Ho amato papà parte prima
di
Celeste
genere
incesti
La storia che racconto è avvenuta tanti anni fa. Mi chiamo Luisella, e oggi ho quasi sessant'anni. Sono nata in una famiglia contadina che abitava nelle campagne dell'Umbria. Eravamo io, mia madre Lara, mio padre Giuseppe e una sorella più grande di me, Antonella.
La nostra casa si trovava sperduta in mezzo ai campi, a una decina di chilometri dal primo paesetto, che poi altro non era che un pugno di case scalcinate, sorte attorno a una chiesetta, una bottega dove si vendeva di tutto dai fiammiferi al sale, alla pasta... Antonella a diciotto anni si sposò con Riccardo, un contadinotto lungo e magro, ma bravo ragazzo. Andarono a vivere in un podere non distante dal nostro. Rimanemmo io, quindicenne, mio padre e mia madre.
Poco dopo mia madre si ammalò di un male grave. Rimase a lungo inchiodata a letto ed io dovetti assisterla per due anni, fino alla sua morte. Rimanemmo soli io mio padre. Su di noi gravava tutto il peso del podere. Qualche volta ci davano una mano Antonella e Riccardo. Avevo ormai vent'anni, e non ero mai stata una volta a ballare o a divertirmi con i miei coetanei. Mio padre aveva cinquant'anni, e da almeno sei non aveva più avuto una donna. Mio padre era un bell'uomo, robusto, con le braccia forti, con il viso abbronzato dal sole dei campi.
Una volta eravamo a falciare il fieno assieme e, inavvertitamente, l'ho visto pisciare. Sono rimasta affascinata da quella consistente proboscide che teneva tra le dita. Ci ho pensato. E la notte, a letto, mi sono toccata d'istinto e ho provato piacere. Del sesso non sapevo quasi nulla, ma la natura era più forte di me. Notai nei giorni successivi che a volte egli mi guardava in modo strano. Un pensiero folle incominciò a girarmi nella testa: avrei potuto diventare la donna di mio padre, dato che non aveva più una. Provai vergogna; ma quell'idea si fece sempre allettante.
Glielo avrei voluto proporre, ma quando mi trovavo con lui finivo per arrossire.
Una volta che ci eravamo bagnati dopo un temporale, siamo andati ad asciugarci in una capanna. Ho dovuto spogliarmi ed ero imbarazzata. Lui mi ha rassicurata dicendo: "Sei mia figlia." Mi vide completamente nuda e capii che si era eccitato. I suoi pantaloni da lavoro presentavano un grosso rigonfiamento sul davanti. Mi guardava fisso, con gli occhi lucidi, senza parlare.
La nostra casa si trovava sperduta in mezzo ai campi, a una decina di chilometri dal primo paesetto, che poi altro non era che un pugno di case scalcinate, sorte attorno a una chiesetta, una bottega dove si vendeva di tutto dai fiammiferi al sale, alla pasta... Antonella a diciotto anni si sposò con Riccardo, un contadinotto lungo e magro, ma bravo ragazzo. Andarono a vivere in un podere non distante dal nostro. Rimanemmo io, quindicenne, mio padre e mia madre.
Poco dopo mia madre si ammalò di un male grave. Rimase a lungo inchiodata a letto ed io dovetti assisterla per due anni, fino alla sua morte. Rimanemmo soli io mio padre. Su di noi gravava tutto il peso del podere. Qualche volta ci davano una mano Antonella e Riccardo. Avevo ormai vent'anni, e non ero mai stata una volta a ballare o a divertirmi con i miei coetanei. Mio padre aveva cinquant'anni, e da almeno sei non aveva più avuto una donna. Mio padre era un bell'uomo, robusto, con le braccia forti, con il viso abbronzato dal sole dei campi.
Una volta eravamo a falciare il fieno assieme e, inavvertitamente, l'ho visto pisciare. Sono rimasta affascinata da quella consistente proboscide che teneva tra le dita. Ci ho pensato. E la notte, a letto, mi sono toccata d'istinto e ho provato piacere. Del sesso non sapevo quasi nulla, ma la natura era più forte di me. Notai nei giorni successivi che a volte egli mi guardava in modo strano. Un pensiero folle incominciò a girarmi nella testa: avrei potuto diventare la donna di mio padre, dato che non aveva più una. Provai vergogna; ma quell'idea si fece sempre allettante.
Glielo avrei voluto proporre, ma quando mi trovavo con lui finivo per arrossire.
Una volta che ci eravamo bagnati dopo un temporale, siamo andati ad asciugarci in una capanna. Ho dovuto spogliarmi ed ero imbarazzata. Lui mi ha rassicurata dicendo: "Sei mia figlia." Mi vide completamente nuda e capii che si era eccitato. I suoi pantaloni da lavoro presentavano un grosso rigonfiamento sul davanti. Mi guardava fisso, con gli occhi lucidi, senza parlare.
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