La vendetta del Barone
di
Maxime B. (pseudonimo di Massimo Baldi)
genere
saffico
La vendetta del Barone
racconto di Maxime B.
"Ai tuoi ordini padrona".
Il gatto a nove code le stava letteralmente bruciando cosce e fica.
"Basta, ti prego, adesso basta!- ma la frusta schioccava sempre più forte.
"Domani arriverà il Barone che vuole vendicarsi per bene dopo l'ultima tua 'uscita', piccola trioietta.
Ne avrai di cazzi da ingoiare domani sera, eh si che ne avrai puttana".
Francesca tremava al solo pensiero.
Le catene erano rigidissime e non le consentivano il minimo movimento.
Il tempo scorreva velocissimo e i rintocchi delle ore nella sua mente erano simili a spade acuminate infilate sotto pelle.
Carni che gridavano straziate la immimente punizione.
"Benvenuto signor Barone. Mi dia il cappotto e l'ombrello. La puttana è nell'altra stanza e l'aspetta trepidante".
Un ghigno sul volto della torturatrice e i tacchi della baronessa, chiamato il Barone, echeggiarono in tutto il loggione.
Lei era lì: immobile, sottomessa, schiava del suo padrone.
"Brava la puttanella. Ferma e in silenzio. Andrà tutto bene. Andrei e Volotko saranno i tuoi amanti per stanotte. Fai la dolce e mansueta troietta succhiacazzi e tutto andrà bene. Vedrai".
"Sei solo una stronza. Perché sono in catene. Caduta in un vile inganno. Ma te la farò pagare Baronessa dei miei stivali".
"Per ora mia cara sarai tu a succhiare il cazzo dei miei amici. Cominciamo: apri la bocca e spompinali
Uno alla volta e niente scherzi!".
Andrei le si avvicinò e le pianto' il cazzo in gola senza alcuna pietà e con una forza spaventosa. Francesca voleva urlare e piangere ma non fece ne l'uno ne l'altro in quanto l'energumeno le stava sopra senza alcuna condiscendenza.
L'altro le si avvicinò e le mise qualcosa in bocca: un liquido dolciastro che Francesca bevve subito, sembrava birra cinese ma era un infuso che le fece perdere i sensi in pochissimi istanti.
Si ritrovò sul tavolo del "Najita Club"noto club di lesbo sadomaso ed una donna piccola di statura, giovane e molto carina le stringeva la coda di cavallo e le urlava a voce bassa qualcosa di incomprensibile.
Intanto una altra ragazza da dietro, con un enorme fallo nero in lattice, le si avvicinò e la penetro' mentre l'altra le teneva i capelli a coda stretti in un pugno.
"Marika smetterà soltanto quando avrà goduto mia bella Francesca. Ti conviene godere subito o potresti soffrire le pene dell'inferno questa notte.
Quindi zitta e godi puttanella".
Il colpo di Marika era deciso. Carezzo' i fianchi di Francesca con amorevolezza quasi ad implorarle di cedere del tutto. Fu così che Francesca si rilasso'e tutto divenne più facile.
Le labbra di Francesca avevano ora la turgidezza del piacere e fu allora che la Baronessa si abbassò la zip e le infilò il suo fallo in bocca.
"Bene cara puttanella. Durerà poco tempo. Il tempo di farlo diventare sufficientemente duro per penetrarti".
Intanto il locale si era affollato e le ragazze a turno le toccavano i capezzoli e le mordevano i polpacci carezzandole i fianchi e baciandole ogni parte del corpo. Era diventata un oggetto. L'oggetto di piacere di venti donne assatanate.
Dopo la Baronessa fu la volta di una rossa statuaria che le spinse fortissimo il suo dildo senza fermarsi e stringendola per la vita. Poi una bionda dall'aria androgina e ancora due more in mini gonna in latex amaranto che le sfondarono letteralmente il buco del culo.
Una lacrima scese sul volto di Francesca che fu riaccompagnata a casa.
" Questo è solo l'inizio bella Francesca o dovrei chiamarti forse puttanella del Barone".
se vuoi leggere le altre storie di Francesca e Valentina vai alla pagina facebook
https://m.facebook.com/Francesca-e-Valentina-il-sottile-gusto-della-libidine-233799263915457/posts/?ref=page_internal&mt_nav=0&_rdr
racconto di Maxime B.
