Lacrime
di
Ginnylinny
genere
etero
Per ognuna delle sue guance, due lacrime lente e inesorabili si fanno spazio, fino ad arrivare al mento.
Gocciolano piano sulle ultime parole del libro, che sta leggendo, puó sentirne il ticchettio sul foglio ingiallito.
Lui la vede, mentre piano lei tenta di darsi un contegno, prova con gli occhiali da sole.
La tradisce il labbro inferiore, che inizia a tremare conclusivamente, senza freni. Ulteriori lacrime scendono dai suoi occhi castani, ed ora le finisco direttamente sulle labbra.
Piano se le inumidisce con la lingua, si immagina mentre ne saggia il sapore, magari le ricordano il mare, salmastre.
“ Cosa avrà mai letto in quel libro ? “, si domanda lui.
Questo forse non lo saprà mai, ma si immagina mentre piano le lecca via quelle lacrime roventi da quel viso.
“ Come puoi permettere loro di ridurti così ?”, se lo domanda, è quasi furente.
Intanto con le sue mani le tocca i seni abbondanti e sodi, sente i capezzoli indurirsi al tatto.
Si fa spazio tra i suoi fianchi accoglienti, sinuosi e le tocca le cosce tornite.
Arriva sul suo sesso, se lo immagina già caldo, intanto lei non singhiozza più, iniziando ad ansimare piano.
Lui da sopra i vestiti, le carezza piano la sua intimità, così femmina così già pronta.
La può sentire umida da sopra i vestiti, mentre piano le intrufola un dito impertinente.
Và a scavare a fondo, fino a trovare la fonte del suo piacere, inizia a stimolarla.
Glielo fa da vestita, perché le vuole dare la sensazione della velocità, quella con la quale lei dovrebbe accogliere i suoi orgasmi, non i suoi dispiaceri.
Piano la masturba con due dita, che si fanno già spazio velocemente dentro al suo anfratto, fino quasi a portarla allo stremo.
Solo quando lei mugola nel modo che più lo aggrada, ovvero senza ritegno e oscena, le toglie pantaloni e slip.
Le apre quelle belle gambe, e piano inizia a saggiarle l’interno coscia, con la punta della lingua.
Sente la sua frenesia sempre più crescente, ora è certezza non più ipotesi.
Gli cinge la testa con le sue cosce, sempre più stretto nella morsa, a mano a mano che le tormenta quel meraviglioso clitoride.
Con due dita intanto la masturba sempre più velocemente.
Le grandi labbra sono ormai gonfie e succose, come una pesca matura da addentare.
Lei gli prende i capelli fra le mani, glieli tira e lo direziona nei suoi movimenti di lingua.
Fino a quando non sente esplodere il suo orgasmo: potente, caldo, denso e lievemente salato.
Lo percepisce sulla lingua, se lo gusta, quasi come fosse un assaggiatore.
Mentre si calma dai suoi spasmi, si avvicina piano a lei, risalendo il suo bel corpo formoso.
Arrivati faccia a faccia, occhi negli occhi, la bacia.
La sua lingua cattura quella di lei, ancora piena dei suoi umori. Viene ricambiato con potenza e dedizione, inizia una lotta che sembra non avere vinti ma solo vincitori.
Finito il bacio si stacca, mentre le carezza i seni, le sussurra all’orecchio: “ Ricorda che l’unico sapore salmastro, che dovresti sentire sulla tua bocca, è solo quello del tuo piacere più intimo”.
Gocciolano piano sulle ultime parole del libro, che sta leggendo, puó sentirne il ticchettio sul foglio ingiallito.
Lui la vede, mentre piano lei tenta di darsi un contegno, prova con gli occhiali da sole.
La tradisce il labbro inferiore, che inizia a tremare conclusivamente, senza freni. Ulteriori lacrime scendono dai suoi occhi castani, ed ora le finisco direttamente sulle labbra.
Piano se le inumidisce con la lingua, si immagina mentre ne saggia il sapore, magari le ricordano il mare, salmastre.
“ Cosa avrà mai letto in quel libro ? “, si domanda lui.
Questo forse non lo saprà mai, ma si immagina mentre piano le lecca via quelle lacrime roventi da quel viso.
“ Come puoi permettere loro di ridurti così ?”, se lo domanda, è quasi furente.
Intanto con le sue mani le tocca i seni abbondanti e sodi, sente i capezzoli indurirsi al tatto.
Si fa spazio tra i suoi fianchi accoglienti, sinuosi e le tocca le cosce tornite.
Arriva sul suo sesso, se lo immagina già caldo, intanto lei non singhiozza più, iniziando ad ansimare piano.
Lui da sopra i vestiti, le carezza piano la sua intimità, così femmina così già pronta.
La può sentire umida da sopra i vestiti, mentre piano le intrufola un dito impertinente.
Và a scavare a fondo, fino a trovare la fonte del suo piacere, inizia a stimolarla.
Glielo fa da vestita, perché le vuole dare la sensazione della velocità, quella con la quale lei dovrebbe accogliere i suoi orgasmi, non i suoi dispiaceri.
Piano la masturba con due dita, che si fanno già spazio velocemente dentro al suo anfratto, fino quasi a portarla allo stremo.
Solo quando lei mugola nel modo che più lo aggrada, ovvero senza ritegno e oscena, le toglie pantaloni e slip.
Le apre quelle belle gambe, e piano inizia a saggiarle l’interno coscia, con la punta della lingua.
Sente la sua frenesia sempre più crescente, ora è certezza non più ipotesi.
Gli cinge la testa con le sue cosce, sempre più stretto nella morsa, a mano a mano che le tormenta quel meraviglioso clitoride.
Con due dita intanto la masturba sempre più velocemente.
Le grandi labbra sono ormai gonfie e succose, come una pesca matura da addentare.
Lei gli prende i capelli fra le mani, glieli tira e lo direziona nei suoi movimenti di lingua.
Fino a quando non sente esplodere il suo orgasmo: potente, caldo, denso e lievemente salato.
Lo percepisce sulla lingua, se lo gusta, quasi come fosse un assaggiatore.
Mentre si calma dai suoi spasmi, si avvicina piano a lei, risalendo il suo bel corpo formoso.
Arrivati faccia a faccia, occhi negli occhi, la bacia.
La sua lingua cattura quella di lei, ancora piena dei suoi umori. Viene ricambiato con potenza e dedizione, inizia una lotta che sembra non avere vinti ma solo vincitori.
Finito il bacio si stacca, mentre le carezza i seni, le sussurra all’orecchio: “ Ricorda che l’unico sapore salmastro, che dovresti sentire sulla tua bocca, è solo quello del tuo piacere più intimo”.
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