L'Organizzazione
di
Ipsedixit
genere
dominazione
PREMESSA
Questo terzo millennio conformista, ipocrita e retrograde, mi obbliga a precisare l’ovvio, cioè come il mio modesto racconto di “noir-dominazione”, sia di pura fantasia. A coloro i quali vorrebbero censurare tutto ciò che ritengono estraneo alla normalità, va spiegato che l’indole ed il comportamento delle persone adulte è quello che è, e non dipende affatto dalla letture che fanno. Anzi, è proprio l’ignoranza dell’esistenza di certe personalità deviate, ad agevolare chi fa della violenza e della sopraffazione il proprio modus operandi. Pertanto, non è la narrazione, ma la censura, ovvero l’ignoranza di certi aspetti dell’indole umana, a fornire un maggior numero di potenziali vittime ai violenti. Sarebbe pretenzioso fare paralleli, quindi è solo per inciso che mi permetto di ricordare come opere letterarie degne di nota (es. Arancia Meccanica) siano state ai tempi stupidamente censurate, a causa delle loro tematiche, appunto per via di visioni ristrette ed ottuse.
SOMMARIO
Un’organizzazione internazionale molto capillare, si occupa di individuare e procurare giovani ragazze per un mercato occulto e proibito. Il reclutamento è forzoso e le ragazze prescelte dagli “osservatori” sono rapite, irretite da persone di cui hanno piena fiducia, ma che per via di alcune loro debolezze, sono diventate a loro volta vittime di ricatti a cui non possono sottrarsi.
Cedute ad una catena di personaggi diversi, delle ragazze si perdono ben presto le tracce. Addestrate con disciplina militare in una sorta di collegio-prigione per diverse settimane, una volta ritenute idonee, saranno successivamente vendute all'asta mensile online sul dark web, ad una ristrettissima elite di compratori. Donne ed uomini, spesso coppie, di ogni razza ed età, assimilabili fra loro soltanto per le loro smodate possibilità economiche e per un incontrollabile impulso di realizzare le loro perversioni più estreme.
L'asta ha luogo in un remoto castello e si prolunga per ore. Dopo una presentazione audiovisiva su schermo, un montaggio di registrazioni effettuate durante gli “addestramenti”, le schiave vengono condotte una per volta su un set, al guinzaglio del loro istruttore. Sotto la luce dei riflettori, le ragazze devono esibirsi eseguendo ordini impartiti sia dall’istruttore che dai potenziali acquirenti. Il pubblico che si è impegnato con un'offerta, può infatti chiedere all'istruttore che la schiava a ripeta dal vivo una qualsiasi delle performances mostrate nei video di presentazione.
INTRODUZIONE
Cittadina di provincia, bar d’angolo, zona di passaggio, limitrofa al centro storico, luogo molto frequentato.
Aperto dalle 5:30 alle 20:30, è attualmente gestito da un proprietario che rileva esercizi in grave difficoltà per poco denaro, provvedendo a rilanciarli per poi rivenderli a caro prezzo, quando tornano remunerativi. Lui c’è soltanto all’apertura ed in chiusura; praticamente, sono tre giovani ragazze che mandano avanti il bar "del Teatro": Anna, Paola e Valeria.
Il pubblico del locale è una fauna variegata, che spazia dal notaio all’operaio, insomma, una popolazione che cambia, principalmente a seconda dell’orario.
Nessuna delle colleghe bariste è bella, giovane ed attraente come Valeria. Una splendida ventenne dai capelli lunghi e biondi, che oltre ad avere un corpo voluttuoso, è sempre in forma smagliante.
Come se ciò non bastasse, la sua tipica espressione da cerbiatta, le conferisce quell’aria di preda indifesa, che richiama sistematicamente l’attenzione dei “rapaci”, cioè quasi tutti gli avventori, sia uomini che donne, di ogni età.
Quasi tutti i clienti i maschi, sembrano sentirsi autorizzati a lanciarle occhiate oscene, come se il prezzo della consumazione includesse anche l’obbligo, per lei, di subirle. La mettono a disagio le ridicole battutine (non sa mai se replicare e come), quelle a cui ricorrono i più sfrontati, per tentare di accaparrarsi la sua simpatia e coinvolgerla in atteggiamenti complici, probabilmente finalizzati a suscitare l’invidia degli altri maschi presenti.
