Vivienne. Finalmente i suoi sforzi raggiungono il suo santo scopo. Perde la verginità con l'Angelo

di
genere
trio

Pensai a come Don Armando poteva imbastire il mio incontro con "Lui" e le varie ipotesi che elaboravo via via mi eccitarono molto, tanto che dovetti masturbarmi fino a crollare nel sonno.
Sognai che "Lui", munito di uno splendido esemplare di cazzo, una verga molto chiara, mi deflorava con dolce fermezza, spingeva dentro fino a liberarmi finalmente dell'incomodo esistente dell'imene integro. Mi piaceva come, nel sogno, lo muoveva, era proprio un modo divino di farmi godere.
Insistevo con Don Armando che progettasse qualcosa per farmi arrivare al mio Angelo biondo, ma titubava, rimandava sempre.
Quello che invece faceva con estrema solerzia era tentare sempre di infilarmelo in fica, il porco! Il più delle volte dovevo lottare per impedirglielo, anche la minaccia che se l'avesse fatto avrebbe pagato duramente le conseguenze sembrava non spaventarlo più.
Avevo davvero paura che mi sverginasse togliendomi quanto invece volevo donare al mio predestinato, a "Lui".
Presi a diradare le visite all'oratorio. Andavo in chiesa solamente ad assistere alla messa quando era celebrata da Don Remigio.
Provai diverse volte ad interessarlo, gli abbracciavo le ginocchia, gli chiedevo di assistermi perché ero una pecorella smarrita ma lui, sempre gentile e angelico, mi diceva di rivolgermi al parroco.
Sognavo un matrimonio mistico con "Lui", dopo il quale gli donavo la mia verginità e lo sodomizzavo ferocemente. Continuavo a masturbarmi ma ora tenevo avvolta nella mano che m'inserivo nel culo una collanina del rosario. Godevo per "Lui".
Don Armando arrivò a telefonare a casa e parlò con mamma. Le disse che non mi vedeva più in chiesa e se era accaduto qualcosa. Mamma me lo chiese a sua volta e la tranquillizzai, ci sarei andata in chiesa e con la frequenza di sempre dall'indomani.
Nel pomeriggio trovai Don Armando nel suo studio e lo misi difronte a una scelta, o riusciva a farmi avere "Lui", oppure si sarebbe sognato di potermi scopare ancora!
Si scusò disperato dicendo che Don Remigio gli aveva rivelato in confessione di essere attratto dagli uomini e non dalle donne!
Che poteva farci?
L'indifferenza che mostravo ora verso di lui lo faceva soffrire enormemente. Non avevo più piacere a farmi profanare da lui?
Doveva sacrificarsi, gli dissi... non c'era altra alternativa!
Io pensavo ora, alla luce di quanto sapevo, che "Lui" fosse sessualmente attratto da quel prete robusto e sanguigno che era Don Armando!
Sacrificarmi...? Ma come? Chiese.
Sedurlo... risposi, ma non incularlo se era possibile, non ancora, vedesse lui cosa fare! Se mi voleva ancora doveva inventarsi qualcosa!
Giusto per ricordargli cosa avrebbe perso altrimenti gli diedi qualche contentino, qualcosa da desiderare, mi lasciai leccare il culo che, dato la mancanza di penetrazioni sostanziose, si era alquanto rinchiuso, non solo, ma lo stuzzicai facendo appoggiare la sua cappella gonfia fra le pieghe della mia fica vergine.
L'avrebbe avuta ancora sanguinante, gli promisi, il suo cazzo si sarebbe colorato del sangue del mio sverginamento.
Quest'ultima cosa lo mandò letteralmente fuori di testa! Per fortuna che tenevo il serpente fortissimamente altrimenti me lo avrebbe piantato dentro! A casa mi resi conto che avevo peccato, avrei dovuto essere generosa con i bisognosi e lui lo era, no? Aveva bisogno di me e io mi ero rifiutata, sia pur per una causa santa.
Chiesi lunghissimamente perdono.
Cosa escogitò il vecchio porco? E' proprio vero che il bisogno aguzza l’ingegno.
