Una serata diversa
di
Ellie
genere
trio
Era stata una stupida a fidarsi dei suoi amici, le avevano detto che sarebbe stato uno scherzo, solo che non sapeva che l’avrebbero legata al letto di Matteo e se ne sarebbero andati. Doveva solo aspettare che tornasse e sperare che non fosse in compagnia del suo coinquilino Pietro. Era persa nei suoi pensieri quando sentì la serratura della porta scattare, poi il rumore di qualcuno che entrava. Due voci, non era stata particolarmente fortunata, visto erano tornati entrambi, pregò che Pietro si fermasse in cucina, altrimenti non sapeva che sarebbe potuto succedere. Marina poteva solo aspettare e vedere come si sarebbero sviluppati gli eventi.
Matteo e Pietro erano rientrati dopo una serata passata nel loro pub preferito a bere e a cercare di rimorchiare qualche bella ragazza. (Matteo era un bel ragazzo, molto alto, occhi azzurri, muscoloso, non per niente faceva rugby e un sorriso sbarazzino che seduceva. Pietro non era da meno, anche lui rugbista, un po’ meno alto di Matteo, gli occhi erano di un bel color nocciola e con uno sguardo che metteva tranquillità). Quello che si fermò in cucina non era Pietro come Marina si era auspicata, ma Matteo che aveva voglia di uno snack prima di andare a dormire.
Pietro passò davanti alla porta della stanza, stava per passare oltre quando si accorse dell’intrusa nuda e legata al letto dell’amico. Si fermò e chiese all’amico: “Avevi previsto un dopo pub con Marina?”, “No, rispose Matteo, perché?”. “E’ nuda e legata al tuo letto, pensavo fosse una cosa che avevate pianificato”. Marina si intromise dicendo “Doveva esser solo uno scherzo, ora slegatemi e lasciatemi andare”. “Oramai è tardi, sei nuda, sembra che si siano anche portati via i tuoi vestiti. Cosa ti costa fermarti a giocare con noi, invece di uno ne hai due” disse Matteo. Pietro era esterrefatto, non voleva crederci, Marina era uno dei suoi sogni proibiti, spesso si masturbava pensando di toccarla e farla sua, allungò la mano per accarezzarle il seno facendo in modo che Marina non avesse nemmeno il tempo di pensare a cosa rispondere e così negarsi. Il tocco delicato di Pietro fece trasalire Marina, non si aspettava che Matteo venisse fuori con una proposta del genere e nemmeno che Pietro la toccasse. Ogni tanto aveva visto Pietro guardarla con fare pensieroso, ma non aveva mai pensato che volesse toccarla.
Matteo si era avvicinato a loro e aveva iniziato a leccarle l’apertura, “strano, pensò, è già umida, come se la situazione l’avesse eccitata”. Marina non poteva crederci, la stavano solamente toccando e si stava bagnando come non mai. Pietro eccitato dall’avere Marina alla sua mercé, slacciò i pantaloni e li calò, togliendosi nel frattempo anche i boxer, mettendo così in mostra un pene di discrete dimensioni che venne prontamente accostato alle labbra di Marina per farselo succhiare. Matteo intanto stava succhiandole il clitoride e le labbra, ogni tanto la penetrava alternando la lingua alle dita, Marina aprì la bocca per urlare il suo piacere e Pietro spinse dentro il pene riempiendole la bocca, era allibita, non era da lei fare una cosa del genere, non poteva crederci, due uomini proprio lei che di solito faticava a stare con uno! Marina decise che era tempo di smettere di pensare e abbandonarsi alle sensazioni che le stavano dando.
