Gocce di rugiada prologo (versione corretta)

di
genere
pissing

La sera pernottarono in un albergo era previsto il rientro all’indomani, telefonò a Maurizio e lo rincuorò, poverino solo a casa senza i suoi affetti cosa avrebbe fatto? Lei invece aveva un programma ben preciso per quella sera.

Appena suo figlio Jacopo si addormentò decise di passare all’azione, socchiuse piano piano la porta dietro di se e uscì dalla stanza, che madre degenere avrebbe lasciato il figlio solo di notte? Lei in quel momento non capiva più nulla la sua mente era in subbuglio per Aurora pensava solo a lei al suo viso angelico da cerbiatta alla sua pelle candida ai suoi capelli di seta.
Giada non era diventa lesbica all’improvviso, come molti di voi penseranno affatto lei era sempre stata bisex, nonostante l’educazione cattolica impartitale dai sui. Non a caso la sua storia più importante l’aveva avuta con una donna prima di conoscere suo marito, quindi non meravigliatevi, ora aveva preso una cotta pazzesca per la maestra di suo figlio.

Adesso si trovava li davanti la stanza numero sette indecisa se bussare da una parte una voce gli diceva di tornare indietro da Jacopo dall'altra di passare all’attacco. Decise di passare all’attacco.

Quando Aurora apri la porta non fece in tempo neanche a fiatare, Giada si buttò tra le su braccia ed iniziò a baciarla con la lingua, la nostra maestra provò a protestare timidamente ma anche a lei piaceva molto, accarezzava l’idea di farsi Giada. Si spogliarono rimasero entrambe in biancheria intima e finirono sul letto, Giada prese l’iniziativa fece scorrere la mano sotto l’elastico delle mutandine di Aurora ed iniziò ad accarezzargli il sesso. La maestra apprezzò molto il gesto e ricambio il favore, erano entrambe in preda all’estasi dei sensi, si stringevano si baciavano senza sosta in preda alla libidine più pura. Con calma Giada iniziò a leccargli prima i capezzoli poi la pancia fino ad arrivare al pube gli fece scivolare via gli slip ed inizio a provare l’odore il piacere del monte di venere, il sapore di rugiada della sua passera bagnata.
All’ improvviso la prese per un braccio e la invitò a seguirla in bagno Aurora capì e pregustava ciò che sarebbe successo, entrarono insieme nella vasca, la fece inginocchiare , Giada quella sera aveva bevuto più di un litro d’acqua e ora aveva necessità di espellerla. Iniziò ad orinargli in viso poi Aurora apri la bocca e assaggiò di nuovo quel nettare.

La pipi di Giada aveva un ottimo sapore erano entrambe in preda alla libidine, amavano entrambe quella pratica erotica che trovavano estremamente eccitante, quando si svuotò la vescica fu il turno di Aurora anche lei aveva bisogno di urinare dopo aver bevuto cosi tanto, fece accucciare Giada si apri la fessura della passera e inizio ad inondare con il proprio nettare il volto e la bocca della sua amica.
Tornate in camera si sdraiarono sul letto e iniziarono la pratica del sessantanove, assaggiando le rispettive passere ancora bagnate di pipi, i loro clitoridi pulsavano come i loro cuori. La lussuria, il piacere, il cuore che pulsa chi può fermare tutto ciò? La morale, la religione, i benpensanti l’amore travalica tutto questo.

Continuarono per ore a darsi piacere assaggiando i propri sapori i propri corpi in barba alle convenzioni morali e sociali perché ognuno di noi deve vivere appieno la propria vita.

Finita questa esperienza tornarono alle loro vite, Giada dalla sua famiglia e Aurora dalla sua Giulia, ma continuarono a vedersi di nascosto e a darsi piacere entrambe assaggiando le rispettive gocce di rugiada.
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scritto il
2018-10-17
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