Libertà di scopare
di
Bastino9
genere
gay
Ieri con il mio principale collaboratore di lavoro ho avuto un acceso contrasto che ha provocato tra noi una assoluta incomunicabilità durata alcuni giorni, questa rottura ci ha portato a conclusioni radicali; sono giunto alla decisione di interrompere la nostra collaborazione mentre lui è pronto rassegnare le dimissioni.
Marco, il mio collaboratore, è anche il mio migliore amico ed amante, questi contrasti esplosivi ci coinvolgono spesso e non solo per motivi di lavoro; quello che è accaduto ieri accadrà ancora.
Durante questo brunch di riappacificazione sembra che l’ultimo burrascoso confronto stia per risolversi, finalmente il buonsenso pare che prevalga cosicché la nostra divergenza dei giorni scorsi si sciolga come neve al sole.
Durante il pranzo l’aria comunque rimane sempre tesa tanto che Marco mi da il consiglio: “Andrea prenditi una pausa, sei stressato, fatti un weekend lungo e rasserenati”, le sue parole sono per me urticanti: “Marco mi sta di nuovo attaccando? non mi sopporti né come tuo capo nel lavoro né come amante? se è così dimmelo ed io stacco la spina senza problemi e rimpianti ora ne ho pieni i coglioni di te”.
Mi sono alzato e sono andato via tornando in ufficio. Mi sono tuffato a capofitto nel lavoro per tutta la settimana sabato e domenica compresa.
Oggi lunedì ho ripreso con lo stesso stato di animo tanto che la mia segretaria, Caterina, scherzando mi punzecchia “il barometro segna ancora bassa pressione con tempesta persistente, Marchino gironzola con le orecchie basse come un cocker spaniel Andrea è sempre imbufalito” “Caterina! invece di rompere i coglioni renditi utile, prenotami un viaggio per 4 giorni ad Aix en Provence e poi stai zitta e muta altrimenti nessuno ti toglie la cassa integrazione perpetua!” “si Andrea anzi scusi Signor capo!”
Anche oggi ho staccato dal lavoro tardi, sto tornando a casa che sono le nove passate e sono stanco guido la mia citycar con troppa nonchalance e non mi accorgo che un bastardo a bordo di un motorino tenta un sorpasso sulla destra, la manovra non gli riesce e rimane incastrato tra la mia auto ed il cordolo del marciapiede: cade.
Ovviamente esco dall’auto imbestialito, lo aggredisco verbalmente ma fortunatamente lui non ribatte e questo è già un antidoto alla mia furia; “si è fatto male? come sta?” “ cavoli! il motorino mi ha fregato, ha perso potenza e non sono riuscito nel sorpasso” “non è la colpa del motorino ma è sua! lei lo sa perché? perché è uno stupido! pensava di farcela con quel rottame?, quanti anni ha? 15/16 anni?” “NOOO! ti sembra cha abbia quella età? ho 23 anni” “parlo del motorino, peggio di quanto pensassi perché allora sei uno stupido coglione!!!”.
A scanso di futuri problemi chiamo un’ambulanza e la polizia urbana e quando il tipo ne viene a conoscenza si infuria come con me e tenta anche di aggredirmi ma cade come una pera cotta.
Aspettiamo.
Fortunatamente il soccorso e la polizia arrivano subito ed insieme, chiudiamo rapidamente le formalità di rito ma per ogni evenienza mi faccio dare dal tipo il numero di cellulare.
Caterina ha prenotato il soggiorno così venerdì partirò per la mia settimana di relax, prima di partire devo avere notizie sulle condizioni di salute di quell’imbecille dell’incidente stradale.
“Pronto? Giorgio?” “chi sei?” “quello del sinistro” “non ce l’hai un nome?” il dialogo si mette male “è necessario? volevo solo sapere come sta, e dove sta” “sono in ospedale” “potrei passare…da lei” “ a fare che?” “una visita se non disturbo” “SI!mi disturbi!” “cazzo! ma lei è davvero un cazzo di coglione stupido e anche stronzo” “IO?? ma se non so nemmeno come ti chiami e vuoi passare a vedermi ?“ “Giorgio. Tra un’ora va bene?” “OK! ma mi stai sul cazzo te lo dico perché tu ti possa regolare” “Ok, ricevuto il messaggio arrivo tra un’ora”
Giungo poco prima che finisca il turno delle visite mattutine trovo la camera entro e inquadro il giovane: è biondiccio dalla pelle avorio, gli occhi acquosi sono di un azzurro slavato ma il fisico glabro è tonico. “Buongiorno Giorgio quali sono i traumi?” “niente di rotto ma mi trattengono ancora qui per fare una altra risonanza al ginocchio programmata per questa mattina poi forse mi dimetteranno. Senti visto che sei qui voglio chiederti…” “NO. Non mi chieda niente si rivolga alla sua assicurazione ...oppure alla Polizia municipale…poi il fatto che lei mi dia del tu non significa che siamo pacifici conoscenti” “glielo hanno mai detto che lei è proprio uno pezzo di …?” “Si! me lo dicono tutti e più volte al giorno e poi so di esserlo. Buona giornata!”.
Vado via prima che possa rispondermi: non ho voglia di stabilire nessun contatto con quello stupido personaggio. Parto per la vacanza e ritorno rilassato e se ne accorgono tutti sul lavoro e me lo fa notare anche Marco con il quale siamo tornati ad avere un rapporto più che soddisfacente sotto tutti livelli.
