Le conseguenze quasi tragiche di un tradimento

di
genere
tradimenti

Questo vuole essere un serio monito rivolto agli uomini che tradiscono le proprie compagne!
Leggete le vicende di Franco, Mara e Gino! Guardate cosa succede a Franco per una innocente scappatella senza importanza!
Dovete sapere che è vero che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi!
E non misuratevi MAI in astuzia con una donna, perdereste sempre!
Tibet.



LUI:
E’ domenica… esco a prendere un caffè e il giornale, qualche chiacchiera con la gente del bar. Quando rientro la trovo ad attendermi nell’ingresso, non mi lascia neanche il tempo di rinchiudere la porta.
“Maledetto figlio di puttana… finalmente ti ho beccato… bastardo che non sei altro…”.
E’ infuriata e mi getta in faccia una scatola, non capisco, poi guardo la scatola in terra, perdiana! La scatola dei preservativi che ho comprato a Duesseldorf, che stupido! Ho dimenticato di gettarla e l’ho lasciata nella valigia.
Comincio a negare tutto, non è mia, è di Gino, il collega che mi accompagnava alla Fiera, non so come ha fatto a trovarsi nella mia valigia, forse Gino… per sbaglio….
Lei non mi da tregua, mi aggredisce, mi strattona, dice di non credere una parola, poi mi lascia e corre a rinchiudersi piangente in camera da letto.

Accidenti che stupido, rivedo brevemente in flashback tutto l’accaduto.
Io e Gino, i più giovani funzionari del reparto commerciale, veniamo comandati di presenziare allo stand della ditta alla fiera del settore di Duesseldorf. Gino è uno scapolo impenitente e sempre a caccia di gonnelle, non è gran che come uomo ma riesce sempre a rimorchiare. Siamo amici da tempo e lavoriamo bene assieme.
In fiera siamo affiancati da alcuni impiegati della filiale tedesca, fra gli altri una splendida moretta, una piccoletta tutta pepe, un baschetto di capelli corvini e due occhi verdi da diavoletto. Lei mi guarda un paio di volte interessata, io abbozzo, Gino invece non le da tregua, i visitatori del nostro stand non sono poi moltissimi e lui non si schioda dal suo fianco.
Questo continua per tutta la durata dell’esposizione, poi per la serata finale andiamo tutti assieme al ristorante, qui i nostri colleghi tedeschi ci danno dentro alla grande, intendo nel bere. Gino continua a tampinare la moretta, Fiona.
In fin della serata, raggiante mi raggiunge.
“Franco, ci sta... ci raggiunge al nostro albergo appena terminiamo qui la cena…”.
“Buon per te, ma io che faccio intanto…”.
“Ma no, non hai capito, ci vuole tutti e due, tutti e due... capisci…!”.
“Niente da fare, non ne voglio sapere…”.
“Non fare lo stronzo, guarda che pezzo di fica, è una settimana che la tampino, ora che finalmente ha mollato, vuoi rovinare tutto…”.
Sono sempre del parere di non starci ma alzo gli occhi e cerco la ragazza con lo sguardo, lei è lì che aspetta e mi sorride, ora è il mio basso ventre a comandare.
La compagnia comincia a disperdersi, saluti e auguri a tutti i presenti. Chiediamo di chiamarci un taxi, Gino mentre aspetta mi chiede di scendere ai WC, nel piano inferiore e comprare dei preservativi al distributore automatico, scendo di corsa e compro una confezione maxi da otto.
Raggiungiamo l’albergo, in stanza facciamo appena a tempo a darci una rinfrescata che ci raggiunge la ragazza, porta mezza bottiglia di cognac fregato al ristorante e tira fuori un paio di spinelli di quelli buoni.
Poi la nottata, lei non ne ha mai abbastanza, mentre uno la scopa lei prende in bocca l’altro, poi cambia cavallerizzo, provo anche a prenderla nel culo, mi aspetto un rifiuto, invece… altroché!
Ci alterniamo a montarla, dandoci il cambio quando stiamo per venire e alla fine ci troviamo a scoparla assieme, sento il cazzo di Gino attraverso la sottile membrana fra vagina e ano.
Infine non ce la facciamo più, lei ci cerca ancora, ma inutilmente, non ci sono più frecce ai nostri archi. Allora si sistema un po’ e ci lascia, forse un po’ delusa da questi maschi italiani.
Accidenti, conto i preservativi rimasti, due, uno buttato prima dell’uso, una volta le sono venuto in bocca, siamo venuti tre volte ciascuno, penso che potrebbe essere contenta, no?
In quel momento faccio il grandissimo errore! Anziché buttare la scatola dei preservativi nel cestino, la butto nella valigia aperta….
Grandissimo cretino…!
E ora…?

