Vacanza estiva (cap.1)

di
genere
incesti

Per le vacanze estive: io, mia moglie Flavia e nostro figlio Paolo, insieme a mio fratello Antonio con sua moglie Maddalena e la loro figlia Noemi; avremmo soggiornato per due settimane presso un villaggio turistico nella città di Marsa Matrouh in Egitto: un paradiso terrestre , dove le spiagge hanno la sabbia bianca e le acque sono cristalline. 

Erano previste escursioni e gite giornaliere. Di passare le vacanze estive fra gite ed escursioni varie proprio non mi andava. Ero in vacanza e volevo solo godermi il relax più totale. Erano dello stesso avviso anche mia cognata Maddalena e mia nipote Noemi. Mentre mio fratello, mia moglie e nostro figlio, volevano visitare il posto. Decidemmo quindi che ognuno era libero di fare ciò che voleva. Cosi loro tre avrebbero preso parte a tutte le gite e le escursioni in programma, mentre noi tre saremmo rimasti nel villaggio a goderci il sole il mare e la spiaggia.

Loro tre seguivano alla lettera il programma, che  la guida del tour, mandata l'agenzia di viaggi, aveva programmato per la vacanza:  

sveglia alle 07:00

 colazione alle 07:30

 partenza per la metà giornalier

 a alle 8:30

 pranzo al sacco

 Rientro in villaggio alle 19:00

 cena alle 20:00

 uscita serale alle 21:00

 rientro in villaggio alle ore 00:00.

 Il nostro "programma personalizzato" era molto più soft e prevedeva: 

sveglia alle 10:00/11:00

  mare dalle ore 12:00 alle 19:00.

Passavamo l'intera giornata in spiaggia, spalmati sui tappetini da mare, come lucertole al sole.

Poi quando le temperature si alzavano e l'afa diventava insopportabile, facevamo ritorno nel bungalow a refrigerarci con l'aria condizionata.

Un pomeriggio la temperatura esterna superava i 45° centigradi. La sabbia era rovente e raggi del sole bucavano la pelle. C'era il divieto di esposizione ai raggi solari. Eravamo costretti a rimanere nel bungalow. A rendere la situazione più traumatica, ci fu un guasto alla linea elettrica e in tutto il villaggio mancò la corrente. Mia nipote Noemi, uscendo dalla vasca da bagno, dove a mollo, immersa nell’acqua gelida combatteva il torrido caldo africano, era andata a mettersi qualchecosa di leggero a dosso e ora mi raggiungeva nella zona giorno. Mia cognata invece aveva preso il suo posto ed ora se ne stava in bagno e ci sarebbe rimasta per almeno un ora. Noemi indossava un toppino in lino bianco, che il sudore aveva reso trasparente, e un mini gonnellino nero sempre in lino. Sedevamo su due poltrone messe di dirimpetto. Il caldo mi uccideva. Combattevo tra la veglia e lo svenimento. M’incantai guardando il movimento costante e ripetitivo delle gambe di Noemi che, prima chiuse ora aperte, cercavano di catturare e far passare un qualsiasi, anche leggero, spiffero d’aria. Per la prima volta notai le sue gambe. E rimasi stregato dalla loro bellezza. Era scalza, piedi piccolini, dita lunghe e affusolate, maggiormente imbellite dallo smalto scintillante color verde acqua. Gambe snelle e slanciate, dal tessuto tonico e muscoloso, merito di molti anni di danza classica. Pensai che aveva proprio delle gambe meravigliose, credo che mi lesse nel pensiero poiché smise di muoverle. Le chiuse. Ma poi, lentamente le apri. Io non distolsi lo sguardo, e continuai a fissarle. Il mio sguardo puntava l’inguine. Gustavo il movimento divenuto lento. Poi improvvisamente spalanca oscenamente le gambe. Con mio stupore non indossava le mutandine e vidi le labbra sottili e un leggero ciuffo di peli pubici. Continuavo insistentemente a guardare. Non poteva non sapere che la stavo guardando, era troppo palese. Ero indiscreto ed invadente, e se lei cosi spudoratamente mi mostrava le sue grazie era perché voleva proprio farsi guardare. Era chiaro: lo stava facendo apposta. Mia nipote di proposito faceva vedere la sua vagina allo zio. Ripensai al suo comportamento dei giorni precedenti. Si comportava in modo malizioso con me. Quando eravamo in acqua e mia cognata rimaneva in spiaggia a prendere il sole, mi abbracciava da dietro poggiandomi il prosperoso seno sulla schiena. Oppure si abbarbicava a me e spingeva il suo bacino contro il mio. Oppure si sedeva sulle mie gambe strusciando il culo contro il mio sesso fino a farlo diventare duro e poi si rialzava sorridendomi. Quelli erano stati tutti segnali che io non colsi. Era chiaro: a mia nipote interessavo sessualmente.

“ e bravo il mio zietto. Che si è eccitato a vedere la vagina di sua nipote.”

“ma cosa, dici?”

“ guarda in basso, ti si sta gonfiando la mutanda. lasciami dare un’ occhiatina”

Si alza dalla poltrona difronte e viene nella mia direzione. Si ferma a pochi centimetri da dove sono seduto. Si piega in avanti e con la mano ispeziona la mia zona pelvica. Mi tocca il pene attraverso la mutanda portando a termine l’erezione. Mi abbassa le mutande e prende a giocare con il buco del glande. Stuzzicava il buchetto con le unghie a punta. Con esse si faceva largo all’interno. Poi impugna con entrambe le mani e comincia a massaggiarlo. Fa su e giù…su e poi giù. Aggiungendo la bocca al lavoro di mano. Sento le sue labbra morbide e umide che baciano il glande. Poi vedo sparire completamente l’intera asta del pene dentro la sua bocca. Calda. Adesso usa solo la bocca, si sforza ad ingoiarlo tutto, sento i suoi versi di soffocamento ma non demorde. Continua. Percepisco il mio pene scorrergli lungo la trachea. La ragazza ci sape fare malgrado la giovane età. Io non credevo hai miei occhi, mia nipote mi stava spompinando mentre mia cognata era nella stanza affianco. Doveva piacergli molto il sesso orale, perché non sembrava voler smettere. Ero in estasi. Chiudo gli occhi per godermi di più il momento. Viaggiavo per le vie del godimento. Persi la percezione dello spazio e del tempo. Percepisco solamente il mio pene nella sua bocca calda. Sento lo sperma che si va a formare nei testicoli, e di li a breve, sarebbe schizzato fuori. Noemi aumentò l’intensità e mi liberai di tutto l’eccitamento accumulato inondandole la bocca. Lei beve tutto. È soddisfatta del suo ottimo lavoro. E vuole andare oltre. Mi vuole dentro di se. E anche io la voglio. Non c’era tempo, Maddalena aveva terminato di fare il bagno.

CONTINUA...





scritto il
2018-01-09
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