Letale
di
Malena N
genere
masturbazione
Lo hai detto tu. Puoi essere letale. Allora, spiegami, perchè cazzo ti meravigli se sono ancora qui! Se ancora ti cerco! Lo hai detto a me, con la sicurezza e l'arroganza che da sempre ti appartengono, con la sicurezza e l'arroganza che tanto adoro. Lo hai detto a me come se io non lo sapessi, come se io non l'avessi mai saputo! Letale, certo, io lo so bene. E lo so bene perchè, vuoi o non vuoi, mi scorri nelle vene ancora. Letale. E lo so bene perchè, voglio o non voglio, la tua voce mi batte in testa come le parole di una canzone che non riesco a smettere di cantare. E tu lo sai che canto sempre. Letale. E lo so bene perchè, guardami. Mi sfioro e mi tocco, ovunque e comunque, pensando a te continuamente. Sono eccitata. Oh, si, sono eccitata e vorrei dirti che questa sporca voglia altro non è che la fottuta voglia di prenderlo nel culo, ora. Sono bagnata fradicia e vorrei dirti che questo calore che sento fra le cosce, nelle mutande, altro non è che il desiderio incessante e martellante di soddisfare la carne. Ti piacerebbe vero? Sapermi distaccata, finalmente lontana dal pensiero di te, pronta ad ammettere che ho solo bisogno di scopare, che andrebbe bene chiunque, pur di godere. E invece no! No, no, no! Sono eccitata si e non sai quanto! Ma voglio te nel culo. Voglio sentirmi piena del tuo cazzo e non distogliere mai gli occhi dai tuoi. Voglio il tuo fiato sul collo, quello che sa di te, quello che detta i tempi, che mi accende i sensi. Voglio che sia tu a scoparmi la bocca prima di tutto il resto, mentre la mia lingua sulla tua lingua ti ricorda quanto mi fai godere. Prendo il vestito che è steso sul letto. Bianco, corto, incrociato sul seno. Non so perchè, non lo so. E' un bisogno strano, un esigenza di cui mi sfugge il senso! Ed è questo che mi manda fuori di testa. Tutto ciò che riguarda te, dal primo sguardo, sfugge al mio controllo. Sfugge a me che non è mai sfuggito niente! Lo prendo, voglio rimetterlo ancora e ancora una volta voglio ballare. Ballare per me, per te, per la donna che sono. Per il fuoco che ho dentro e per l'irrequietezza che sento! Lo indosso senza intimo solo perchè ogni parte di questo corpo ne sfreghi e ne bagni la stoffa candida e setosa. Mi sento vuota, leggera. Sono certa che tu ci avresti visto altre scarpe sotto ma metto ancora queste, sono alte come piace a me. Seduta sul letto, le allaccio alla caviglia mentre inizio a muovermi piano sulle note della canzone che ho scelto. "Vente conmigo..solo conmigo..a mi me gusta.."
Le tue parole rimbombano nella stanza. Penserai che sono una stupida a ballare da sola, che sono una sciocca a comprare abiti per non metterli. A indossarli solo per poi toglierli. A vestirmi solo per poi spogliarmi. Muovo sinuosamente il bacino, le mani scivolano sulla pelle calda, accarezzano i fianchi poi il culo. Gli occhi sono chiusi, la testa indietro a seguire i movimenti lenti.