LEI:
Non che sia particolarmente gelosa, ma certo scoprire che il marito ti fa le corna dopo appena otto mesi di matrimonio!
La domenica mattina quando apro la valigia per mettere la biancheria in lavatrice e prendere le camicie da portare in lavanderia, trovo la scatola di preservativi sotto gli indumenti e mi cade il mondo addosso.
Mi prende una furia cieca, vorrei ucciderlo quel bastardo, gli indirizzo tutti gli insulti che conosco, lo maledico e con lui tutte le generazioni che l’hanno preceduto, conto i preservativi mancanti, erano otto, sono tedeschi, allora li ha comprati durante l’ultimo viaggio, ora sono due, ne ha consumato sei quel grandissimo figlio di puttana, accidenti se si è dato da fare!
Porco!
Cosa faccio?
Faccio la valigia e torno da mamma?
No, quella non aspetta altro, non ha mai potuto sopportare Franco e senz’altro la prima cosa che dirà sarà: “TE L’AVEVO DETTO!!”.
No, il bastardo dovrà pagarla in un'altra maniera, gli renderò pan per focaccia e lui dovrà essere consenziente e presente quando gli farò le corna!
Vado in bagno e seduta sul WC studio la situazione, cosa e come fare, accidenti a lui… sono anche eccitata, incazzata nera e ho voglia, ma voglio fargli vedere di che cosa sono capace di fare!
Quando rientra, scena madre, tutta preparata, poi mi rifugio in camera da letto, non chiudo la porta, mi butto sul letto… piangente e aspetto.

LUI:
Mi accosto alla porta chiusa, ascolto, sento dei lamenti… sta piangendo. Busso alla porta.
“Cara… ti prego ascoltami, ti assicuro che sei la sola donna della mia vita…”.
Un gemito più forte dei precedenti fa eco alle mie parole, provo la maniglia, la porta è aperta, la raggiungo sul letto e le metto una mano sulla spalla, lei si scosta con rabbia….
“Cara, ti prego, ti amo da morire, non rischierei mai di perderti, ti assicuro che sono innocente, non ne so niente…”.
Lei si gira come una furia, e mi aggredisce.
“Mi fa rabbia che tu mi prenda per una deficiente, pretendo da te la sincerità, ma non ne sei capace…! Mi hai tradito, ora voglio sapere come e perché…”.
“Ma no, che dici, sono di Gino, lo sai che donnaiolo è, li avrà messi per sbaglio nella mia valigia…”.
“Bugiardo…! Riempi nuovamente la valigia e vattene, non ti posso più vedere, almeno tu avessi il coraggio d’essere sincero…”.
E qui purtroppo contravvengo al principio assoluto di negare sempre, anche l’evidenza!

***(NOTA DI TIBET: Ecco! L'errore principale! Mai ammettere nulla!! Negare sempre!! Negare anche l'evidenza! Ricordate... negate SEMPRE!)

Forse, penso… se sono sincero mi perdonerà, capirà che si è trattato di un episodio isolato, unico.
Povero sciocco, stava giocando con me, come il gatto con il topo.