Una sera, dopo che era stato con me ma senza che lo soddisfacessi pienamente, bussò alla porta della camera del giovane prete e gli chiese che lo ascoltasse perché era in preda ad un vero delirio di libidine, non riusciva a trovar pace!
Lo prego' d’aiutarlo, Don Remigio domandò come poteva farlo, forse potersi confessare era un modo per trovare rimedio? Ma il porco gli mostrò subito il cazzo che era assurdamente duro!
Sbalordito il giovane prete non poteva staccare gli occhi da quella visione, Don Armando gli prese astutamente la mano e se la portò sulla verga dura.
Da quel momento poté disporre completamente di lui. Don Armando era consapevole del fatto che volevo io la verginità del mio Angelo, ma poi si scusò sostenendo che era stato necessario farlo. Insomma dovette ficcarglielo nel culo. Ma non era più vergine lì... nel culo e secondo il vecchio porco aveva preso diversi cazzi negli anni del seminario! Davanti si, non aveva mai avuto una donna, ma forse solo qualche uomo? Comunque aveva un culo magnifico e sapeva succhiare da dio!
Aveva imparato in seminario, dove faceva pompini a tutti i suoi compagni di corso.
Naturalmente, mi dispiacque il fatto che non fosse vergine dietro. Ma lo capii benissimo! Questo... mi dissi, è un segno di quanta carità aveva profuso a piene mani!
Salì ancor di più nella mia considerazione! Che gran cuore aveva! Un vero Santo! Alleviare le pene della solitudine e della lontananza dalle famiglie a tutti quei giovani al seminario!
Cosa fare ora? Don Armando bruciò le tappe per arrivare a quello che voleva. Lasciava giocare il giovane con il suo serpente di carne e chiese di potergli vedere il membro. Poi... ambedue nudi, sul letto del prete anziano, si toccarono a vicenda. Mi raccontò che il cazzo di Don Remigio era bellissimo! Non grosso ma lungo e curvo verso l'alto. Molto, molto chiaro! Una bellissima cappella appena rosata.
ERA IL CAZZO DEL SANTO DA ME SOGNATO!
Lo ritenni un segno.
Pensai di ricompensare Don Armando e mi lasciai profanare violentemente a lungo, ora agiva così, mi montava, poi nell'attimo santo della eiaculazione me lo metteva in bocca e io bevevo! Era convinto ora che era peccatissimo far cadere il seme a terra? Che era diabolico sprecarlo? Speravo sempre di si.
Gli dissi, a questo proposito, che avevo letto che molte donne, cattoliche osservanti, il seme lo conservavano. Alcune contravvenendo al monito pastorale (ah... povere peccatrici!) usavano il preservativo e dopo l'atto lo svuotavano in una bottiglia che riponevano nel freezer, questo per non buttarlo. Potevano così conservarlo per mesi, alcune altre... in special modo le iscritte all'Associazione Ninfomani Cattoliche, raccoglievano a termine delle loro serate i vari preservativi usati e pieni e santamente non buttavano il seme ma lo mettevano anche loro in bottiglia. Esistono diverse ricette gustosissime dove utilizzarlo, come il tiramisù o altri dolci.
Don Armando mi guardava strano.
Lo sollecitai a lungo e lui s'inventò questo.
Una notte a letto con Don Remigio, dio! Quanto l'invidiavo! Ma l'invidia è avulsa al cielo e cercavo di controllarmi con mille preghiere!
Una notte... disse al giovane che gli era apparsa in sogno una santa, la quale voleva un segno d'amore verso le donne in generale.
Un uomo vergine doveva possedere una donna vergine, ma solo dopo un matrimonio mistico.
Don Remigio fece mille obiezioni, non voleva donne e non ne sarebbe mai stato capace, neanche gli sarebbe diventato duro il membro, figurarsi!
...Neanche con il mio aiuto... lo tentò Don Armando? Devi solo deflorarla, spingere un po' il tuo nerbo duro dentro e romperle l'imene, poi penserò io al resto e anche soddisfare pienamente te!
Lo circuì così abilmente e a lungo che il giovane cedette completamente, chiese di chi si trattasse, intendendo quale donna.
Il vecchio porco m'indico come la prescelta.
