L'Organizzazione ( Capitolo 12 )
di
Ipsedixit
genere
dominazione
Ipotesi plausibile e suffragata da vari elementi, Valeria si era presto convinta che il castello fosse una destinazione di passaggio e non aveva dubbi che l’avessero rapita per usarla sessualmente. A poche dell’asta, però, l’idea che sarebbe stata esibita e venduta al miglior offrente non l’aveva neppure sfiorata. Schiava sessuale di un Padrone, o di una coppia, gente dall'aspetto e dalle etnie più diverse, e delle età più svariate, ma con in comune disponibilità finanziarie pressoché illimitate, tali da renderli intoccabili e da consentire loro di appagare qualsiasi capriccio, anche le fantasie erotiche più perverse ed estreme.
Che si trattasse di una giornata particolare diventò evidente sin dal mattino, quando lei e le altre vennero liberate dalle catene che le bloccavano ai lettini, ma solo per pochi istanti. Anziché essere condotte nel bagno per espletare i bisogni ed essere lavate come al solito, le ragazze furono fatte mettere prone ed incatenate nuovamente ai vertici dei letti, mani e piedi. Neppure il tempo di riflettere su quanto stesse accadendo e Valeria si ritrovò con una cannula per enteroclisma inserita nel retto, con un liquido tiepido che iniziava ad invaderle il ventre.
-”Resterete per mezz’ora gonfie come palloncini, perché oggi vi voglio pulite anche dentro. Chi sporca, si pentirà di essere nata, parola mia. E’ chiaro puttanelle?!”
Era Frau Helga, che aveva fatto irruzione nella camerata in quello stesso istante. La voce tagliente ed intimidatoria stava entrando dentro Valeria, insieme ad un litro di acqua tiepida con diluito un po' di lassativo ed oli essenziali. Sapeva bene come mezz’ora fosse un limite irrealistico, ma le era piaciuto far provare quella terribile sensazione alle prigioniere. Trascorsi dieci minuti, tutte le ragazze erano infatti al limite.
Vennero condotte alla solita toilette, quella turca nell'angolo in fondo alla camerata ed una per volta evacuarono, subito lavate dalle ancelle con un potente getto di acqua, come se fossero state vetture all’autolavaggio.
Per Valeria, quello fu il momento più umiliante e degradante di tutto l’addestramento.
Dopo aver toccato il fondo, però, le cose parvero cambiare radicalmente.
Le ancelle lavarono ed asciugarono i capelli di Valeria, curandone anche la messa in piega. La sottoposero ad un vero e proprio trattamento estetico ed infine, la profumarono e truccarono sapientemente. Le fecero indossare calze autoreggenti, scarpe a punta con un tacco a spillo vertiginoso, un collare di spesso cuoio, alto quanto il collo stesso, rigido e sagomato sulle spalle e sotto il mento, che la obbligò a mantenere il capo dritto. La bardatura prevedeva anche una coppia di morsetti metallici serrati alla base dei capezzoli, uniti fra loro da una catenella, a sua volta agganciata al collare con un piccolo lucchetto. Un morso costituito da un anello metallico del diametro di quattro centimetri, munito di cinghetti e fibbia, le costrinse a restare con la bocca aperta. Glielo inserirono in bocca senza che lei opponesse alcuna difficoltà, serrando poi sulla nuca le cinghie del bavaglio dopo averle messe in tensione. Infine, la bendarono ed ammanettarono con i polsi dietro la schiena.
La stessa sorte tocco anche alle altre, e tutte furono condotte sul palco in quelle condizioni. Le fecero entrare nelle sei strette gabbie, che dopo essere state chiuse a chiave, vennero sollevate dai paranchi elettrici a diversi metri dal pavimento. Di tanto in tanto una delle ancelle saliva sul palco, controllava che tutto fosse in ordine e lo puliva dalla saliva caduta da quelle splendide bocche aperte. Trascorse un paio d'ore nel silenzio, Valeria sentì aumentare il rumore di fondo.