***(NOTA DI TIBET: Secondo errore! Una donna tradita non perdonerà... MAI!)

Tra le sue lacrime e il mio senso di colpa… la minaccia di perderla, in breve mi trovo a raccontarle tutto, dapprima cerco di stare sul vago, mi interrompe ed esige che le racconti anche i minimi particolari.
Quando lo evito, lei lo intuisce e insiste fino a che non viene a sapere tutto, quante volte abbiamo fatto sesso, com’era la ragazza, il suo sesso, entra nei particolari, per esempio: …se era depilata, come godeva, se gemeva o gridava, se godeva di più con me o con Gino… e come era Gino, se il suo è più lungo e grosso del mio!
Io stupido... rispondo alle sue richieste e addirittura aggiungo del mio, mi sfugge anche della doppia penetrazione, sono veramente un cretino!
Apriti cielo!
“Come tutti e due assieme! Che maiali… le avete anche... l’avete scopata anche nel… povera ragazza…!”.
E io a protestare… era stata lei a volerlo fare con tutti e due! Lei a voler fare...
Urli e pianti…!
“Ecco…! A me non l’hai mai chiesto di prenderlo …di dietro, è perché non mi ami… non mi desideri… non sono abbastanza bella…”.
E giù altri pianti….
“Ma che dici… è solo… perché ti rispetto… e pensavo che tu non volessi…”.
“Non lo voglio… non lo so… ma tu avevi il dovere di provarci… se mi volevi bene e mi desideravi…”.
“Ma io ti desidero…”.

LEI:
Piangevo e urlavo, sembravo fuori di me… ma ero lucida e lo stavo portando dove volevo… quel gran bastardo!
“Mi desideri… e allora provamelo… dai… adesso…”.
Ero certa che aveva il cazzo ritratto dalla paura e volevo godere della situazione.
“Adesso… ma cara, la situazione…”.
Fingo un'altra crisi di pianto.
“Vedi… non mi vuoi più… per quello vai con altre donne …”.
“Ma no… io desidero te…”.
Mi abbraccia e cerca di rabbonirmi con bacetti e smancerie.
Lo allontano e mi strappo di dosso la vestaglietta che indosso, mi tolgo le mutandine e il reggiseno.
“Dimostralo…”.
Lui è di sasso, si torce le mani e vorrebbe essere distante mille chilometri.
“Mi stai umiliando… vattene… lasciami sola…”.

Lo spingo fuori dalla porta e chiudo a chiave, sono incredibilmente eccitata, mi accarezzo i capezzoli inturgiditi… scappuccio il clitoride e lo accarezzo, mi tocco sotto… dio! Come sono bagnata….
Apro l’armadio e da sotto la biancheria prendo il mio amico segreto, sempre pronto… disponibile e discreto…! Lo tolgo dalla sua scatola, è lungo venticinque centimetri… lo lecco… me lo inserisco fino in gola, oggi non serve lubrificarlo…mi strofino prima dolcemente e poi con forza il clitoride con la sua punta liscia, mi stendo e apro le gambe… alzo le ginocchia… e… me lo metto… si fino in fondo e poi… si… dentro… si… fuori, ancora… ancora… sento l’orgasmo partire dal cervello e precipitare giù come un ascensore con i tiranti rotti… e boom…! Arriva… e mi escono gemiti e gridolini strozzati dalla bocca spalancata!
Che il bastardo fuori pensi quello che vuole….
Sono esausta e mi riprendo lentamente sempre con il mio amico dentro di me, poi mi sorge una curiosità… come sarà dietro?
Si… ora voglio provare, la scatola contiene una boccetta di lubrificante adatto alla bisogna, la prendo e mi ungo abbondantemente, ungo la testa del mio amico, poi… come mi devo mettere? In ginocchio… con il culo in su, no... non riesco a manovrare bene, provo sdraiata… alzo le gambe e si, ora va meglio….
Provo prima il buchetto con le dita della mano unte, si entrano… appoggio il glande del mio amico e… entra… spingo… e entra….
Appena entrato il glande… lo sfintere si stringe sull’asta come un anello elastico, aspetto e riprendo a spingere, sento solo una sensazione di fastidio, dove sarà mai il piacere... dico, provo… a manovrarlo, dentro e fuori, con l’altra mano mi masturbo, mi penetro in figa con due o tre dita e mi strapazzo il clitoride.. Ora mi da piacere averlo nel culo, forse con un bel cazzo vero… caldo e pulsante!
Precipita nuovamente l’ascensore dell’orgasmo e nuovamente grido e mi agito….

