Il contabile 2
di
Kyknox
genere
pulp
I tre percorsero in fila indiana un sentiero che costeggiava il lato ovest della villa, una enorme impalcatura stava ad indicare che si stavano svolgendo dei lavori di ristrutturazione, ma visto che era domenica il cantiere era vuoto.
Arrivarono così alla piscina della villa “Hei! Johnny vecchio mio” esclamò l’uomo in vestaglia seduto a bordo piscina, allargando le braccia in segno di saluto.
“ Vieni accomodati versati da bere” mentre lo disse aspirò dal suo sigaro, “Signor Wallas” sibilò l’uomo “ Chiamami pure Marcellus, ormai siamo amici di lunga data Johnny” lo disse con un sorriso quasi beffardo, “allora mettiti seduto e serviti pure non fare complimenti” disse sempre con il solito ghigno.
Johnny si sedette sulla poltroncina bianca davanti a Marcellus, Jules e Jack erano in piedi dietro di lui, sembravano due avvoltoi.
“Allora” riprese Marcellus “ come stai vecchio mio? Ho saputo che di recente che devi vedere il procuratore distrettuale”
“Cerchi di capire la mia situazione” ribatte con un filo di voce Johnny
“No capisco la mia di situazione e mi auguro che tu sappia tenere la bocca chiusa sai potrebbe essere imbarazzante” porto il sigaro alla bocca per un’altra boccata.
“Sai mi auguro che tu tenga la bocca chiusa sulla storia dei conti in a Svizzera”
il contabile deglutì e fece un cenno con il capo
“Bravo sei un bambino prodigio, anche perché è l’unica polizza sulla vita che hai questo lo capisci giusto?”
”Sto aspettando una telefonata dal mio avvocato, presto dovrebbe arrivarci un mandato a comparire davanti al procuratore e sarebbe bello che le nostre versioni combaciassero” disse Marcellus.
L’uomo annui con la testa, si asciugò il sudore con il fazzoletto.
Il potente boss accese il televisore del circuito chiuso in una stanza di una casa sconosciuta c’erano la moglie e la figlia del contabile, Janette e Aida “Cosa volete fare alle mie ragazze?” “Nulla nulla tieni la bocca chiusa e torneranno a casa da te” disse sorridendo Marcellus
“ Bene oggi voglio essere come il padre che accoglie il figliol prodigo, ora ti farò accompagnare in albergo, e pagherò tutte le spese” fece un gesto come ad allontanarlo da se.
Johnny capì che il colloquio era finito , si alzò seguito dai due guardia spalle di Marcellus percorsero un corridoio angusto, gli fecero cenno di entrare dentro una stanzetta, lo fecero accomodare su una poltrona davanti a se uno schermo piatto “Aspetta qui, e si goda lo spettacolo” gli dissero i due ghignando.
Quando ricevette la telefonata, Marcellus, andò di sopra apri la porta della stanza dentro le due cerbiatte impaurite, con quegli occhi così dolci, “Vostro marito non parlerà siete in salvo” le due corsero ad abbracciarlo “Grazie signor Wallas” “Chiamatemi pure Marcelus” “Che ne sarà di mio marito?” chiese Janette “Adesso è al sicuro per un po’ non si farà vedere, voi starete qui con me protezione e sicurezza economica non vi mancheranno” le strinse a se con maggiore vigore, iniziò a baciarle prima sulle gote e poi in bocca “Ma che fa signor Wallas?” protestò timidamente Janette “Chiamami Marcellus” Janette e Aida erano due donne rispettivamente di 36 e 19 anni avevano la pelle color cappuccino che tradiva la loro origine cubana, occhi neri come la notte capelli ricci e ondulati, erano proprio due gran fighe due prede che Marcellus non voleva farsi sfuggire. Continuava a baciarle senza sosta “Sono una donna sposata” ripeteva senza convinzione Janette “Non più” le rispose brutalmente l’uomo, le spinse entrambe sul letto, le due donne erano affascinate dal suo potere dalla sua sicurezza, dal suo fisico possente e così diverso da quel fisico floscio e mingherlino di Johnny. Non vi era dubbio Wallas era un maschio dominante un maschio Alfa.
Intanto nella stanzetta dove si trovava il nostro contabile la tv a circuito chiuso si accese, vide di nuovo sua figlia e sua moglie questa volta in compagnia del Signor Wallas, non poteva credere ai suoi occhi, era allibito.