L’imbarazzo di Valeria per quelle situazioni era malcelato e fonte di un segreto godimento da parte delle sue due colleghe, che però, in sua presenza, non l’avevano mai dato a vedere.
Quel mattino d’inizio Giugno, Valeria non fece assolutamente caso ad un personaggio femminile di mezza età, elegantemente vestito, che invece la squadrò per tutto il tempo della sua permanenza nel locale, con estrema attenzione. Era una signora sulla cinquantina, altezza media, bionda, corporatura asciutta, ma assai ben proporzionata, vestita in modo elegante, e che calzava scarpe di gran pregio. Subito dopo essere entrata si era seduta ad un tavolino. Rimase seduta a lungo, e dopo aver ordinato un caffè, fece finta di leggere una rivista, allo scopo di poter squadrare Valeria con tutta calma, dalla testa ai piedi.
Un personaggio assolutamente insospettabile, trattandosi di un magistrato del tribunale, che però faceva parte de “L’Organizzazione”, e che aveva il compito di individuare i soggetti più interessanti.
CAPITOLO I
Valeria ha un ragazzo con cui convive già, ma l’intesa fra loro non è poi così profonda…
Si piacciono molto e sono sessualmente intimi, ma la giovane età li spinge a recitare la parte che suppongono possa piacere all’altro. Ingenui, non comprendono ancora come il segreto del successo di una relazione siano la trasparenza e la tolleranza reciproca. Ancora in fase di conquista, non si confidano ed anzi, occultano sistematicamente quegli aspetti del loro carattere e quelle le debolezze che pensano potrebbero compromettere l’immagine, quella che il partner vuole vedere.
La debolezza di Andrea, ignota a Valeria, e che lui mai gli confesserà, è il gioco d’azzardo. Scommette su tutto, e l'opzione meno probabile e più rischiosa è quella che sceglie sempre. Vincere molto, è infatti solo il pretesto: ciò che desidera veramente il giocatore compulsivo è avere adrenalina in circolo, quindi più rischia, più è appagato. Le possibilità economiche di Andrea sono modeste e solo per questa ragione non si è ancora cacciato in guai seri.
Dopo la segnalazione ad opera dell’insospettabile giudice, un “pizzino” lasciato in una cassetta della posta in un antico stabile signorile del centro, l’organizzazione s’informerà sul conto di Valeria e ne valuterà ogni aspetto, dalle abitudini, alle relazioni interpersonali. Non trascorre molto tempo dalla posa del foglietto nella cassetta, che un individuo vestito di un lungo impermeabile scuro entra nell’androne di quel vecchio palazzo. Apre lo sportellino e dopo aver letto e memorizzato il contenuto, distrugge immediatamente il documento. Il tizio nell’impermeabile e con il cappello calato sul volto, non è altri che il titolare di una storica agenzia investigativa cittadina, un uomo che ha le competenze, i mezzi e le conoscenze per svolgere in modo impeccabile questo genere di lavoro, senza destare sospetti.
Dopo una settimana, a tarda ora, quell’uomo camminerà rasente i muri sotto il portico della città vecchia. S’infilerà rapido nel cortile di un altro palazzo padronale del settecento e varcata una porta a vetri d’epoca, si avvicinerà alle cassette postali. Estratta da una tasca interna del soprabito una busta A4 sigillata, la imbucherà nell’unica cassetta priva di nome, piegandola a metà. Controllerà circospetto di non essere stato notato e dopo aver percorso a ritroso i propri passi, si dileguerà silenziosamente per i vicoli del centro. Qualcuno preleverà la busta ed il suo contenuto passerà di mano in mano.
(La trappola)
Un personaggio seduto su una poltrona dirigenziale legge la relazione sull'indagine. Dopo aver brevemente meditato, estrae da uno dei cassetti della sua scrivania un telefono satellitare, ne alza l’antenna e si porta vicino alla finestra del suo ufficio. La conversazione è breve, il tono amichevole. Nemmeno un minuto e l’operazione è già fissata. Tutto passerà per Singapore, da dove un membro dell’organizzazione gestisce buona parte delle scommesse clandestine di tutto il mondo.