Sono passate quasi due settimane dal sinistro e non me lo ricordavo nemmeno più quando ricevo una telefonata: “Si pronto!” “posso parlare o sei sempre di umore acido?” “SI! chi è e cosa desidera?” “cosa desidera? Hai capito chi cazzo sono? vorrei parlarti:::” “sta già parlando…concluda” “avrei bisogno..” “le invio sul suo cellulare il numero del mio legale…” “cazzo… non parlarmi in terza persona e non voglio parlare con il tuo avvocato, non voglio soldi e non ti sto ricattando…voglio parlare con te” “stasera alle 18:30 precise all’indirizzo che le mando” “FA ‘NCULO!!!”.
Lo vedo da lontano mi accosto con l’auto e lo faccio salire a bordo, l’osservo molto attentamente e senza pregiudizi; è un giovane molto piacevole fisicamente anzi è proprio di quelli che piacciono a me e che mi fanno gonfiare i testicoli.
“ti va di andare a quel McDonald’s di fronte” “Si. proprio al Mc!?|” mi guarda stranito e sorpreso “non sempre sono stronzo ma qualche volta riesco ad essere umano” abbozzo un sorriso ma lui continua a guardarmi sospettosamente.
“Tu hai mai mangiato al McDonald’s?” “certo! anche se può sembrarti strano caro Giorgio ma è vero, non ho ancora quarant’anni ma da quando avevo sedici anni ci mangiavo regolarmente…” “quasi non ci posso credere…” “eppure è la verità,“.
Lo guardo sento il cazzo che mi va in tiro e le palle cominciano a friggere, mi tende la mano come volesse salutarmi invece me la stringe e mi fa capire che il pranzo è finito. ”
Non c’è stato bisogno di parole sono stati sufficienti gli sguardi a farci capire che volevamo la stessa cosa.
“Andrea dove andiamo adesso?” “dove vuoi tu, devi sapere che sono esclusivamente attivo…sono particolarmente dotato…e me ne vanto, mi piace il sesso e mi piace anche che gli altri godano con me” “Andrea sono gay, non sono un escort e non faccio marchette per vivere, lavoro nello studio grafico di fronte al tuo ufficio, ti vedo tutti i giorni ma non sapevo come fermarti, volevo conoscerti e sono arrivato anche a rompermi l’osso del collo e a pagare la sanzione per infrazione al codice della strada.” Sono basito non ho parole poi prendo fiato “sono gay anch’io ma non mi sono mai accorto di te”, “io invece ti ho visto sempre con il tuo marito/moglie”, lo guardo e mi ingrifo “che sai tu di me e di Marco?” “non ci vuole molto a capire, lui ti affianca in uno stato di adorazione…” “si vede così tanto?” “ SI. Andrea sei un bastardo ma di quelli di cui non se ne può fare a meno, si sopporta tutto pur di non perderli”.
Raggiungiamo il mio anonimo pied-à-terre, riesco appena a chiudere la porta che lo inchiodo al muro, gli prendo il volto tra le mani lo bacio con impeto e con frenetica eccitazione, sono in subbuglio ormonale, la lingua ha preso possesso della sua bocca lui vorrebbe rispondere al mia bacio ma la mia statura dominante glielo impedisce, le sue mani si muovono freneticamente e si infilano sotto la mia camicia le dita arrivano a mie capezzoli per graffiarli, non m’importa se lascia dei segni sono arrapato.
Ormai nudi crolliamo sul letto, Giorgio alimenta la mia eccitazione offrendo generosamente il suo corpo, lo cavalco e gli affondo il cazzo in bocca lui mugola resiste anche se sta soffocando, sbrodola saliva in quantità enorme si strozza ma non si sottrae anzi lacrimando mi incita ed io infierisco: cazzo!! questo è il giovane che voglio.
Scivolo sul suo corpo e gli lecco i capezzoli ritti, glieli mordo lui guaisce, “si è così che mi piaci…” li strizzo con forza e se potessi glieli strapperei ma li bacio, un sospiro anzi un lamento parte dal profondo della sua gola “fammi quello che vuoi…” mi avvento ancora sui capezzoli ormai violacei, sono dolenti e lui continua ad affondare le sue unghie sulle mie natiche; la mia lingua spazia sul suo petto glabro, gli guardo il suo bel pene duro, lo masturbo: Giorgio sussulta ma non lo porto all’eiaculazione.
Ho gli occhi iniettati di sangue, il cazzo mi scoppia ma non mi lascio andare lo voglio penetrare ma lui si rifiuta e questo mi fa impazzire, “non mi piace la penetrazione..non voglio prenderelo” “ti piacerà eccome se ti piacerà troietta!..” “non fare lo stronzo altrimenti vado via…” “è una minaccia Giorgio?...” “no! certo che no!! Andrea ti voglio da morire!...” “allora girati…lasciati andare …”.
Si mette supino divaricando le gambe belle muscolose, la sua pelle chiara il suo corpo glabro le due natiche sode mi fanno mancare il fiato, le slargo affondo la lingua nella carne rosa del buco: è stretto è vergine.
Ho la voglia folle di stuprarlo di sentirlo gridare, affondo ancora la lingua e Giorgio palpita mentre io scalpito, guardo il suo sfintere roseo contrarsi veloce, gli appoggio con estrema delicatezza il glande al centro: l’ano si restringe muggisco tento un affondo mentre lui si torce e starnazza come una gallina che sta per essere sgozzata.
