Tre foto - Il Trittico (4/4)
di
Alba6990
genere
interviste
“Alba Eros, numero di matricola 1018666?”
“Presente!”
“È il suo turno.”
“Buongiorno.”
“Buongiorno, ha con sé il badge universitario?”
“Certo, aspetti che prendo la carta d’identità e lo tiro fuori.”
“Ha molte cose nella carta d’identità, signorina Eros.”
“Non mi piace portare le borse, quindi metto soldi, codice fiscale, patente e badge universitario nella carta d’identità.”
“Non è scomodo?”
“No, so nasconderla bene! Comunque, ecco il mio badge.”
“....Bene. Allora, direi di cominciare. Aspetti un momento che scrivo il suo nome, cognome e numero di matricola sul mio taccuino.... Okkei. Bene. Lei è qui per svolgere l’intero modulo di Teoria e Tecnica della Fotografia?”
“Esatto.”
“Ha già dato l’esame di Teoria?”
“Sì, mi manca solo il suo esame di Tecnica.”
“Lei ha partecipato al progetto di fotografia di quest’anno?”
“Sì, professore.”
“Mi faccia confermare sul mio elenco..... Ottimo. Allora, come forse saprà, il voto dell’esame per i partecipanti al progetto si limiterà unicamente alla valutazione del vostro book fotografico.”
“Il colloquio che sto per avere con lei riguarda l’analisi delle mie fotografie, giusto?”
“Precisamente. Vuole svolgere l’esame con questa modalità?”
“Sì, professore.”
“Perfetto. Allora me lo segno sul taccuino.”
“Intanto io prendo le foto che ho preparato.”
“Vedo che ha scattato molte foto. E sono tutte molto valide, signorina Eros. Forse le è stato risultato facile immergersi nel tema, data la coincidenza con il suo cognome.”
“Battuta spiritosa, professore. Ma, seriamente, è stato molto interessante e divertente cercare di ritrarre l’Erotismo. Ho cercato di non risultare volgare e di non ricadere nella pornografia.”
“Era l’obiettivo del progetto e credo che lei ci sia riuscita eccezionalmente. In particolare modo, mi piace questo trittico di foto e le loro descrizioni.”
“‘Il riflesso’, ‘Il tutt’uno’ e ‘Al centro della luce’?”
“Sì! Mi hanno colpito molto. Le descrizioni ricordano delle poesie, non sono semplici descrizioni tecniche. Mi può dire, con parole più esplicative, qual è il significato dietro a queste tre foto?”
“Certamente, professore.
Nella prima, ‘Il riflesso’, ho provato ad immaginare come una persona potesse sembrare nel quotidiano un qualsiasi tipo di personaggio, mentre nella sfera intima può completamente stravolgere questa immagine. Quindi, ho preso una donna qualunque, quasi anonima nella realtà. Può essere una qualsiasi segreteria che si sta recando al lavoro la mattina presto, come una studentessa diligente che sta andando a lezione.”
“Come mai hai deciso di ritirarla di spalle?”
“Ho pensato che ritraendola in questo modo, quindi senza un segno particolare di distinzione come il viso, potesse risultare ancora più anonima. D’altronde, la modella che ha posato è la stessa che poi si fa ritrarre nuda. E credo che il viso non sia così anonimo...”
“Lo vedo bene, signorina Eros.”
“.....Ecco. Tornando alla foto: la posizione è rigida, composta, sembra un soldatino sull’attenti. E questa figura la chiamo ‘Immagine’ o ‘Apparenza’.”
“Perché proprio questo nome?”
“Lei si trova in quello che è il mondo reale del quotidiano. Questa è solo la vetrina della persona con cui chiunque ha la possibilità di interagire. La vera ‘Essenza’ o ‘Natura’, come la chiamo io, è la figura sensuale nel riflesso. In questo caso ho pensato ai vampiri.”
“Ai vampiri perché si possono riconoscere solo osservando il loro riflesso nello specchio?”
“Precisamente, professore. Non ci si accorge di un vampiro che si vuole mimetizzare, a meno che non lo si guardi allo specchio.”
“Interessante. Continui.”