Arriva l’ordine dall’ex colonia dell’impero britannico ed bookmakers della città dovranno proporre ad Andrea scommesse truccate, che lo faranno vincere in modo consistente. Successivamente, quando la somma vinta dal ragazzo sarà diventata rilevante, dovranno indurlo a rischiare una cifra di cui non dispone, smettendo però di dargli i “suggerimenti". Nessuna di queste persone sa perché debba comportarsi in quel modo, però, tutti sanno quanto sia salutare obbedire a certi ordini senza farsi (e senza fare) domande, in special modo se provengono da Singapore.
Andrea inizialmente tentenna, ma le vincite “importanti” finiranno per travolgerlo in un'euforia che non saprà controllare. Preso in quella spirale, in sole 48 ore il ragazzo diventa ricco, accumulando vincite per diverse centinaia di migliaia di euro. E’ a quel punto che gli propongono una puntata colossale e lui, convinto che quella sia l’occasione della vita, si lascia attirare nella trappola tesa per lui. Scommetterà una cifra doppia del capitale vinto fino a quel momento, ma per poter partecipare, deve accettare il credito che gli viene concesso dal titolare della sala scommesse. Com’era inevitabile, alla fine Andrea non solo perde tutto quanto aveva accumulato, ma si ritrova indebitato per quasi un milione di euro. Una somma iperbolica, che uno come lui, semplice operaio saldatore, mai avrebbe potuto ripagare.
Consapevole di essersi cacciato in un guaio enorme, Andrea vive settimane di grande agitazione interiore. Non si confida con Valeria ed anzi, i due ragazzi litigano spesso fra loro, tanto che Andrea rientra sempre a casa tardissimo, nella speranza che Valeria stia già dormendo. E' ormai la fine di Giugno e notte fonda, quando Andrea viene fermato da quattro energumeni, che lo bloccano e lo caricano a forza su un grande Suv. Portato in uno scantinato, il giovane viene maltrattato ed atterrito, denudato e legato ad una sedia. Sottoposto a torture con un marchingegno elettrico, viene costretto a bere cinque litri di acqua. Quasi soffocato, esausto ed atterrito, dopo alcune ore di quel trattamento, promette che ripagherà il suo debito entro una settimana. Lo lasciano andare.
Trascorrono i giorni e l’ansia di Andrea raggiunge livelli parossistici. Nervosissimo, litiga con tutti, soprattutto con Valeria, praticamente ogni volta che s’incontrano. Non sa a chi rivolgersi e pensa di fuggire, presume di essere tenuto sotto controllo, ma tenta ugualmente. Salta sulla sua moto e si dirige fuori città, ma com’era prevedibile viene seguito e raggiunto dal Suv con i quattro che già conosce. Lo bloccano nuovamente e lo riportato nello scantinato, legandolo alla sedia. Quasta volta lo gli mettono un cappuccio, ma non succede altro e se ne vanno.
Andrea rimane solo ed è assorto nei propri pensieri angoscianti per diverse ore, fino a che viene richiamato alla realtà dal un rumore di veicolo che si sta fermando. Sono passi che scendono le scale, anzi, rumore di tacchi. La porta si apre ed una voce femminile si rivolge ad Andrea.
-“ …tu puoi darmi qualcosa che m’interessa… se me la dai, pagherò io il tuo debito… e tu potrai continuare a vivere… altrimenti…”-
La donna gli toglie il cappuccio e restando dietro di lui per non essere vista, gli mostra una fotografia: è Valeria.
Gli avessero fatto una simile proposta otto giorni prima, avrebbe risposto che mai avrebbe tradito la sua ragazza. Ora, invece, non gli sembra vero poterne venir fuori e nemmeno così immorale preferire sé stesso a Valeria. In fondo, la donna aveva solo detto che voleva la ragazza, non che intendesse ucciderla e lui, poteva trovarne altre di Valeria… anche meglio di lei.
