L’uber non solo autista

di
genere
etero

“Ciao Evelina” “ Ciao Riccardo come stai” “bene grazie” “senti ti telefonavo perché si stanno accavallando una serie di problemi di lavoro che ci sta ponendo il Covid, dobbiamo risolverli se vogliamo comunque camminare anche se a marcia ridotta, allora abbiamo deciso di fare una riunione in presenza: domani urge che tu ci sia”.
Naturalmente ho fatto presente al mio capo che mi trovavo in difficoltà non per il Covid ma perché avevo l’auto in panne e non so quanto mi sarà consegnata, Riccardo è stato categorico: devi venire fosse anche in bicicletta o con il monopattino quello elettrico oviamente.
Mi sono trovata in serie difficoltà in quanto sicuramente non avrei usato la bicicletta per il motivo che non ci so andare e poi meno che mai il monopattino, il taxi era la soluzione più facile ma burocraticamente complicata, il problema me lo ha risolto una mia collaboratrice suggerendomi di chiamare un uber.
Ecco la soluzione uber non l’avevo assolutamente valutata perciò mi sono subito attivata e in quattro e quattr’otto ho risolto il problema e confermo subito a Riccardo la mia presenza.
Da quando sono in smart working mi sono alquanto trascurata fisicamente ma in questo caso volevo presentarmi tirata a lucido perciò telefono a Maria la mia parrucchiera “senti Maria ho bisogno urgente di un servizio di recupero capelli e viso per domani “ “domani a che ora?” “alle 10 devo essere alla riunione” “stasera ti mando la ragazza per i capelli domani mattina alle 8 per il viso va bene?” “Oh… Maria sei un angelo ciao”.
Sono pronta ed in attesa puntuale arriva la telefonata “sono Thiago” “scendo subito” un bel giovanotto mi apre la portiera do l’indirizzo e si parte “senta Thiago alle 10 devo essere in loco” il giovane da un sensibile accelerata, “arriviamoci incolumi per favore” “nessun problema signora e poi per una come lei avrò un riguardo particolare” “che vuol dire per una come lei?” gli chiedo infastidita “mi scusi non trovo sempre le parole giuste per farmi capire non conosco ancora bene la lingua” “di dove sei?” “sono capoverdiano naturalizzato portoghese sono qui in Italia da un anno mi sono trasferito da Faro un città giù nell’Algarve” “è bellissimo l’Algarve” “è vero ma sa signora non si vive di sola bellezza”.
Arrivo in perfetto orario “ senta Thiago come faccio a richiamarla per il ritorno?” “semplice mi chiami direttamente perciò registri per favore il mio numero”.
La giornata è stata faticosa e snervante mi sprofondo nel sedile dell’auto cercando di rilassarmi, il traffico è inesistente e arrivo a casa in poco tempo, “Thiago domani mattina alle otto deve esser sul posto alle nove” “va bene”, l’andazzo del lavoro dura tutta la settimana e per tutta la settimana Thiago è stato il silenzioso attento e discreto autista.
Thiago domani alle nove “anche di sabato?” “Si!” rispondo abbattuta, alle cinque del pomeriggio ho finito e Thiago mi riporta a casa “ci prendiamo un aperitivo ragazzo!” “si ma dove” “a casa mia senza fraintendimenti Thiago chiaro!”.
Quando entriamo in casa c’è ancora Rita la signora che da quatto anni cura tutta la gestione della mia casa, senza di lei sarei perduta; “Rita!” “Si, signora” la sua voce squillante rintrona per la casa “non sei andata ancora via” “ora stavo uscendo ha ancora bisogno?” “no, niente di serio, riesci a preparare qualche bibita da offrire a questo ragazzo?”, “Thiago venga si accomodi e gusti quegli intrugli che prepara la signora Rita un angolana speciale, torno quasi subito.
Il quasi subito si è trasformato in un abbondante mezz’ora quando raggiungo Thiago lo trovo impegnato in discussione vivace in portoghese con Rita, “è una rimpatriata linguistica?” Rita è una donna sui quaranta anni estroversa fisicamente di misura extralarge “non lo so cosa mi ha fatto bere la signora Rita ma era particolarmente gustoso” “guardi Thiago che la Rita prepara di quei intrugli strani quasi magici” “guardi che da noi esiste ancora oggi una corrente magico-religiosa molto forte non appariscente ma sotterranea, signora quando vado giù, se vuole, le porto un -nkisi- piccolo piccolo e personalizzato fatto da un mio conoscente lo porta addosso per scacciare tutti gli spiriti maligni”, mi alzo per chiudere quella discussione, “Rita hai fatto tardi ti faccio accompagnare dal signor Thiago?” “no grazie il Signor Thiago ha un flusso positivo” “Rita!!! Appena vedo tuo marito gli devo fare delle confidenze”.
Tutto finisce in una grande risata, “Thiago vogliamo fare i conti per il saldo? A proposito per la fattura?” “se vuole posso sistemare tutto subito, se ha un computer e una stampante disponibile” “si..si.. così chiudiamo subito questa settimana poi se sarà necessario ne riparleremo” lo accompagno alla postazione del computer “ ti lascio lavorare vado un momento di là a vedere cosa ha combinato Rita oggi.