Ora anche Matteo si era svestito e strofinava il pene sul clitoride di Marina, aveva voglia di scoparla, il ragazzo però non riusciva a capire come avessero potuto fare in modo che Marina, timida, riservata e un po’ glaciale, fosse legata al letto e ancora di più che si stesse facendo fare quelle cose, forse, nel profondo, non era così glaciale come tutti pensavano. Lentamente la penetrò, era così bagnata che gli sembrava di esser un coltello caldo con del burro, iniziò a muoversi piano, piano, con dolcezza, Marina sussultò non si aspettava che la penetrasse. Pietro voleva il posto di Matteo e gli chiese: “Che ne diresti se ci dessimo il cambio?”, Matteo acconsentì, Marina era intontita dalle emozioni che stava provando e non disse una parola, affinché il cambio non avvenisse. Pietro, con molta cautela, penetrò Marina, assaporando la sensazione di esser dentro la donna che desiderava da lungo tempo, non pensava che sarebbe mai potuta esser sua e sicuramente non aveva pensato a lei in una veste così disinibita. Marina leccò il pene di Matteo ancora ricoperto dei suoi umori, era talmente eccitata che relegò i ripensamenti e i pensieri per il dopo. Matteo si stava godendo la bocca di Marina intorno al suo glande, era veramente fantastica, attenta, delicata, alternava profondi risucchi a toccate leggere. Marina era prossima all’orgasmo quando i due ragazzi smisero di muoversi, si staccarono da lei e la tormentarono ricoprendola di baci, leccandole il corpo ricettivo, succhiandole i capezzoli e il clitoride sensibile, Marina urlò di piacere, dopo l’orgasmo la riportarono ancora al limite, non era possibile, stava pregandoli di scoparla in ogni modo possibile era talmente eccitata che non riusciva più a connettere in modo coerente. Matteo le chiese: “Se ora ti liberiamo, farai qualunque cosa noi ti chiederemo?”, Marina, ancora sconvolta, acconsentì, ne voleva ancora. Pietro sciolse i nodi che la tenevano ferma nel letto, ma non volendo perdere il controllo che aveva su di lei, fece in modo di unirle i polsi dietro la schiena. Ora era libera o quasi. Pietro si coricò sul letto e fece in modo che lei si accomodasse sul suo pene eretto, Marina gemette, le piaceva averlo dentro, Matteo la fece sdraiare sull’amico e le inumidì ulteriormente l’ano. Pietro le divaricò le natiche per facilitare l’accesso all’amico che le si mise alle spalle e con un colpo solo la penetrò, Marina urlò per il dolore, non era abituata a un trattamento come quello che le avevano riservato i due amici, ora però che stava familiarizzando con la situazione, non era del tutto spiacevole, si sentiva piena, in un certo senso completa. Pietro e Matteo cominciarono a muoversi lentamente, in modo gentile, affinché Marina non provasse troppo dolore. Quando si fu abituata all’intrusione chiese lei stessa di accelerare i movimenti, Pietro e Matteo obbedirono, non potevano credere che la serata avesse avuto una svolta così interessante, soprattutto non avevano mai sospettato che sotto l’aspetto della brava ragazza potesse esser così scatenata. Marina intanto li incitava a scoparla con sempre più forza e nemmeno lei poteva credere lo sviluppo che aveva avuto la serata. Era andata lì con l’intenzione di fare uno scherzo a un amico e si era trovata a passare una delle serate più emozionanti della sua vita. Pietro prese la testa di Marina tra le mani e la baciò con passione bruciante, per trasmetterle tutto l’ardore che aveva accumulato nella serata, era vicino all’orgasmo, così come pure Matteo, aveva voglia di scaricarsi nei suoi intestini, Marina gemette: “Riempitemi, tanto prendo la pillola, voglio sentire il vostro calore dentro di me, voglio che mi sborriate dentro! Sto venendo, di nuovo, sì, così, oh… Per favore… ancora, muovetevi così”. Matteo e Pietro non riuscirono a resistere alle sue invocazioni e si svuotarono dentro di lei, riempiendola di sperma, Marina sentendo il flusso caldo dentro di lei, venne con un gemito strozzato. I ragazzi si accasciarono sul letto esausti, non si aspettavano che un semplice scherzo avesse un esito così particolare.
Matteo e Pietro erano rientrati dopo una serata passata nel loro pub preferito a bere e a cercare di rimorchiare qualche bella ragazza. (Matteo era un bel ragazzo, molto alto, occhi azzurri, muscoloso, non per niente faceva rugby e un sorriso sbarazzino che seduceva. Pietro non era da meno, anche lui rugbista, un po’ meno alto di Matteo, gli occhi erano di un bel color nocciola e con uno sguardo che metteva tranquillità). Quello che si fermò in cucina non era Pietro come Marina si era auspicata, ma Matteo che aveva voglia di uno snack prima di andare a dormire.
Pietro passò davanti alla porta della stanza, stava per passare oltre quando si accorse dell’intrusa nuda e legata al letto dell’amico. Si fermò e chiese all’amico: “Avevi previsto un dopo pub con Marina?”, “No, rispose Matteo, perché?”. “E’ nuda e legata al tuo letto, pensavo fosse una cosa che avevate pianificato”. Marina si intromise dicendo “Doveva esser solo uno scherzo, ora slegatemi e lasciatemi andare”. “Oramai è tardi, sei nuda, sembra che si siano anche portati via i tuoi vestiti. Cosa ti costa fermarti a giocare con noi, invece di uno ne hai due” disse Matteo. Pietro era esterrefatto, non voleva crederci, Marina era uno dei suoi sogni proibiti, spesso si masturbava pensando di toccarla e farla sua, allungò la mano per accarezzarle il seno facendo in modo che Marina non avesse nemmeno il tempo di pensare a cosa rispondere e così negarsi. Il tocco delicato di Pietro fece trasalire Marina, non si aspettava che Matteo venisse fuori con una proposta del genere e nemmeno che Pietro la toccasse. Ogni tanto aveva visto Pietro guardarla con fare pensieroso, ma non aveva mai pensato che volesse toccarla.
