L’ineffabile Master Frank VS il frigo della slave – (racconto tragico-alimentare)

di
genere
comici



C'è una cosa nella vita di un Dominate che prima o poi finirà per angosciarlo: il frigorifero della sua slave.
Spesso arriva in tutte le relazioni D/s un momento in cui un Dom viene invitato a passare un weekend o una serata in casa della slave.
Ora essendo la Sub una donna che lavora, con tutti i pro e i contro che vi sono per mantenere l'indipendenza della suddetta, prima o poi vi potrebbe succedere di dovervi fermare in casa sua, magari avete avuto una giornata lunga, magari avete saltato il pranzo e siete arrivati da lei non ancora “mangiati”, magari avete un insopprimibile languorino, magari siete Obelix ( e lui ha una fame leggendaria) e magari lei è uscita un attimo lasciandovi soli in casa o vi ha lasciato la chiave con quell'insidioso biglietto sul tavolo “Arrivo subito fai come se fossi a casa tua”.
Ora l'etichetta del Master duro e puro vorrebbe che la slave devota lo aspetti prostrata nuda e collarata con un drink e stuzzichini adeguati, una vasca ricolma di acqua calda e sali al sandalo, ma nella realtà arriverete in casa sua con lei impreparata e in ritardo, una fame bestia e niente di pronto, e una doccia con docciaschiuma alla rosa e paciouli.
Quindi fatto la doccia ed olezzante come un connubio improbabile tra una mignotta e una vergine collegiale e con una fame centuplicata, vi avvicinate speranzosi al frigorifero.
Qui le situazioni possono essere le più diverse a seconda della tipologia della vostra slave:

La slave Vegana: All'aprire del suo frigo avrete un tripudio di erbette, erbacce e frutta, non cercate altro …. e non avrete miglior fortuna aprendo la dispensa perché a parte scatole di cereali e qualche sparuto barattolo di borlotti non c'è altro... se si è ricordata di fare la spesa, se non si è ricordata c'è il caso che troverete nel frigorifero un biglietto con scritto “Se hai fame scendi a brucare qualcosa in giardino”.

La slave Intollerante: qui cascate benino dai tutto senza glutine, senza lattosio, senza uovo, senza farine animali ...infatti se trovate una confezione di qualcosa di commestibile mangiatevi quella... si la confezione, perché dentro sarà vuota...senza nulla .

La slave Lavoratrice vulgaris: questa poverina si massacra di lavoro tutto il giorno ed è sempre fuori casa, il suo frigo è tenuto chiuso dal “vuoto pneumatico”, se lo aprirete, afferratevi saldamente alla maniglia per non essere risucchiati all'interno di esso, infatti quello a cui vi affacciate non è un elettrodomestico atto a conservare i cibi grazie ad una temperatura tenuta artificialmente bassa, ma l'orizzonte degli eventi di un buco nero. Attenti anche alla frutta invitante che potreste trovare sul tavolo...i pronto soccorsi sono pieni di Master sottoposti a lavande gastriche per aver mangiato frutti di plastica e cera troppo realistici.

La slave Macrobiotica: costei avrà il frigo pieno zeppo di alimenti non identificabili e di barattoli con etichette incomprensibili che vi faranno dubitare che quel corso serale di egittologia a cui si era iscritto un amico che perculavate per quello, non era poi quella stronzata che credevate. In questo caso vale la regola del “Non mangiare quello il cui nome non riesci a pronunciare”. I Pronto Soccorsi di molti ospedali si sono riempiti di Master resi imprudenti dalla fame, che hanno ingurgitato una crema naturale senza conservanti antirughe, credendo che fosse un budino di vaniglia e tapioca.