Andrea restò in silenzio, ma chi tace acconsente: era evidente che accettava. La sconosciuta gli ordinò di portare Valeria nel parcheggio di un area industriale in costruzione, la sera stessa, alle 21, fermandosi a fianco di un furgone nero. La donna se ne andò, lasciandolo dov'era. Circa un'ora dopo arrivarono i soliti quattro che lo slegarono dalla sedia. Dopo averlo trascinato in strada, lo buttarono letteralmente a terra, risalendo sul Suv ed allontanandosi. (continua)
Per commenti e suggerimenti all'autore: eldoradom@elude.in
Questo terzo millennio conformista, ipocrita e retrograde, mi obbliga a precisare l’ovvio, cioè come il mio modesto racconto di “noir-dominazione”, sia di pura fantasia. A coloro i quali vorrebbero censurare tutto ciò che ritengono estraneo alla normalità, va spiegato che l’indole ed il comportamento delle persone adulte è quello che è, e non dipende affatto dalla letture che fanno. Anzi, è proprio l’ignoranza dell’esistenza di certe personalità deviate, ad agevolare chi fa della violenza e della sopraffazione il proprio modus operandi. Pertanto, non è la narrazione, ma la censura, ovvero l’ignoranza di certi aspetti dell’indole umana, a fornire un maggior numero di potenziali vittime ai violenti. Sarebbe pretenzioso fare paralleli, quindi è solo per inciso che mi permetto di ricordare come opere letterarie degne di nota (es. Arancia Meccanica) siano state ai tempi stupidamente censurate, a causa delle loro tematiche, appunto per via di visioni ristrette ed ottuse.
SOMMARIO
Un’organizzazione internazionale molto capillare, si occupa di individuare e procurare giovani ragazze per un mercato occulto e proibito. Il reclutamento è forzoso e le ragazze prescelte dagli “osservatori” sono rapite, irretite da persone di cui hanno piena fiducia, ma che per via di alcune loro debolezze, sono diventate a loro volta vittime di ricatti a cui non possono sottrarsi.
Cedute ad una catena di personaggi diversi, delle ragazze si perdono ben presto le tracce. Addestrate con disciplina militare in una sorta di collegio-prigione per diverse settimane, una volta ritenute idonee, saranno successivamente vendute all'asta mensile online sul dark web, ad una ristrettissima elite di compratori. Donne ed uomini, spesso coppie, di ogni razza ed età, assimilabili fra loro soltanto per le loro smodate possibilità economiche e per un incontrollabile impulso di realizzare le loro perversioni più estreme.
L'asta ha luogo in un remoto castello e si prolunga per ore. Dopo una presentazione audiovisiva su schermo, un montaggio di registrazioni effettuate durante gli “addestramenti”, le schiave vengono condotte una per volta su un set, al guinzaglio del loro istruttore. Sotto la luce dei riflettori, le ragazze devono esibirsi eseguendo ordini impartiti sia dall’istruttore che dai potenziali acquirenti. Il pubblico che si è impegnato con un'offerta, può infatti chiedere all'istruttore che la schiava a ripeta dal vivo una qualsiasi delle performances mostrate nei video di presentazione.
INTRODUZIONE
Cittadina di provincia, bar d’angolo, zona di passaggio, limitrofa al centro storico, luogo molto frequentato.
Aperto dalle 5:30 alle 20:30, è attualmente gestito da un proprietario che rileva esercizi in grave difficoltà per poco denaro, provvedendo a rilanciarli per poi rivenderli a caro prezzo, quando tornano remunerativi. Lui c’è soltanto all’apertura ed in chiusura; praticamente, sono tre giovani ragazze che mandano avanti il bar "del Teatro": Anna, Paola e Valeria.
Il pubblico del locale è una fauna variegata, che spazia dal notaio all’operaio, insomma, una popolazione che cambia, principalmente a seconda dell’orario.
Nessuna delle colleghe bariste è bella, giovane ed attraente come Valeria. Una splendida ventenne dai capelli lunghi e biondi, che oltre ad avere un corpo voluttuoso, è sempre in forma smagliante.
Come se ciò non bastasse, la sua tipica espressione da cerbiatta, le conferisce quell’aria di preda indifesa, che richiama sistematicamente l’attenzione dei “rapaci”, cioè quasi tutti gli avventori, sia uomini che donne, di ogni età.
Quasi tutti i clienti i maschi, sembrano sentirsi autorizzati a lanciarle occhiate oscene, come se il prezzo della consumazione includesse anche l’obbligo, per lei, di subirle. La mettono a disagio le ridicole battutine (non sa mai se replicare e come), quelle a cui ricorrono i più sfrontati, per tentare di accaparrarsi la sua simpatia e coinvolgerla in atteggiamenti complici, probabilmente finalizzati a suscitare l’invidia degli altri maschi presenti.
