Il filo di L - Lacrime di sangue
di
Alba6990
genere
pulp
Ha trionfato l’amore.
Adesso deve trionfare l’odio.
E non è qualcosa che si augura.
— - ELISA - —
I piedi le fanno male, molto male. Strisciano per terra dentro a quelle All Stars vecchie e consumate dal tempo. La fanno sembrare più piccola, quasi una ragazzina. Il volto è completamente struccato. I capelli scoloriti e spettinati. Non ha curato neanche più di tanto il vestiario.
È una puttanella da quattro soldi.
Questo stanno dicendo piano piano tutti quanti su Facebook.
Quell’ingrato stronzo l’ha filmata senza che lei se ne accorgesse. Nel video si vede bene lei avere un rapporto con lui.
All’inizio, pensava che quel video la osannasse, che in qualche modo tutti avrebbero visto quanto fosse bella e figa! Tutti i ragazzi l’avrebbero tartassata di complimenti e le ragazze sarebbero morte d’invidia.
E invece l’hanno ricoperta d’insulti. Il video è diventato virale, tutti lo stanno pubblicando e commentando. Anche i ragazzi che tanto le muoiono dietro e le sbavano addosso attraverso Messanger e i commenti sotto le foto.
La cosa che più le ha fatto male da leggere è stato un aggettivo che le hanno affibbiato: patetica.
Non appena la sua vagina è diventata di dominio pubblico, anche le foto che mandava privatamente in chat lo sono diventate.
“Mamma mia, come si fa a cadere così in basso?”
“Che troia!”
“Minchia, le sborrerei in faccia a sta maiala!!!”
“Ma non ha una dignità?”
“Io mi vergognerei al posto suo!”
“Come si chiama sta cagna? Questo è il mio numero!”
“Ma le mancavano le attenzioni da piccola...?”
“Muori, puttana!!”
“Fatti e facci un favore e ammazzati, puttana di merda!”
“Io mi suiciderei se mi capitasse una cosa del genere.”
“Ma questa ancora non si è buttata giù dal balcone?”
“Minchia! Quanto è patetica?!”
“Troia scema.”
“Io me la sono scopata, a vedere che scopava con così tanti mi viene da ridere!”
“O va a fare la puttana o si ammazza!”
Questi e altre centinaia, migliaia di commenti le rimbombano nella testa vuota.
L’alcool le doveva servire per dimenticare tutta questa faccenda, ma sta avendo l’effetto opposto.
Quei commenti le stanno facendo male come tante coltellate.
Forse è davvero come dicono tutti loro. In fondo, perché ha mandato quelle foto? Perché si è lasciata scopare in quel modo? Perché si è crogiolata nei complimenti e nelle adulazioni degli altri?
Ha davvero un bisogno patologico di attenzione? Davvero si sente così inetta e patetica da doversi sentire piena di complimenti per stare bene? Davvero le sono bastate solo quattro frasi carine per farsi ficcare l’uccello in ogni orifizio?
Tanto è stata la sua convinzione fino a questo momento, tanto è la sua disperazione e il suo senso di smarrimento. Non sa più chi è. Quella di cui parlano non è lei. Eppure lo è.
La puttana patetica che deve morire.
Improvvisamente, si sente proiettata verso l’asfalto. Il contatto è violento, le ginocchia si sbucciano e lo zigomo comincia a pulsare per il dolore causato da una botta allucinante.
Si è pure morsa la lingua per sbaglio, mela caduta. Il sapore metallico del sangue le cosparge il palato, uscendole dalle labbra.
“Puttana! Ti scopi la gente, vero? Ti volevo scopare anche me, vero?”
Elisa non capisce niente. L’alcool non la sta aiutando, si sente come se fosse nelle sabbie mobili. Chi è questo tizio?
Che vuole da lei?
“A...aiu...”
“Sai chi sono, maiala?! Sono quel bel ragazzino biondo che ti volevi scopare!”
