Il ragno e la farfalla
di
Tibet
genere
poesie
POESIA NOIR.
Sto guardando la superficie liscia di un lago.
In silenzio.
Osservo la traiettoria curva del sasso lanciato
ora il breve rumore del suo impatto con lo specchio d'acqua
immaginino il suo inabissarsi.
Il buio del fondo.
La primitiva calma della superficie viene violentata, infranta.
Poi il lungo rincorrersi delle onde concentriche,
sempre più deboli come in una agonia.
E poi?
Torna l'immobilità.
Così come in una ragnatela,
C'è il momento che la preda si invischia nelle trame.
Il suo dibattersi
e infine il suo arrendersi
e anche qui torna l'immobilità.
Forse.
Il ragno è un artista, il migliore.
La sua ragnatela è una opera d'arte.
Nulla di paragonabile alle ragnatele comuni, a quelle degli altri ragni.
La sua sembra una trama di pizzo.
Ora è bagnata dalla rugiada mattutina e si colora delle sfumature dell'arcobaleno.
Per un motivo misterioso, le molecole con le quali è formata diffrangono la luce del sole in una miriade di colori.
La rugiada si ferma, si raccoglie nei ricami della tela e forma come degli abbeveratoi, delle piccole, minuscole pozze.
Un richiamo.
Una trappola.
Delle più sottili.
Per prede speciali.
Lui non vuole più prede comuni, di quelle riesce ad attirarne una infinità, gli danno noia.
Tutta la sua opera è pensata, costruita, mantenuta al meglio per avere LEI.
La farfalla.
Vuole lei.
Solo lei.
Per sempre lei.
La magnifica farfalla dai mille splendidi colori.
Dalle ali trasparenti e seriche.
Dal corpo affusolato.
Il ragno è affascinato, infatuato, vuole poter accarezzare quelle ali.
Aspetta l'attimo nel quale la vedrà avvicinarsi.
Brama quel corpo.
Desidera con tutte le sue forze che si avvicini e che si avviluppi nei suoi fili di seta.
La farfalla è bella.
Vive della sua bellezza.
Non ha bisogno di scaltrezza, di acume, di intelligenza, né di pazienza.
La natura le chiede solo di essere bella.
Appariscente deve essere, il più possibile, per trovare rapidamente un compagno, perpetuare la specie e poi morire.
La sua vita è un continuo divenire, uovo, bruco, crisalide e infine magnifica farfalla.
Ora è attirata da una luminescenza colorata. appena lì, sotto quel ramo in fiore.
Un riflesso dai mille colori la seduce e vola verso quel riflesso senza nessun timore o precauzione.
E rimane impigliata.
Prigioniera.
Il ragno è da tempo che osserva la farfalla.
La vede avvicinarsi.
Quando questa si posa sulla sua trama sente i terminali della rete vibrare.
Vuole la farfalla, suggere la sua bellezza, la sua vita, la sua eleganza innata.
Ma vuole farlo al meglio, non è una occasione che si ripresenterà.
Per la circostanza pensa di lasciare la sua vecchia corazza e indossare la nuova muta, che è lucida e splendente.
Vuole essere all'altezza della bellezza di lei, bello, bello per quanto è possibile.
Nel momento che è senza protezione, in quel preciso attimo l'imenottera lo assale.
Sono giorni che è in attesa.
Giorni e giorni, settimane, immobile, determinata, letale.
Lei vuole il ragno ma come uno di una serie.
Una lunga serie senza fine.
Un ragno dopo l'altro.
Da divorare.
Ora vuole questo, questo e non altri e non desisterà fino al momento conclusivo.
Le sue fauci ghermiscono il corpo del ragno privo di protezione.
Il ragno muore con negli occhi la visione della farfalla, mentre questa si dibatte nella tela.
Scambia la morte per un orgasmo mentre viene divorato.
Rimane la sua tela.
E' bellissima ma ormai inutile.
La farfalla si libera miracolosamente e vola lontano, troverà il compagno cercato?
Forse.
L'imenottera cerca un altro ragno.
E il fiume della vita scorre senza sosta.
il ragno.
la farfalla.
l'imenottera.
L'allegoria della vita,
La mia chiave di lettura è
si attende la farfalla tutta la vita
quando arriva davvero
ti scopri e....
P.S.
lo so
lo so che il termine esatto è imenottero.
Licenza poetica.
Tranquille.
Aspettiamo tutti la primavera, il tempo fa schifo.