Passi, oggetti che venivano spostati, rombo di motori, probabilmente furgoni e camioncini, ma quel che la colpì fu il tintinnare dei bicchieri che venivano posizionati sui tavolini, un rumore che qualsiasi barista avrebbe riconosciuto.
Ritornò il silenzio per alcuni minuti, poi, improvvisamente, si udì il fragore delle pale di un elicottero. Era quello dell'organizzazione, che aveva iniziato il servizio taxi e trasportava all'interno della fortezza gli ospiti-clienti, prelevati direttamente dagli aeroporti dov’erano atterrati con i loro jet personali. Quando il brusio diventò un vociare intenso, con parole pronunciate in varie lingue, a lei conosciute e non, Valeria fu certa che ci fosse molta gente e stesse per iniziare qualcosa d’importante.
Una fantasia erotica piuttosto comune tra le giovani donne è proprio quella di essere esibite insieme ad altre. Sentirsi osservate, desiderate, e soprattutto contese. Immaginarsi in balia della volontà di un Padrone, senza potersi opporre a nulla, risulta poi estremamente eccitante per molte.
Alcuni sostengono che sia l’istinto della specie a far desiderare di essere possedute dal più forte e che un ancestrale bisogno di cessione completa del controllo di sé sia alla base di ciò. Altri, ritengono che la ragione di fondo sia liberarsi da ogni responsabilità, così da vivere in modo più completo una sessualità prorompente, ma castrata dalle regole della società moderna.
La fantasia dell'essere “contese e vendute all’asta delle schiave”, tanto comune quanto inconfessata, perde la sua carica di erotismo non appena il ragionamento razionale prende il sopravvento. Contrariamente a quanto accade nelle fantasie e nei romanzi di successo, il Padrone potrebbe essere tutt’altro che attraente ed affascinante e per nulla interessato al piacere sessuale della schiava. Bestsellers e film hanno successo perché il Padrone non è soltanto ricco, ma anche giovane, bello, affascinante, intelligente, dotato e fantasioso, in grado di procurare fantastici orgasmi.
Sia Valeria che le altre avevano tutte avuto quella fantasia durante l’adolescenza. Ad ognuna di loro era capitato di masturbarsi, immaginandosi in un gruppo di schiave in vendita. Fantasia nient’affatto sgradevole per lei, che mentre si toccava, ad occhi chiusi sotto le coperte, immaginava di mettersi in mostra e di ammiccare, per farsi notare e scegliere dal Padrone più affascinante. Crescendo, però, quella fantasia era stata sepolta nei ricordi e mai avrebbe immaginato che l’avrebbe vissuta nella realtà.
Le prigioniere erano in piedi nelle gabbie da ore, ancora nascoste alla vista degli spettatori. Valeria si stava ancora domandando cosa stesse accadendo, quando il ronzio del meccanismo che apriva il sipario ed il click amplificato di un microfono la fece sussultare.
- "Signore e Signori, benvenuti all'esclusiva asta dell'Organizzazione!”
Dopo una breve pausa, quando lo speaker ritenne di avere tutta l’attenzione del pubblico, continuò:
- In questo evento, riservato a pochissimi nostri amici, avremo il piacere di presentarvi sei bellissime creature, nate per ubbidire e soddisfare ogni vostro desiderio, senza alcun limite. Le avete già viste nel catalogo che vi è stato inviato, ma si trattava di immagini e video risalenti ad un paio di mesi fa, quando dovevano ancora essere plasmate”
Valeria entrò come in trance. Una situazione estrema, che non aveva assolutamente previsto, con il ricordo subconscio della sua fantasia adolescenziale che si era trasformato in realtà, producendo in lei sentimenti contrastanti ed incontrollabili di disorientamento, eccitazione e paura.
- Vi ricordiamo che ogni schiava verrà consegnata nel luogo indicato dal vincitore, in perfette condizioni di salute, munita di certificato medico e nel suo peso forma ideale. Non esistono limiti all'uso che i fortunati vincitori dell'asta vorranno fare della loro schiava. Se qualcuno ha domande da pormi, faccia un cenno alle ancelle che vedete inginocchiate davanti al palco, che correranno subito a portarvi un microfono” -
Dopo un'ulteriore attesa di qualche secondo, il presentatore continuò:
-”Vedo che non ci sono domande, peraltro, siete tutti clienti storici ed avete già effettuato acquisti, quindi sapete tutto! Allora, senza attendere oltre, che l'asta dell'organizzazione abbia inizio!”
