Pausa pranzo

di
genere
etero

Faccio il tuo numero.
“ho un’ora per pranzo e sono vicino al tuo negozio, mangiamo assieme?”
“certo, al solito bar, occupa un tavolino ed ordina da bere, chiudo il negozio ed arrivo!”
Trovo un tavolino in un angolo, mi metto spalle al muro, in modo di vedere la porta.
Ordino due chinotti ed aspetto, mi andrebbe più una birra a dire la verità, ma poi si deve tornare al lavoro, tu invece scegli sempre il chinotto ma poi non ti basta e vuoi bere anche la mia bibita, lamentandoti che non ti piace… quindi chinotto per tutti e due!
Mi sto chiedendo per quale strano motivo il chinotto è tornato di moda, quando ti vedo arrivare.
È freddo, sei tutta imbacuccata tra cappotto, sciarpa e berretta, si vedono solo i tuoi occhi meravigliosi, quando mi vedi sorridi, si vede perché brillano.
Arrivata al tavolo, appoggi la borsa ed appendi cappotto e sciarpa all’attaccapanni vicino al tavolo.
“il solito galante, non mi aiutare mai mi raccomando!”
“scusa mi sono incantato!”
“si va beh!”
mi baci e ti siedi davanti a me.
Scegliamo assieme i panini, come sempre, devono piacere a tutti e due, dobbiamo fare a metà.
Chiami il cameriere che arriva all’istante prende le ordinazioni e scompare.
Inizi a raccontarmi della tua mattinata, ti lamenti dei clienti maleducati, del poco lavoro, della confusione in magazzino, dei corrieri… almeno credo… non ti sto ascoltando, mi sono perso a guardarti.
Arrivano i panini ed io continuo a guardarti, le tue mani che si agitano mentre parli, la tua bocca che addenta il panino, i tuoi denti perfetti, i tuoi occhi che aiutano le parole a chiarire i concetti.
“ho voglia di leccarti!”
Sgrani gli occhi, poi ti guardi in giro.
Ok mi è sfuggito un pensiero a voce alta, un po’ troppo alta forse…
Arrossisci “sei tutto matto!”
“no, davvero! Ho voglia di leccarti tutta, credo che partirei dalle punte dei piedi per risalire”
“ma…”
“prima un giretto esplorativo per tutto il corpo, poi credo che tornerei nei punti che mi sono piaciuti di più”
Non parli più, mi guardi con gli occhi più grandi che mai.
“ho voglia di assaporarti tutta, di sentire come cambia il sapore della tua pelle nei vari punti del tuo corpo”
"..."
“ho voglia di farti urlare usando solo la lingua e le labbra”
Non parliamo più, ci guardiamo e basta, persi nelle nostre fantasie.
Finiamo di mangiare in silenzio.
Pago i panini ed usciamo.
Fa davvero freddo fuori, ci diamo un bacio veloce, ma pieno di promesse.
È tardi.
“ci vediamo dopo a casa”
Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo
“si a dopo ... ti aspetto” sussurri con voce roca mentre mi allontano.
scritto il
2018-02-23
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