Le due donne si spogliarono senza fare grossa resistenza, Marcellus tirò fuori il suo grosso cazzo, Aida era un lago non aveva mai visto un arnese così grosso. Marcellus lo spinse dentro fino a sfondare la passera di Janette “Ah my god, god” urlò la donna “mio marito no non possooooo” urlava indemoniata mentre il boss la cavalcava selvaggiamente. Venne il turno di Aida, la cinse da dietro e gli trafisse il culo lei strabuzzo gli occhi per il dolore, Janette le accarezzava il volto e la baciava in bocca.
Quando venne nell’intestino di Aida pretese una fellatio da Janette che non ci pensò due volte ad accontentarlo gli scappellò l’uccello e lo prese in bocca e succhiò tutto con avidità Aida esausta sul letto guardava e si sfiorava il clitoride con la mano sinistra.
Johnny nell’altra stanza era incazzato nero non poteva credere che quelle fossero le sue donne, lui avrebbe dato la vita per loro,che traditrici che troie, che puttane ma era nel contempo eccitato nel vederle all’opera, aveva una grossa erezione in mezzo alle gambe, si slacciò i pantaloni, tirò fuori l’uccello e iniziò a segarsi “Puttane, troie” urlava.
Marcellus venne copiosamente nella bocca di Janette, poi sfilò l’uccello e pisciò in faccia ad Aida che sfinita non fece resistenza, poi pretese che la ragazza facesse la stessa cosa alla madre Aida si mise cavalcioni sopra il viso di Janette che apri la bocca, e la figlia fece partire un grande getto di piscio, la madre ne approfittò per leccare la figa della figlia che in preda al piacere reclinò la testa all’indietro.
Il marito nella stanza a circuito chiuso continuava a segarsi furiosamente, aveva i pantaloni sporchi di sperma,cercava di ingannare la mente, sono state costrette lo stanno facendo per salvarmi la vita, ma poi inesorabilmente finiva per pensare che la realtà fosse un'altra, i loro gemiti erano di piacere, i visi stravolti dalla lussuria, erano semplicemente due grandi zoccole.
Le donne stanche stavano per appisolarsi “Non ho finito con voi” disse il boss batte le mani e un assistente portò uno strap on di colore rosso e cinta in pelle nera “Indossalo” disse a Janette che senza contraddirlo si allacciò la cintura intorno alla vita. “Adesso ci impaliamo per bene tua figlia” la donna si stese supina sul letto la figlia a cavalcioni sopra dandole le spalle, Janette fece scivolare lentamente lo strap on nel culo di Aida, che si sdraio sulla madre a quel punto Marcellus si mise sopra e con il suo grosso cazzo gli trapassò la figa “AHhhhhhhhhhhhh” urlò la ragazza non aveva mai provato due cazzi insieme, aveva il volto deformato dall’orgasmo.
In un colpo solo gli avevano allargato il buco del culo e della figa la ragazza era fuori di se si trovava nell’estasi più pura.
Johnny alla vista di quella scena venne copiosamente, sui pantaloni per terra il suo uccello era fuori controllo, si segava sempre più rapidamente e continuava ad urlare “Troie, zoccole, luride sgualdrine” tanto non potevano sentirlo.
Quando si stancò Marcellus si sfilò e le lasciò li in un mare di sborra e piscio “da oggi siete mie” disse. “E Johnny?” provò a chiedere la donna, il mafioso sorrise tra se “ Lui è solo …”
Jules e Jack sollevarono di forza Johnny dalla poltrona, aveva ancora i pantaloni slacciati e sporchi di sperma che gli cadevano, fecero a ritroso il percorso dell’andata, quando furono arrivati nei pressi dell’impalcatura i due vestiti da becchini tirano fuori le loro colt e fecero fuoco.
Il contabile cadde stecchito a faccia in giù, lo avvolsero con uno dei teloni dell’impalcatura e lo chiusero dentro il portatagli della mercedes.
Guidarono fino ad uno sfascia carrozze, scesero dall’auto salutarono jack il proprietario, allungarono un centone e fecero l’occhiolino.
