Notte estiva 2

di
genere
incesti

Dopo quella sera per me girare in abiti succinti era diventata una missione, avevo anche comprato un nuovo babydoll di raso nero con dei merletti in pizzo e non perdevo occasione per sfoggiarlo davanti ai suoi occhi.
Ormai quello che mio fratello provava per me era palese, quella notte, passata insieme, mi aveva mostrato che in me non vedeva più una sorella più piccola, ma una ragazza da cui era attratto, una alla pari di tutte quelle che si faceva, ed io non so perché ne ero orgogliosa, ne ero fiera e quella malizia che mostravo davanti a lui era frutto della mia sicurezza interiore.
Era passato ormai qualche giorno, ma io non smettevo di mostrarmi e di provocarlo nel limite del possibile, da una parte avrei voluto sapesse che quella notte era stata bellissima anche per me, ma dall’altra mi rendevo conto che saperlo avrebbe potuto escludere la possibilità di una seconda volta.
L’orecchio era sempre teso aspettando che entrasse di nuovo in camera mia nel cuore della notte, e quella seconda sera non c’era bisogno di tenderlo poi molto visto il casino che si sentiva da camera sua.
Uscii dalla mia stanza per la mia consueta tappa in cucina. Sfilai davanti alla porta aperta della sua camera diretta e decisa verso il mio obiettivo.
Nei pochi passi che mi mostravano alla sua vista calò il silenzio per poi riprendere subito dopo, stessa cosa accadde al ritorno.
Chiusi la porta della mia stanza sorridendo, ma anche delusa dall’aver appurato che con lui c’erano i suoi amici e che non se ne sarebbero andati molto presto, anche quella sera sembrava che avrei dovuto mettere una pietra sopra all’idea del bis.
Mi addormentai cercando di percepire il loro vociare, che dalla sua stanza alla mia, diventava solo un rumore indistinto.
Chiusi gli occhi cercando di arrendermi al sonno che non arrivava, quando sentii la porta aprirsi.
-Shh non fate casino o si sveglia-
La voce sussurrata di mio fratello allertò i miei sensi che dettarono comunque al mio corpo di rimanere fermo.
Li sentivo sulla soglia, sentivo i suoi occhi e quelli di Alex e Diego su di me. Li sentivo spogliarmi con lo sguardo e ne sorrisi tra me e me.
-Dai, ma davvero te la sei scopata mentre dormiva?-
Il silenzio della risposta mi fece intuire un suo gesto d'assenso. Glie l’aveva detto, ero quindi causa di vanto e non di vergogna e questo mi causò già palpitazioni che si mischiarono alla tensione di averli li.
Dei passi si avvicinarono a me causandomi un ulteriore stato d’ansia.
-E lei non si è svegliata?- era la voce di Diego che stava toccando i miei capelli attorcigliandoli tra le dita.
-No- rispose mio fratello con un tono che sembrava seccato.
-Bisognerebbe provare per credere- incalzò Alex avvicinandosi a sua volta.
Insinuò una mano sotto le lenzuola a percorrere il mio fianco.
-Ragazzi, ora basta, usciamo- disse deciso mio fratello.
Era geloso? Di quale gelosia però? Quella per una sorella o era qualcosa di diverso?
-Dai, non sarebbe la prima donna che condividiamo- parlò uno dei due ragazzi per convincerlo.
-Prometto che non farò nulla che tu non voglia, ma ti prego, Dio la vedi che gnocca, non puoi negare che non ti tira l’uccello-
Con uno sbuffo di risata sentii avvicinarsi anche mio fratello, erano tutti accanto a me, sul bordo del letto, alle mie spalle e ai miei piedi. Ero circondata, sarebbe stato difficile rimanere immobile questa volta, senza neanche una minima reazione.
Con il silenzio e gli occhi chiusi non potevo distinguere le loro posizioni, ma sentii subito una mano partire dalla mia spalla nuda a scendere fino alla mia, ebbi un brivido causato da quel primo strano tocco e dallo strano posto, non so perché, ma dalle loro frasi mi sarei aspettata si fiondassero su altre parti del mio corpo.
Accarezzò la mano, sollevò le dita, mentre io cercavo di rimanere più rilassata possibile.
Piano piano, lentamente, la sua mano si insinuò sotto la mia e con tutto il dorso cercò di alzarla.
Il mio braccio era un peso morto, completamente guidato dalla sua mano. Lo spostò di pochi centimetri, finchè le mie dita non sbatterono sulla stoffa dei suoi jeans. Persi un battito ad immaginare cosa c’era sotto alla stoffa che stavo involontariamente accarezzando.
La mano a toccare il materasso e il rumore di quei jeans che insieme ad altri indumenti venivano silenziosamente tolti.
Quando sentii di nuovo la mano sulla mia capii che questa volta non avrei trovato ostacoli. Le punte delle mie dita si scontrarono con la sua pelle calda, per poi scendere leggermente e ritrovarsi ad avvolgere la sua asta bollente.
La sua mano sulla mia guidava i movimenti lenti su di lui.
Stava diventando difficile trattenere il mio assenso mentre sentivo le nervature a contatto con i miei polpastrelli, i miei ansimi crescevano nella mia testa mentre anche l’altra mano diventava protagonista di un corpo ben diverso.