Ma di che cosa sta parlando? Quale ragazzo biondo? Ce ne sono stati così tanti...Elisa si sente stanca, vuole dormire. Ma non vuole questo tizio sopra di lei.
È bagnato, sembra sudore. E poi puzza. Puzza di alcool, fumo e altre cose schifose.
Cos’è questo rumore? Una zip che si abbassa?
“Aiu...to...”
Non riesce neanche a parlare. Ogni sua facoltà mentale è compromessa.
“Ma sentila! Vuole gridare aiuto! Devi pensare solo a succhiarmi il cazzo, puttana di merda! Credevi di farmi fesso?! Di poterti scopare chi volevi?!”
Ma di che sta parlando?
“Adesso ti faccio capire chi cazzo è che comanda, troia!”
Elisa ha il corpo talmente intorpidito che non sente neanche le mutande che vengono strappate via. Ma il dolore lo sente. Lo sente eccome. Appena questo tizio la penetra dietro, lei urla dal dolore.
— - MAURIZIO - —
L’ha seguita.
Da quando è partita da casa.
Si è ubriacata in un bar, la puttana.
È stato facile seguirla ancora e sbatterla a terra.
Lui deve farle capire che è lui che comanda! Che lei non può scoparsi gli altri! Lei è sua!
Entrare nel suo culo è stato facile. Non si è preoccupato di lubrificarla o altro. È entrato a secco! Ma la troia ha urlato: “Stai zitta e lasciami fare, stronza!”
Ma niente da fare! Questa piange, mugola, urla di dolore. Non sta zitta neanche un momento.
L’attrito contro le pareti del suo sfintere è qualcosa di sensazionale! Cazzo! Ha il cazzo che è duro come l’acciaio e i coglioni ribollono!
Cos’è questo liquido appiccicoso nel culo? Sangue? Ma che cazzo gli frega! Sta scopando una cagna da sogno!
Sta pure per sborrare!
“TOGLITI DA LEI, PEZZO DI MERDA!”
Sente questo urlo da dietro le sue spalle e in men che non si dica, ha la faccia spiattellata contro il muro del vicolo.
C’è un energumeno che lo sta tenendo fermo. Gli sembra di rivivere la situazione al McDonald’s di quel pomeriggio. Fa per divincolarsi, ma questo qua è un osso duro, non molla! Anzi! Lo sta riempiendo di pugni! Il sangue che poco prima sentiva sul cazzo, adesso lo sente nella bocca, nei tagli che si stanno creando in faccia, negli occhi gonfi e nei denti rotti e marci che stanno volando per terra.
Perde coscienza in poco tempo.
Ed è così che viene ritrovato dai poliziotti poco dopo: inerme, a terra, uccello floscio, sporco di sangue e un orrore per gli occhi.
— - ELISA - —
Sta tremando. È sull’ambulanza che trema, lo sguardo perso nel vuoto. Si fa piccola piccola sulla barella.
I due ragazzi che l’hanno soccorsa sono stati gentili con lei. Ma ha visto come l’ha guardata lei: l’ha riconosciuta. Anche lei ha visto quel video e quelle foto.
Quella ragazza era bellissima. Non era costruita come ha sempre fatto lei. Non ha bisogno di truccarsi, di coronarsi i capelli o di abiti firmati. Non ha bisogno dei complimenti altrui. Si vede che quella ragazza si erge sulle fondamenta della dignità e dell’orgoglio. Lei è una donna degna di tale nome.
L’ha soccorsa e accudita, non l’ha giudicata come gli altri. Ma lei sa chi aveva davanti. Una puttana patetica che deve morire.
Questo stupro ha confermato la sua identità. Quell’uomo l’ha violentata a causa di quel video. L’ha violentata per colpa sua. Lei lo sa.
I commenti di quel video e di quelle foto le rimbombano nella testa.
Ed è con tutto ciò che Elisa arriva ad una conclusione: non può stare al passo della ragazza che l’ha soccorsa, non si merita di camminarle vicino per strada o di rivolgerle la parola.
Perché quella è una ragazza veramente bella. Bella d’animo.