Guardarono con espressione triste il braccio meccanico ridurre ad una scatola di rottami l’auto “Cazzo che fine di merda per una mercedes classe E” disse Jack
“Addio Johnny” commentò Jules con un filo di umanità, lui era solo … il contabile.
Arrivarono così alla piscina della villa “Hei! Johnny vecchio mio” esclamò l’uomo in vestaglia seduto a bordo piscina, allargando le braccia in segno di saluto.
“ Vieni accomodati versati da bere” mentre lo disse aspirò dal suo sigaro, “Signor Wallas” sibilò l’uomo “ Chiamami pure Marcellus, ormai siamo amici di lunga data Johnny” lo disse con un sorriso quasi beffardo, “allora mettiti seduto e serviti pure non fare complimenti” disse sempre con il solito ghigno.
Johnny si sedette sulla poltroncina bianca davanti a Marcellus, Jules e Jack erano in piedi dietro di lui, sembravano due avvoltoi.
“Allora” riprese Marcellus “ come stai vecchio mio? Ho saputo che di recente che devi vedere il procuratore distrettuale”
“Cerchi di capire la mia situazione” ribatte con un filo di voce Johnny
“No capisco la mia di situazione e mi auguro che tu sappia tenere la bocca chiusa sai potrebbe essere imbarazzante” porto il sigaro alla bocca per un’altra boccata.
“Sai mi auguro che tu tenga la bocca chiusa sulla storia dei conti in a Svizzera”
il contabile deglutì e fece un cenno con il capo
“Bravo sei un bambino prodigio, anche perché è l’unica polizza sulla vita che hai questo lo capisci giusto?”
”Sto aspettando una telefonata dal mio avvocato, presto dovrebbe arrivarci un mandato a comparire davanti al procuratore e sarebbe bello che le nostre versioni combaciassero” disse Marcellus.
L’uomo annui con la testa, si asciugò il sudore con il fazzoletto.
Il potente boss accese il televisore del circuito chiuso in una stanza di una casa sconosciuta c’erano la moglie e la figlia del contabile, Janette e Aida “Cosa volete fare alle mie ragazze?” “Nulla nulla tieni la bocca chiusa e torneranno a casa da te” disse sorridendo Marcellus
“ Bene oggi voglio essere come il padre che accoglie il figliol prodigo, ora ti farò accompagnare in albergo, e pagherò tutte le spese” fece un gesto come ad allontanarlo da se.
Johnny capì che il colloquio era finito , si alzò seguito dai due guardia spalle di Marcellus percorsero un corridoio angusto, gli fecero cenno di entrare dentro una stanzetta, lo fecero accomodare su una poltrona davanti a se uno schermo piatto “Aspetta qui, e si goda lo spettacolo” gli dissero i due ghignando.
Quando ricevette la telefonata, Marcellus, andò di sopra apri la porta della stanza dentro le due cerbiatte impaurite, con quegli occhi così dolci, “Vostro marito non parlerà siete in salvo” le due corsero ad abbracciarlo “Grazie signor Wallas” “Chiamatemi pure Marcelus” “Che ne sarà di mio marito?” chiese Janette “Adesso è al sicuro per un po’ non si farà vedere, voi starete qui con me protezione e sicurezza economica non vi mancheranno” le strinse a se con maggiore vigore, iniziò a baciarle prima sulle gote e poi in bocca “Ma che fa signor Wallas?” protestò timidamente Janette “Chiamami Marcellus” Janette e Aida erano due donne rispettivamente di 36 e 19 anni avevano la pelle color cappuccino che tradiva la loro origine cubana, occhi neri come la notte capelli ricci e ondulati, erano proprio due gran fighe due prede che Marcellus non voleva farsi sfuggire. Continuava a baciarle senza sosta “Sono una donna sposata” ripeteva senza convinzione Janette “Non più” le rispose brutalmente l’uomo, le spinse entrambe sul letto, le due donne erano affascinate dal suo potere dalla sua sicurezza, dal suo fisico possente e così diverso da quel fisico floscio e mingherlino di Johnny. Non vi era dubbio Wallas era un maschio dominante un maschio Alfa.
Intanto nella stanzetta dove si trovava il nostro contabile la tv a circuito chiuso si accese, vide di nuovo sua figlia e sua moglie questa volta in compagnia del Signor Wallas, non poteva credere ai suoi occhi, era allibito.
