Nella mia testa
di
Ginnylinny
genere
masturbazione
“ Vediamo un po’: emotiva, incline alla fantasia e isteria femminile. Un classico! La faremo guarire in un nonnulla.”
Ammetto che “ Alice attraverso lo specchio e company” non mi abbiano mai entusiasmata come romanzi.
Mi sembrano solo un’accozzaglia di frammenti deliranti, tra immaginazione e non della protagonista.
Eppure, questa frase la sento come una mia perfetta descrizione, a tutto punto.
Emotività a palate, riversata su rapporti fantasiosi, che tendo a idealizzare allo stremo fino a quando, ridendo istericamente, capisco siano solo miei pensieri.
“ Sono solo cose che succedono nella mia mente, oppure sono piccole sprazzi di realtà che non riesco a decifrare ? “
Tutte queste domande me le pongo nuda, davanti allo specchio del bagno, nell’attesa di farmi la doccia.
Cosa vedo se mi ci guardo attraverso?
Vedo una me stanca, stufa di queste scorciatoie per evitare reali rapporti tangibili e partner in carne ed ossa.
Perché precludersi queste cose?
Per evitare di soffrire ?
“Tanto ci rimani male comunque, cretina !Tanto vale provarci sul serio !” Mi dico, con quei nomignoli carini che mi affibbio sempre.
Sento scrosciare l’acqua, ho bisogno di una doccia bollente, intanto non mi vedo più allo specchio a causa della condensa.
Meglio, così l’auto inquisizione finisce ed entro nel box.
Sento il flusso caldo scorrere sui miei capelli corti e biondi, poi è la volta del viso e sento già il mascara colarmi sulle guance.
“ somigliare a un panda era proprio quello che mi serviva” penso sarcastica.
L’acqua è così calda che la mia pelle bianca è subito rossa, sospirando mi levo finalmente questa giornata e la lascio scivolare direttamente nelle tubature.
Intanto divarico le gambe, rilascio il flusso di pipì e ne sento il calore avvolgente fino ai piedi.
Ho sempre considerato la doccia un luogo mistico, pieno di intimità e dove lasciarmi andare sotto ogni aspetto.
Lo sto facendo, tanto non mi vede nessuno e niente giudizi altrui.
Piano piano parte anche un altro flusso, quello mentale, certamente quello più pericoloso.
Mi torna in mente quell’ orgasmo avuto in dormiveglia stamattina, non capisco se sia davvero avvenuto. “Ancora questo maledetto sottosopra, dove finisce la realtà e inizia il sogno ?” mi chiedo.
Mi sento un fuoco, mi sfioro la fica e capisco che ora sono davvero bagnata ma dei miei umori.
Questa volta sarà tangibile il mio piacere,
inizio a toccarmi perché ho bisogno di sentirmi mia e basta.
Necessito di godere, non ho tempo di supplicarmi a lungo, perché il mio dito medio è già in fibrillazione sul mio clitoride.
Lo tormenta con quei movimenti circolari, tanto famigliari quanto rassicuranti e non mi bastano.
Non oggi.
Decido di variare aggiungendo un dito, ma nella mia fica, la sento così calda e morbida che quasi rallento per godermi a pieno.
Il respiro e il mio cuore aumentano sempre di più i loro ritmi, facendomi sentire sempre meglio, affondo dopo affondo.
Sempre più fradicia, bollente e vogliosa.
Finalmente vengo, trattengo i gemiti mordendomi forte il labbro inferiore.
Voglio che sia una cosa solo mia fino alla fine, nessuno ha il permesso di sentirmi.
Stasera appartengo solo a me e voglio godere del mio essere.
Le gambe tremano leggermente, mi trattengo al muro e aspetto che questi spasmi che tanto adoro finiscano.
Dopo attimi che sembrano eterni, mi riprendo decidendo di coccolarmi, dopo questo auto amplesso così carnale e repentino.
Mi spalmo il sapone sui seni e sulle braccia.
Poi passo all’addome, fino ad arrivare alla mia fica, ancora pulsante e la massaggio delicatamente.
Finendo poi a carezzarmi i glutei e cosce.
Risciacquo tutto, concedendomi gli ultimi istanti di relax sotto a questo bollore.
Esco dalla doccia, mi faccio avvolgere dalla morbidezza del mio accappatoio e torno davanti allo specchio.
La condensa lo annebbia ancora, con una mano ne levo via una parte, riuscendo a scrutarmi.
Lo sguardo che mi ricambia la me riflessa è inequivocabile: “ piantala di vivere nella tua testa, esci e vivi la vita vera con persone reali “ pare dirmi.