LUI:
La sento gridare e smaniare dietro la porta, spero che non faccia atti inconsulti. Cammino preoccupato per l’appartamento, non so proprio cosa succederà!
Non voglio che finisca, sono innamorato di lei e le voglio bene!
Sono disposto a qualsiasi cosa pur di non perderla!
Mi accosto alla porta e busso leggermente….
“Cara… ti prego… farmi entrare…”.
Ripeto la preghiera più e più volte, poi sento girare la chiave, si è sistemata un po’, il suo viso è ancora tutto arrossato, si è messa un filo di rossetto ed ha arieggiato la stanza.
Entro e mi butto in ginocchio…
“Cara perdonami, sono disposto a tutto… pur di ottenere il tuo perdono…”.

LEI:
Bussa e mi implora di aprire, pulisco il mio amico e lo rimetto a dormire sotto la biancheria nell’armadio, apro la finestra e cambio l’aria… c’è un tale odore di femmina in calore…!
Mi pettino e mi do del rossetto.
Apro e lo lascio entrare e lo ascolto con aria sdegnosa, avrei dovuto far l’attrice….
“Resterò con te ad una sola condizione…”.
“Si… si… accetto tutto…!”.
Aspetta di sentirla… povero ingenuo!
“Mi hai fatto soffrire… mi hai umiliata… voglio ripagarti con eguale moneta, ti farò le corna… e dovrai essere al corrente e consenziente… poi riprenderemo come prima…”.
Quest’ultima parte del discorso è solo per indorare la pillola!
“Ma… ma… non è la stessa cosa…”.
“Prendere o lasciare e ti devi decidere adesso”.
“Ma con chi lo farai…?”.
“Che importanza ha saperlo adesso…? Qualcuno sarà!”.
E’ pallido… impaurito… mi fa pena ma non demordo… ormai siamo in ballo….
“E inoltre mi fai una dichiarazione che mi hai tradito e che mi autorizzi a renderti la pariglia, non si sa mai…!”.
E’ con le spalle al muro e lo sa, tituba ancora alcuni minuti e poi….
“Va bene…”.
Gli porgo un foglio e penna.
“Scrivi!”.
Poi la ciliegina sulla torta.
“A proposito di Gino…”.
Lui si aspetta che io cominci una tiritera contro l’amico e prova a difenderlo.
Altro errore!
“E’ un buon ragazzo… è il mio miglior amico…”.
“Il tuo miglior amico! Che non avrebbe nessuno scrupolo a entrarmi nelle mutandine…”.
“No… lui non mi farebbe mai una cosa del genere…”.
“Sei un ingenuo...”
“No... non mi farebbe mai un torto! E' il mio miglior amico...”
“Ora che lo difendi… te lo voglio dimostrare che se potesse ti tradirebbe e se non dovesse essere come dico io, ebbene… cancelliamo tutto… sei d’accordo?”.
Il poverino ha fiducia nel suo amico… povera anima pura!
“Si…”.
“Fammi pensare un attimo…”.
Faccio finta di pensarci su per alcuni minuti, lui mi gira intorno come un cagnolino….
“Si, facciamo così… ora gli telefoni… lo inviti fuori a cena… con noi… diciamo da Pino alle otto… passiamo noi a prenderlo, elegante… gli dici, poi berremo qualcosa qui a casa nostra, il motivo? Si, dobbiamo inventare un motivo credibile, ma si! Gli otto mesi di matrimonio, …sai che anniversario di merda! Allora… io faccio qualche smanceria e accetto le sue eventuali avances, tu sei all’oscuro e forse consenziente, se ci prova… io lo lascio fare e tu zitto. D’accordo…? Poi vediamo, io e lui saliamo, mi mette le mani un po’ dappertutto, si… si … sarà così… inutile che tu fai di no con la testa, tu metti la macchina in garage, poi sali e ci dici che devi assolutamente tornare al ristorante, hai dimenticato il portafoglio… o il telefonino o la carta di credito… decidi tu… o ti ha chiamato tua madre… e devi assentarti, esci, lui ritorna alla carica… io lo lascio fare… e quando ritorni… diciamo un’oretta… te ne darò le prove…”.
Lui ora è pensieroso, probabilmente non si fida più tanto del suo amico.
Insisto.
“E se è come dico io, lui è fuori dal contratto che abbiamo fatto… d’accordo?”.
Fa si con la testa….
“D’accordo?”.
Voglio sentire il suo assenso.
“Va bene…”.
Si gira e fa per allontanarsi.
“Franco…? Vieni un po’ qua…”.
Lui cerca di svicolare…
Lo raggiungo e lo giro verso di me, la mia impressione era giusta…!
“Franco… ti sei eccitato! Ti sta tirando… a pensare a tua moglie che scopa con il tuo miglior amico! Sei un vero… maiale! Prima non ti tirava a vedere tua moglie nuda e adesso che immagini che mi scopa, che me lo mette nella figa e magari anche nel culo… vero? Dai... fai vedere che è vero…!”.

