Al motel della Passione - Appendice al racconto "Francesca: il mio sogno erotico"

di
genere
tradimenti

Oltrepassata la porta della camera del motel, non pensavo più a Francesca; in quel momento desideravo godermi, ancora una volta, la mia amica

Lei aveva smesso di chiedersi se tutto ciò fosse giusto o sbagliato.

Era rimasta solo la nostra voglia, proibita, ad impossessarsi di noi.

Nessuno di noi due parlava più. In sottofondo si udiva solo il nostro respiro tremolante, eccitato: tanto da sembrare affannato

Ci guardavamo negli occhi e senza parlarci era come ci dicessimo, sì! Lo sappiamo, non ci apparteniamo, ma ci siamo cercati e adesso trovati.

Non lo abbiamo premeditato, è accaduto! E non sappiamo proprio cosa dire, ma siamo consapevoli di ciò che vogliamo.

E’ come se tutto fosse stato scritto in un copione, trama la sola nostra passione che, come una seducente ed eccitante musica, ci avvolgeva e ci trascinava, in quel momento, nel turbinio dei sensi.

Nostra era la passione, come lei era tornata a essere mia!

E mentre la guardavo mi assaliva la voglia di lei; immaginavo le sue mani accarezzarmi ogni centimetro della mia pelle, calda.

Mi aggrediva il desiderio, estremo, delle sue labbra, della sua lingua.

Eccitante guardarla; ammirarla quasi nuda. Toccarla, accarezzandola piano!

La passione s’innalzava sempre più, bruciante, umida, pervadendo entrambi.

Così, assetato come viandante nel deserto, ricercai refrigerio nel suo corpo, agognando le gocce del suo piacere, per dissetarmi.

- Mio tesoro, mi piaci da impazzire. Ogni tuo sorriso, ogni tuo sguardo, produce in me un brivido di visibile eccitazione. Irrefrenabile diviene il desiderio di averti, stretta, tra le mie braccia

Sentivo il suo cuore battere, ritmo impazzito, frenetico. Era un frastuono intermittente e regolare; una cassa armonica che segnava il tempo del suo desiderio, di me. Sentivo il suo volermi.

- Senti le mie labbra sulle tue. Le tue narici s’impregnano del mio profumo. Le mie, del tuo

Ci avvinghiammo stretti, i nostri corpi a cercarsi.

Un guizzo, il suo, e la sua bocca, bollente e madida, avvolse il mio sesso.

Sentii!

Cazzo quanto la sentii, la sua lingua lavorare sul mio prepuzio, le sue mani a guidarlo all’interno della sua bocca.

I suoi occhi puntati nei miei parlavano, dicendomi di appartenermi!

La sua saliva mi avvolgeva, la calura delle sue labbra m’inebriava, la sua lingua, tambureggiante, mi ubriacava.

Afferrai la sua nuca e la guidai in una danza che la lasciò, quasi, senza respiro.

I suoi occhi, spalancati, chiedevano aria ma, nel contempo, supplicavano di non smettere quel dolce martirio.

Sentivo i suoi seni sfiorarmi le cosce, percepivo i capezzoli duri, turgidi e gonfi come volessero esplodere.

Mi divincolai ed estrassi il mio membro dalla sua bocca. Un rivolo di saliva e mie gocce di piacere le rigavano il labbro.

E’ te che voglio adesso, le dissi senza proferire parola!

Così i miei denti si attaccarono ai suoi capezzoli mordendoli, succhiandoli e ricolmandoli di arroventata saliva.

La strinsi con le mani, forte, ai fianchi e sollevandola la guidai su di me.

Allargò le cosce mentre i suoi occhi erano sempre puntati sui miei.

Vidi il mio cazzo, svettante e brillante d’umori e il suo sesso, palpitante, roseo, aperto, pronto ad accoglierlo.

- Lo senti adesso; sulle cosce, duro già bagnato? Sì! Morditi le labbra e abbassati, piano.

Era già zuppa e gocciolante e il mio cazzo sparì in lei, immediatamente. L’avvolse e lo ingoiò tra le grandi labbra risucchiandolo sino al suo ombelico.

Sentii forte l’eccitazione, le sue cosce mi serrarono e così giunse il suo primo orgasmo; mi bagnò continuando a muoversi.

Cazzo quanto mi piaceva sentirla venire. Le sue smorfie di piacere erano, per me, adrenalina pura.
Cementificavano il mio pene e mi caricavano tanto che iniziai a sbatterla sempre più forte, sino a quando sentii, ancora, un altro orgasmo sopraggiungerla.

Questa volta urlò, gemette e affondò le unghie nella mia pelle abbandonandosi, mentre ancora il mio cazzo nella sua figa, si muoveva, ancora non gaudentemente sazio.

Il suo calore mi avvolse prendendo ancora i suoi capezzoli tra le labbra che, quasi, esplodevano.

Si muoveva, irrefrenabile, schiava della passione.

Strinsi forte le sue natiche tra i palmi delle mie mani e spinsi, forte, il mio sesso in lei, sino quasi a farmi male ai testicoli.

Sentivo che stavo per esplodere, impotente dal trattenere, oramai, il mio orgasmo...

Un attimo.

Un attimo solo e sentii un nuovo suo inebriante orgasmo, mentre il mio seme le schizzava, caldo, in pancia, riempiendola di cremosa, femminile, eccitante, soddisfazione.

Le morsi la punta del naso, le labbra e nel contempo le sussurrai “Sei di nuovo mia”, mentre la mia sborra le colava lungo le cosce.

Mi guardò, impavida e rispose: “E’ solo un film da buona la prima… e non vi saranno più repliche”

Scoppiammo a ridere mentre la sua mano armeggiava, nuovamente, sul mio cazzo che già era tornato duro.

Un film? Sì! Ma era solo il primo tempo, adesso godiamoci la pubblicità!
scritto il
2018-02-07
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