Lei non è bella. È una puttana patetica che deve morire.
Adesso deve trionfare l’odio.
E non è qualcosa che si augura.
— - ELISA - —
I piedi le fanno male, molto male. Strisciano per terra dentro a quelle All Stars vecchie e consumate dal tempo. La fanno sembrare più piccola, quasi una ragazzina. Il volto è completamente struccato. I capelli scoloriti e spettinati. Non ha curato neanche più di tanto il vestiario.
È una puttanella da quattro soldi.
Questo stanno dicendo piano piano tutti quanti su Facebook.
Quell’ingrato stronzo l’ha filmata senza che lei se ne accorgesse. Nel video si vede bene lei avere un rapporto con lui.
All’inizio, pensava che quel video la osannasse, che in qualche modo tutti avrebbero visto quanto fosse bella e figa! Tutti i ragazzi l’avrebbero tartassata di complimenti e le ragazze sarebbero morte d’invidia.
E invece l’hanno ricoperta d’insulti. Il video è diventato virale, tutti lo stanno pubblicando e commentando. Anche i ragazzi che tanto le muoiono dietro e le sbavano addosso attraverso Messanger e i commenti sotto le foto.
La cosa che più le ha fatto male da leggere è stato un aggettivo che le hanno affibbiato: patetica.
Non appena la sua vagina è diventata di dominio pubblico, anche le foto che mandava privatamente in chat lo sono diventate.
“Mamma mia, come si fa a cadere così in basso?”
“Che troia!”
“Minchia, le sborrerei in faccia a sta maiala!!!”
“Ma non ha una dignità?”
“Io mi vergognerei al posto suo!”
“Come si chiama sta cagna? Questo è il mio numero!”
“Ma le mancavano le attenzioni da piccola...?”
“Muori, puttana!!”
“Fatti e facci un favore e ammazzati, puttana di merda!”
“Io mi suiciderei se mi capitasse una cosa del genere.”
“Ma questa ancora non si è buttata giù dal balcone?”
“Minchia! Quanto è patetica?!”
“Troia scema.”
“Io me la sono scopata, a vedere che scopava con così tanti mi viene da ridere!”
“O va a fare la puttana o si ammazza!”
Questi e altre centinaia, migliaia di commenti le rimbombano nella testa vuota.
L’alcool le doveva servire per dimenticare tutta questa faccenda, ma sta avendo l’effetto opposto.
Quei commenti le stanno facendo male come tante coltellate.
Forse è davvero come dicono tutti loro. In fondo, perché ha mandato quelle foto? Perché si è lasciata scopare in quel modo? Perché si è crogiolata nei complimenti e nelle adulazioni degli altri?
Ha davvero un bisogno patologico di attenzione? Davvero si sente così inetta e patetica da doversi sentire piena di complimenti per stare bene? Davvero le sono bastate solo quattro frasi carine per farsi ficcare l’uccello in ogni orifizio?
Tanto è stata la sua convinzione fino a questo momento, tanto è la sua disperazione e il suo senso di smarrimento. Non sa più chi è. Quella di cui parlano non è lei. Eppure lo è.
La puttana patetica che deve morire.
Improvvisamente, si sente proiettata verso l’asfalto. Il contatto è violento, le ginocchia si sbucciano e lo zigomo comincia a pulsare per il dolore causato da una botta allucinante.
Si è pure morsa la lingua per sbaglio, mela caduta. Il sapore metallico del sangue le cosparge il palato, uscendole dalle labbra.
“Puttana! Ti scopi la gente, vero? Ti volevo scopare anche me, vero?”
Elisa non capisce niente. L’alcool non la sta aiutando, si sente come se fosse nelle sabbie mobili. Chi è questo tizio?
Che vuole da lei?
“A...aiu...”
“Sai chi sono, maiala?! Sono quel bel ragazzino biondo che ti volevi scopare!”
Ma di che cosa sta parlando? Quale ragazzo biondo? Ce ne sono stati così tanti...Elisa si sente stanca, vuole dormire. Ma non vuole questo tizio sopra di lei.