L’imbarazzo di Valeria per quelle situazioni era malcelato e fonte di un segreto godimento da parte delle sue due colleghe, che però, in sua presenza, non l’avevano mai dato a vedere.
Quel mattino d’inizio Giugno, Valeria non fece assolutamente caso ad un personaggio femminile di mezza età, elegantemente vestito, che invece la squadrò per tutto il tempo della sua permanenza nel locale, con estrema attenzione. Era una signora sulla cinquantina, altezza media, bionda, corporatura asciutta, ma assai ben proporzionata, vestita in modo elegante, e che calzava scarpe di gran pregio. Subito dopo essere entrata si era seduta ad un tavolino. Rimase seduta a lungo, e dopo aver ordinato un caffè, fece finta di leggere una rivista, allo scopo di poter squadrare Valeria con tutta calma, dalla testa ai piedi.
Un personaggio assolutamente insospettabile, trattandosi di un magistrato del tribunale, che però faceva parte de “L’Organizzazione”, e che aveva il compito di individuare i soggetti più interessanti.
CAPITOLO I
Valeria ha un ragazzo con cui convive già, ma l’intesa fra loro non è poi così profonda…
Si piacciono molto e sono sessualmente intimi, ma la giovane età li spinge a recitare la parte che suppongono possa piacere all’altro. Ingenui, non comprendono ancora come il segreto del successo di una relazione siano la trasparenza e la tolleranza reciproca. Ancora in fase di conquista, non si confidano ed anzi, occultano sistematicamente quegli aspetti del loro carattere e quelle le debolezze che pensano potrebbero compromettere l’immagine, quella che il partner vuole vedere.
La debolezza di Andrea, ignota a Valeria, e che lui mai gli confesserà, è il gioco d’azzardo. Scommette su tutto, e l'opzione meno probabile e più rischiosa è quella che sceglie sempre. Vincere molto, è infatti solo il pretesto: ciò che desidera veramente il giocatore compulsivo è avere adrenalina in circolo, quindi più rischia, più è appagato. Le possibilità economiche di Andrea sono modeste e solo per questa ragione non si è ancora cacciato in guai seri.
Dopo la segnalazione ad opera dell’insospettabile giudice, un “pizzino” lasciato in una cassetta della posta in un antico stabile signorile del centro, l’organizzazione s’informerà sul conto di Valeria e ne valuterà ogni aspetto, dalle abitudini, alle relazioni interpersonali. Non trascorre molto tempo dalla posa del foglietto nella cassetta, che un individuo vestito di un lungo impermeabile scuro entra nell’androne di quel vecchio palazzo. Apre lo sportellino e dopo aver letto e memorizzato il contenuto, distrugge immediatamente il documento. Il tizio nell’impermeabile e con il cappello calato sul volto, non è altri che il titolare di una storica agenzia investigativa cittadina, un uomo che ha le competenze, i mezzi e le conoscenze per svolgere in modo impeccabile questo genere di lavoro, senza destare sospetti.
Dopo una settimana, a tarda ora, quell’uomo camminerà rasente i muri sotto il portico della città vecchia. S’infilerà rapido nel cortile di un altro palazzo padronale del settecento e varcata una porta a vetri d’epoca, si avvicinerà alle cassette postali. Estratta da una tasca interna del soprabito una busta A4 sigillata, la imbucherà nell’unica cassetta priva di nome, piegandola a metà. Controllerà circospetto di non essere stato notato e dopo aver percorso a ritroso i propri passi, si dileguerà silenziosamente per i vicoli del centro. Qualcuno preleverà la busta ed il suo contenuto passerà di mano in mano.
(La trappola)
Un personaggio seduto su una poltrona dirigenziale legge la relazione sull'indagine. Dopo aver brevemente meditato, estrae da uno dei cassetti della sua scrivania un telefono satellitare, ne alza l’antenna e si porta vicino alla finestra del suo ufficio. La conversazione è breve, il tono amichevole. Nemmeno un minuto e l’operazione è già fissata. Tutto passerà per Singapore, da dove un membro dell’organizzazione gestisce buona parte delle scommesse clandestine di tutto il mondo.