La slave Lavoratrice avarus : è l'esatto contrario, della vulgaris, come indica la sua denominazione scientifica l'avarus (in latino, ingorda) specifica chiaramente che il suo frigo sarà ricolmo di ogni tipo possibile di cibo spazzatura. Alla prima occhiata i vostri trigliceridi entreranno in rivolta, ad una seconda il vostro colesterolo sarà avvistato dalla sonda Giotto, mentre esce spedito dal sistema solare in direzione della nebulosa di Magellano, ad una terza la vostra glicemia sarà paragonabile a quella di un barile di melassa. Se poi sarete così dannatamente imprudenti da stendere una mano per afferrare un qualsiasi pseudo-alimento al suo interno, passerete la notte tormentati da incubi terribili che vi vedranno protagonisti di una sessione ad opera della Dott.SSA Tirone e Umberto Veronesi insieme e vi sveglierete sudati tutti ciccia e brufoli (con la vostra slave che insisterà per schiacciarli tra le unghie). Brrrr!

La slave Boyscout: arriverà in casa proprio nel momento in cui state studiando cosa c'è nel frigo e mentre state provando nella vostra testa a fare un gioco di Revercing Cooking (dati gli ingredienti, cosa posso preparare?) con una barattolo di yogurt al mirtillo scaduto, una carota rinsecchita, una bottiglia di ketchup, piselli in scatola e una confezione aperta di spinacine, ed esordirà con un “Adesso preparo qualcosa”... scappate finché potete.

La slave Coinvolgente: ecco questa è in assoluto la più pericolosa tra tutte le precedenti. Arriverà a casa mentre state spiando dentro quella vuota spelonca gelata, che lei chiama frigorifero, e cinguettando vi dirà che non c'è nulla perché non ha avuto tempo di fare la spesa (bella scoperta, e voi che pensavate che invece era passato Ali Babà e i 40 ladroni, Poldo Sbaffini e Obelix a fare merenda rima che arrivaste voi), ma che potreste accompagnarla a fare un attimo la spesa nel market sotto casa, che in realtà è a 5 minuti in auto (che in realtà sono 30 minuti nel traffico mortale dell'ora di punta, in un centro commerciale preso d'assalto, peggio che Gerusalamme durante le crociate).
La sessione siete voi che dovete farla a lei e non viceversa! Vi trascinerà con un “prendo solo due cose” e vi ritroverete come un novello Sisifo a spingere un carrello stracolmo sino alle casse che farebbe impallidire un T.I.R. rumeno in sovraccarico sull'Autostrada del Sole. Un ora di coda alle casse, un altra per tornare a casa della slave mentre il traffico avrà raggiunto l'intensità del controesodo estivo, un altra mezz'ora a spostare quella valanga di vettovaglie su per le scale (l'ascensore è rotto) che sfamerebbero la popolazione cinese per una settimana (“scusa padrone, ma approfitto che ci sei te visto che io sono sempre sola”) e un altra mezz'ora per allocarla nella dispensa e nel frigo. Al termine di tutto questo o sarete collassati morti sul divano, oppure sarete portati in emergenza cadio-respiratoria al pronto soccorso... e sappiatelo non esiste neppure una safeword per tutto questo. Altro che sessione!
La slave Prudens: Suddetta slave vive nell'attesa paziente che il suo Master arrivi e hanno un piano di contingenza per ogni tipo di esigenza alimentare. I Master che hanno la fortuna incommensurabile di possedere cotanta slave sono pronti a difenderla sino alla pugna.
Tuttavia suddette slave sono micidiali per la loro linea, per cui i suddetti Dom hanno la tendenza a perderla o ad assumerne una curva nei pressi dei muscoli lardominali.
I Master che ne sono possessori sono quindi invitati a sessioni impegnative sopratutto per loro stessi e il lor stesso benessere psicofisico a cui le slave dovranno devotamente immolarsi per mantenerli in perfetta efficienza.

Enunciato questo esiste però una scappatoia a questo genere di inconvenienti, come la vedete arrivare le dite che la portate fuori a mangiare, e che dopo la sessionerete (il perché lo sapete voi ma non diteglielo)... lei sarà contenta...e voi avrete salva la vita...

Dura la vita del dominante.
scritto il
2018-09-08
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