A palmo aperto gli schiaffeggio quelle splendide natiche che presto si arrossano, gli piace ed io insisto sempre con maggiore intensità “Andrea mi fai male…sto per venire…” “non ci provare troia…” e continuo, quelle natiche ora sono violacee: mi sento invasato.
Mi monta dentro il desiderio di violentarlo, di prenderlo di aprirlo, voglio sentirlo gridare, ribellarsi respingermi gemere sempre di più; ho il cazzo così duro da farmi male.
Gli scarico dentro mezzo tubetto di lubrificante e mi ungo tanto l’asta come se dovessi infilarla una fornace, gli strizzo i capezzoli il suo respiro è corto e breve gode mentre il culo gli si allarga, punto la cappella spingo deciso entro mentre dalla gola di Giorgio parte un grido strozzato, mi fermo cerco la sua bocca e lo bacio lui mi risponde, arrivo ai suoi capezzoli turgidi glieli strazio e l’ano si slarga ancora di più: è mio!! affondo quasi tutto.
Il suo grido è forte come quello di bestia ferita, non mi fermo e spingo ancora, è dentro “ora è tutto tuo troia, lo volevi ora ce l’hai” “Oh!!!!! quante seghe mi sono fatto pensando a questo momento: fottimi Andrea fottimi”.
I miei sensi si inebriano, sotto i miei colpi rapidi e decisi sento il suo ano slargarsi ad ogni affondo risponde con un lamento che mi attizza ad essere sempre più deciso quasi brutale, quel buco stretto stringe il mio cazzo come in una morsa, sto per scoppiare lo tiro fuori: il piacere mi gonfia i testicoli.
Lo fotto e mi piace, lo prendo in tutte le posizioni perché voglio che gli entri tutto nel culo, voglio aprirgli lo sfintere e lo tiro fuori con rabbia facendogli rimanere il buco palpitante aperto, lo punto e scivolo fino in fondo con godimento.
Sento che ormai Giorgio mugola come una cagna in calore “fottimi Andrea fottimi, aprimi prendimi sborrami nel culo, Ahhhhh! ti voglio Andrea…si …voglio venire ancora insieme a te…Andrea fottimiiii.”
Quelle invocazioni sono sferzate che mi eccitano ed alla fine con i testicoli gonfi nello scroto contratto non posso che godere mentre le mie mani meno il cazzo di Giorgio, veniamo insieme.
C’è voluto molto tempo per uscire da quella posizione di nirvana, restiamo ancora nella stessa stato e mi piace tenere il membro oramai moscio nel suo culo caldo pieno di sperma, mi piace sentire come pulsa e come la mia carne flaccida risponde riprendendo vigore: “Andrea ti prego non ricominciare, non ce la faccio non resisto, ti prego!!! mi sento scoppiare lasciami andare in bagno” “NO! resisti faremo quello che possiamo fare”.
Mentre parliamo la mia mano arriva ad un suo capezzolo che subito mi risponde inturgidendosi e con esso riprende a palpitare lo sfintere sempre più nervosamente, non sono pronto a chiavarlo di nuovo, non riesco ad avere l’erezione, forse ha ragione Giorgio è meglio prendersi una pausa, ma il desiderio di scoparmelo di nuovo mi brucia il cervello.
Ribalto la posizione cercando di rimanere dentro di lui se non ci riesco il mio pene moscio non potrà più penetrarlo.
Giorgio si trova prono con le gambe divaricate ed io su di lui, mi inarco leggermente e riesco la liberare la vescica “cazzo fai? – grida Giorgio – mi stai pisciando nel culo?” “Si! con te riesco a fare cose che non ho mai fatto prima, credimi! mi sta venendo naturale, con te sto facendo il porco, il brutale ed il contrario di tutto, chi cazzo sei Giorgio! mi stai liberando dai miei tabù” “basta…basta non ce la faccio a tenerla devo andare al bagno..”. “ stà zitta cagnetta… accucciati e godiamo”.
Adesso ho il cazzo duro lo sto scopando mentre Giorgio si contorce e grida “fermati…fermati…non riesco a tenerlo nel culo, sto scoppiando, cazzo no!!!…basta…animale…. “ , i suoi contorcimenti, le sue grida mi eccitano scatenano il piacere animalesco lui mi resiste ma alla fine lo addomestico.
Ora si lascia andare al piacere di quella scopata, il culo gli slarga perde i liquidi, gli meno il cazzo e lo torturo non facendolo sborrare anche se lui lo desidera “tu sborri quando voglio io troia…” “bastardo… chiavami…SI!!! tu non sai quanto sono arrapato…sarò la tua troia…dai fottimi…fottimi ancora più forte…si..così dai…dai
ancora di più…fammi venire con te..animale ”.
Lui ora è supino mi sono seduto sul suo petto mi meno il cazzo, sto per venire mi ergo e gli sborro in faccia sento anche il suo sperma scivolarmi sulle natiche, lo assaggio è aspro.
Mi affloscio su di lui “mi hai svuotato le palle troia!” “io ti chiamerò in giudizio ho perso la verginità squartandomi il culo con il tuo traliccio” “anche tu non sei messo male” “lo vuoi provare?” “perché no Giorgietto ma non mi farai soffrire vero! con te sono stato delicato” “delicato? Mi hai brutalizzato, un dolore tremendo alla prima spinta ma da quando me lo sono sentito tutto fino ad ora è stato solo piacere.”