"Ai tuoi ordini padrona".
Il gatto a nove code le stava letteralmente bruciando cosce e fica.
"Basta, ti prego, adesso basta!- ma la frusta schioccava sempre più forte.
"Domani arriverà il Barone che vuole vendicarsi per bene dopo l'ultima tua 'uscita', piccola trioietta.
Ne avrai di cazzi da ingoiare domani sera, eh si che ne avrai puttana".
Francesca tremava al solo pensiero.
Le catene erano rigidissime e non le consentivano il minimo movimento.
Il tempo scorreva velocissimo e i rintocchi delle ore nella sua mente erano simili a spade acuminate infilate sotto pelle.
Carni che gridavano straziate la immimente punizione.
"Benvenuto signor Barone. Mi dia il cappotto e l'ombrello. La puttana è nell'altra stanza e l'aspetta trepidante".
Un ghigno sul volto della torturatrice e i tacchi della baronessa, chiamato il Barone, echeggiarono in tutto il loggione.
Lei era lì: immobile, sottomessa, schiava del suo padrone.
"Brava la puttanella. Ferma e in silenzio. Andrà tutto bene. Andrei e Volotko saranno i tuoi amanti per stanotte. Fai la dolce e mansueta troietta succhiacazzi e tutto andrà bene. Vedrai".
"Sei solo una stronza. Perché sono in catene. Caduta in un vile inganno. Ma te la farò pagare Baronessa dei miei stivali".
"Per ora mia cara sarai tu a succhiare il cazzo dei miei amici. Cominciamo: apri la bocca e spompinali
Uno alla volta e niente scherzi!".
Andrei le si avvicinò e le pianto' il cazzo in gola senza alcuna pietà e con una forza spaventosa. Francesca voleva urlare e piangere ma non fece ne l'uno ne l'altro in quanto l'energumeno le stava sopra senza alcuna condiscendenza.
L'altro le si avvicinò e le mise qualcosa in bocca: un liquido dolciastro che Francesca bevve subito, sembrava birra cinese ma era un infuso che le fece perdere i sensi in pochissimi istanti.
Si ritrovò sul tavolo del "Najita Club"noto club di lesbo sadomaso ed una donna piccola di statura, giovane e molto carina le stringeva la coda di cavallo e le urlava a voce bassa qualcosa di incomprensibile.
Intanto una altra ragazza da dietro, con un enorme fallo nero in lattice, le si avvicinò e la penetro' mentre l'altra le teneva i capelli a coda stretti in un pugno.
"Marika smetterà soltanto quando avrà goduto mia bella Francesca. Ti conviene godere subito o potresti soffrire le pene dell'inferno questa notte.
Quindi zitta e godi puttanella".
Il colpo di Marika era deciso. Carezzo' i fianchi di Francesca con amorevolezza quasi ad implorarle di cedere del tutto. Fu così che Francesca si rilasso'e tutto divenne più facile.
Le labbra di Francesca avevano ora la turgidezza del piacere e fu allora che la Baronessa si abbassò la zip e le infilò il suo fallo in bocca.
"Bene cara puttanella. Durerà poco tempo. Il tempo di farlo diventare sufficientemente duro per penetrarti".
Intanto il locale si era affollato e le ragazze a turno le toccavano i capezzoli e le mordevano i polpacci carezzandole i fianchi e baciandole ogni parte del corpo. Era diventata un oggetto. L'oggetto di piacere di venti donne assatanate.
Dopo la Baronessa fu la volta di una rossa statuaria che le spinse fortissimo il suo dildo senza fermarsi e stringendola per la vita. Poi una bionda dall'aria androgina e ancora due more in mini gonna in latex amaranto che le sfondarono letteralmente il buco del culo.
Una lacrima scese sul volto di Francesca che fu riaccompagnata a casa.
" Questo è solo l'inizio bella Francesca o dovrei chiamarti forse puttanella del Barone".
se vuoi leggere le altre storie di Francesca e Valentina vai alla pagina facebook
https://m.facebook.com/Francesca-e-Valentina-il-sottile-gusto-della-libidine-233799263915457/posts/?ref=page_internal&mt_nav=0&_rdr
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La puttana e il Barone (seconda parte)
Commenti dei lettori al racconto erotico