Festa al mare

di
genere
etero

Questa sera c’è la festa del bagnino, sulla spiaggia, carne alla brace, birra, musica, confusione.
Siamo tutti allegri e felici, un po’ brilli, il bagnino ha una collana di fiori al collo e balla su un tavolo, mentre sua moglie lo guarda sconsolata sapendo che dovrà portarlo a casa in braccio.
La musica è forte, tutti ballano in costume o con dei vestiti leggeri da mare, io sono seduto su di una sdraio al limitare della luce, dietro di me il buio e il silenzio, davanti la luce e la confusione, mi piace guardare da qua la festa, guardare la gente che si diverte e ride.
Poi la vedo, sta attraversando la pista da ballo improvvisata sulla spiaggia, ha in mano due birre e un vestito leggero azzurro, di quelli con la fascia elastica attorno al seno, ha le spalle nude, abbronzate, perfette, i capelli legati in una coda che mette in risalto il suo collo liscio. Si guarda in giro spaesata, poi mi vede, mi sorride e viene da me.
“non ti trovavo più, potevi farmi un gesto per farti vedere”
“no, eri così bella in mezzo a tutta questa gente, fai luce!”
“quante ne hai bevute di birre?!”
“lo sai che lo penso!”
Mi passa la birra e viene a sedere tra le mie gambe, mentre lo fa io gli alzo il vestito, mi lascia fare tanto sotto ha il costume come tutti.
La abbraccio da dietro e gli bacio il collo e le spalle “mi fai il solletico!”
“smetto?!”
“no”
Bevo un sorso di birra fredda e riprendo a baciarle il collo, il freddo dei mie baci le fa venire la pelle d’oca, mi piace questo gioco, quando sento che le labbra si stanno scaldando, bevo un sorso di birra fredda per renderle di nuovo fresche, lei muove la testa e il collo in modo da farmi dare i baci dove vuole, il gioco piace anche a lei.
Infilo una mano sotto il suo vestito e gli accarezzo le gambe, sono leggermente aperte, gli accarezzo l’interno coscia, sempre più su, quando arrivo a destinazione lei serra le gambe e si inrigidisce.
Si guarda attorno, c’è tanta gente in giro, ma stanno tutti ballando bevendo ridendo, nessuno bada a noi e anche se fosse, nella penombra in cui siamo, non è facile vedere la mia mano sotto la sua gonna.
Rilassa di nuovo il corpo.
Io continuo a baciagli le spalle e con la mano sotto la gonna gli slaccio i laccetti del costume.
Lei si volta di scatto verso di me e mi guarda negli occhi, non dice nulla, i suoi occhi parlano per lei, mi bacia lentamente e torna alla posizione di prima, allarga un pochino le gambe e dà una bella sorsata di birra.
Ora la mia mano può girare indisturbata sotto il vestito, accarezzo quelle cosce lunghissime fino ad arrivare a quel cespuglietto che tanto amo, la accarezzo delicatamente, gioco con quei peli morbidi e curati, gioco con quelle labbra morbide e aperte, le mie dita si stanno bagnando.
Intanto ho finito la birra, appoggio la bottiglia nella sabbia e con la mano ora libera gli afferro un seno sopra il vestito, lei mi prende la mano, la stringe forte e se la porta sulla pancia, stretta come se dovessi tenerla, impedirgli di scappare.
L’altra mano intanto coperta dal vestito inizia a far entrare un dito dentro di lei, che sospira forte, solo io la sento in mezzo a quella confusione, il dito inizia a muoversi dentro di lei, immagino di sentire il rumore del mio dito dentro i suoi liquidi, le dita diventano due, stringe ancora più forte la mia mano sulla sua pancia e si abbandona con la schiena contro di me, inizia a muovere il culo.
Il movimento è lento, ma deciso, il mio uccello cresce nel costume, contro le sue chiappe, mi basterebbe poco per abbassarmi il costume ed appoggiarlo alla sua pelle nuda, ma ho le mani bloccate e lei non ha nessuna intenzione di aiutarmi, con una mano stringe la mia contro la sua pancia e con l’altra tiene la sua birra dalla quale ogni tanto prende un sorso.