Ci siamo rimessi a nuovo con una doccia corroborante che rimette in ordine il corpo e la mente, ripenso a quello che sono riuscito a fare e dire con Giorgio e non mi riconosco: non sono mai stato così.
“Andrea!??” “che c’è?” “come la metti con Marco?” lo guardo sospettoso e mi irrigidisco “che sai tu di Marco e di me?” lo agguanto per il collo lo stringo con forza spingendolo contro il muro della doccia facendogli mancare il fiato poi lo lascio e lui si affloscia sul piatto doccia. “Oh! ma che cazzo! sei scemo? mi stavi strozzando ma va fa ’nculo” “ mi dispiace scusami” “scusami un cazzo!!…”, gli tendo la mano e lo aiuto a rialzarsi lo attiro a me e lo bacio con tutto il languore possibile prima lui non risponde poi cede ed io mi arrapo ma mi contengo.
Gli dico la verità: “Giorgio nella mia vita c’è anche Marco, lui andrà su tutte le furie quando gli dirò tutto di noi tutto poi conoscendolo alla fine potrebbe anche acconsentire a patto che vi piacerete, sappi però che io Marco non lo lascio”.
Giorgio ha ascoltato in silenzio, “voglio sapere se per te sono stato un’avventura, una botta di vita e via o male che vada quando vuoi passi mi carichi mi porti nel tuo scannatoio mi fotti e te ne vai ? oppure tu saresti il sultano una sera fotti me e una sera fotti lui…”, “tu che cazzo vuoi da me? che io ti porti all’altare per farti fare la mogliettina? diventare una vecchia coppia di froci rincoglioniti? Io dovrei lasciare Marco con il quale ho diviso 12 anni di vita?” “ed io? mi sono dato a te in tutto e per tutto…. ” non lo faccio finire che rifilo a questo ragazzino pretenzioso uno schiaffo con rabbia che lo fa scivolare sul piatto della doccia “CAZZO! perché lo hai fatto? prima mi strangoli ora mi meni ” la voce roca si strozza in gola.
Non resisto gli tendo la mano e lo aiuto a rialzarsi, guardo i suoi occhi velati di lacrime lo spingo verso il basso, il mio cazzo barzotto aspetta la bocca accogliente di Giorgio.
È calda piena di saliva la sua lingua per quanto può si muove intorno al glande, spingo lui affoga lo lascio respirare se lo riprende succhia forte e rapido, le sue mani bollenti sui miei fianchi mi danno il tempo, se lo ingoia fino al limite mentre vomita saliva, ho il pene ormai duro e i coglioni sono pronti a schizzare, si eccita e si masturba il suo bel cazzo “dai bastardo… fattelo scendere in gola!..”.
Ci prova ora la mia cappella gli arriva al fondo della bocca gli tappo il naso la gola si slarga alla ricerca dell’aria spingo passa.
Gli tiro fuori l’asta che gronda saliva mentre lui prende fiato rumoreggiando come un mantice, “scopami!”, non è un invito ma quasi un comando e lo fotto.
Sono un bastardo e non mi vergogno.
È mezzogiorno facciamo pausa pranzo, entra Marco “andiamo?” “si adesso vengo”, in ascensore Marco con estrema nonchalance mi chiede “non mi devi dire niente?” “NO! e poi su che cosa?” “ti vedo euforico hai una strana aria di soddisfazione come se ti avessero svuotato le palle fino in fondo” “SI è vero!” “lo sapevo!…lo sapevo!!! Maiale, sei il solito maiale, chi è stavolta? la solita troietta succhia cazzi?” mi giro furente “non chiamarlo troietta…è Giorgio” “ah..ah… siamo già a questo punto, è bastata una notte… deve essere brava LA TROIETTA!”
Prendo la situazione in mano “vuoi litigare? Vuoi fare il geloso l’offeso il tradito? Io l’ho mai fatto? ti ho mai forse aggredito quando ti sei fatta fottere per una settimana da quel negrone? Ah!! dillo stronzo che sei tornato a casa con il culo slargato come una ciabatta! e io non aperto bocca e tu!? cosa hai fatto tu ? dimmelo troia che hai fatto? ti sei fatta montare ancora e te lo saresti tenuto se lui non ti avesse mandato a fare ‘nculo quindi non farmi la predica anzi adesso andiamo a pranzo e ti presento Giorgio!” “ehi… ehi… ehi…!!! almeno io ho avuto la decenza di non presentartelo il negrone, adesso cominciamo a presentarci gli amanti!”.
Entriamo nel ristorante vedo Giorgio già seduto ci avviciniamo “Marco ti presento Giorgio lui lavora nella copisteria di cui siamo clienti” “piacere Marco tu sei l’amante o la moglie di Andrea?” la situazione diventa incandescente “SI! sono l’amante in attesa di diventare la moglie e tu sei l’ultimo degli amici di Andrea ? sai lui di amici ne ha tanti ma li usa come i cleenex, comunque è un piacere incontrarti non credevo che fossi così interessante”- penso quanto sa essere mellifluo e micidiale Marco che continua - “spero che tu non sia una della tante troiette che Andrea frequenta appena gliene capita una a tiro, mi dispiacerebbe se facessi quella fine perché sei completamente diverso da quelle sei belloccio credo che hai un bel cervello….e non solo quello, sai il nostro stallone è un bastardo bisogna saperlo gestire”, Giorgio incassa e risponde a tono “oh Marco! non ti conosco ma già mi piaci perché sai essere franco e sincero sapremo certamente trovare il giusto feelling, a proposito Marco non sono una troietta sono una cagnetta che non si fa sfilare l’osso dalla bocca”
Quei due mi hanno completamente spiazzato almeno per ora, “scusate vado in bagno a lavarmi le mani, ordinate pure!.
