Il filo

di
genere
etero

Mi capita sempre di avere la testa piena di pensieri, me li immagino tutti ripiegati su loro stessi, simili a una matassa di cotone aggrovigliata.
Quando penso a te, invece mi sembra di trovare il capo del filo, lentamente si sgroviglia qualcosa dentro di me e inizio a defaticare.
Mentre torno a casa da lavoro in auto, trovo un po’ di pace, dalla mia realtà piena di oneri, doveri e ruoli.
Ho i finestrini abbassati, l’aria mi scompiglia i capelli corti, il cielo dipinto da batuffoli di nuvole e io ho in mente te.
Continuo a pensarti, non ci riesco a farti uscire, sei adeso al mio cervello.
Rido tra me e me, penso a quello che sto per fare, venire da te a lavoro.
Sono giorni che me la meni con le tue sfide del cazzo:” Non sei così maiala, non ci riusciresti a farmelo un pompino con il capo nella stanza accanto”.
Evidentemente mi consoci troppo bene, lo sai che queste sfide sono quello che più mi eccitano.
Entro nel tuo ufficio, se sei stupito nel vedermi non lo dai a vedere, come sempre, figurati se mi dai soddisfazione. Sia mai.
Ma io ho le mie tecniche:” A forza di sfidarmi poi ti stancherai di darmi della maiala”. Ti dico a mo di saluto. “ Perché ti ho sfidato ? Quando ? Ma siediti, parliamo del tuo preventivo”.
Che bello che sei mentre fai tutto il professionale, mentre mi elenchi i pro e i contro della tua polizza.
Ti ho davanti a me, lontano per allungarti una mano, ma vicino per tenderti un piede. Mi tolgo la scarpa inizio a risalire lungo la tua gamba, su e giù con la punta del piede, dal ginocchio allo stinco. Ti vedo già sogghignare, ma continui imperterrito beandoti dei tuoi discorsi, lo sai che mi annoiano, ma questa è la tua farsa per farmi fare la prima mossa. Tutto diretto da te, che sei l’abile mangiafuoco, io il tuo burattino, tendi quei fili nella mia mente che ora sono ben dritti, tesi e senza più nodi. Ora so cosa voglio, farti godere.
Così scendo ai tuoi piedi, nascosta sotto alla tua scrivania, ti slaccio la cerniera e finalmente mi dai una piccola soddisfazione.
Vedo la tua erezione, turgida e svettante.
Devo avere un’espressione rincretinita, perché ti sento dire:” se proprio devi sbavare, fallo sopra al mio cazzo”. Giusta osservazione, non me lo faccio ripetere e inizio a farti colare la mia saliva, i miei occhi nei tuoi, ora non mi prendi più in giro. Sei in silenzio ma è come se percepissi il tuo piacere, mi fissi languido, gli occhi socchiusi, mi sento nuda davanti a te pur essendo vestita.
È come se sapessi leggermi dentro, mi sai svestire coi tuoi pensieri torbidi, mi smascheri, sono finalmente libera di essere quello che voglio: spontanea e peccaminosa.
Inizio a leccarti la cappella, raccogliendo la mia saliva, mentre lo faccio, penso che qualsiasi persona potrebbe entrare e trovarci così. Ma non mi interessa, il bisogno di sentirmi ai tuoi piedi è maggiore, delle regole da seguire e succhio più forte il tuo cazzo pulsante.
Per me ora è più importante farti godere, il resto del mondo può anche fermarsi, voglio questo fermo immagine e farlo mio.
Accompagno il tuo cazzo in bocca con i movimenti della mia mano, ora ti sento godere e mi fai sentire così porca che quasi mi sciolgo nei miei stessi slip.
Avrei tremendamente voglia di te, delle tue mani sul mio corpo, pronte a regalarmi un ennesimo orgasmo. Ma ora ci sei tu: “ Non sono certa di volerti far godere “, ti dico acida mentre ti massaggio le palle.
Tu non sei d’accordo, con un movimento repentino mi metti una mano dietro alla nuca spingendola sul tuo cazzo. L’altra invece, finisce alla base del mio collo:” prova a non farmi sborrare così, porca” mi sussurri, mentre detti il ritmo con cui ti appropri della mia bocca.
Rantolo sotto ai tuoi colpi, respiro a stento, mi sento costretta nella tua morsa ma allo stesso tempo libera.
Fatico a respirare, eppure mi sento libera di scoparti, audace nel farmi usare da te come più ritengo consono e di sentirmi alla tua mercè. Adoro i miei controsensi, quando si tratta di te.
Sento bagnarmi in gola dal tuo seme caldo, deglutisco mentre ti sento godere senza quasi emettere suoni, dopotutto anche tu non vuoi farci scoprire.
Ti avvicini, cerchi di baciarmi, ma mi allontano e mi chiedi il perché.
“ Voglio tenermi in bocca il tuo sapore e vedere quanto tempo ci impieghi a scoparmi, prima che se ne vada”.
Mi ricompongo, ora sono di nuovo nei miei vestiti, nel mio ruolo e dentro le mie linee.
Tu fai uguale, ma i tuoi occhi mi parlano, mi gridano la voglia che hai ancora di me, questo è stato solo un assaggio, per entrambi.
Esco dal tuo ufficio, mentre un nuovo cliente sta entrando, un sorrisetto sulle mie labbra mentre me le inumidisco e saggio ancora il tuo sapore.
Piano piano sento il gomitolo dei miei pensieri farsi di nuovo stretto, nel frattempo mi godo la mia mente tersa per una volta tanto.
Un sms trilla sul mio cellulare: “ Non riesco a stancarmi di darti della maiala, a stasera”.
scritto il
2018-09-26
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