ditta di pulizie prima di entrare al Supermercato, ma tu sai stirare?… certo! fino a qualche anno fa facevo tutto io adesso mi devo far aiutare,… tu non tenevi moglie?... Mamadou c’è un proverbio che dice: tras e sicc e se mett e chiatt cioè entra zitto zitto e poi si allarga capito?... Scusa non volevo ma ho fatto la domanda sbagliata… è come se io ti chiedessi come risolvevi i problemi del tuo cazzo fin quando non ti sei sposato? se sei un mussulmano osservante niente fighetta e niente manovella! Io sono un nubiano esuberante e con tanta manovella!! Concluse ridendo e nell’entusiasmo stava per cadere dalla scala su cui si trovava. Mamadou dissi ridendo anch’io adesso basta così altrimenti per troppa esuberanza cadi dalla scala e ti puoi rompere l’osso del collo. Per circa un mese io Mamadou ci siamo solamente sfiorati, non ci siamo mai confrontati per conoscerci meglio fino a quando non c’è stato uno scontro frontale. Oltre ai normali lavori di pulizia domestica Mamadou si era assunto anche l’impegno, nei suoi ritagli di tempo e quindi un poco alla volta, di imbiancare l’appartamento. Quella domenica avendo un turno supplementare di riposo decise finire l’imbiancatura; lavorò veramente duro e fino a tardi. Per l’impegno profuso oltre al compenso extra pattuito volli ringraziarlo facendolo rimanere a cena; misi a disposizione oltre ad un fantastico menù – lasagna, parmigiana, pollo allo spiedo con patatine, gelato e bibite analcoliche il tutto prodotto dalla gastronomia sotto casa - la doccia, bagno schiuma ed un asciugamano doppio. La tavola era già apparecchiata quando entrò nel soggiorno con la sola doppia asciugamano avvolta in vita; guarda che non è la stagione di girare mezzi nudi… ho il termosifone incorporato… SI si SI SI, giù la penna e andiamo a mangiare… lei è veramente bravo anche a cucinare signor Fabio! è troppo buono veramente!!... Grazie, c’è voluta tutta la giornata per preparare!... quale giornata?... Ieri!! risposi cercando di tenere botta, non c’eri e mi sono portato avanti; mi guardò con aria dubbiosa subodorando forse lo scherzo. Non ero assolutamente interessato a fare sesso con Mamadou per cui non mi ero accorto che lui, sotto al tavolo, aveva slargato le cosce e l’asciugamano si era completamente aperto, facendo vedere qualche cosa di abnorme. Rimasi senza parole e con gli occhi chiusi mi chiedevo: ma è tutto vero quello che ho visto! Signor Fabio non si sente bene? Nonononoooo, e che ho avuto una specie di visione!! qualche cosa che di grande… una visione?... si una visione Mamadou!!. Per troncare il discorso e riprendermi corsi in cucina. Mi appoggiai al lavello perché ero completamente in subbuglio: minchia! e che ha in mezzo alle gambe!!!?, e io che lo credevo un senza cazzo, continuavo a farfugliare e non recuperavo lucidità; però a quel punto mi ponevo la domanda: che faccio?. Avevo tre soluzioni. Una faccio finta di niente e questa sarebbe quella del suicidio sessuale; due vado di là, mi butto sotto al tavolo e mi attacco al cazzo, questa sarebbe quella del gay infoiato; tre esco e vado a piedi alla pronto soccorso della neurodeliri. Nel frattempo mi raggiunse Mamadou: signor Fabio che problema c’è? Io con testa china, voce bassa e afflitta come una vedova inconsolabile: No niente, niente; sicuro che non posso fare niente per lei? mi appoggiò una mano sulla spalla e così dicendo fece cadere l’asciugamano; a questo punto partì un sospiro melodrammatico da checca persa ahaaahhhaaahhhh. Anche un alieno a questo punto si sarebbe commosso! E FAMMELO QUESTO POMPINO NO! Non ci pensai due