Marco, il mio collaboratore, è anche il mio migliore amico ed amante, questi contrasti esplosivi ci coinvolgono spesso e non solo per motivi di lavoro; quello che è accaduto ieri accadrà ancora.
Durante questo brunch di riappacificazione sembra che l’ultimo burrascoso confronto stia per risolversi, finalmente il buonsenso pare che prevalga cosicché la nostra divergenza dei giorni scorsi si sciolga come neve al sole.
Durante il pranzo l’aria comunque rimane sempre tesa tanto che Marco mi da il consiglio: “Andrea prenditi una pausa, sei stressato, fatti un weekend lungo e rasserenati”, le sue parole sono per me urticanti: “Marco mi sta di nuovo attaccando? non mi sopporti né come tuo capo nel lavoro né come amante? se è così dimmelo ed io stacco la spina senza problemi e rimpianti ora ne ho pieni i coglioni di te”.
Mi sono alzato e sono andato via tornando in ufficio. Mi sono tuffato a capofitto nel lavoro per tutta la settimana sabato e domenica compresa.
Oggi lunedì ho ripreso con lo stesso stato di animo tanto che la mia segretaria, Caterina, scherzando mi punzecchia “il barometro segna ancora bassa pressione con tempesta persistente, Marchino gironzola con le orecchie basse come un cocker spaniel Andrea è sempre imbufalito” “Caterina! invece di rompere i coglioni renditi utile, prenotami un viaggio per 4 giorni ad Aix en Provence e poi stai zitta e muta altrimenti nessuno ti toglie la cassa integrazione perpetua!” “si Andrea anzi scusi Signor capo!”
Anche oggi ho staccato dal lavoro tardi, sto tornando a casa che sono le nove passate e sono stanco guido la mia citycar con troppa nonchalance e non mi accorgo che un bastardo a bordo di un motorino tenta un sorpasso sulla destra, la manovra non gli riesce e rimane incastrato tra la mia auto ed il cordolo del marciapiede: cade.
Ovviamente esco dall’auto imbestialito, lo aggredisco verbalmente ma fortunatamente lui non ribatte e questo è già un antidoto alla mia furia; “si è fatto male? come sta?” “ cavoli! il motorino mi ha fregato, ha perso potenza e non sono riuscito nel sorpasso” “non è la colpa del motorino ma è sua! lei lo sa perché? perché è uno stupido! pensava di farcela con quel rottame?, quanti anni ha? 15/16 anni?” “NOOO! ti sembra cha abbia quella età? ho 23 anni” “parlo del motorino, peggio di quanto pensassi perché allora sei uno stupido coglione!!!”.
A scanso di futuri problemi chiamo un’ambulanza e la polizia urbana e quando il tipo ne viene a conoscenza si infuria come con me e tenta anche di aggredirmi ma cade come una pera cotta.
Aspettiamo.
Fortunatamente il soccorso e la polizia arrivano subito ed insieme, chiudiamo rapidamente le formalità di rito ma per ogni evenienza mi faccio dare dal tipo il numero di cellulare.
Caterina ha prenotato il soggiorno così venerdì partirò per la mia settimana di relax, prima di partire devo avere notizie sulle condizioni di salute di quell’imbecille dell’incidente stradale.
“Pronto? Giorgio?” “chi sei?” “quello del sinistro” “non ce l’hai un nome?” il dialogo si mette male “è necessario? volevo solo sapere come sta, e dove sta” “sono in ospedale” “potrei passare…da lei” “ a fare che?” “una visita se non disturbo” “SI!mi disturbi!” “cazzo! ma lei è davvero un cazzo di coglione stupido e anche stronzo” “IO?? ma se non so nemmeno come ti chiami e vuoi passare a vedermi ?“ “Giorgio. Tra un’ora va bene?” “OK! ma mi stai sul cazzo te lo dico perché tu ti possa regolare” “Ok, ricevuto il messaggio arrivo tra un’ora”
Giungo poco prima che finisca il turno delle visite mattutine trovo la camera entro e inquadro il giovane: è biondiccio dalla pelle avorio, gli occhi acquosi sono di un azzurro slavato ma il fisico glabro è tonico. “Buongiorno Giorgio quali sono i traumi?” “niente di rotto ma mi trattengono ancora qui per fare una altra risonanza al ginocchio programmata per questa mattina poi forse mi dimetteranno. Senti visto che sei qui voglio chiederti…” “NO. Non mi chieda niente si rivolga alla sua assicurazione ...oppure alla Polizia municipale…poi il fatto che lei mi dia del tu non significa che siamo pacifici conoscenti” “glielo hanno mai detto che lei è proprio uno pezzo di …?” “Si! me lo dicono tutti e più volte al giorno e poi so di esserlo. Buona giornata!”.
Vado via prima che possa rispondermi: non ho voglia di stabilire nessun contatto con quello stupido personaggio. Parto per la vacanza e ritorno rilassato e se ne accorgono tutti sul lavoro e me lo fa notare anche Marco con il quale siamo tornati ad avere un rapporto più che soddisfacente sotto tutti livelli.