(continua)
Per commenti e suggerimenti all'autore: eldoradom@elude.in
Che si trattasse di una giornata particolare diventò evidente sin dal mattino, quando lei e le altre vennero liberate dalle catene che le bloccavano ai lettini, ma solo per pochi istanti. Anziché essere condotte nel bagno per espletare i bisogni ed essere lavate come al solito, le ragazze furono fatte mettere prone ed incatenate nuovamente ai vertici dei letti, mani e piedi. Neppure il tempo di riflettere su quanto stesse accadendo e Valeria si ritrovò con una cannula per enteroclisma inserita nel retto, con un liquido tiepido che iniziava ad invaderle il ventre.
-”Resterete per mezz’ora gonfie come palloncini, perché oggi vi voglio pulite anche dentro. Chi sporca, si pentirà di essere nata, parola mia. E’ chiaro puttanelle?!”
Era Frau Helga, che aveva fatto irruzione nella camerata in quello stesso istante. La voce tagliente ed intimidatoria stava entrando dentro Valeria, insieme ad un litro di acqua tiepida con diluito un po' di lassativo ed oli essenziali. Sapeva bene come mezz’ora fosse un limite irrealistico, ma le era piaciuto far provare quella terribile sensazione alle prigioniere. Trascorsi dieci minuti, tutte le ragazze erano infatti al limite.
Vennero condotte alla solita toilette, quella turca nell'angolo in fondo alla camerata ed una per volta evacuarono, subito lavate dalle ancelle con un potente getto di acqua, come se fossero state vetture all’autolavaggio.
Per Valeria, quello fu il momento più umiliante e degradante di tutto l’addestramento.
Dopo aver toccato il fondo, però, le cose parvero cambiare radicalmente.
Le ancelle lavarono ed asciugarono i capelli di Valeria, curandone anche la messa in piega. La sottoposero ad un vero e proprio trattamento estetico ed infine, la profumarono e truccarono sapientemente. Le fecero indossare calze autoreggenti, scarpe a punta con un tacco a spillo vertiginoso, un collare di spesso cuoio, alto quanto il collo stesso, rigido e sagomato sulle spalle e sotto il mento, che la obbligò a mantenere il capo dritto. La bardatura prevedeva anche una coppia di morsetti metallici serrati alla base dei capezzoli, uniti fra loro da una catenella, a sua volta agganciata al collare con un piccolo lucchetto. Un morso costituito da un anello metallico del diametro di quattro centimetri, munito di cinghetti e fibbia, le costrinse a restare con la bocca aperta. Glielo inserirono in bocca senza che lei opponesse alcuna difficoltà, serrando poi sulla nuca le cinghie del bavaglio dopo averle messe in tensione. Infine, la bendarono ed ammanettarono con i polsi dietro la schiena.
La stessa sorte tocco anche alle altre, e tutte furono condotte sul palco in quelle condizioni. Le fecero entrare nelle sei strette gabbie, che dopo essere state chiuse a chiave, vennero sollevate dai paranchi elettrici a diversi metri dal pavimento. Di tanto in tanto una delle ancelle saliva sul palco, controllava che tutto fosse in ordine e lo puliva dalla saliva caduta da quelle splendide bocche aperte. Trascorse un paio d'ore nel silenzio, Valeria sentì aumentare il rumore di fondo.
Passi, oggetti che venivano spostati, rombo di motori, probabilmente furgoni e camioncini, ma quel che la colpì fu il tintinnare dei bicchieri che venivano posizionati sui tavolini, un rumore che qualsiasi barista avrebbe riconosciuto.