LUI:
Che giornata infernale… che mi succede?
E’ vero… la immagino a gambe aperte con Gino che la scopa o mentre gli succhia il cazzo e invece di essere geloso a morte mi tira il cazzo da morire. Che figura…!
Lei mi strattona... mi tira per la cinta dei pantaloni, mi apre la cintura, la zip e mi tira i pantaloni a terra, gli slip mostrano il bozzo dell’erezione, mi abbassa anche quelli….

LEI:
“E guarda quanto gli tira…! Mai visto così… e così ti piace immaginarmi che scopo con Tizio e Caio… vero? O magari vuoi partecipare e mettermi in mezzo come la ragazza della fiera? Va bene… per me va bene! Vuoi fare le porcate? Per me va bene…! Anzi comincio subito…!”.
Prendo il suo cazzo in mano e lo scappello, scopro il glande paonazzo e gonfio, mi inginocchio davanti a lui e lo insalivo e poi comincio, lo tengo in bocca… con la destra gli meno la pelle dell’asta… con l’altra mano gli accarezzo lo scroto e poi raggiungo l’ano e con un dito lo violento.
Lo inserisco completamente e in breve sento gli spasmi dell’eiaculazione, non ho mai bevuto il suo sperma, è ora di cominciare, viene e mi riempie la bocca tanto che non posso inghiottirlo tutto, parte mi scorre a lato, lui ansima come un mantice, non gli ho mai fatto un pompino così!
Lo lecco… il suo lui si ritira lentamente e abbassa la testa, io ho voglia… ma devo aspettare questa sera.
Più tardi gli faccio telefonare a Gino e lo marco stretto per tutto il pomeriggio, non voglio dargli l’occasione di mettersi d’accordo, è piuttosto giù di morale, gli faccio bere qualche bicchierino e lo aiuto a prepararsi, vestito blu di seta cruda, camicia bianca aperta sul collo, mocassini neri.
Per me… vestitino nero a tubo, sandali neri con tacco e borsetta a portafoglio , nessun gioiello, sotto … un perizoma nero di pizzo… e Chanel N5.
di
scritto il
2018-05-11
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