Arriva l’ordine dall’ex colonia dell’impero britannico ed bookmakers della città dovranno proporre ad Andrea scommesse truccate, che lo faranno vincere in modo consistente. Successivamente, quando la somma vinta dal ragazzo sarà diventata rilevante, dovranno indurlo a rischiare una cifra di cui non dispone, smettendo però di dargli i “suggerimenti". Nessuna di queste persone sa perché debba comportarsi in quel modo, però, tutti sanno quanto sia salutare obbedire a certi ordini senza farsi (e senza fare) domande, in special modo se provengono da Singapore.
Andrea inizialmente tentenna, ma le vincite “importanti” finiranno per travolgerlo in un'euforia che non saprà controllare. Preso in quella spirale, in sole 48 ore il ragazzo diventa ricco, accumulando vincite per diverse centinaia di migliaia di euro. E’ a quel punto che gli propongono una puntata colossale e lui, convinto che quella sia l’occasione della vita, si lascia attirare nella trappola tesa per lui. Scommetterà una cifra doppia del capitale vinto fino a quel momento, ma per poter partecipare, deve accettare il credito che gli viene concesso dal titolare della sala scommesse. Com’era inevitabile, alla fine Andrea non solo perde tutto quanto aveva accumulato, ma si ritrova indebitato per quasi un milione di euro. Una somma iperbolica, che uno come lui, semplice operaio saldatore, mai avrebbe potuto ripagare.
Consapevole di essersi cacciato in un guaio enorme, Andrea vive settimane di grande agitazione interiore. Non si confida con Valeria ed anzi, i due ragazzi litigano spesso fra loro, tanto che Andrea rientra sempre a casa tardissimo, nella speranza che Valeria stia già dormendo. E' ormai la fine di Giugno e notte fonda, quando Andrea viene fermato da quattro energumeni, che lo bloccano e lo caricano a forza su un grande Suv. Portato in uno scantinato, il giovane viene maltrattato ed atterrito, denudato e legato ad una sedia. Sottoposto a torture con un marchingegno elettrico, viene costretto a bere cinque litri di acqua. Quasi soffocato, esausto ed atterrito, dopo alcune ore di quel trattamento, promette che ripagherà il suo debito entro una settimana. Lo lasciano andare.
Trascorrono i giorni e l’ansia di Andrea raggiunge livelli parossistici. Nervosissimo, litiga con tutti, soprattutto con Valeria, praticamente ogni volta che s’incontrano. Non sa a chi rivolgersi e pensa di fuggire, presume di essere tenuto sotto controllo, ma tenta ugualmente. Salta sulla sua moto e si dirige fuori città, ma com’era prevedibile viene seguito e raggiunto dal Suv con i quattro che già conosce. Lo bloccano nuovamente e lo riportato nello scantinato, legandolo alla sedia. Quasta volta lo gli mettono un cappuccio, ma non succede altro e se ne vanno.
Andrea rimane solo ed è assorto nei propri pensieri angoscianti per diverse ore, fino a che viene richiamato alla realtà dal un rumore di veicolo che si sta fermando. Sono passi che scendono le scale, anzi, rumore di tacchi. La porta si apre ed una voce femminile si rivolge ad Andrea.
-“ …tu puoi darmi qualcosa che m’interessa… se me la dai, pagherò io il tuo debito… e tu potrai continuare a vivere… altrimenti…”-
La donna gli toglie il cappuccio e restando dietro di lui per non essere vista, gli mostra una fotografia: è Valeria.
Gli avessero fatto una simile proposta otto giorni prima, avrebbe risposto che mai avrebbe tradito la sua ragazza. Ora, invece, non gli sembra vero poterne venir fuori e nemmeno così immorale preferire sé stesso a Valeria. In fondo, la donna aveva solo detto che voleva la ragazza, non che intendesse ucciderla e lui, poteva trovarne altre di Valeria… anche meglio di lei.
Andrea restò in silenzio, ma chi tace acconsente: era evidente che accettava. La sconosciuta gli ordinò di portare Valeria nel parcheggio di un area industriale in costruzione, la sera stessa, alle 21, fermandosi a fianco di un furgone nero. La donna se ne andò, lasciandolo dov'era. Circa un'ora dopo arrivarono i soliti quattro che lo slegarono dalla sedia. Dopo averlo trascinato in strada, lo buttarono letteralmente a terra, risalendo sul Suv ed allontanandosi. (continua)
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