La sveltina

di
genere
etero

“ Se avessi tempo per una sveltina come la faresti? “, mi spiattelli la domanda così, mentre ancora leggi il menù al ristorante.
Rimango un attimo sorpresa, non me l’aspettavo e non ti chiedo il perché.
Ti rispondo semplicemente: “ Bhe, magari mentre lavoro, come piacevole pausa caffè”, rido e anche tu ti unisci a me.
Il discorso si arena lì, ordiniamo al cameriere e iniziamo a pranzare.
Verso metà del pasto mi alzo, devo andare al bagno e ti lascio al tavolo solo mentre continui a mangiare.
Dopo aver usato la toilette, mi lavo le mani guardandomi allo specchio e, assorta nei miei pensieri, ti vedo entrare.
“ Hai sbagliato porta”, ti dico divertita, mentre continuo a guardarti non capendo cosa tu stia facendo.
“ Non penso proprio “, mi rispondi, intanto ti avvicini a me sempre standomi dietro.
Mi metti le mani sui fianchi, attirandomi nella tua orbita.
I tuoi occhi sono chiusi, sento solo i tuoi respiri lenti e profondi, come a voler tener per te il mio profumo.
“ Siamo nel bagno delle signore, cosa pensi di combinare ?“ cerco di dirti, mentre sposti le tue mani dai miei fianchi ai miei seni.
“ Nulla, non sto facendo nulla” per poi leccarmi un orecchio, con quella lingua calda e biforcuta che hai.
Mi strappi un gemito, mentre mi sollevi appena il vestito che ho, scostandomi gli slip.
“ Tu cosa pensi di combinare con queste mutande così bagnate? “. mi fissi con quegli occhi che sembrano ambra liquida, nei quali affogherei tranquillamente per ore e ore.
Non faccio in tempo a risponderti, le tue dita scorrono già dentro di me aumentando i miei umori.
Mi tengo al lavandino, sai quali corde pizzicare e mi fai sentire come uno strumento che tu abilmente sai sempre come far suonare.
Chiudo gli occhi, mentre ti sento trafficare con la cerniera dei tuoi jeans e hai ancora le mie mutandine scostate di lato.
Con un unico movimento ti infili dentro al mio sesso, il quale già pulsa attorno al tuo e inizi la tua cavalcata.
I ritmi sono accelerati, lo sappiamo entrambi che abbiamo i minuti contati. Dopotutto una signora potrebbe voler incipriarsi il naso ed entrando, le si parerebbe davanti questa scena.
Forse mi leggi nel pensiero, perché con una mano mi inizi a sfregare il clitoride da sopra gli slip, ormai spolti dal mio aldo liquido salmastro.
Ti vedo soddisfatto, ti piace ridurmi sempre così.
Non ti fermi, sento il tuo cazzo martoriarmi la fica, non resisto più a vederti così.
Nel sentirti così prepotente dentro di me, vorrei riuscire a guardarti negli occhi.
Venendo in questo orgasmo vorrei fotografare nella mente questa scena così erotica, ma non ci riesco.
Li chiudo, con le mani mi sorreggo forte al lavandino e serro le gambe tra loro.
Così facendo, esercito pressione sul mio già provato clitoride, che esplode e mi regala un secondo orgasmo ancora più devastante.
Tu hai preceduto di poco il mio godere, però continui a strusciarmelo ancora un po’ sul culo.
Mi fai leccare le tue dita ancora intrise di me, di te e di noi.
“ Io la sveltina, la intendevo così” dici soddisfatto.


“ Sta sveltina come la faresti ? Mi sembri stralunata, a cosa pensi ?” mi sento ripetere da te.
Siamo ancora coi menù in mano, solo ora mi rendo conto di essermi immaginata tutto.
“ Hai presente il bagno del ristorante in fondo a destra ?”, ti guardo sorniona.
Tu capisci al volo e mi rispondi: “ Sei davvero incredibilmente zozza, avviati che ti vengo dietro “
“ Sicuramente verrai “, ti dico maliziosa mentre mi alzo dal tavolo.
scritto il
2018-07-13
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