Matteo si era avvicinato a loro e aveva iniziato a leccarle l’apertura, “strano, pensò, è già umida, come se la situazione l’avesse eccitata”. Marina non poteva crederci, la stavano solamente toccando e si stava bagnando come non mai. Pietro eccitato dall’avere Marina alla sua mercé, slacciò i pantaloni e li calò, togliendosi nel frattempo anche i boxer, mettendo così in mostra un pene di discrete dimensioni che venne prontamente accostato alle labbra di Marina per farselo succhiare. Matteo intanto stava succhiandole il clitoride e le labbra, ogni tanto la penetrava alternando la lingua alle dita, Marina aprì la bocca per urlare il suo piacere e Pietro spinse dentro il pene riempiendole la bocca, era allibita, non era da lei fare una cosa del genere, non poteva crederci, due uomini proprio lei che di solito faticava a stare con uno! Marina decise che era tempo di smettere di pensare e abbandonarsi alle sensazioni che le stavano dando.
Ora anche Matteo si era svestito e strofinava il pene sul clitoride di Marina, aveva voglia di scoparla, il ragazzo però non riusciva a capire come avessero potuto fare in modo che Marina, timida, riservata e un po’ glaciale, fosse legata al letto e ancora di più che si stesse facendo fare quelle cose, forse, nel profondo, non era così glaciale come tutti pensavano. Lentamente la penetrò, era così bagnata che gli sembrava di esser un coltello caldo con del burro, iniziò a muoversi piano, piano, con dolcezza, Marina sussultò non si aspettava che la penetrasse. Pietro voleva il posto di Matteo e gli chiese: “Che ne diresti se ci dessimo il cambio?”, Matteo acconsentì, Marina era intontita dalle emozioni che stava provando e non disse una parola, affinché il cambio non avvenisse. Pietro, con molta cautela, penetrò Marina, assaporando la sensazione di esser dentro la donna che desiderava da lungo tempo, non pensava che sarebbe mai potuta esser sua e sicuramente non aveva pensato a lei in una veste così disinibita. Marina leccò il pene di Matteo ancora ricoperto dei suoi umori, era talmente eccitata che relegò i ripensamenti e i pensieri per il dopo. Matteo si stava godendo la bocca di Marina intorno al suo glande, era veramente fantastica, attenta, delicata, alternava profondi risucchi a toccate leggere. Marina era prossima all’orgasmo quando i due ragazzi smisero di muoversi, si staccarono da lei e la tormentarono ricoprendola di baci, leccandole il corpo ricettivo, succhiandole i capezzoli e il clitoride sensibile, Marina urlò di piacere, dopo l’orgasmo la riportarono ancora al limite, non era possibile, stava pregandoli di scoparla in ogni modo possibile era talmente eccitata che non riusciva più a connettere in modo coerente. Matteo le chiese: “Se ora ti liberiamo, farai qualunque cosa noi ti chiederemo?”, Marina, ancora sconvolta, acconsentì, ne voleva ancora. Pietro sciolse i nodi che la tenevano ferma nel letto, ma non volendo perdere il controllo che aveva su di lei, fece in modo di unirle i polsi dietro la schiena. Ora era libera o quasi. Pietro si coricò sul letto e fece in modo che lei si accomodasse sul suo pene eretto, Marina gemette, le piaceva averlo dentro, Matteo la fece sdraiare sull’amico e le inumidì ulteriormente l’ano. Pietro le divaricò le natiche per facilitare l’accesso all’amico che le si mise alle spalle e con un colpo solo la penetrò, Marina urlò per il dolore, non era abituata a un trattamento come quello che le avevano riservato i due amici, ora però che stava familiarizzando con la situazione, non era del tutto spiacevole, si sentiva piena, in un certo senso completa. Pietro e Matteo cominciarono a muoversi lentamente, in modo gentile, affinché Marina non provasse troppo dolore. Quando si fu abituata all’intrusione chiese lei stessa di accelerare i movimenti, Pietro e Matteo obbedirono, non potevano credere che la serata avesse avuto una svolta così interessante, soprattutto non avevano mai sospettato che sotto l’aspetto della brava ragazza potesse esser così scatenata. Marina intanto li incitava a scoparla con sempre più forza e nemmeno lei poteva credere lo sviluppo che aveva avuto la serata. Era andata lì con l’intenzione di fare uno scherzo a un amico e si era trovata a passare una delle serate più emozionanti della sua vita. Pietro prese la testa di Marina tra le mani e la baciò con passione bruciante, per trasmetterle tutto l’ardore che aveva accumulato nella serata, era vicino all’orgasmo, così come pure Matteo, aveva voglia di scaricarsi nei suoi intestini, Marina gemette: “Riempitemi, tanto prendo la pillola, voglio sentire il vostro calore dentro di me, voglio che mi sborriate dentro! Sto venendo, di nuovo, sì, così, oh… Per favore… ancora, muovetevi così”. Matteo e Pietro non riuscirono a resistere alle sue invocazioni e si svuotarono dentro di lei, riempiendola di sperma, Marina sentendo il flusso caldo dentro di lei, venne con un gemito strozzato. I ragazzi si accasciarono sul letto esausti, non si aspettavano che un semplice scherzo avesse un esito così particolare.
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