volte, mi inginocchiai e glielo presi in bocca con tale foga che sentii dire dal poverino “ piano, piano, mi fai male” , abbracciai le sue gambe pelose e rimasi a bocca aperta in attesa che lui entrasse; lo fece in maniera così decisa da slagarmi i muscoli della gola. Tirò fuori il cazzo e cominciò a sbatterlo sulle labbra, sul viso, lo infilò nuovamente ma questa volta con più delicatezza ma spingendo con la stessa voglia, riuscì a far passare solo la cappella; l’avevo bloccato con fermezza per il dolore e per la mancanza di respiro. Il cazzo di Mamadou appartiene a quel tipo di cazzoni troppo, troppo tutto, dritti e gommosi, anche duri al massimo dell’eccitazione non sono mai duri da far male, ti allargano, passano, entrano e ti fanno godere. Quel cazzone lo volevo. Andammo nel soggiorno, mi feci mettere sul tavolo con la testa penzolante fuori, gli dissi: scopami e sborrami dentro e poi aprii la bocca; stavolta finalmente passò, ma fece tanto male perché mi sentivo spaccare tutto ma lo volevo e me lo feci passare; adesso mi stava chiavando senza violenza o con forza, mi aspettava che pigliassi fiato e poi scendeva giù, la tanta saliva che mi si formava in bocca facilitava il movimento, gli afferrai i testicoli e con delicatezza glieli tiravo, li tastavo, li palleggiavo, anche lui si arrapava glieli sentivo gonfi , cominciava ad essere pronto, ma io non volevo che finisse, volevo sentirmelo ancora in gola, lo sentivo ansimare, le sue mani stringevano le mie, rallentavo i suoi movimenti, poi finalmente il suo grido di piacere: UAHHH!! Ahhhh!! vengo, vengo!!! si,si,siiiii!!!; mi sentivo affogare in tutto quello sperma, quando lo tirò via mi sentii vuoto, privo di qualche cosa che fino a poco prima consideravo mia. Si curvò, con le braccia larghe poggiò le mani sul tavolo; ammiravo quel cazzo floscio coperto di saliva e sperma. Ci eravamo ricomposti, per modo di dire, : perché hai aspettato tanto?... Non lo so, pensavo che tu non fossi disponibile a fare sesso con un uomo , che se lo fossi stato non con me, che avessi qualche remora mentale tipo arabi, mussulmani,… Io sono del nord sudan verso il Mar Rosso, la mia origine è africana, sono mussulmano ma non praticante e tu mi sei simpatico. Ti basta questo?,… certo però una vacanza da quelle parti…. non tutti sono uguali e poi ti farebbero la pelle… grazie del suggerimento… voglio saperti e trovarti qui. Avevo finito di rigovernare soggiorno e cucina e m’aspettavo che si vestisse e andasse a casa sua così che io potevo andare a dormire; stravaccato sul divano con gli occhi chiusi, giocava con i suoi testicoli e con il cazzo moscio. Quando si accorse di me mi chiese: hai finito?… si!... ti vai a lavare allora,.. No! perché?... perché ci si lava per dormire meglio,… va bene, in fondo non aveva tutti i torti. Tornai in soggiorno veramente più rilassato. Fatto?... Si,… andiamo!... Dove?... a dormire,… ma tu devi dormire qui?... Chiesi stupito… Non vuoi? Allora vado via mi rispose con aria contrariata,…. non avevo previsto questa possibilità ma se vuoi resta,… allora andiamo. Lui essendo già nudo si mise subito sotto il piumone mentre io indossavo il pigiama. Non dormi nudo?... no abitualmente no,… ma quando ci sono io si. Io continuavo a fare il confuso ma avevo già capito dove saremmo andati a parare, naturalmente mi si era infiammato il posteriore; via tutto e di corsa sotto il piumone. Non volendo urtare la suscettibilità di Mamoud rimasi fermo, anzi mi girai dandogli le spalle, però mi si accese una lampadina; di corsa in bagno, nel cassettino nascosto presi i preservativi