Que maravilha

di
genere
etero

I due ragazzini che tornano dalla scuola chiudono le ante della porta dell’ascensore sbattendole con forza, si fermano sul pianerottolo gridandosi addosso e sghignazzando entrano in casa e subito il televisore parte a tutto volume.
In un altro momento della mia vita sarei rimasto infastidito e nulla più ma ora no: divento rabbioso, insofferente; busso alla porta del vicino e mi viene ad aprire quello che è il figlio maggiore della nuova famiglia, lo aggredisco: allora!! sbattete le porte dell’ascensore fino a spaccarle urlate sul pianerottolo come foste allo stadio e sparate il televisore a tutto volume, dove credete di essere? avete o non avete un minimo di civiltà e di educazione?. Il giovane rimane in silenzio quasi atterrito dalla mia rabbia non repressa, rientro a casa e mi lascio cadere sulla poltrona sono depresso allora per tirarmi su mi faccio un beverone di scotch e vado a stendermi sul divano. Affondo nei ricordi, sono dolorosi non riesco a cancellarli ma in fondo nemmeno lo voglio, della mia Teresa mi è rimasto solo quello.
É lunedì quando torno dal lavoro trovo sul pianerottolo una montagna di cartoni da imballaggio per elettrodomestici e mobili, faccio anche fatica a passare per entrare in casa.
Sento improvvisamente alle mie spalle una voce sottile con l’accento cantilenante brasiliano: “mi scusi signore adesso porteranno tutto via, la prego desculpe-me”, mi giro di scatto e vedo una donna meticcia alta, porta una maglia nera dal girocollo basso che aderisce al suo corpo mettendo in evidenza un seno magnifico sotto il fuseaux indaco mette in mostra un paio di gambe lunghe affusolate e dai polpacci snelli ma lo spettacolo sono i glutei, guardandoli è come se avessi ricevuto un pugno sui testicoli tanto mi sembravano perfetti perfetti.
Biascicai “non si preoccupi faccia con comodo anzi se vuole le posso dare una mano di aiuto a proposito mi presento: mi chiamo Armando” ”Piacere Neia. No grazie non si disturbi porteranno via tutto i montatori”.
Entrai in casa affatturato dalla visione di quella donna e per tutta la notte nei miei sogni c’era lei.
Sono passati diversi giorni e dei miei vicini ne ho perso le tracce, lei è sempre nei miei pensieri anzi mi sono masturbato pensando a lei, rompo gli indugi e chiederò al portiere.
Uscendo per andare al lavoro lo trovo già in guardiola “buongiorno Ciro notizie della mia vicina di casa?” “dottò voi parlate della brasiliana? Bella femmena ehh? quella è capace di resuscitare pure i moribondi…ahh…”ahhh.”, la sua risata mi infastidisce e mi fa montare una certa gelosia rispondo ruvido ”Ciro allora?” “ si dottò sono partiti lei e i figli,il grande Eduardo detto anche Edu è studente universitario un bel ragazzo anzi un pezzo di marcantonio brillante in ogni parte ma voi volete sapere quando tornano? Probabilmente a fine mese insomma sabato prossimo”,
“va bene Ciro non volevo tutte queste informazioni inutili” “va bbuono qualche parola in più non fa mai male dottò” “buona giornata Ciro” e chiudo la conversazione
Aspetto il sabato ma come farò ad entrare in confidenza con Neia? quella donna mi ha di colpo annullato il ricordo di Teresa, non mi assale più la malinconia di ricordare gli anni passati insieme, il non averla al mio fianco nel mio letto non mi procura più sofferenza, Neia – la chiamo Neia come se fossimo già insieme – è sempre presente e viva, la “saudade” di lei mi prende l’anima, questa volta con lei non sarò il puttaniere del passato sarò solo e tutto per lei. Il membro è duro mi sfogo in una liberatoria masturbazione.
Come aveva detto Ciro i vicino sono arrivati puntualmente sabato ma non vedo Neia e rimango deluso e soprattutto non so come e a chi chiedere: alla fine mi rivolgo ancora a Ciro.
“Ciro buongiorno..” “volete sapere della brasiliana?” vorrei sprofondare “non so come fare i ragazzi sono sempre e quotidianamente rumorosi” “e si quelli sono ragazzi e poi quando non ci sono i grandi se ne approfittano” “ma almeno ci fosse il padre…” “no quelli pare non ce l’hanno” “e che sono nati per opera dello spirito santo” “e… quasi quasi…” lo guardo incuriosito e sorpreso “sapete com’è da quelle parti non ci fanno caso… i padri possono essere anche diversi, comunque a mamma è andata a sistemare le pratiche del cittadinanza e prima o poi torna” “ come prima o poi..?” “dottò voi siete uomo di mondo certe cose sapete come vanno - nu pil'e fessa tira cchiù ca nu carr'e vuoie – e vi ho detto tutto”.