“Mi dispiace che sia finita, non è per il lavoro, oddio anche per quello, ma è che non ci vedremo più”, mi sono servito del lavoro di questo giovane senza mai veramente guardarlo ora le sue parole mi costringono a farlo ecco davanti a me un quasi trentenne slanciato dai folti capelli neri dal naso aquilino e dal volto lungo e sorridente che stava terminando di stampare la fattura quando si è girato ed avvicinato verso di me con voce dolcemente gradevole con quella cadenza portoghese “la signora è quasi servita” con un tono birichino.
Così come un fulmine a ciel sereno me lo sono immaginato nudo che correva verso di me gridando “abbracciamoci!!” rimossi immediatamente quella immagine e mi avviai verso la porta per accompagnarlo all’uscita ma lui mi blocca il passo e prende le mani attirandomi con vigore a sé, “da quando ti ho visto ho sentito il desiderio di stringerti così, di baciarti, non respingere il mio desiderio ti prego Evi”.
Sentirmi chiamare Evi mi fa fare un balzo indietro nella mia gioventù alla mia prima bellissima infatuazione, non gli oppongo nessuna resistenza anzi gli offro le mie labbra socchiuse che lui suggella con timida sicurezza.
Le sue mani dalle dita lunghe ed affusolate rapide si infilano sotto la mia larga chemisier e accarezzano le mie mammelle “sono come me le immaginavo: morbide e dal capezzolo grosso”, mi sto lasciando andare ho bisogno di sesso, di sentirmi donne desiderata e poi Thiago mi sta pigliando di brutto riesco a togliermi la camicetta e rimango a seno nudo ma gli sfuggo dalle braccia mi allontano ma lui mi corre dietro: i vestiti cadono sul pavimento.
Mi affondo sul letto lui mi ha raggiunto resta in piedi vicino alla sponda mi guarda stupito “cosa c’è” non pensavo che fossi così” “come?” “carnale, sensuale ed invitante temo di non essere quello che può darti tutto quello che meriti” mi viene da ridere “anche la tua risata mi fai eccitare”.
Si lascia cadere sul mio corpo e poi prende tra le sue mani il mio volto mi bacia dappertutto mentre la mia bocca è aperta aspettando la sua lingua: eccola mi prende.
La sento muoversi rapida e smaniosa si agita con passione e si ritira aspetta che io spinga la mia, la succhia mi eccita, “você é quente e tentadora” “ Ohhhh…. Si… io sono il lupa e tu cappuccetto rosso…” “sbranamiiii.”””.
MI sta stringendo le mammelle fino a farmi male ma la sua lingua che scivola sulla violacea areola e stuzzica il capezzolo per poi morderlo mi fa levare le gambe in alto per cingergli i fianchi.
Sono umida, fa scendere una mano fino alla vulva la sente bagnata va cercare il clitoride lo stringe tra le dita mi scappa un rantolo “ ancora.. voglio sentirti…rantolare per il piacere che provi…” mi sta masturbando ed io impazzisco gli stringo le gambe per la tensione, “dai scatenati… libera la bestia che hai dentro fammela sentire…sbranami….” Continua con lenti movimenti intorno al mio povero clitoride ormai gonfio e turgido da esplodere “Thiago ti sento..o si se ti sento… esplodo”, si libera dalla mia presa e affonda il viso tra le gambe, nella sua bocca il clitoride trova una lingua pronta a massaggiarlo: cedo vengo e svengo; si allunga su di me si inarca e mi prende scivola il suo membro nella vagina piena dei miei liquidi affonda e non mi sembra che finisca mai quella mazza che mi sventra, arriva alla fine si ferma si ritrae per dare un colpo di reni secco e duro “SI….SI….si….aprimi gli grido in viso lo sferzo…. ancora….”.
Non so come e quanto grande il suo pene ma mi sento la vagina piena, ogni colpo mi fa sussultare ogni sussulto è un attimo di piacere, “baciami…baciami…Thiago…si così… ancora più veloce, sventrami cappuccetto sventrami… così siiiiiii….così… non venire… resisti…ti voglio il più a lungo che puoi…”
Lo tira fuori lo vedo è un gran bel signor cazzo, proprio quello che una donna vuol sentirsi dentro per posseduta, la sua è un‘intenzione che io non ho mai voluto condividere, sul suo volto è espressa tutta la sua eccitazione, mi solleva le gambe in aria e se le poggia sul petto, violento mi slarga le chiappe e mi incula “NO!!!!!!!!!!......” mi fotte io grido: lui mi fotte, spinge sempre più in dentro, mi torco mi voglio liberare non posso:lui mi fotte, più io gli resisto più lui si imbestialisce. lui mi fotte, mi allarga il culo mi scivola dentro rapido lui gode nel giochino del “dentro e fuori”: lui mi fotte.
Mi sento presa da quel giovane che mi sussurra nell’orecchio “mia…mia--- sei mia…” mentre mi chiava, il suo bastone si contrae sento suoi spasmi con i quali mi riempie di tanto sperma che mi cola fuori dalla vagina allungo la mano lo raccolgo me lo gusto.



scritto il
2021-05-13
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