Una serata sorprendente

di
genere
dominazione

Racconto di un'esperienza autobiografica.
Sospetto che chi mi conosce su questo sito resterà sorpreso/a. Spero la sorpresa sia gradita.
Ma da un pezzo non mi capitava un'esperienza a così alto tasso erotico.
Posto la prima parte.. quando me la sentirò la seconda!

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Situazioni.
Sguardi.
Brevi attimi in cui tutto cambia.
Attimi nei quali le convinzioni che credevi di avere fino a quel momento cambiano.

E' una sera di giugno, sono in trasferta per lavoro e sto aspettando un tavolo al ristorante tipico dove vado quando sono a Torino.
Il cameriere dice a me e a un ragazzo di 22 anni che c'è troppa gente, e che quindi o dividiamo il tavolo o avremo un'altra ora come minimo da aspettare se non vogliamo dividere il tavolo con nessuno.

Ma uno sguardo, un sorriso simpatico ed è fatta.
Mangiare da soli non è mai bello.
Specialmente lontano da casa.

E quindi mi ritrovo al tavolo con uno sconosciuto.

Ma complice la buona carne e il buon vino, le chiacchiere scorrono libere e quindi scopro che è uno studente e che in questa serata di piena sessione estiva, ha deciso di staccare dallo studio e di prendersi una sana pausa a base di buon cibo.
E ripensando ai miei anni di università posso solo capirlo e condividere questa scelta.
Quindi il brindisi all'università e a tutti gli annessi e connessi parte spontaneo.

Ma ad un certo punto i discorsi prendono una piega inaspettata.

Si, nel momento in cui mi dice che a lui molto semplicemente piacciono i ragazzi, sopratutto se più grandi di lui, tipo il sottoscritto.

E condisce questo colpo di scena con un sorso di Barbera decisamente prolungato, oserei dire provocante.

Ma la cosa che più mi stupisce è che quel suo sguardo non mi mette a disagio, anzi a dir la verità mi lusinga.

Sarà per quelle labbra carnose, sarà per la completa assenza di barba, ma i suoi tratti femminili e il fisico esile mi fanno accettare senza disagio la situazione.

Non riporto i dialoghi, non ero lucido e non renderei mai le parole come meriterebbero di essere descritte. Sarei costretto a inventare delle parti.
Non riporto per privacy nemmeno il nome del giovanotto e mettere un altro nome avrebbe poco senso.

Dico solo che alla fine delle cena il giovanotto mi propone di passare da casa sua per un San Simone.
Il grillo parlante nella mia testa mi mette all'erta e mi consiglia di mettermi in salvo finchè posso.
Potrebbe essere un pazzo, alla fine non so praticamente nulla di lui.
Ma quel suo sguardo.
Certo è dannatamente sfacciato.
Ha un sorrisetto beffardo che non riesco ad interpretare.
Ma c'è una scintilla che mi fa capire che non sono in pericolo.
E in quella scintilla vedo anche un qualcosa di nuovo che non sono in grado di capire, un qualcosa che finora non ho mai incontrato.
Ne sono attratto e spaventato allo stesso tempo.

Ma alla fine cedo.
Sto sperimentando talmente tante cose in questi ultimi mesi, che ho deciso di vivere e di prendere tutto quello che si presenta sul cammino.

E come entriamo nel suo appartamento mi risulta tutto chiaro.

Non faccio in tempo a girarmi dopo che lui ha appena chiuso la porta, che lo sento abbracciarmi da dietro e appoggiarmi un bacio sul collo.
Un brivido lungo la schiena mi blocca.

Non sono pronto a un approccio così diretto.
E lui lo capisce immediatamente.

Ma le sue parole un secondo dopo, hanno il potere di tranquillizzarmi e di suscitare un mio deciso interesse.

"Tranquillo, per stasera sarò il tuo schiavetto, farò solo quello che ti andrà di fare".

Il secondo brivido nasce da queste parole e dalla sua mano che si appoggia sopra il mio pacco.
E sembra lo usi come sostegno visto che nel frattempo si inginocchia.

Prospettiva interessante questo rapporto, questa posizione di pseudo controllo.

"Siediti sul divano che a te ci penso io". Altre parole e altri brividi. E mi raggiunge gattonando.
Ma da dove esce fuori questo ragazzo?

Senza saper ne leggere ne scrivere lo assecondo.

E da lì inizia la mia fine... o l'inizio.

Via tutto, resto solo in boxer.
E da dove inizia lui?
Dai piedi.
Li bacia, succhia le dita una per una, li venerà. Sarà per la misura 46 non proprio piccola.
Le sue parole che mi strappano un altro sorriso: "Questi sono i piedi di un re".
E chi avrebbe mai pensato che fare la parte del padrone e che farsi succhiare e baciare i piedi fosse così bello?
In breve mi rendo conto che la sensazione di potere mi manda via di testa.
Ma ancora di più mi manda via di testa vedere lui seduto per terra, mentre ad occhi chiusi continua a venerare i miei piedi come se fossero la cosa più bella di questo mondo.

E di nuovo quel suo sorriso divertito e furbo.
I boxer ormai sono superflui, questo trattamento mi sta eccitando per bene.

Ma ora è il momento del piede destro, e poi dei due piedi insieme.

Ogni tanto prendo l'iniziativa, lo forzo disteso per terra e gli spalmo in viso i miei piedi. E' come se lui fosse della creta che si fa plasmare dai miei piedi.
La sensazione di dominio è come una droga.

Fino a quando tutto questo non ci basta più.
Vedo e sento che inizia a salire con la lingua.
Ora sono le mie gambe ad essere preda di baci e di una scia umida ininterrotta.
Sempre più su.

Salta intenzionalmente l'erezione e prosegue fino ai capezzoli.
Li bacia e ci gioca brevemente.
Per poi scendere alla pancia e baciarla centimetro per centimetro.
E poi giù lungo la gamba destra, mentre una mano si appoggia sopra i boxer a saggiare l'erezione.

E lo sguardo che mi lancia come sente l'erezione è uno sguardo soddisfatto, lo sguardo di chi non vede l'ora di poggiare le labbra sul mio membro oscenamente gonfio e fremente, di sentire quella sensazione unica che solo la bocca sa dare.

Ed è così che inizia a sfilarmi i boxer mentre continua a baciarmi l'interno coscia...
scritto il
2018-06-20
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