Sono passate quasi due settimane dal sinistro e non me lo ricordavo nemmeno più quando ricevo una telefonata: “Si pronto!” “posso parlare o sei sempre di umore acido?” “SI! chi è e cosa desidera?” “cosa desidera? Hai capito chi cazzo sono? vorrei parlarti:::” “sta già parlando…concluda” “avrei bisogno..” “le invio sul suo cellulare il numero del mio legale…” “cazzo… non parlarmi in terza persona e non voglio parlare con il tuo avvocato, non voglio soldi e non ti sto ricattando…voglio parlare con te” “stasera alle 18:30 precise all’indirizzo che le mando” “FA ‘NCULO!!!”.
Lo vedo da lontano mi accosto con l’auto e lo faccio salire a bordo, l’osservo molto attentamente e senza pregiudizi; è un giovane molto piacevole fisicamente anzi è proprio di quelli che piacciono a me e che mi fanno gonfiare i testicoli.
“ti va di andare a quel McDonald’s di fronte” “Si. proprio al Mc!?|” mi guarda stranito e sorpreso “non sempre sono stronzo ma qualche volta riesco ad essere umano” abbozzo un sorriso ma lui continua a guardarmi sospettosamente.
“Tu hai mai mangiato al McDonald’s?” “certo! anche se può sembrarti strano caro Giorgio ma è vero, non ho ancora quarant’anni ma da quando avevo sedici anni ci mangiavo regolarmente…” “quasi non ci posso credere…” “eppure è la verità,“.
Lo guardo sento il cazzo che mi va in tiro e le palle cominciano a friggere, mi tende la mano come volesse salutarmi invece me la stringe e mi fa capire che il pranzo è finito. ”
Non c’è stato bisogno di parole sono stati sufficienti gli sguardi a farci capire che volevamo la stessa cosa.
“Andrea dove andiamo adesso?” “dove vuoi tu, devi sapere che sono esclusivamente attivo…sono particolarmente dotato…e me ne vanto, mi piace il sesso e mi piace anche che gli altri godano con me” “Andrea sono gay, non sono un escort e non faccio marchette per vivere, lavoro nello studio grafico di fronte al tuo ufficio, ti vedo tutti i giorni ma non sapevo come fermarti, volevo conoscerti e sono arrivato anche a rompermi l’osso del collo e a pagare la sanzione per infrazione al codice della strada.” Sono basito non ho parole poi prendo fiato “sono gay anch’io ma non mi sono mai accorto di te”, “io invece ti ho visto sempre con il tuo marito/moglie”, lo guardo e mi ingrifo “che sai tu di me e di Marco?” “non ci vuole molto a capire, lui ti affianca in uno stato di adorazione…” “si vede così tanto?” “ SI. Andrea sei un bastardo ma di quelli di cui non se ne può fare a meno, si sopporta tutto pur di non perderli”.
Raggiungiamo il mio anonimo pied-à-terre, riesco appena a chiudere la porta che lo inchiodo al muro, gli prendo il volto tra le mani lo bacio con impeto e con frenetica eccitazione, sono in subbuglio ormonale, la lingua ha preso possesso della sua bocca lui vorrebbe rispondere al mia bacio ma la mia statura dominante glielo impedisce, le sue mani si muovono freneticamente e si infilano sotto la mia camicia le dita arrivano a mie capezzoli per graffiarli, non m’importa se lascia dei segni sono arrapato.
Ormai nudi crolliamo sul letto, Giorgio alimenta la mia eccitazione offrendo generosamente il suo corpo, lo cavalco e gli affondo il cazzo in bocca lui mugola resiste anche se sta soffocando, sbrodola saliva in quantità enorme si strozza ma non si sottrae anzi lacrimando mi incita ed io infierisco: cazzo!! questo è il giovane che voglio.
Scivolo sul suo corpo e gli lecco i capezzoli ritti, glieli mordo lui guaisce, “si è così che mi piaci…” li strizzo con forza e se potessi glieli strapperei ma li bacio, un sospiro anzi un lamento parte dal profondo della sua gola “fammi quello che vuoi…” mi avvento ancora sui capezzoli ormai violacei, sono dolenti e lui continua ad affondare le sue unghie sulle mie natiche; la mia lingua spazia sul suo petto glabro, gli guardo il suo bel pene duro, lo masturbo: Giorgio sussulta ma non lo porto all’eiaculazione.
Ho gli occhi iniettati di sangue, il cazzo mi scoppia ma non mi lascio andare lo voglio penetrare ma lui si rifiuta e questo mi fa impazzire, “non mi piace la penetrazione..non voglio prenderelo” “ti piacerà eccome se ti piacerà troietta!..” “non fare lo stronzo altrimenti vado via…” “è una minaccia Giorgio?...” “no! certo che no!! Andrea ti voglio da morire!...” “allora girati…lasciati andare …”.
Si mette supino divaricando le gambe belle muscolose, la sua pelle chiara il suo corpo glabro le due natiche sode mi fanno mancare il fiato, le slargo affondo la lingua nella carne rosa del buco: è stretto è vergine.
Ho la voglia folle di stuprarlo di sentirlo gridare, affondo ancora la lingua e Giorgio palpita mentre io scalpito, guardo il suo sfintere roseo contrarsi veloce, gli appoggio con estrema delicatezza il glande al centro: l’ano si restringe muggisco tento un affondo mentre lui si torce e starnazza come una gallina che sta per essere sgozzata.
A palmo aperto gli schiaffeggio quelle splendide natiche che presto si arrossano, gli piace ed io insisto sempre con maggiore intensità “Andrea mi fai male…sto per venire…” “non ci provare troia…” e continuo, quelle natiche ora sono violacee: mi sento invasato.