Le mie estremità completamente abbandonate andavano allo stesso ritmo ma non in sincrono, il secondo membro era più lungo del primo, o comunque mi stava guidando diversamente. Ognuno aveva il suo modo di darsi piacere e me lo stavano dimostrando
Mi immaginai nella testa le seghe che si stavano facendo grazie a me, anche se non ero abituata a farne di così intense, di solito sfogavo tutta la mia voglia in quei movimenti altalenanti che adesso invece sembravano spinti da un soffio per quanto erano intensi ma mi facevano percepire ogni più piccolo spostamento.
Sentii il letto muoversi piano e qualcuno avvicinare il corpo al mio volto.
Il terzo membro, quasi certamente di mio fratello si protese sul mio volto fino a lasciare carezze bagnate sulle mie guance, l’odore pungente della sua voglia era presente in me, lo sentivo e lo assaporai leggermente quando lo spalmò sulle mie labbra come se fosse un rossetto.
Diamine, sarei potuta morire in quel momento e non so perché ma sarei morta felice.
Le voglie degli altri due uomini bagnavano le mie mani e quella sulla mia bocca cercava di entrare. Fu difficile aprirla senza farmi accorgere, ma forse lo stato d’eccitazione non lo fece riflettere poi molto.
Il membro entrava e si ingrandiva tra le mie labbra scivolando sulla lingua sempre più a fondo.
Era sempre più difficile e sempre più eccitante, se fosse sceso ancora più giù non so se sarei riuscita a trattenere un conato.
Cercai di respirare ritmicamente e di concentrarmi su altro.
Fortunatamente una mano e poi l’altra a specchio che non erano impegnate a guidare le mie, cominciarono a spogliarmi voltandomi leggermente.
Il nuovo babydoll si slacciava con un fiocco e non fu difficile per loro scoprirlo ed ammirare con una sola mossa il mio corpo nudo.
Le mani percorrevano il mio corpo in preda all’eccitazione. Le mie mani vennero abbandonate sul materasso e le loro viaggiavano prepotenti su di me.
Calarono facilmente le mie mutandine e divaricarono le mie gambe tirandone una per uno verso di loro.
Ero bagnata, lo ero da quando erano entrati, lo ero da giorni in attesa di quella serata, anche se non l’avrei mai immaginata così.
Le dita di uno accarezzarono la mia intimità bagnandosi finalmente un po’ di me, mentre il membro dell’altro bagnava il mio corpo lasciando scie del suo piacere.
Le dita mi penetrarono lentamente per poi indagare dentro di me alla ricerca di un piacere che avrei voluto urlare.
-Ti prego Frà, posso scoparmela?- chiese Alex a mio fratello che come avevo intuito si divertiva con la mia bocca.
-No- rispose smettendo e staccandosi dalle mie labbra che rimasero dischiuse sbavando sul cuscino.
-Allora scopatela tu- ribattè ormai ragionando con la sua eccitazione.
Mi ero sempre chiesta che cosa ci trovassero le persone nel vedere qualcuno scopare e a quanto pare quella era la mia risposta: i loro gemiti mentre il rumore dei loro membri non più dolcemente segati erano eloquenti, immaginandosi forse di essere loro stessi ad affondare in me.
L’asta scivolò dentro di me come se fosse il pezzo perfetto del puzzle, mi salì sopra attento a non pesarmi, e con lenti movimenti ma decisi, entrava sempre più in me.
I due ragazzi provavano tutte le angolazioni, toccando il mio corpo e accarezzando i miei seni, unica parte che era rimasta loro disponibile.
Quando stuzzicarono i miei capezzoli e li strinsero in sincrono i miei occhi rotearono all’indietro nelle mie palpebre chiuse.
Non mi ricordavo fosse una tortura così grande eppure era così bella e devastante.
I versi rotti dei tre ragazzi si confondevano placando la mancanza di non potermi aggiungere a loro.
Continuava a scoparmi ad un ritmo incalzante, e quando uscì per schizzare il suo seme sul mio corpo lasciò un vuoto tale che anche la mia intimità pulsò aggiungendo i miei umori alle lenzuola fradice.
-Po posso veni rle in bocca?- la voce rotta non mi fece capire chi dei due fosse, ma il membro che entrava tra le mie labbra per esploderci mi rese chiara la risposta di mio fratello.
Appena venne lasciò la mia testa che venne inclinata dall’altra parte dove l’ultimo membro cercò di centrare la mia bocca già piena sbagliando di qualche centimetro.
La testa come quella di una bambola venne riappoggiata sul cuscino e i liquidi colarono su di esso, nonostante gran parte rimase comunque in me.
-Dobbiamo pulirla?- chiese ansimante Diego cercando di riprendersi.
-No- rispose mio fratello soprendendomi -voglio che sporchi per bene delle nostre voglie, e se si accorge, beh, sono curioso di cosa mi dirà-
Mi aveva messo in una bella situazione del cazzo, che cosa avrei dovuto fare?
Mentre uscivano dalla mia stanza le idee se ne andavano con loro.
Anche fosse stata la mia ultima esperienza non potevo negare che era stata la migliore della mia, anche se giovane, vita.
Chiusi finalmente la bocca intrappolando un po di loro in me, aggiunsi con un dito anche quella di mio fratello e con un sorso d’acqua le ingoiai tutte e tre.
Recuperai il lenzuolo e mi pulii con esso, l’idea di avere il loro profumo accanto a me mi aiutò a prendere beatamente sonno con un sorriso tra le labbra sapide di voglia.
di
scritto il
2017-11-09
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