Affettività predatoria. Il Sig. M.

di
genere
dominazione

La seduta successiva...
-Buon giorno, Sig. M.-
-Dottoressa...-
-Come sta oggi? Si segga...-
L’uomo prende una poltrona e la sposta lateralmente quasi contro la parete. Poi quasi a rispondere alla tacita domanda della donna dice...
-Mi aveva detto che potevo sedere dove volevo...-
-Non ho detto niente... sig. M. sieda dove vuole...-
-Da qui... vedo la sua parte migliore, il suo profilo sinistro. E’ una mia piccola rivincita, dottoressa. Le hanno mai detto che ricorda la Maddalena di Piero di Cosimo? Conosce questo dipinto? Il suo volto pensieroso, gli ornamenti sobri, lo sguardo assorto... tutto evoca l’immagine di una bella peccatrice pentita.. anche lei è una peccatrice... ma non è pentita. Non è così?-
-Torniamo a lei... sig. M. al suo disturbo...-
-Ha cambiato profumo, vero? Questo che ha oggi è molto sfumato, un po’ amaro... molto femminile, ma non può coprire l’afrore della sua intimità... la sento, ho il senso del fiuto come un segugio per queste cose...-
-La prego sig. M. collabori con me.. altrimenti non potrò aiutarla...-
-Indossa un reggiseno push-up Wonderbra, spinge il suo seno in su, lo ingrossa, ha il seno piccolo... non è così? E inconsciamente lo vorrebbe più formato... ha il complesso del seno, dottoressa? -
-Sig. M! La prego... ora capisco perché la dottoressa G. ha rinunciato ad assisterla-
-Faccio il bravo... noto solo che ha cambiato profumo, che ha cambiato pettinatura, che oggi ha un leggero trucco e che indossa il Wonderbra. Lo ha fatto per me? Mi lusinga... so che le do inquietudine... -
-Non credo proprio! E invece io noto quanto il suo disturbo sia radicato nel suo essere, lei è troppo pieno di se stesso! Ma se non intende collaborare perché è venuto da me?-
-Non ha letto la mia cartella? E’ scritto tutto lì... devo fare questa serie di sedute. Sperano che lei riesca a cambiarmi, ma lei si comporta proprio come la sua collega che alla terza seduta indossava solo il camice, mostrava tette e cosce e ho dovuto scoparla-
-Ho i miei dubbi che sia andata così, conosco la professionalità della dottoressa G., comunque dobbiamo parlare di lei, Sig. M. non di me o della collega, chi la costringe a seguire questa serie di sedute?-
-Avvocati... giudici... amici degli amici... ho dovuto scegliere fra uno strizzacervelli e una denuncia per stupro... ho potuto solo scegliere che sia una donna a curarmi...-
-Stupro? Non c’è nulla nella sua cartella...-
-Non era un vero stupro... non era violenza. Diciamo che le cose sono precipitate e hanno preso un verso imprevedibile, lei è sposata e siamo stati sorpresi dal marito, abbiamo inventato sul momento questa cosa... lei vittima e io stupratore, lei si è salvata il matrimonio e la reputazione...-
-Mi dica cosa è successo... sig. M.-
-E se succede come con la dottoressa G.? Lei è sposata, vero? Cosa pensa del tradimento, del sesso come fuga dalla realtà? Dalla ovvietà del quotidiano?-
-Mi dica cosa è successo... mi faccia capire, Sig. M.-
-Semplice... ho diagnosticato alla sua collega una dipendenza sessuale compulsiva-
-Basta sig. M.! Io dicevo del fatto dello stupro! Lei è proprio impossibile.. lei fa diagnosi? Mi chi si crede di essere? Il suo stato mentale è assurdamente compromesso... lei è un vero caso clinico... -
-Mi faccia parlare, lei sa che... attualmente la dipendenza sessuale è un disturbo che ancora non è stato inserito in nessun manuale diagnostico ufficiale e non dispone di una definizione scientificamente condivisa. Solo Lambiase e prima di lui Carnes ne hanno trattato nei loro testi, la sua collega... cara dottoressa... fugge la realtà. Ha una dipendenza sessuale che è in effetti una relazione distorta con il sesso, attraverso la quale allevia lo stress, fugge dai sentimenti negativi o dolorosi, dalle relazioni intime che non è capace di gestire. L’ho capito quando ha iniziato a fare la puttana, le ho raccontato la storia del cosiddetto stupro ed ero entrato nei particolari, usavo volutamente un linguaggio volgare... sa cosa intendo vero? Parole come cazzo e fica... culo, fottere e inculare. Quel giorno non aveva nulla sotto il camice e mostrava le cosce, mi offriva le tette. Quando l’ho abbracciata ha mostrato la solita ipocrita resistenza, le solite parole... qualcosa come... "cosa sta facendo... la smetta...", frignava... si divincolava. L’ho presa per i capelli, le ho schiacciato la testa sulla scrivania, lei piegata che ancora urlava e minacciava... ma poi? Appena le ho messo la mano fra le cosce e ho verificato che era nuda e bagnata fino alle ginocchia... ha smesso... ed ha iniziato a godere e ora le sue urla erano di puro godimento! L’ho scopata per ore...-