Le due donne si spogliarono senza fare grossa resistenza, Marcellus tirò fuori il suo grosso cazzo, Aida era un lago non aveva mai visto un arnese così grosso. Marcellus lo spinse dentro fino a sfondare la passera di Janette “Ah my god, god” urlò la donna “mio marito no non possooooo” urlava indemoniata mentre il boss la cavalcava selvaggiamente. Venne il turno di Aida, la cinse da dietro e gli trafisse il culo lei strabuzzo gli occhi per il dolore, Janette le accarezzava il volto e la baciava in bocca.
Quando venne nell’intestino di Aida pretese una fellatio da Janette che non ci pensò due volte ad accontentarlo gli scappellò l’uccello e lo prese in bocca e succhiò tutto con avidità Aida esausta sul letto guardava e si sfiorava il clitoride con la mano sinistra.
Johnny nell’altra stanza era incazzato nero non poteva credere che quelle fossero le sue donne, lui avrebbe dato la vita per loro,che traditrici che troie, che puttane ma era nel contempo eccitato nel vederle all’opera, aveva una grossa erezione in mezzo alle gambe, si slacciò i pantaloni, tirò fuori l’uccello e iniziò a segarsi “Puttane, troie” urlava.
Marcellus venne copiosamente nella bocca di Janette, poi sfilò l’uccello e pisciò in faccia ad Aida che sfinita non fece resistenza, poi pretese che la ragazza facesse la stessa cosa alla madre Aida si mise cavalcioni sopra il viso di Janette che apri la bocca, e la figlia fece partire un grande getto di piscio, la madre ne approfittò per leccare la figa della figlia che in preda al piacere reclinò la testa all’indietro.
Il marito nella stanza a circuito chiuso continuava a segarsi furiosamente, aveva i pantaloni sporchi di sperma,cercava di ingannare la mente, sono state costrette lo stanno facendo per salvarmi la vita, ma poi inesorabilmente finiva per pensare che la realtà fosse un'altra, i loro gemiti erano di piacere, i visi stravolti dalla lussuria, erano semplicemente due grandi zoccole.
Le donne stanche stavano per appisolarsi “Non ho finito con voi” disse il boss batte le mani e un assistente portò uno strap on di colore rosso e cinta in pelle nera “Indossalo” disse a Janette che senza contraddirlo si allacciò la cintura intorno alla vita. “Adesso ci impaliamo per bene tua figlia” la donna si stese supina sul letto la figlia a cavalcioni sopra dandole le spalle, Janette fece scivolare lentamente lo strap on nel culo di Aida, che si sdraio sulla madre a quel punto Marcellus si mise sopra e con il suo grosso cazzo gli trapassò la figa “AHhhhhhhhhhhhh” urlò la ragazza non aveva mai provato due cazzi insieme, aveva il volto deformato dall’orgasmo.
In un colpo solo gli avevano allargato il buco del culo e della figa la ragazza era fuori di se si trovava nell’estasi più pura.
Johnny alla vista di quella scena venne copiosamente, sui pantaloni per terra il suo uccello era fuori controllo, si segava sempre più rapidamente e continuava ad urlare “Troie, zoccole, luride sgualdrine” tanto non potevano sentirlo.
Quando si stancò Marcellus si sfilò e le lasciò li in un mare di sborra e piscio “da oggi siete mie” disse. “E Johnny?” provò a chiedere la donna, il mafioso sorrise tra se “ Lui è solo …”
Jules e Jack sollevarono di forza Johnny dalla poltrona, aveva ancora i pantaloni slacciati e sporchi di sperma che gli cadevano, fecero a ritroso il percorso dell’andata, quando furono arrivati nei pressi dell’impalcatura i due vestiti da becchini tirano fuori le loro colt e fecero fuoco.
Il contabile cadde stecchito a faccia in giù, lo avvolsero con uno dei teloni dell’impalcatura e lo chiusero dentro il portatagli della mercedes.
Guidarono fino ad uno sfascia carrozze, scesero dall’auto salutarono jack il proprietario, allungarono un centone e fecero l’occhiolino.
Guardarono con espressione triste il braccio meccanico ridurre ad una scatola di rottami l’auto “Cazzo che fine di merda per una mercedes classe E” disse Jack
“Addio Johnny” commentò Jules con un filo di umanità, lui era solo … il contabile.
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