ed il despenser a pompa con il gel lubrificante, me ne scaricai nel culo una buona quantità e tornai a letto. Mamoud non si era mosso, mi distesi ancora volgendogli le spalle, pochi minuti ed il piumone volò via, ero immobile come se fossi in un’altra dimensione. Fece scivolare la mano sulle natiche glabre, passò un dito lungo la fessura del culo e lo spinse nel buco, si accorse che era lubrificato e lo tirò via, si pulì strofinandolo sulla natica e con il lenzuolo. Ero particolarmente eccitato ma nello stesso tempo molto teso, i muscoli anali erano particolarmente contratti perché non sapevo cosa avrebbe fatto o come l’avrebbe fatto. Mi tirò verso il centro del letto, mi mise a bocconi slargandomi le gambe, le sue mani un po' ruvide sulle mie natiche: le slargò e lasciò cadere la saliva, aveva il cazzo duro che puntò sul mio buco, due spinte di prova e poi un primo colpo deciso e subito il secondo lasciandosi cadere sul mio corpo. Mi uscì un grido dal petto, dalla gola o da tutto il mio corpo; mi sentivo praticamente squartato, sventrato, aveva colpito con violenza la prostate la vescica: avevo perso urina, non riuscivo a respirare, avevo gli occhi pieni di lacrime, mi lamentavo a voce alta, cercavo di scrollarmelo di dosso. Zitto, stai zitto, non ti lamentare, non gridare, non parlare, devi stare zitto! il suo tono di voce non ammetteva repliche. Cominciò lentamente a muoversi dentro di me, si arcuò e me lo sfilò tutto d’un colpo, la sua mano sulla mia bocca tacitò un mio lamento, entrò ancora e cominciò a chiavarmi; era ancora troppo il dolore per provare piacere ma non era un suo problema. Continuò imperterrito con lo stesso ritmo finché io non cominciai a muovermi sotto di lui, adesso lo sentivo, arcuai il bacino per offrirgli meglio il culo, adesso lo tirava tutto fuori e poi affondava tutto dentro: cominciavo a godere, lo sfintere si era completamente adattato al suo cazzo, mi aveva detto di tacere ma io non riuscivo a trattenermi dal gemere, mi sentivo aperto, preso, posseduto, dominato, violentato, stuprato, ma da lui volevo tutto questo e molto di più e glielo sussurrai fra i gemiti di piacere; da maschio da monta si stava trasformando in un amante eccitato alla ricerca dei piaceri del culo. Riuscii a ribaltare la posizione ora ero seduto su di lui con le gambe ripiegate, ebbi un momento defaillance quando me lo proprio tutto dentro ma poi cominciai a muovermi e dimenarmi, con le dita gli masturbavo i capezzoli, stravolse gli occhi per le sensazioni che provava, mi chinai su di lui e gli baciai la fronte imperlata di sudore, gli baciai gli occhi chiusi e passai la lingua sulle sue labbra secche. Lo sentivo ansimare, la voglia di eiaculare gli stava montando dentro ma avrebbe atteso, il tempo lo avrei deciso io. Tornai a strizzargli i capezzoli, scrollava la testa, strabuzzava gli occhi, sentivo il suo cazzo irrigidirsi non riuscivo a tenerlo dentro, sbracavo come una cagna in calore, mi chinai ancora su di lui: la mia bocca vicino alla sua, i nostri respiri umidi si fondevano, avevo la lingua fuori e tesa ma non gliela avrei mai messa in bocca; le sue mani afferrarono la mia testa e l’attrasse verso di sé. Ora lo avrei fatto venire. Mi misi supino, cuscini sotto il bacino, il culo all’altezza del suo cazzo, lo guardai negli occhi e gli chiesi : fottimi, sborrami tutto dentro senza pietà. Con il senno del poi credo che il suo ruggito di piacere deve averlo sentito anche qualche vicino. Il letto sembrava un campo di battaglia.
scritto il
2017-08-14
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