-Sig. M. la smetta! Non credo neanche ad una parola di quanto dice... ma comunque si... lei è pericoloso... le sue parole sono armi... -
-Dottoressa... lei è eccitata... sento l’odore della sua fica, sento che è calda, bagnata e pulsa. Ha il clitoride tanto turgido che le da fastidio e... ora... adesso si sta strofinando le cosce. Non se ne accorge? Tra poco... se continua avrà un orgasmo. Su... strofini ancora... ancora... intanto le racconto... -
-Basta davvero! La seduta è finita, la prego di uscire e la prego di trovarsi un altro psichiatra, io rinuncio ad assisterla.-
La dottoressa evidentemente nervosa e alterata, si alza e si dirige alla porta, lui con un movimento felino la raggiunge. La abbranca, le mette una mano sulla bocca e le sibila all'orecchio.
-Mandala via... sono il tuo ultimo appuntamento della giornata, lo so. Mandala via, dille che ti devi fermare ancora un po’... fallo e non ti succederà nulla di male... altrimenti...-
Lei obbedisce, vive in contrapposizione ora, paura ed eccitazione.
-Paola? Stacca pure... io devo fermarmi ancora con il paziente...-
Attende la sua risposta e rinchiude la porta. Lui la sospinge contro il battente, la sua bocca le morde la nuca mentre la sua mano la cerca.
-Puttana... senti come sei bagnata... tu ne hai voglia quanto me. Ti leggo dentro... mi vuoi... mi desideri dal primo istante che mi hai visto...-
Lei... pur con la bocca tappata dalla mano riesce ad emettere gemiti di protesta, ma nulla di più, non vuole urlare e chiedere aiuto per orgoglio professionale, lei dovrebbe sapere come trattare casi come questi, invece è inerme, lui le spinge il viso contro il battente della porta.
Il primo orgasmo l’aggredisce proprio mentre le dita dell’uomo, due... tre... la strofinano forte dentro la vagina. Sembra che conosca ogni suo segreto, che sappia come e di cosa gode. Si morde le labbra per non urlare... sente la sua segretaria uscire, gode tanto da sentire le gambe che cedono. L’uomo la sostiene, evita che cada a terra e ne attende il recupero.
-Ti lascio? Farai la brava ora...?-
Lei non è più in grado di negarsi.
Lui si spoglia per primo... completamente. Lei lo deve guardare, lui gode di questo. E’ vanitoso. Ha il cazzo in piena erezione... grosso e lungo, completamente scappellato, il glande è grosso... lucido... violaceo.
Si stende sul divanetto, si masturba lentamente, coprendo e scoprendo la grossa cappella..
-Spogliati...-
Lei..
(la dottoressa.. dal racconto di Bianca..)
^^..scalcia via le scarpe e inizia a sbottonarsi la giacca, la toglie e la lascia cadere per terra, ora le sue mani si muovono sulla camicetta e in un attimo anche questa finisce sul pavimento. Si sfila la gonna. Rimane in intimo nero, non porta le calze. E' bella, giovane. Magra, alta, ma rotonda nei punti giusti.
Il sig. M. l'attira verso di se e le infila la lingua nell'ombelico, le sue mani le strizzano le natiche, le scostano gli slip. E' bagnata. E' fradicia. Ora le risalgono il corpo, le tolgono il reggiseno. Lui si alza, le succhia vorace i capezzoli, le morde i seni. La sbatte violento sulla scrivania, si tiene con una mano il cazzo e in un attimo è dentro di lei. Lei è stretta, calda..^^
La monta violento.. forti colpi che la fanno sussultare e le dice quello che lei vuole sentire..
-Che puttana sei! Dietro il tuo aspetto raffinato... sei una vera troia! Sei fortunata ad avermi trovato perché io ti farò scendere tutti i gradini della depravazione.. ti farò diventare una vera troia senza limiti!-
Lei gode... gode di orgasmi sempre più ravvicinati. Mentre i colpi si fanno ancora più veloci.. profondi. Lui ne aspetta ancora uno dei suoi orgasmi e poi la lascia.
Si distende sul divanetto.
-Vieni... vieni puttana... adorami il cazzo. Prendilo in bocca, succhia...-
Lei si piega... con una mano gli stringe il grosso scroto e passa poi le dita sul tratto perineo... gli accarezza l’ano, con l’altra tiene alla base la grossa colonna di carne pulsante mentre la sua bocca lo succhia, lascia cadere un lungo filo di saliva, la sparge con la lingua e... lo inghiotte fin dove può... le arriva in gola. Il sig. M. le palpa il culo... cerca il suo buco.
Poi la strappa dal suo cazzo tirandola per i capelli...
-Basta puttana... mi stai succhiando l’anima! Non voglio godere così. Montami... montami... impalati...-