Se continua così vengo nel costume
“mi stai facendo impazzire!”
“come così?” stringe le chiappe sul mio uccello come a cercare di prenderlo
Io affondo le mie dita più che posso dentro di lei e gli do un morso su una spalla.
lei fa un orletto.
“ma hai iniziato tu!”
“Ti vorrei scopare qui sulla sdraio davanti a tutti!”
“si così ci arrestano”
“e come allora?!”
“andiamo nella cabina” si alza di scatto e va verso la nostra cabina
Le guardo il culo mentre si allontana, mi annuso le dita che profumano di lei, mi sistemo il costume e la seguo.
La nostra cabina si trova praticamente al centro della festa, non credo qualcuno ci abbia visto entrare visto la confusione e se anche fosse … chi se ne frega.
La cabina dentro è minuscola, di cemento ed ha solo un attaccapanni su un lato, è buio, l’unica luce è quella che proviene dalle fessure della vecchia porta.
La guardo, ha il fiato corto per l’eccitazione, le sfilo il vestito e slaccio il reggiseno, ora è nuda, il suo corpo è come tagliato dalle lamelle di luce che vengono dalla porta, se potessi fargli una foto ora, molto probabilmente vincerei un qualche premio, è bellissima. Lo sa che la sto guardando e mi lascia fare, poi spoglia anche che me lentamente. Siamo nudi, c’è solo questa porticina di legno a dividerci dalla gente e la confusione della festa eppure io sento solo il mio cuore battere forte nel mio petto, allungo una mano per sentire anche il suo di battito, lei fa lo stesso, poi ci baciamo.
Lo facciamo lentamente senza fretta, stringendoci forte per sentirci una cosa sola.
Piano piano il bacio da dolce si trasforma in passione, le labbra si aprono ed intervengono le lingue, le mani passano dalle carezze delicate alle strette forti e alle unghie.
Le prendo un seno e gli mordo un capezzolo, lei urla e mi allontana, ci guardiamo con il fiatone, come due animali pronti alla lotta. Senza abbassare lo sguardo prende un asciugamano e lo appoggia per terra.
“siediti”
Mi siedo, il mio uccello punta verso l’alto, lei è sopra di me.
Lentamente mette un piede da una parte e dall’altra del mio bacino e piano piano scende.
Entro dentro di lei.
Inizia a muoversi, prima lentamente poi sempre più forte, le prendo i seni e stringo, urla.
Fuori la musica è fortissima non credo possano sentire che succede qua dentro, allora inizio a spingere in controtempo con i suoi movimenti lei inizia ad urlare sul serio, ma non resisto più e vengo dentro di lei, lei rallenta e raggiunge l’orgasmo in silenzio stringendo i muscoli della vagina sul mio uccello che piano piano sta perdendo rigidità…
Stiamo un po’ così nudi, stretti in un abbraccio, poi piano piano torniamo nel mondo reale, sentiamo i rumori della festa, le voci delle persone.
Ci rivestiamo sfiorandoci, accarezzandoci, baciandoci.
“il pezzo sotto del mio costume?”
“ops! L’abbiamo lasciato sullo sdraio…”
“ma dai era il mio preferito!”
“andiamo a cercarlo, dai, chi vuoi che lo abbia preso!?”
Usciamo dalla cabina, la festa è ancora nel suo vivo.
Stiamo per andare verso lo sdraio, quando un signore, che non avevamo mai visto, ci porge il pezzo sotto del costume che stavamo cercando, ha gli occhi lucidi e ci dice qualcosa che nella confusione non capiamo.
Gli sorridiamo e ci allontaniamo dalla festa, dalla confusione.
Ho le orecchie che fischiano e fa strano camminare, mano nella mano con lei, nel silenzio del lungomare
“cosa ci ha detto secondo te?”
“Non lo so …. L’unica parola che ho capito è stata… grazie”
scritto il
2018-01-22
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