“La ‘Natura’ mette in risalto ogni caratteristica del suo corpo, rendendola erotica e intrigante. Lo sguardo è accattivante e anche la posizione non c’entra niente con la donna che si sta specchiando.
Ho voluto rappresentare la Natura nascosta di ogni donna: tutte noi ci ritroviamo a ricoprire certi ruoli sociali per la nostra sopravvivenza.”
“In che senso ‘sopravvivenza’?”
“La Donna, professore. Noi donne siamo una razza debole. E dico questo con profondo rammarico! Nonostante tutte le lotte e i dolori passati e anche tutte le conquiste e i traguardi raggiunti, siamo ancora il sesso debole.
Se si parla di erotismo, poi. La mia affermazione sembrerà un cliché banale, ma rappresenta una realtà: un uomo che riesce a portarsi a letto una donna ogni sera, viene considerato un esempio da seguire; una donna che riesce nello stesso intento, viene considerata una putta...no, niente parolacce. Diciamo....una donnaccia!
Se una donna abbraccia l’erotismo è una donnaccia.
Se una donna si veste in abiti succinti è una donnaccia.
Se una donna è tale è una donnaccia a prescindere.
Noi donne siamo sempre nel mirino degli uomini per queste cose e non sempre in modo positivo. Quindi, dobbiamo, in certi casi, mascherarci, dimostrarci impettite, comuni per poter raggiungere i nostri scopi.
Per cinque anni di liceo, non hanno fatto altro che cercare di affossarmi perché dimostravo la mia vera Natura, senza alcuna falsa Apparenza.
Gelosia e Maschilismo sono due brutte bestie.
In questa foto, ho rappresentato la vera Natura femminile, al di là della semplice Apparenza. Non si può giudicare un libro dalla sua copertina.”
“Che mi dice della seconda foto?”
“In ‘Il tutt’uno’, ho voluto rappresentare la, diciamo, bipolarità femminile.
La figura angelica che viene quasi protetta dalla femme fatale.
La Seduttrice vestita di nero, può fungere da corazza o da anticamera all’Angelica figura romantica vestita di bianco.
Una donna può essere Femme Fatale e Romantica. Le due parti non sono nemiche, anzi. Convivono e si aiutano a vicenda. Ed esse formano un tutt’uno, formano una personalità femminile.”
“Mi parli della terza foto. Credo che sia quella con il significato più intuibile di tutti.”
“Immaginavo me lo avrebbe detto. Qui riprendiamo un po’ il concetto della donna di cui le ho parlato nella prima foto.
Scoprendo la vera Natura di una donna, alla reazione del popolo bue è quella di schernire quella personalità. La schernisce perché non rispetta le regole sociali imposte dalla società.
Viene schernita perché diversa e forse più forte.
Viene schernita da chiunque, di qualunque età, sesso o provenienza. Per questo non si vedono i volti delle dita che indicano la donna. E lei è al centro dell’attenzione di tutti, ‘Al centro della luce’.”
“Mi parli dello sperma e del livido. Che cosa voleva trasmettere?”
“Violenza. Sia psicologia che fisica. Da un lato, la donna viene considerata un mero oggetto con cui sfogare il proprio piacere.
Dall’altro lato, viene maltrattata, aggredita, picchiata, sempre perché considerata un oggetto di poca importanza, una donnaccia che si diletta nel sesso.
E sa quale delle due violenze, entrambe orribili, mi sconvolge di più? Il livido. Perché quello è opera non solo degli uomini, ma anche di altre donne.
Non a caso, ho posizionato il livido sul seno sinistro, dalla parte del cuore. Una violenza fisica che si trasforma in violenza psicologica, dell’animo.”
“Ma la donna sembra non curarsene. Anzi, sembra deridere la situazione.”
“Questo perché è una donna fiera. Come dovrebbero esserlo tutte.
Le donne capaci di questo possono fare qualunque cosa.”
“Molto bene, signorina. Sono molto colpito dalle sue foto. Solo un’ultima domanda, prima di terminare l’esame.”
“Certo.”
“C’è un qualche motivo per cui ha ritratto sé stessa nelle foto? Perché è lei la modella?”