Mi monta dentro il desiderio di violentarlo, di prenderlo di aprirlo, voglio sentirlo gridare, ribellarsi respingermi gemere sempre di più; ho il cazzo così duro da farmi male.
Gli scarico dentro mezzo tubetto di lubrificante e mi ungo tanto l’asta come se dovessi infilarla una fornace, gli strizzo i capezzoli il suo respiro è corto e breve gode mentre il culo gli si allarga, punto la cappella spingo deciso entro mentre dalla gola di Giorgio parte un grido strozzato, mi fermo cerco la sua bocca e lo bacio lui mi risponde, arrivo ai suoi capezzoli turgidi glieli strazio e l’ano si slarga ancora di più: è mio!! affondo quasi tutto.
Il suo grido è forte come quello di bestia ferita, non mi fermo e spingo ancora, è dentro “ora è tutto tuo troia, lo volevi ora ce l’hai” “Oh!!!!! quante seghe mi sono fatto pensando a questo momento: fottimi Andrea fottimi”.
I miei sensi si inebriano, sotto i miei colpi rapidi e decisi sento il suo ano slargarsi ad ogni affondo risponde con un lamento che mi attizza ad essere sempre più deciso quasi brutale, quel buco stretto stringe il mio cazzo come in una morsa, sto per scoppiare lo tiro fuori: il piacere mi gonfia i testicoli.
Lo fotto e mi piace, lo prendo in tutte le posizioni perché voglio che gli entri tutto nel culo, voglio aprirgli lo sfintere e lo tiro fuori con rabbia facendogli rimanere il buco palpitante aperto, lo punto e scivolo fino in fondo con godimento.
Sento che ormai Giorgio mugola come una cagna in calore “fottimi Andrea fottimi, aprimi prendimi sborrami nel culo, Ahhhhh! ti voglio Andrea…si …voglio venire ancora insieme a te…Andrea fottimiiii.”
Quelle invocazioni sono sferzate che mi eccitano ed alla fine con i testicoli gonfi nello scroto contratto non posso che godere mentre le mie mani meno il cazzo di Giorgio, veniamo insieme.
C’è voluto molto tempo per uscire da quella posizione di nirvana, restiamo ancora nella stessa stato e mi piace tenere il membro oramai moscio nel suo culo caldo pieno di sperma, mi piace sentire come pulsa e come la mia carne flaccida risponde riprendendo vigore: “Andrea ti prego non ricominciare, non ce la faccio non resisto, ti prego!!! mi sento scoppiare lasciami andare in bagno” “NO! resisti faremo quello che possiamo fare”.
Mentre parliamo la mia mano arriva ad un suo capezzolo che subito mi risponde inturgidendosi e con esso riprende a palpitare lo sfintere sempre più nervosamente, non sono pronto a chiavarlo di nuovo, non riesco ad avere l’erezione, forse ha ragione Giorgio è meglio prendersi una pausa, ma il desiderio di scoparmelo di nuovo mi brucia il cervello.
Ribalto la posizione cercando di rimanere dentro di lui se non ci riesco il mio pene moscio non potrà più penetrarlo.
Giorgio si trova prono con le gambe divaricate ed io su di lui, mi inarco leggermente e riesco la liberare la vescica “cazzo fai? – grida Giorgio – mi stai pisciando nel culo?” “Si! con te riesco a fare cose che non ho mai fatto prima, credimi! mi sta venendo naturale, con te sto facendo il porco, il brutale ed il contrario di tutto, chi cazzo sei Giorgio! mi stai liberando dai miei tabù” “basta…basta non ce la faccio a tenerla devo andare al bagno..”. “ stà zitta cagnetta… accucciati e godiamo”.
Adesso ho il cazzo duro lo sto scopando mentre Giorgio si contorce e grida “fermati…fermati…non riesco a tenerlo nel culo, sto scoppiando, cazzo no!!!…basta…animale…. “ , i suoi contorcimenti, le sue grida mi eccitano scatenano il piacere animalesco lui mi resiste ma alla fine lo addomestico.
Ora si lascia andare al piacere di quella scopata, il culo gli slarga perde i liquidi, gli meno il cazzo e lo torturo non facendolo sborrare anche se lui lo desidera “tu sborri quando voglio io troia…” “bastardo… chiavami…SI!!! tu non sai quanto sono arrapato…sarò la tua troia…dai fottimi…fottimi ancora più forte…si..così dai…dai
ancora di più…fammi venire con te..animale ”.
Lui ora è supino mi sono seduto sul suo petto mi meno il cazzo, sto per venire mi ergo e gli sborro in faccia sento anche il suo sperma scivolarmi sulle natiche, lo assaggio è aspro.
Mi affloscio su di lui “mi hai svuotato le palle troia!” “io ti chiamerò in giudizio ho perso la verginità squartandomi il culo con il tuo traliccio” “anche tu non sei messo male” “lo vuoi provare?” “perché no Giorgietto ma non mi farai soffrire vero! con te sono stato delicato” “delicato? Mi hai brutalizzato, un dolore tremendo alla prima spinta ma da quando me lo sono sentito tutto fino ad ora è stato solo piacere.”
Ci siamo rimessi a nuovo con una doccia corroborante che rimette in ordine il corpo e la mente, ripenso a quello che sono riuscito a fare e dire con Giorgio e non mi riconosco: non sono mai stato così.
