La ragazza dai capelli rossi 9

di
genere
etero

Vittorio apre gli occhi.
Fuori è ancora buio, segno che è presto, molto presto. La sveglia ancora non ha suonato.
Maria è accanto a lui, la testa appoggiata sul petto. Dorme. Un leggero sorriso le illumina quel viso delicato e meraviglioso. Sotto la coperta sono entrambi nudi.
Buongiorno Vi.
La voce non manca, ma questa volta il tono ha perso ogni tinta di sarcasmo, di ironia, di presa in giro. Il tono è serio, impassibile. E lui sa bene perché. Dovrebbe essere in pensiero anche lui, ma non ci riesce. È contento così. Gira il capo e appoggia le labbra sulla fronte della ragazza. Non si è mai sentito felice, soddisfatto e appagato come in questo momento. Nelle infinite volte in cui aveva fatto l'amore con la sua ex moglie non aveva mai provato nulla di così sconvolgente e profondo come quello che ha sperimentato con Maria. E il solo pensarci…
Ti rendi conto…
Shhh. Maledizione, taci!
Vorrebbe dirlo ad alta voce, urlarlo e sfogarsi contro quella dannata voce che gli fa pesare ogni scelta fatta, che gli ha fatto vivere una vita seria e posata senza mai un colpo di testa, un momento di follia, un tocco di magia. Sempre composto. Sempre infallibile. Sempre puntuale. Sempre Vittorio.
Per ritrovarsi divorziato. Oh certo, la sua ex moglie non sta cercando di rovinarlo e portargli via anche le mutande, ma dall'altra parte quasi non gli fa vedere il figlio.
Sì, si rende conto benissimo di quello che fatto. Ora, come la calma dopo la tempesta, è perfettamente consapevole dell'enorme azzardo che ha fatto. Ma se da una parte un brivido freddo gli attraversa la schiena, dall'altra è consapevole che qualsiasi altra scelta avrebbe rovinato il momento.
E non poteva permetterlo.
Ripensa a Maria, al suo corpo seducente, ai suoi gemiti di lussuria, ai suoi occhi incantevoli, a quelle sue gambe invitanti…
E di nuovo il fatto di aver fatto sesso con una perfetta sconosciuta senza precauzioni non lo preoccupa più.
Nemmeno aver avuto un orgasmo dentro di lei riesce a destargli pensieri.
È andata esattamente come doveva andare.
La bacia di nuovo.
Ha voglia di lei. Ancora. Sapere che ha ancora il suo seme dentro di sé lo eccita. Più di quanto si aspettasse.
Non gli bastato che lei abbia preso il suo membro in bocca fino a ingoiarlo.
Non gli è bastato fare l’amore con lei.
Non gli basta nemmeno averla presa in braccio e portata in camera da letto. Qui, in piedi, con una lentezza quasi maniacale, ha slacciato uno dopo l'altro i bottoni della camicia. Ha assaporato ogni istante, quasi fosse stato un potente rituale magico. Per l'ultimo si è inginocchiato davanti a lei. Quante volte ha indossato quella camicia, senza dare peso al gesto di slacciare quel piccolo pezzo di plastica? In quel momento non era più un semplice bottone. Era diventato l'ultimo passo verso una destinazione da cui non sarebbe tornato. Ecco perché si era messo in ginocchio. Perché sapeva che, con quel gesto, qualcosa stava cambiando.
Non aveva voluto perdersi nulla dell'istante in cui avrebbe messo a nudo quella ragazza.
Aveva esitato un istante. Ancora non era certo che stesse compiendo la cosa giusta. Quanto meno, nei tempi giusti. Poi Maria gli aveva posato una mano sulla testa, gli aveva accarezzato i capelli, cancellando ogni remora.
Vittorio aveva sfilato il bottone dall'asola e scostato i lembi della camicia. Era stato un momento magico e, per un attimo, gli sembrò di essere tornato indietro di tanti, troppi, anni, alla sua prima volta. Scoprire per la prima volta il corpo di una donna, rivelarne le curve sensuali, dedicarsi alla sua intimità, prendersi il suo dono più intimo.
Il ventre di Maria era lì, davanti ai suoi occhi, il sesso coperto da un paio di mutande bianche ma di cui si sentiva distintamente il profumo nell'aria. Aveva desiderato abbassare quell'ultimo ostacolo, così da poter baciare la carne più morbida e assaporarne fino in fondo il sapore. Eppure aveva desistito. Le aveva posato le mani sui fianchi e si era rialzato, guardandola in quegli splendidi occhi verdi. Si erano scambiati un sorriso reciproco.
Timido, imbarazzato, eccitato.
Le mani erano salite e avevano conquistato i seni. Prima con delicatezza, saggiandone i confini e le forme. Maria era rimasta impassibile, ma il respiro era cambiato, segno che non era indifferente a quelle carezze. Con le dita scivolò sui capezzoli, sfiorando le areole e salendo sulla punta sensibile. La ragazza aveva sospirato, per un attimo aveva chiuso gli occhi. E Vittorio ne aveva approfittato, posando le proprie labbra sulle sue. Era stato un bacio morbido, delicato, ma non per questo privo di sensualità. Immobili. Come ad assaporare l'uno l'anima dell'altra. Finché le bocche si erano aperte e il bacio aveva assunto una tinta più passionale, più emotiva, pur sempre lento e misurato. Se le altre volte si erano lasciati guidare dal desiderio ora, invece, era la voglia di conoscersi, di capirsi, di scoprirsi a far guidarli. Per questo si erano mossi con calma, lasciando che le loro lingue si cercassero e giocassero insieme godendo di ogni singolo istante. Era divertente sentire quella piccola pallina di acciaio scivolare sulla propria lingua, sulle labbra, dentro la bocca. Era una sensazione nuova, che non aveva mai conosciuto prima. Voleva esplorarne ogni sfumatura.