Quando me lo disse mi sentii elevare al cielo!
Salire di nuvola in nuvola fino al paradiso!
Avrei dato la mia verginità ad un Santo! Ad un Angelo!
Ero così contenta che permisi a Don Armando di inserire il suo serpente fino al contatto con l'imene intonso!
Non di più!
Ormai la mia fica era diventato il suo chiodo fisso, mi profanava ancora violentemente il culo ma si sa quanto una cosa vietata sia d'attrazione!
E la fica gli era ancora preclusa!
Organizzammo quindi il matrimonio mistico.
Dovemmo aspettare che i miei genitori non fossero d'intralcio, nel senso che potessi così rientrare più tardi del solito. Approfittammo della prima occasione che si presentò, una cena dei miei fuori casa.
...Non so quanto conosci del matrimonio mistico, è un'unione simbolica fra anime con l'intento di avvicinarsi di più a dio, non è quindi un vero matrimonio.
Si conosce un matrimonio mistico fra Santa Caterina e tre santi contemporaneamente, San Giovanni Battista, San Giuseppe e San… non lo ricordo più.
Non so se lei lo fece con il mio intento di congiungersi anche sessualmente. Spero di si, vorrei tanto diventare santa come lei!
I due preti chiusero i portoni della chiesa e si accertarono che non ci fosse nessuno, io e Don Remigio ci preparammo, ci spogliammo dei nostri abiti e indossammo ambedue una corta camiciola bianca e trasparente. Si vedevano distintamente i miei capezzoli puntuti.
La cerimonia fu brevissima, ci scambiammo l'anello simbolico e poi ci affrettammo in sagrestia.
Don Armando si assicurò nuovamente che avessi capito bene.
Mi ripeté... lascia fare a me o va tutto a rotoli! Tu intervieni solo quando ti faccio segno io!
Costrinse il mio angelo in ginocchio e prese a sbattergli violentemente il serpente di carne estremamente duro sul viso. Il giovane prete aveva la bocca aperta e tentava di prenderlo mentre Don Armando lo stuzzicava... lo vuoi? Lo vuoi il mio cazzo duro, giovane troia? Se lo vuoi... inizia a masturbarti, appena vedo il tuo bel cazzo diventare duro te lo metto in bocca o lo vuoi subito nel culo?
Don Remigio a bocca aperta gli rispondeva a monosillabi, tipo... si... si...!
Finalmente vidi la sua verga! E... rimasi folgorata da tanta bellezza! Un cazzo divino! Proprio come deve essere quello di un vero angelo! Chiarissimo, proporzionato, leggermente coperto dal prepuzio ma che, diventando eretto e duro, liberava un glande magnifico!
Mi buttai in ginocchio in una spinta d'estrema religiosità!
Il nostro atto doveva essere il compimento di un'azione intesa a raggiungere l'estasi sovrannaturale!
Lo guardavo con bramosia e vedevo che gli s'induriva sotto l'azione della sua santa mano e delle parole del prete anziano. In breve era perfettamente eretto e durissimo. Osservai allora che era lievemente curvo verso l'alto e questo mi riempì di una libidine immensa!
Don Armando lo fece stendere a terra di schiena e prese a menarlo lui, lo scappellava lentamente ma con forza e decisione.
Il cazzo era sempre più duro.
Poi... avvenne!
Finalmente!
Mi chiamò presso di loro e mentre lui, Don Armando, lo teneva dritto verso l'alto mi fece segno di scavalcare il corpo disteso e di abbassarmi lentamente fino ad appoggiarmi con la vulva sulla cappella chiarissima.
Ecco! Ora c'ero!
Sentivo la cappella sfregarmi e mi mossi fino a farla appoggiare fra le labbra aperte. Spinsi... e lo sentii fermarsi ostacolato dal mio stesso impedimento, ora poggiava contro l'imene! Glielo volevo regalare, dare a lui la mia integra innocenza e mi lasciai cadere! Un dolore forte ma di natura divina mi riempì il ventre ma lo sopportai cristianamente dato che l'avevo voluto intensamente.