Sarò forse guarita in un nonnulla ?
Ammetto che “ Alice attraverso lo specchio e company” non mi abbiano mai entusiasmata come romanzi.
Mi sembrano solo un’accozzaglia di frammenti deliranti, tra immaginazione e non della protagonista.
Eppure, questa frase la sento come una mia perfetta descrizione, a tutto punto.
Emotività a palate, riversata su rapporti fantasiosi, che tendo a idealizzare allo stremo fino a quando, ridendo istericamente, capisco siano solo miei pensieri.
“ Sono solo cose che succedono nella mia mente, oppure sono piccole sprazzi di realtà che non riesco a decifrare ? “
Tutte queste domande me le pongo nuda, davanti allo specchio del bagno, nell’attesa di farmi la doccia.
Cosa vedo se mi ci guardo attraverso?
Vedo una me stanca, stufa di queste scorciatoie per evitare reali rapporti tangibili e partner in carne ed ossa.
Perché precludersi queste cose?
Per evitare di soffrire ?
“Tanto ci rimani male comunque, cretina !Tanto vale provarci sul serio !” Mi dico, con quei nomignoli carini che mi affibbio sempre.
Sento scrosciare l’acqua, ho bisogno di una doccia bollente, intanto non mi vedo più allo specchio a causa della condensa.
Meglio, così l’auto inquisizione finisce ed entro nel box.
Sento il flusso caldo scorrere sui miei capelli corti e biondi, poi è la volta del viso e sento già il mascara colarmi sulle guance.
“ somigliare a un panda era proprio quello che mi serviva” penso sarcastica.
L’acqua è così calda che la mia pelle bianca è subito rossa, sospirando mi levo finalmente questa giornata e la lascio scivolare direttamente nelle tubature.
Intanto divarico le gambe, rilascio il flusso di pipì e ne sento il calore avvolgente fino ai piedi.
Ho sempre considerato la doccia un luogo mistico, pieno di intimità e dove lasciarmi andare sotto ogni aspetto.
Lo sto facendo, tanto non mi vede nessuno e niente giudizi altrui.
Piano piano parte anche un altro flusso, quello mentale, certamente quello più pericoloso.
Mi torna in mente quell’ orgasmo avuto in dormiveglia stamattina, non capisco se sia davvero avvenuto. “Ancora questo maledetto sottosopra, dove finisce la realtà e inizia il sogno ?” mi chiedo.
Mi sento un fuoco, mi sfioro la fica e capisco che ora sono davvero bagnata ma dei miei umori.
Questa volta sarà tangibile il mio piacere,
inizio a toccarmi perché ho bisogno di sentirmi mia e basta.
Necessito di godere, non ho tempo di supplicarmi a lungo, perché il mio dito medio è già in fibrillazione sul mio clitoride.
Lo tormenta con quei movimenti circolari, tanto famigliari quanto rassicuranti e non mi bastano.
Non oggi.
Decido di variare aggiungendo un dito, ma nella mia fica, la sento così calda e morbida che quasi rallento per godermi a pieno.
Il respiro e il mio cuore aumentano sempre di più i loro ritmi, facendomi sentire sempre meglio, affondo dopo affondo.
Sempre più fradicia, bollente e vogliosa.
Finalmente vengo, trattengo i gemiti mordendomi forte il labbro inferiore.
Voglio che sia una cosa solo mia fino alla fine, nessuno ha il permesso di sentirmi.
Stasera appartengo solo a me e voglio godere del mio essere.
Le gambe tremano leggermente, mi trattengo al muro e aspetto che questi spasmi che tanto adoro finiscano.
Dopo attimi che sembrano eterni, mi riprendo decidendo di coccolarmi, dopo questo auto amplesso così carnale e repentino.
Mi spalmo il sapone sui seni e sulle braccia.
Poi passo all’addome, fino ad arrivare alla mia fica, ancora pulsante e la massaggio delicatamente.
Finendo poi a carezzarmi i glutei e cosce.
Risciacquo tutto, concedendomi gli ultimi istanti di relax sotto a questo bollore.
Esco dalla doccia, mi faccio avvolgere dalla morbidezza del mio accappatoio e torno davanti allo specchio.
La condensa lo annebbia ancora, con una mano ne levo via una parte, riuscendo a scrutarmi.
Lo sguardo che mi ricambia la me riflessa è inequivocabile: “ piantala di vivere nella tua testa, esci e vivi la vita vera con persone reali “ pare dirmi.
Sarò forse guarita in un nonnulla ?
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