"Vente conmigo..solo conmigo..a mi me gusta.." Ondeggio piano, le mani ora sono nei capelli, la lingua è sulle labbra, fra i denti. Sono libera, sono me stessa. Alzo il vestito fino alla vita, mi scopro, ti faccio vedere la fica. La apro, la allargo, sei un dito, poi due. Mi abbasso, veloce, sulle caviglie, apro le cosce indecentemente, spingo sulla tua faccia, è qui che ti voglio ora, sotto di me a leccare e a succhiare ogni liquido che di me si possa succhiare. Sono umida, il caldo piacere che arriva dal profondo mi scorre sulla carne, lo raccolgo, lo annuso, mi ingoio. Mi rialzo, una mano sotto al vestito a stringere i capezzoli turgidi, l'altra a torturare ogni buco. Sono questa e non voglio essere un altra. So chi sei tu e non voglio un altro, nonostante tutto, nonostante ciò che dici. Mi giro di spalle, alzo una gamba sulla struttura in legno della scala, mi piego in avanti e inizio a penetrarmi furiosa, prima la fica, poi il culo. Aumento il ritmo per godere del rumore che faccio mentre mi sbatto e mi fotto senza pudore. La lingua, senza controllo, gioca eccitata al pensiero di leccarti il cazzo. La bocca,affamata, sbava dalla voglia di sentirlo duro e grande, dentro, nella gola. Sposto i capelli dal viso, lecco avidamente le dita sporche del mio sperma, mi abbasso ancora di più e ancora di più, affondo brutale, le stesse dita nella fica e nel culo insieme. Ballo sulla mia mano, ti guardo regalandomi il piacere di cui ho bisogno. Devo guardarti, capito? Devi guardarmi, capito? La musica risuona nella stanza, il volume è alto, il respiro è affannato, entro ed esco ruotando il bacino, godo ed esplodo in un orgasmo lungo e appagante. Mi muovo ancora, lenta, sulla mano e sulle dita. Stringo più forte che posso le cosce, prolungando ogni sensazione, ogni emozione. Mi ricompongo, sono sudata. Spengo tutto, musica, telefono. Tolgo le scarpe e lascio cadere giù il vestito. Sono nuda e a piedi nudi, entro in bagno. Voglio fare una doccia e non voglio più un cazzo. Anzi no. Voglio vederti. Magari mi dicessi ora, dove e quando.
Le tue parole rimbombano nella stanza. Penserai che sono una stupida a ballare da sola, che sono una sciocca a comprare abiti per non metterli. A indossarli solo per poi toglierli. A vestirmi solo per poi spogliarmi. Muovo sinuosamente il bacino, le mani scivolano sulla pelle calda, accarezzano i fianchi poi il culo. Gli occhi sono chiusi, la testa indietro a seguire i movimenti lenti.
"Vente conmigo..solo conmigo..a mi me gusta.." Ondeggio piano, le mani ora sono nei capelli, la lingua è sulle labbra, fra i denti. Sono libera, sono me stessa. Alzo il vestito fino alla vita, mi scopro, ti faccio vedere la fica. La apro, la allargo, sei un dito, poi due. Mi abbasso, veloce, sulle caviglie, apro le cosce indecentemente, spingo sulla tua faccia, è qui che ti voglio ora, sotto di me a leccare e a succhiare ogni liquido che di me si possa succhiare. Sono umida, il caldo piacere che arriva dal profondo mi scorre sulla carne, lo raccolgo, lo annuso, mi ingoio. Mi rialzo, una mano sotto al vestito a stringere i capezzoli turgidi, l'altra a torturare ogni buco. Sono questa e non voglio essere un altra. So chi sei tu e non voglio un altro, nonostante tutto, nonostante ciò che dici. Mi giro di spalle, alzo una gamba sulla struttura in legno della scala, mi piego in avanti e inizio a penetrarmi furiosa, prima la fica, poi il culo. Aumento il ritmo per godere del rumore che faccio mentre mi sbatto e mi fotto senza pudore. La lingua, senza controllo, gioca eccitata al pensiero di leccarti il cazzo. La bocca,affamata, sbava dalla voglia di sentirlo duro e grande, dentro, nella gola. Sposto i capelli dal viso, lecco avidamente le dita sporche del mio sperma, mi abbasso ancora di più e ancora di più, affondo brutale, le stesse dita nella fica e nel culo insieme. Ballo sulla mia mano, ti guardo regalandomi il piacere di cui ho bisogno. Devo guardarti, capito? Devi guardarmi, capito? La musica risuona nella stanza, il volume è alto, il respiro è affannato, entro ed esco ruotando il bacino, godo ed esplodo in un orgasmo lungo e appagante. Mi muovo ancora, lenta, sulla mano e sulle dita. Stringo più forte che posso le cosce, prolungando ogni sensazione, ogni emozione. Mi ricompongo, sono sudata. Spengo tutto, musica, telefono. Tolgo le scarpe e lascio cadere giù il vestito. Sono nuda e a piedi nudi, entro in bagno. Voglio fare una doccia e non voglio più un cazzo. Anzi no. Voglio vederti. Magari mi dicessi ora, dove e quando.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Stupidaracconto sucessivo
La succhiacazzi
Commenti dei lettori al racconto erotico