Tibet.
Sto guardando la superficie liscia di un lago.
In silenzio.
Osservo la traiettoria curva del sasso lanciato
ora il breve rumore del suo impatto con lo specchio d'acqua
immaginino il suo inabissarsi.
Il buio del fondo.
La primitiva calma della superficie viene violentata, infranta.
Poi il lungo rincorrersi delle onde concentriche,
sempre più deboli come in una agonia.
E poi?
Torna l'immobilità.
Così come in una ragnatela,
C'è il momento che la preda si invischia nelle trame.
Il suo dibattersi
e infine il suo arrendersi
e anche qui torna l'immobilità.
Forse.
Il ragno è un artista, il migliore.
La sua ragnatela è una opera d'arte.
Nulla di paragonabile alle ragnatele comuni, a quelle degli altri ragni.
La sua sembra una trama di pizzo.
Ora è bagnata dalla rugiada mattutina e si colora delle sfumature dell'arcobaleno.
Per un motivo misterioso, le molecole con le quali è formata diffrangono la luce del sole in una miriade di colori.
La rugiada si ferma, si raccoglie nei ricami della tela e forma come degli abbeveratoi, delle piccole, minuscole pozze.
Un richiamo.
Una trappola.
Delle più sottili.
Per prede speciali.
Lui non vuole più prede comuni, di quelle riesce ad attirarne una infinità, gli danno noia.
Tutta la sua opera è pensata, costruita, mantenuta al meglio per avere LEI.
La farfalla.
Vuole lei.
Solo lei.
Per sempre lei.
La magnifica farfalla dai mille splendidi colori.
Dalle ali trasparenti e seriche.
Dal corpo affusolato.
Il ragno è affascinato, infatuato, vuole poter accarezzare quelle ali.
Aspetta l'attimo nel quale la vedrà avvicinarsi.
Brama quel corpo.
Desidera con tutte le sue forze che si avvicini e che si avviluppi nei suoi fili di seta.
La farfalla è bella.
Vive della sua bellezza.
Non ha bisogno di scaltrezza, di acume, di intelligenza, né di pazienza.
La natura le chiede solo di essere bella.
Appariscente deve essere, il più possibile, per trovare rapidamente un compagno, perpetuare la specie e poi morire.
La sua vita è un continuo divenire, uovo, bruco, crisalide e infine magnifica farfalla.
Ora è attirata da una luminescenza colorata. appena lì, sotto quel ramo in fiore.
Un riflesso dai mille colori la seduce e vola verso quel riflesso senza nessun timore o precauzione.
E rimane impigliata.
Prigioniera.
Il ragno è da tempo che osserva la farfalla.
La vede avvicinarsi.
Quando questa si posa sulla sua trama sente i terminali della rete vibrare.
Vuole la farfalla, suggere la sua bellezza, la sua vita, la sua eleganza innata.
Ma vuole farlo al meglio, non è una occasione che si ripresenterà.
Per la circostanza pensa di lasciare la sua vecchia corazza e indossare la nuova muta, che è lucida e splendente.
Vuole essere all'altezza della bellezza di lei, bello, bello per quanto è possibile.
Nel momento che è senza protezione, in quel preciso attimo l'imenottera lo assale.
Sono giorni che è in attesa.
Giorni e giorni, settimane, immobile, determinata, letale.
Lei vuole il ragno ma come uno di una serie.
Una lunga serie senza fine.
Un ragno dopo l'altro.
Da divorare.
Ora vuole questo, questo e non altri e non desisterà fino al momento conclusivo.
Le sue fauci ghermiscono il corpo del ragno privo di protezione.
Il ragno muore con negli occhi la visione della farfalla, mentre questa si dibatte nella tela.
Scambia la morte per un orgasmo mentre viene divorato.
Rimane la sua tela.
E' bellissima ma ormai inutile.
La farfalla si libera miracolosamente e vola lontano, troverà il compagno cercato?
Forse.
L'imenottera cerca un altro ragno.
E il fiume della vita scorre senza sosta.
il ragno.
la farfalla.
l'imenottera.
L'allegoria della vita,
La mia chiave di lettura è
si attende la farfalla tutta la vita
quando arriva davvero
ti scopri e....
P.S.
lo so
lo so che il termine esatto è imenottero.
Licenza poetica.
Tranquille.
Aspettiamo tutti la primavera, il tempo fa schifo.
Tibet.
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