(la dottoressa.. sempre dal racconto di Bianca)
^^..Lei lo scavalca. Si mette a cavalcioni e prende a muoversi sul pelo ruvido del suo ventre, del suo petto. Gli strofina la figa bagnata addosso aggrappandosi alle sue spalle. Poi si impala. Si impala lenta sul suo cazzo duro. Si alza, solo la punta le rimane dentro, ma si riabbassa subito. Di peso, con forza. E poi di nuovo, prima quasi si sfila e poi gli crolla addosso. A ogni colpo di quella tenera figa, lui sobbalza, gli manca il fiato, ogni colpo gli trapassa il cervello. Fuori di se l'afferra per le braccia l'avvicina alla bocca, la morde, la bacia fino a farla sanguinare. Lei continua a muoversi, ora più frenetica. Spinge i fianchi su e giù fino a esplodere in un orgasmo animale e a ricevere la sua sborra.
Ma non basta. Lui vuole di più. Lei.. piena di lui si rialza, si sfrega ancora sul pelo del suo petto e poi gli si siede in faccia. Quasi lo soffoca tanto è l'impeto di quel gesto. Lui la bacia, la succhia, assapora il suo sperma mischiato ai liquidi di lei. Gli piace. Lecca, morde e succhia ancora e lei gode, gode fino a raggiungere di nuovo la cima..
Gode urlando come non ha mai fatto perché lui è bravo.
Il più bravo... lui le ha già infettato il sangue.
Le ha già scardinato la mente.
Le è già entrato nel cuore.
Lui è il migliore, lui è un Dio….^^
Lui si riveste. Ha un impegno. Lei è abbandonata sul divano. Nuda, ha il cervello in fermento... lui nel giro di una sola ora le ha demolito le certezze di una vita, si rimprovera la sua debolezza, vorrebbe non rivederlo più questo uomo... ma nel contempo è consapevole che ora ha dentro di sé un qualcosa che non la lascerà vivere come prima.
Lui si abbassa, raccoglie gli slip neri e li mette in tasca.
-Feticismo... magari stasera ci sborro sopra se mi viene voglia di masturbarmi, nel caso te li riporto... voglio che li indossi che sanno della mia sborra...-
-Non farò mai una cosa simile... ti ho subito oggi. Ma dubito che accadrà ancora...-
-Davvero? Ne sei sicura? Bugiarda...! Iniziamo da ora il gioco, scendi il primo gradino della depravazione... ora torni a casa e non ti lavi, capito? Ti fai scopare da tuo marito e per cambiare... godi, mi sa che con lui neanche raggiungi l’orgasmo, ma ora sarà diverso... ti fai scopare... mi pensi e godi e appena dopo mi telefoni, questo è il numero che farai...-
Lei prende il bigliettino..
-Non lo farò...! Mi rifiuto di fare cose del genere! Ma per chi mi prendi? Per una delle tue puttane? E noi quando ci rivediamo?-
-Lo farai. Dovrò comunque venire per queste sedute... e poi? Mi manca di avere il tuo culo... la prossima volta ti farò davvero male...-
-Non lo farò! Bastardo... sei davvero un bastardo...-
-E non sai quanto... -
-Quanto davvero ne sai sulla "dipendenza sessuale"? Hai sparato... vero?-
-Non sai che è contagiosa...? Pensaci... io mi riconosco in tutti i sintomi, sono un esperto al riguardo... ti ci tirerò dentro per i capelli... puttana...-
Mentre esce..

-Telefonami... capito? Fai quello che ti dico. E... ti ho scopato alla seconda seduta, la tua collega alla terza, sei più puttana di lei...-


Tibet
di
scritto il
2018-01-31
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