Questa mattina uscendo incontro Neia, “buongiorno Armando” le tendo la mano lei ricambia e gliela bacio “come sta?” “dammi del tu Armando” “come stai?” “adesso ho risolto tutto finalmente e mi sento bene per me e per i miei ragazzi”, il proverbio di Ciro rimbomba nella testa e decido mi butto allo sbaraglio “allora dobbiamo festeggiare che ne dici?” “certamente quando vuoi” “questa sera andiamo a cena che ne dici” “si va benissimo questa sera perché i ragazzi vanno a calcetto e tornano tardi” “alle otto va bene?” “Si Armando”.
Mi sento un agitato come un ragazzino al primo appuntamento, la sua voce cantilenante mi rimbomba nella testa e mi fa gonfiare i testicoli eppure dovrei essere padrone della situazione non mancandomi l’esperienza di gestire gli appuntamenti.
Busso alla porta e lei magnifica mi accoglie le dico andiamo? lei tace e poi mi propone ”ho preparato qualche cosa di tipico perché non restiamo in casa e festeggiano da te?”.
La proposta mi sorprende e naturalmente mi intriga molto “certo, ospitarti è un piacere enorme”, le sue labbra si distendono in un sorriso e mostrano la bianca fila dei denti.
Le porte restano aperte e velocemente trasportiamo cibo e bevande da me, lei muove sinuosamente il suo corpo da mannequin, nella sua linea genetica ci deve essere stato più di un bianco perché il colore della sua pelle è ambrato più che nero, nei suoi occhi color castagna risaltano piccole pepite d’oro: mi fanno male le palle. Chiudo la porta di casa e girandomi me la trovo davanti fragrante ed invitante: l’abbraccio è vigoroso e passionale, lei mi lascia prendere il tiretto della sua zip che faccio scorrere per tutto il vestito: eccomela avanti nuda, indietreggia di due passi si offre maliziosamente alla mia vista poi mi aiuta a togliere la giacca lentamente sbottona la camicia facendo scivolare la mani sul petto strofinando le dita sui miei capezzoli, mi sgancio la cintura e faccio cadere i pantaloni e lo slip.
Sono stregato. Un puttaniere come me è rimasto affatato.
“Mi sono sempre piaciuti gli uomini con il petto leggermente peloso e con quella striscia di pelo che arriva all’ombelico e anche oltre ” così dicendo mi morde il capezzolo, comincia a salire la mia eccitazione, le mie mani sulle sue spalle scivolano verso il seno, al tatto la sensazione è fortemente arrapante perché la sua pelle setosa mi provoca una sensazione di godimento.
Nell’abbraccio la sollevo per dirigermi verso la camera da letto sul quale ci sprofondiamo – l’afrore del suo corpo misto alla fragranza del profumo mi avvolge i sensi ed è tutto devastante – la bacio lei apre la bocca e accoglie la mia lingua che s’avanza rapida alla ricerca della sua la quale non si tira indietro ma si offre, stringo tra i denti le sue labbra seducenti mi piace e le piace.
Mi si sottrae per cavalcarmi ponendosi sulla pancia, le mani accarezzano la mia peluria e provo un brivido ancora più forte quando stringe tra le sue dita il mio capezzolo non trattengo un soffio di piacere, si china su di me prendo tra le mani le sue mammelle pendule gliele accarezzo ed i capezzoli si inturgidiscono me li porta alle labbra ed i li succhio “si…così…così…” mi sussurra in un sospiro.
Ho il cazzo duro ora è supina, affondo il viso tra le sue gambe vado diretto alla vagina dove la mia lingua si diverte sulle sue labbra finemente segnate, lecco il suo clitoride: si contorce e affonda le sua unghie nelle mie spalle, glielo mordo lo succhio è gonfio turgido, continuo andandole a titillare i capezzoli le provoco un orgasmo, mi cinge con le sue gambe i miei fianchi, sul mio viso il suo respiro affannoso mi fa imbufalire la penetro e la chiavo, sono veramente infoiato “Fode-me… Fode-me…” il suo è quasi una preghiera a non fermarmi sono in un vortice di eccitazione la sento venire: eiaculo non solo sperma ma anche me stesso.
Disfatto mi abbandono sul suo corpo bollente.
Facciamo la doccia insieme francamente non mi tira pur avendola nuda vicino, lei mi guarda e poi sorridendo mi dice ”sei bravo a fare sesso mi hai fatto volare un paio di volte e poi ti aiuta molto il tuo fisico ed il tuo amico, si inginocchia e comincia a divertirsi e poi quando vede che il mio amico non risponde elegantemente esce dalla doccia si asciuga e si riveste “Nando…” “dimmi Neia..” “con te mi è piaciuto fare sesso ma io voglio anche amore”.
Chiude l’anta della doccia e si avvia con il suo passo danzante la guardo e me cade il sapone sul piatto doccia; la felicità non esiste? ma io sono felice.
Questa mattina mentre esco dal portone sento la voce di Ciro ”Dottò..dottoòò… siamo in pieno inverno e fa fridde eppure per voi è come fossimo in piena primavera…beato a voi….” e sorride sornione.
È vero sto bene.
scritto il
2021-11-16
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