Le mani di Vittorio erano salite fino alle spalle, lungo il collo, fino alle guance, studiando ogni minimo dettaglio di quella pelle morbida e profumata. Erano poi tornate indietro, questa volta lungo le braccia, sfilandole la camicia e scivolando fino alle mani di lei.
Si erano fermati. Il loro sguardo era carico di mille significati impossibili da esprimere.
Quello che stavano facendo, quello che stavano vivendo andava al di là di qualsiasi parola.
Quell'istante in cui le labbra di Maria si erano dischiuse per parlare… Vittorio l'aveva trovato di una carica sensuale incredibile e non era riuscito a resistere. L'aveva baciata ancora. E a nessuno dei due era dispiaciuto. Mentre la stava baciando, con le mani era tornato a dedicarsi ai seni, a tratti deciso a tratti morbido. Maria aveva apprezzato, era stato evidente. Aveva cambiato il respiro, il modo di baciare. Il suo stesso corpo aveva vibrato in maniera differente. Era salito, fino alle spalle, accarezzandole e massaggiandole con lentezza e passione mentre lei, allo stesso modo senza fretta, aveva iniziato a spogliarlo. Le mani di Vittorio si erano spostate sulla schiena e qui non si erano fermate, ma avevano continuato ad accarezzarla, a massaggiarla, seguendo le curve del suo corpo, ascoltando i muscoli che sfioravano, con un’attenzione che, forse, mai aveva riservato a sua moglie.
Maria era abbandonata al piacere. Aveva alzato il mento, lasciando il collo a disposizione.
Vittorio, a quella resa, aveva bacchettato.
Ogni bacio che le aveva dato era stato un sospiro.
Ogni leccata un brivido.
Ogni morso un gemito.
Le mani avevano raggiunto il fondoschiena, avevano preso possesso dei glutei con un gesto forte e deciso. Proprio come il desiderio che scorreva nelle vene di Vittorio. Maria si era lasciata scappare un piccolo grido e aveva fatto un mezzo passo avanti, finendo contro Vittorio.
Era stata la fine dei preliminari.
Tenendola stretta a sé, l'aveva stesa sul letto e le aveva sfilato le mutande. C'era stato un momento di imbarazzo, da parte di Maria, mentre Vittorio ne ammirava le forme, dominandola dall'alto. Lui e la sua erezione. Così lei aveva cercato di coprirsi l'intimità chiudendo le gambe. Vittorio non si era lasciato impressionare. Non c'era più tempo per quello. Le aveva preso le caviglie e le aveva allargate, non con forza, ma con decisione.
Nudi.
Esposti.
Pieni di desiderio.
Quelli che erano seguiti erano stati i momenti di piacere più intenso che avesse mai vissuto.
In qualche modo, quando era scivolato dentro di lei, era stato come se fosse stata l'anima stessa di Maria ad accoglierlo e si fossero fusi assieme.
Il piacere della carne aveva lasciato spazio a qualcosa di più profondo, intimo e coinvolgente. Non avevano fatto sesso. Forse nemmeno l'amore. Era stato qualcosa di completamente nuovo. Per entrambi. E nessuno dei due aveva avuto la forza di interrompere quella meraviglia.
In verità Vittorio ci aveva provato. Quando si era sentito troppo vicino all'apice del piacere aveva esitato.
Maria l'aveva guardato con due occhi che Vittorio non aveva mai visto prima in una donna.
“Ti prego… non farlo… non andare via… ti prego…”
Vittorio aveva fatto l'unica cosa che era da fare.
L'aveva baciata.
E si era abbandonato a lei come lei si era abbandonata a lui.
Erano rimasti lì, abbracciati, in silenzio, senza fiato, finché il sonno non li aveva avvolti.

E ora, mentre lei dorme accanto a lui, ha di nuovo voglia. Non di scopare, non di una qualsiasi, no. Ha voglia solo di lei.
Le bacia una guancia, le accarezza la schiena, fino al sedere. Vorrebbe fermarsi, lasciarla dormire, ma le dita sembrano mosse da volontà propria. Scivolano tra i glutei, raggiungono il sesso di Maria. Così morbido, così sensuale, così seducente…
Scivolano dentro di lei con facilità tanto è bagnato. No… non può essere per il seme che le ha donato.
Maria geme.
Un gemito che fa sussultare l'anima di Vittorio.
“Scusa.. non volevo svegliarti…”
Maria si gira, sensuale come una gatta. Gli accarezza una guancia e gli sorride.
“È un bel modo per svegliarmi…”
“Davvero?”
Maria si morde un labbro quando quelle due dita, muovendosi dentro di lei, le regalano una scarica di piacere.
“Sì…”
Vittorio la bacia.
“Ho voglia di te…”
“Certe voglie vanno soddisfatte… che aspetti?”
Maria allarga le cosce e si allunga per baciarlo.
scritto il
2018-12-12
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