Diedi due o tre colpi per riceverlo tutto dentro prima che Don Armando mi costringesse con forza ad alzarmi ed a farlo uscire, voleva quanto gli avevo più volte promesso. Ora era in balia della libidine più cieca, mi fece riabbassare ma stavolta il buco da riempire con il cazzo divino fu il mio culo, quindi mi fece appoggiare con la schiena sul petto di Don Remigio, mi aprì le gambe a compasso e tenendo in mano il suo grosso serpente si approssimò, due colpi violenti e mi era completamente in fica! Lo tolse subito per esaminarsi e quando lo vide striato dal mio sangue verginale riprese a penetrarmi con una forza pazzesca. Il dolore accresceva il mio piacere, mi sentivo meravigliosamente piena. L'unica cosa dispiacevole era sentire la verga del mio angelo perdere l’erezione.
Don Armando stantuffava a tutta forza ed emetteva dei versi gutturali, non mancò molto che mi riempì della sua sborra. Quando si tolse, con la massima circospezione mi alzai, curando di tenere una mano sulla vagina aperta, presi il solito bacile e lasciai così scendervi tutto il seme colorato di sangue. Don Armando si era avvicinato al giovane ancora disteso a terra e gli aveva dato il suo serpente da pulire a linguate.
Offrii loro il bacile per condividere con me il seme ma ancora non erano decisi a quell'atto di fede. Bevvi da sola.
Mi avvicinai a Don Armando e gli sussurrai che volevo inculare l’angelo.
Dovevo proprio, mi era necessario!
Lui mi disse di preparare i nastri, il bastone e il resto, che l'avremmo fatto subito.
Fece mettere carponi il giovane prete, testa terra e iniziò a ravanare con le sue grosse dita. Il giovane si muoveva in preda al piacere.
Si... ammisi era un bel culo quello del mio angelo! Bellissimo!
Aveva solo una bionda peluria sui glutei che poteva differenziarlo da quello di una donna.
Porsi a Don Armando i nastri e lui abilmente e velocemente legò polsi e caviglie al bastone.
Ora era pronto per il sacrificio.
Ci saremmo santificati tutti, saremmo stati pronti per il paradiso!
Mi legai lo strumento equino al ventre mentre Don Remigio mi guardava allarmato. Nel timore che gridasse Don Armando gli mise la pallina in bocca e la legò con cura.
Che piacere! Solo a vivere gli attimi prima della penetrazione mi faceva godere! Il sistema di cinghie che sostenevano il grosso cazzo mi sfregava sul clito!
Per primo fu Don Armando a profanare il culo dell'angelo, un colpo deciso ed era dentro e prese a vangarlo con forza.
Osservai con interesse che la verga del giovane s'inturgidiva sotto i colpi potenti del vecchio prete e legai quindi membro e scroto con il sottile laccio che mamma aveva usato con papà, stringendolo forte. Presto il cazzo si gonfiò in una maniera impressionante e diventò tutto viola. Presi a frustarlo forte sulla schiena fino a che Don Armando mi lasciò il posto e fu il mio turno.
Il buco era aperto e io spinsi dentro la punta senza trovare resistenza, poi si fermò... fai forza... m'incitava il prete anziano... spacca il culo a questa troia! Presi a togliere e rimettere il grosso arnese sempre più velocemente e ogni volta entrava un po' di più! Provavo un piacere estremo che mai avevo provato! Spinsi e spinsi fino a che potei infilarglielo tutto! Mentre tiravo il laccio che gli avevo legato al sesso e lo frustavo ferocemente. Feci durare la cosa a lungo e mi accorsi che il mio angelo godeva eiaculando sul pavimento!
Ecco! Questo non sarebbe dovuto succedere! Non ero stata abbastanza previdente, decisi che la prossima volta avrei messo il bacile sotto la sua verga!
Pensai di risolvere più tardi la cosa leccando bene dal pavimento ma non so quanto rimediai. Quando finimmo e liberammo l'angelo era molto tardi.
Molto tardi, accidenti!
Stabilimmo di ripetere la cosa al più presto, raccolsi le mie cose e senza neanche lavarmi sommariamente mi affrettai verso casa.

Qui... trovai la mamma ad aspettarmi...
di
scritto il
2018-02-17
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