È bagnato, sembra sudore. E poi puzza. Puzza di alcool, fumo e altre cose schifose.
Cos’è questo rumore? Una zip che si abbassa?
“Aiu...to...”
Non riesce neanche a parlare. Ogni sua facoltà mentale è compromessa.
“Ma sentila! Vuole gridare aiuto! Devi pensare solo a succhiarmi il cazzo, puttana di merda! Credevi di farmi fesso?! Di poterti scopare chi volevi?!”
Ma di che sta parlando?
“Adesso ti faccio capire chi cazzo è che comanda, troia!”
Elisa ha il corpo talmente intorpidito che non sente neanche le mutande che vengono strappate via. Ma il dolore lo sente. Lo sente eccome. Appena questo tizio la penetra dietro, lei urla dal dolore.
— - MAURIZIO - —
L’ha seguita.
Da quando è partita da casa.
Si è ubriacata in un bar, la puttana.
È stato facile seguirla ancora e sbatterla a terra.
Lui deve farle capire che è lui che comanda! Che lei non può scoparsi gli altri! Lei è sua!
Entrare nel suo culo è stato facile. Non si è preoccupato di lubrificarla o altro. È entrato a secco! Ma la troia ha urlato: “Stai zitta e lasciami fare, stronza!”
Ma niente da fare! Questa piange, mugola, urla di dolore. Non sta zitta neanche un momento.
L’attrito contro le pareti del suo sfintere è qualcosa di sensazionale! Cazzo! Ha il cazzo che è duro come l’acciaio e i coglioni ribollono!
Cos’è questo liquido appiccicoso nel culo? Sangue? Ma che cazzo gli frega! Sta scopando una cagna da sogno!
Sta pure per sborrare!
“TOGLITI DA LEI, PEZZO DI MERDA!”
Sente questo urlo da dietro le sue spalle e in men che non si dica, ha la faccia spiattellata contro il muro del vicolo.
C’è un energumeno che lo sta tenendo fermo. Gli sembra di rivivere la situazione al McDonald’s di quel pomeriggio. Fa per divincolarsi, ma questo qua è un osso duro, non molla! Anzi! Lo sta riempiendo di pugni! Il sangue che poco prima sentiva sul cazzo, adesso lo sente nella bocca, nei tagli che si stanno creando in faccia, negli occhi gonfi e nei denti rotti e marci che stanno volando per terra.
Perde coscienza in poco tempo.
Ed è così che viene ritrovato dai poliziotti poco dopo: inerme, a terra, uccello floscio, sporco di sangue e un orrore per gli occhi.
— - ELISA - —
Sta tremando. È sull’ambulanza che trema, lo sguardo perso nel vuoto. Si fa piccola piccola sulla barella.
I due ragazzi che l’hanno soccorsa sono stati gentili con lei. Ma ha visto come l’ha guardata lei: l’ha riconosciuta. Anche lei ha visto quel video e quelle foto.
Quella ragazza era bellissima. Non era costruita come ha sempre fatto lei. Non ha bisogno di truccarsi, di coronarsi i capelli o di abiti firmati. Non ha bisogno dei complimenti altrui. Si vede che quella ragazza si erge sulle fondamenta della dignità e dell’orgoglio. Lei è una donna degna di tale nome.
L’ha soccorsa e accudita, non l’ha giudicata come gli altri. Ma lei sa chi aveva davanti. Una puttana patetica che deve morire.
Questo stupro ha confermato la sua identità. Quell’uomo l’ha violentata a causa di quel video. L’ha violentata per colpa sua. Lei lo sa.
I commenti di quel video e di quelle foto le rimbombano nella testa.
Ed è con tutto ciò che Elisa arriva ad una conclusione: non può stare al passo della ragazza che l’ha soccorsa, non si merita di camminarle vicino per strada o di rivolgerle la parola.
Perché quella è una ragazza veramente bella. Bella d’animo.
Lei non è bella. È una puttana patetica che deve morire.
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