Ritornò il silenzio per alcuni minuti, poi, improvvisamente, si udì il fragore delle pale di un elicottero. Era quello dell'organizzazione, che aveva iniziato il servizio taxi e trasportava all'interno della fortezza gli ospiti-clienti, prelevati direttamente dagli aeroporti dov’erano atterrati con i loro jet personali. Quando il brusio diventò un vociare intenso, con parole pronunciate in varie lingue, a lei conosciute e non, Valeria fu certa che ci fosse molta gente e stesse per iniziare qualcosa d’importante.
Una fantasia erotica piuttosto comune tra le giovani donne è proprio quella di essere esibite insieme ad altre. Sentirsi osservate, desiderate, e soprattutto contese. Immaginarsi in balia della volontà di un Padrone, senza potersi opporre a nulla, risulta poi estremamente eccitante per molte.
Alcuni sostengono che sia l’istinto della specie a far desiderare di essere possedute dal più forte e che un ancestrale bisogno di cessione completa del controllo di sé sia alla base di ciò. Altri, ritengono che la ragione di fondo sia liberarsi da ogni responsabilità, così da vivere in modo più completo una sessualità prorompente, ma castrata dalle regole della società moderna.
La fantasia dell'essere “contese e vendute all’asta delle schiave”, tanto comune quanto inconfessata, perde la sua carica di erotismo non appena il ragionamento razionale prende il sopravvento. Contrariamente a quanto accade nelle fantasie e nei romanzi di successo, il Padrone potrebbe essere tutt’altro che attraente ed affascinante e per nulla interessato al piacere sessuale della schiava. Bestsellers e film hanno successo perché il Padrone non è soltanto ricco, ma anche giovane, bello, affascinante, intelligente, dotato e fantasioso, in grado di procurare fantastici orgasmi.
Sia Valeria che le altre avevano tutte avuto quella fantasia durante l’adolescenza. Ad ognuna di loro era capitato di masturbarsi, immaginandosi in un gruppo di schiave in vendita. Fantasia nient’affatto sgradevole per lei, che mentre si toccava, ad occhi chiusi sotto le coperte, immaginava di mettersi in mostra e di ammiccare, per farsi notare e scegliere dal Padrone più affascinante. Crescendo, però, quella fantasia era stata sepolta nei ricordi e mai avrebbe immaginato che l’avrebbe vissuta nella realtà.
Le prigioniere erano in piedi nelle gabbie da ore, ancora nascoste alla vista degli spettatori. Valeria si stava ancora domandando cosa stesse accadendo, quando il ronzio del meccanismo che apriva il sipario ed il click amplificato di un microfono la fece sussultare.
- "Signore e Signori, benvenuti all'esclusiva asta dell'Organizzazione!”
Dopo una breve pausa, quando lo speaker ritenne di avere tutta l’attenzione del pubblico, continuò:
- In questo evento, riservato a pochissimi nostri amici, avremo il piacere di presentarvi sei bellissime creature, nate per ubbidire e soddisfare ogni vostro desiderio, senza alcun limite. Le avete già viste nel catalogo che vi è stato inviato, ma si trattava di immagini e video risalenti ad un paio di mesi fa, quando dovevano ancora essere plasmate”
Valeria entrò come in trance. Una situazione estrema, che non aveva assolutamente previsto, con il ricordo subconscio della sua fantasia adolescenziale che si era trasformato in realtà, producendo in lei sentimenti contrastanti ed incontrollabili di disorientamento, eccitazione e paura.
- Vi ricordiamo che ogni schiava verrà consegnata nel luogo indicato dal vincitore, in perfette condizioni di salute, munita di certificato medico e nel suo peso forma ideale. Non esistono limiti all'uso che i fortunati vincitori dell'asta vorranno fare della loro schiava. Se qualcuno ha domande da pormi, faccia un cenno alle ancelle che vedete inginocchiate davanti al palco, che correranno subito a portarvi un microfono” -
Dopo un'ulteriore attesa di qualche secondo, il presentatore continuò:
-”Vedo che non ci sono domande, peraltro, siete tutti clienti storici ed avete già effettuato acquisti, quindi sapete tutto! Allora, senza attendere oltre, che l'asta dell'organizzazione abbia inizio!”
(continua)
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