“Andrea!??” “che c’è?” “come la metti con Marco?” lo guardo sospettoso e mi irrigidisco “che sai tu di Marco e di me?” lo agguanto per il collo lo stringo con forza spingendolo contro il muro della doccia facendogli mancare il fiato poi lo lascio e lui si affloscia sul piatto doccia. “Oh! ma che cazzo! sei scemo? mi stavi strozzando ma va fa ’nculo” “ mi dispiace scusami” “scusami un cazzo!!…”, gli tendo la mano e lo aiuto a rialzarsi lo attiro a me e lo bacio con tutto il languore possibile prima lui non risponde poi cede ed io mi arrapo ma mi contengo.
Gli dico la verità: “Giorgio nella mia vita c’è anche Marco, lui andrà su tutte le furie quando gli dirò tutto di noi tutto poi conoscendolo alla fine potrebbe anche acconsentire a patto che vi piacerete, sappi però che io Marco non lo lascio”.
Giorgio ha ascoltato in silenzio, “voglio sapere se per te sono stato un’avventura, una botta di vita e via o male che vada quando vuoi passi mi carichi mi porti nel tuo scannatoio mi fotti e te ne vai ? oppure tu saresti il sultano una sera fotti me e una sera fotti lui…”, “tu che cazzo vuoi da me? che io ti porti all’altare per farti fare la mogliettina? diventare una vecchia coppia di froci rincoglioniti? Io dovrei lasciare Marco con il quale ho diviso 12 anni di vita?” “ed io? mi sono dato a te in tutto e per tutto…. ” non lo faccio finire che rifilo a questo ragazzino pretenzioso uno schiaffo con rabbia che lo fa scivolare sul piatto della doccia “CAZZO! perché lo hai fatto? prima mi strangoli ora mi meni ” la voce roca si strozza in gola.
Non resisto gli tendo la mano e lo aiuto a rialzarsi, guardo i suoi occhi velati di lacrime lo spingo verso il basso, il mio cazzo barzotto aspetta la bocca accogliente di Giorgio.
È calda piena di saliva la sua lingua per quanto può si muove intorno al glande, spingo lui affoga lo lascio respirare se lo riprende succhia forte e rapido, le sue mani bollenti sui miei fianchi mi danno il tempo, se lo ingoia fino al limite mentre vomita saliva, ho il pene ormai duro e i coglioni sono pronti a schizzare, si eccita e si masturba il suo bel cazzo “dai bastardo… fattelo scendere in gola!..”.
Ci prova ora la mia cappella gli arriva al fondo della bocca gli tappo il naso la gola si slarga alla ricerca dell’aria spingo passa.
Gli tiro fuori l’asta che gronda saliva mentre lui prende fiato rumoreggiando come un mantice, “scopami!”, non è un invito ma quasi un comando e lo fotto.
Sono un bastardo e non mi vergogno.
È mezzogiorno facciamo pausa pranzo, entra Marco “andiamo?” “si adesso vengo”, in ascensore Marco con estrema nonchalance mi chiede “non mi devi dire niente?” “NO! e poi su che cosa?” “ti vedo euforico hai una strana aria di soddisfazione come se ti avessero svuotato le palle fino in fondo” “SI è vero!” “lo sapevo!…lo sapevo!!! Maiale, sei il solito maiale, chi è stavolta? la solita troietta succhia cazzi?” mi giro furente “non chiamarlo troietta…è Giorgio” “ah..ah… siamo già a questo punto, è bastata una notte… deve essere brava LA TROIETTA!”
Prendo la situazione in mano “vuoi litigare? Vuoi fare il geloso l’offeso il tradito? Io l’ho mai fatto? ti ho mai forse aggredito quando ti sei fatta fottere per una settimana da quel negrone? Ah!! dillo stronzo che sei tornato a casa con il culo slargato come una ciabatta! e io non aperto bocca e tu!? cosa hai fatto tu ? dimmelo troia che hai fatto? ti sei fatta montare ancora e te lo saresti tenuto se lui non ti avesse mandato a fare ‘nculo quindi non farmi la predica anzi adesso andiamo a pranzo e ti presento Giorgio!” “ehi… ehi… ehi…!!! almeno io ho avuto la decenza di non presentartelo il negrone, adesso cominciamo a presentarci gli amanti!”.
Entriamo nel ristorante vedo Giorgio già seduto ci avviciniamo “Marco ti presento Giorgio lui lavora nella copisteria di cui siamo clienti” “piacere Marco tu sei l’amante o la moglie di Andrea?” la situazione diventa incandescente “SI! sono l’amante in attesa di diventare la moglie e tu sei l’ultimo degli amici di Andrea ? sai lui di amici ne ha tanti ma li usa come i cleenex, comunque è un piacere incontrarti non credevo che fossi così interessante”- penso quanto sa essere mellifluo e micidiale Marco che continua - “spero che tu non sia una della tante troiette che Andrea frequenta appena gliene capita una a tiro, mi dispiacerebbe se facessi quella fine perché sei completamente diverso da quelle sei belloccio credo che hai un bel cervello….e non solo quello, sai il nostro stallone è un bastardo bisogna saperlo gestire”, Giorgio incassa e risponde a tono “oh Marco! non ti conosco ma già mi piaci perché sai essere franco e sincero sapremo certamente trovare il giusto feelling, a proposito Marco non sono una troietta sono una cagnetta che non si fa sfilare l’osso dalla bocca”
Quei due mi hanno completamente spiazzato almeno per ora, “scusate vado in bagno a lavarmi le mani, ordinate pure!.
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