“Mi rispecchio in ciascuna di queste situazioni, professore. E io non ho timore di mostrarmi per quello che sono.”
“Presente!”
“È il suo turno.”
“Buongiorno.”
“Buongiorno, ha con sé il badge universitario?”
“Certo, aspetti che prendo la carta d’identità e lo tiro fuori.”
“Ha molte cose nella carta d’identità, signorina Eros.”
“Non mi piace portare le borse, quindi metto soldi, codice fiscale, patente e badge universitario nella carta d’identità.”
“Non è scomodo?”
“No, so nasconderla bene! Comunque, ecco il mio badge.”
“....Bene. Allora, direi di cominciare. Aspetti un momento che scrivo il suo nome, cognome e numero di matricola sul mio taccuino.... Okkei. Bene. Lei è qui per svolgere l’intero modulo di Teoria e Tecnica della Fotografia?”
“Esatto.”
“Ha già dato l’esame di Teoria?”
“Sì, mi manca solo il suo esame di Tecnica.”
“Lei ha partecipato al progetto di fotografia di quest’anno?”
“Sì, professore.”
“Mi faccia confermare sul mio elenco..... Ottimo. Allora, come forse saprà, il voto dell’esame per i partecipanti al progetto si limiterà unicamente alla valutazione del vostro book fotografico.”
“Il colloquio che sto per avere con lei riguarda l’analisi delle mie fotografie, giusto?”
“Precisamente. Vuole svolgere l’esame con questa modalità?”
“Sì, professore.”
“Perfetto. Allora me lo segno sul taccuino.”
“Intanto io prendo le foto che ho preparato.”
“Vedo che ha scattato molte foto. E sono tutte molto valide, signorina Eros. Forse le è stato risultato facile immergersi nel tema, data la coincidenza con il suo cognome.”
“Battuta spiritosa, professore. Ma, seriamente, è stato molto interessante e divertente cercare di ritrarre l’Erotismo. Ho cercato di non risultare volgare e di non ricadere nella pornografia.”
“Era l’obiettivo del progetto e credo che lei ci sia riuscita eccezionalmente. In particolare modo, mi piace questo trittico di foto e le loro descrizioni.”
“‘Il riflesso’, ‘Il tutt’uno’ e ‘Al centro della luce’?”
“Sì! Mi hanno colpito molto. Le descrizioni ricordano delle poesie, non sono semplici descrizioni tecniche. Mi può dire, con parole più esplicative, qual è il significato dietro a queste tre foto?”
“Certamente, professore.
Nella prima, ‘Il riflesso’, ho provato ad immaginare come una persona potesse sembrare nel quotidiano un qualsiasi tipo di personaggio, mentre nella sfera intima può completamente stravolgere questa immagine. Quindi, ho preso una donna qualunque, quasi anonima nella realtà. Può essere una qualsiasi segreteria che si sta recando al lavoro la mattina presto, come una studentessa diligente che sta andando a lezione.”
“Come mai hai deciso di ritirarla di spalle?”
“Ho pensato che ritraendola in questo modo, quindi senza un segno particolare di distinzione come il viso, potesse risultare ancora più anonima. D’altronde, la modella che ha posato è la stessa che poi si fa ritrarre nuda. E credo che il viso non sia così anonimo...”
“Lo vedo bene, signorina Eros.”
“.....Ecco. Tornando alla foto: la posizione è rigida, composta, sembra un soldatino sull’attenti. E questa figura la chiamo ‘Immagine’ o ‘Apparenza’.”
“Perché proprio questo nome?”
“Lei si trova in quello che è il mondo reale del quotidiano. Questa è solo la vetrina della persona con cui chiunque ha la possibilità di interagire. La vera ‘Essenza’ o ‘Natura’, come la chiamo io, è la figura sensuale nel riflesso. In questo caso ho pensato ai vampiri.”
“Ai vampiri perché si possono riconoscere solo osservando il loro riflesso nello specchio?”
“Precisamente, professore. Non ci si accorge di un vampiro che si vuole mimetizzare, a meno che non lo si guardi allo specchio.”
“Interessante. Continui.”
“La ‘Natura’ mette in risalto ogni caratteristica del suo corpo, rendendola erotica e intrigante. Lo sguardo è accattivante e anche la posizione non c’entra niente con la donna che si sta specchiando.
