La nuova vita di Claudia - Cap. 4

di
genere
dominazione

Claudia torna a casa pensando che una sorpresa più grande per il suo compleanno non l’avrebbe mai immaginata, anche se ora ha un senso vi vuoto in quanto ha una voglia di essere scopata da Ugo, l’aver percepito il suo cazzo che le pulsava da dentro i pantaloni sul suo ventre, ha risvegliato in lei le voglie adolescenziali che aveva prima di sposarsi con Marco, beh Marco, forse dovrei chiamarlo, riflette poi decide di scrivergli un sms:”Ciao Amore, come và? Appena hai un minuto mi chiami? Devo parlarti”, pochi secondi ed arriva subito la chiamata da parte del consorte, chiamata che nella realtà non avrebbe voluto arrivasse:
Claudia: “Pronto”
Marco: “Ciao Amore, come stai? Penso di sapere cosa vuoi dirmi” e ride al telefono
Claudia impacciata e chiedendosi il motivo di perché lui potesse ridere: “Allora dimmi Tu, cosa voglio dirti, visto che lo sai”
Marco: “Ho parlato con il prof. Ugo e sapevo che oggi ti avrebbe proposto un lavoro per tenerti un poco impegnata durante la mia assenza, avrei dovuto dirtelo, spero che mi perdoni, ma sapeva del tuo compleanno e ci teneva a farti la sorpresa proprio oggi, poi mi ha chiamato 5 minuti, fa e mi ha detto che tu hai accettato con entusiasmo, vero?”.
Claudia riflette un attimo su quanto fosse un credulone il marito poi gli risponde: “Ho accettato con piacere soprattutto perché mi ha spiegato, che a Te fa molto piacere che io sia impegnata con un lavoro e poi che anche tu potrai avere finalmente un lavoro dignitoso, quindi ho accettato senza chiederti prima il parere!”.
Marco “Hai fatto benissimo, il Prof. Mi ha detto che non ti mancherà nulla né a te e né al nostro bambino quando sarò fuori, sono molto felice, anche qui è molto bello! Ora ti saluto, un bacio”,
Claudia chiude dicendo “Ok Marco, Ti Amo”, anche se dentro di sé non era più molto convinta di quanto aveva appena affermato.

Terminata la telefonata, andò al bagno per fare la pipì, sorrise pensando alla comodità di non dover abbassare le mutandine, e riflette sulla necessità di dover togliere anche il reggiseno, cosa che fece stesso sfilandoselo insieme al vestitino da seduta sulla tazza. Terminata la pipì ed il minuto di rilassamento, passò al bidè e si rinfresco le parti intime con un lungo e meticoloso risciacquo, tergiversando con la mano in particolare sul clitoride che accarezzò lungamente fino a sentire un piccolo brivido, ma non raggiunse l’orgasmo, aveva esigenza di un cazzo, del cazzo di Ugo.

Restò seduta ancora un poco sul bidè, con la fica ed il culo ancora bagnati per il lavaggio, si guardava il pube, meditava di dover forse accorciare e curare un poco il pelo su pube, però gli venivano in mente le parole di Ugo, che avrebbe avuto palestra e tutto ciò che le occorreva per stare in forma, quindi aveva il sospetto che nel pacchetto fosse incluso anche l’estetista, e che magari per il pelo del pube avesse delle preferenze particolari, chiuse gli occhi e sognava il momento in cui si fosse donata a lui, voleva con tutta se stessa essere impeccabile, cosi riprese a toccarsi, arrivò fino al buchetto posteriore, ancora vergine, le scappo un sorriso, questa situazione la faceva sentire intimamente troia, e non le dispiaceva, però lei aveva assolutamente vietato al marito di provarci ad avere il suo posteriore, nell’unica volta in cui lui provo solo timidamente a chiedere di toccarlo, ora cosa avrebbe risposto? Ugo non è certo la persona a cui poteva dire di no, tra l’altro lei stessa ha affermato di non avere limiti, ci pensò e le prese un poco di angoscia.

Il suo culo, continua a toccarselo, oggetto dei desideri di tanti, quasi ogni giorno si porta a casa complimenti ed apprezzamenti vari di maschi che direttamente o velatamente gli fanno arrivare inequivocabili messaggi in tal senso, “cosa avrà mai di cosi affascinante il mio culo” ad un certo punto si chiede parlando da sola, si alza, si asciuga le parti intime con la tovaglietta, poi si guarda il culo allo specchio, “effettivamente è un bel vedere, dovrei esserne fiera” anche se lei non immagina neanche lontanamente la gioia e l’armonia che genera la visione di esso quando è coperto dai suoi vestitini che si poggiano sopra soavemente ed il suo ancheggiare porta a far sembrare tutto come fosse un’opera artistica.

Si rimette il vestito che si era precedentemente sfilato mentre era seduta sul wc, restando quindi senza intimo, poi guarda l’ora, la prima cosa che pensa è il tempo che manca all’incontro che domani mattina avrà di nuovo con Ugo, quando potrà avere le tanto sospirate istruzioni, mancano ancora troppe ore, poi si desta e si rende conto di dover andare a prendere il figlio a scuola, e subito ripensa ad Ugo, lo incontrerà a scuola? Spera che anche solo per un secondo possa essere coccolata dal suo sguardo.

Cerca di non pensarci, è il caso di preparare velocemente il pranzo cosi il suo piccolo ed anche lei mangeranno, mentre cucina altri pensieri le affollano la mente, con il piccolo, come farò? Resta per un attimo terrorizzata, certo non vuole perdere il contatto con il suo figlioletto, ha solo 5 anni, gli viene in mente Ugo, avrà pensato anche a questo aspetto? Si la baby sitter; perplessa prepara un pranzo sbrigativo, rimette le scarpe e solo con il vestitino senza intimo, corre a scuola, la quale si trova a pochi isolati da casa.

Arrivata a scuola, la maestra la chiama in disparte e le dice di dover firmare un modulo, “di cosa si tratta”, chiede lei, “ci sono due documenti, il primo è questo “, le porge un foglio ed aggiunge, “da domani il bambino inizia l’orario prolungato, pranza qui e resta fino alle 18, non ha fatto lei richiesta al preside?”, sorride un attimo e risponde “oh, si. E’ passato un po’ di tempo che me ne ero dimenticata, grazie e ringrazi il preside da parte mia”, Claudia firma il primo e chiede, “l’altro?”, la maestra le porge il secondo aggiungendo, “questa invece è la delega da parte di questa signora a prelevare il bambino a scuola quando lei non potrà venire, è una persona di fiducia del preside, ottima scelta”, Claudia firma anche quest’altro documento, prende il bimbo teneramente per mano e si mise in cammino verso casa, immersa nei suoi pensieri, felice perché Ugo aveva pensato a tutto, triste perché moriva dalla voglia di vederlo anche solo per un attimo.

Il pomeriggio passò molto lentamente, anche se fece prima i compiti con il figlioletto, poi gioco con lui, poi lo porto in giro alle giostre sperando che il tempo passasse velocemente, ma sembrava non arrivare mai la mattina dopo.
scritto il
2018-05-04
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