Ho voluto rappresentare la Natura nascosta di ogni donna: tutte noi ci ritroviamo a ricoprire certi ruoli sociali per la nostra sopravvivenza.”
“In che senso ‘sopravvivenza’?”
“La Donna, professore. Noi donne siamo una razza debole. E dico questo con profondo rammarico! Nonostante tutte le lotte e i dolori passati e anche tutte le conquiste e i traguardi raggiunti, siamo ancora il sesso debole.
Se si parla di erotismo, poi. La mia affermazione sembrerà un cliché banale, ma rappresenta una realtà: un uomo che riesce a portarsi a letto una donna ogni sera, viene considerato un esempio da seguire; una donna che riesce nello stesso intento, viene considerata una putta...no, niente parolacce. Diciamo....una donnaccia!
Se una donna abbraccia l’erotismo è una donnaccia.
Se una donna si veste in abiti succinti è una donnaccia.
Se una donna è tale è una donnaccia a prescindere.
Noi donne siamo sempre nel mirino degli uomini per queste cose e non sempre in modo positivo. Quindi, dobbiamo, in certi casi, mascherarci, dimostrarci impettite, comuni per poter raggiungere i nostri scopi.
Per cinque anni di liceo, non hanno fatto altro che cercare di affossarmi perché dimostravo la mia vera Natura, senza alcuna falsa Apparenza.
Gelosia e Maschilismo sono due brutte bestie.
In questa foto, ho rappresentato la vera Natura femminile, al di là della semplice Apparenza. Non si può giudicare un libro dalla sua copertina.”
“Che mi dice della seconda foto?”
“In ‘Il tutt’uno’, ho voluto rappresentare la, diciamo, bipolarità femminile.
La figura angelica che viene quasi protetta dalla femme fatale.
La Seduttrice vestita di nero, può fungere da corazza o da anticamera all’Angelica figura romantica vestita di bianco.
Una donna può essere Femme Fatale e Romantica. Le due parti non sono nemiche, anzi. Convivono e si aiutano a vicenda. Ed esse formano un tutt’uno, formano una personalità femminile.”
“Mi parli della terza foto. Credo che sia quella con il significato più intuibile di tutti.”
“Immaginavo me lo avrebbe detto. Qui riprendiamo un po’ il concetto della donna di cui le ho parlato nella prima foto.
Scoprendo la vera Natura di una donna, alla reazione del popolo bue è quella di schernire quella personalità. La schernisce perché non rispetta le regole sociali imposte dalla società.
Viene schernita perché diversa e forse più forte.
Viene schernita da chiunque, di qualunque età, sesso o provenienza. Per questo non si vedono i volti delle dita che indicano la donna. E lei è al centro dell’attenzione di tutti, ‘Al centro della luce’.”
“Mi parli dello sperma e del livido. Che cosa voleva trasmettere?”
“Violenza. Sia psicologia che fisica. Da un lato, la donna viene considerata un mero oggetto con cui sfogare il proprio piacere.
Dall’altro lato, viene maltrattata, aggredita, picchiata, sempre perché considerata un oggetto di poca importanza, una donnaccia che si diletta nel sesso.
E sa quale delle due violenze, entrambe orribili, mi sconvolge di più? Il livido. Perché quello è opera non solo degli uomini, ma anche di altre donne.
Non a caso, ho posizionato il livido sul seno sinistro, dalla parte del cuore. Una violenza fisica che si trasforma in violenza psicologica, dell’animo.”
“Ma la donna sembra non curarsene. Anzi, sembra deridere la situazione.”
“Questo perché è una donna fiera. Come dovrebbero esserlo tutte.
Le donne capaci di questo possono fare qualunque cosa.”
“Molto bene, signorina. Sono molto colpito dalle sue foto. Solo un’ultima domanda, prima di terminare l’esame.”
“Certo.”
“C’è un qualche motivo per cui ha ritratto sé stessa nelle foto? Perché è lei la modella?”
“Mi rispecchio in ciascuna di queste situazioni, professore. E io non ho timore di mostrarmi per quello che sono.”
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