Storie di mostri - Il peccato

di
genere
pulp

Il solo pensiero lo faceva tribolare. Non poteva aver seriamente avuto delle fantasie e dei pensieri così peccaminosi nei confronti di una giovane donna. Il suo era un animo puro e sincero, senza macchia e ricco di virtù.
Per quale motivo a un uomo come lui bruciava l’anima al pensiero di quel corpo?
Le vedeva.
La sentiva.
Quella donna dalla pelle del colore della terra, i capelli vaporosi e neri come la notte, gli occhi pari a due smeraldi lucenti. E il corpo che danzava al ritmo di quella musica peccaminosa.
Nei suoi movimenti, nel suo sguardo, nei suoi capelli vi era un fuoco che annientava ogni controllo che c’era in lui.
Quella donna era come la lonza incontrata da Dante ai margini della selva oscura. Ringhiava superba e balzava aggraziata e potente, conducendolo verso il peccato.
Lei doveva essere una creatura proveniente dal fuoco dell’Inferno, non vi era dubbio alcuno. E quel fuoco bruciava dentro lui. Lo spingeva verso il disastro e non sapeva cosa fare in proposito.
Si trattava di una donna!
La donna è una delle creature più subdole che possano esistere su questa Terra popolata da plebe ignorante, volgare e peccatrice.
Era stata Eva a condurre Adamo verso l’abisso. La donna aveva fraternizzato con il nemico, infido e falso serpente, dando quel fatale morso al frutto proibito.
Egli non poteva avere pensieri peccaminosi su una tale disgrazia di creatura. Per quanto fosse maestosa, piacevole e gentile allo sguardo, ella non era altro che una serva del male.
Un lupo mascherato da pecora.
Ed egli non poteva portare disordini nel suo gregge.
Al disordine avevano pensato quegli avvoltoi dei giornalisti. Una massa di sciacalli trepidanti che attendevano solo un momento buono per balzare sopra alla povera preda.
Tutto perché Tobias non aveva riposto abbastanza fede in lui, non era riuscito a cogliere il gioco e la fraternità in quel gesto.
Eppure avrebbe dovuto comprenderlo!
Ma come poteva incolpare quel povero ragazzo? Aveva soltanto sedici anni, non poteva ancora comprendere i misteri e i significati del mondo.
Erano delle semplici carezze.
Un segno di affetto e di amore verso quel ragazzo candido e così entusiasta di intraprendere la strada che conduceva verso Dio e la gloria eterna.
Si era coricato con lui mentre dormiva e lo aveva accarezzato.
Lo aveva abbracciato.
Lo aveva baciato.
Erano diventati una cosa sola, sotto l’occhio onnipotente.
Aveva avvertito del turbamento, dello sgomento negli occhi del giovane, ma lo aveva rassicurato.
Tra uomini non vi è peccato, poiché Adamo è stato tratto semplicemente in inganno.
E invece, Tobias aveva percepito qualcos’altro. Un sentimento così ripugnante, da parlarne con la stampa.
“Abusi sessuali in Vaticano!” recitava il titolo.
Ignoranti.
Non comprendevano.
Come potevano non comprendere?
Anche adesso che egli era stato protetto da Sua Santità, colui che comprendeva, gli stolti lo guardavano di traverso.
Ma ancora vi erano dei fedeli.
Coloro che sarebbero finiti nell’Alto dei Cieli, nella vita eterna, come angeli maestosi e pieni di grazia.
Ce li aveva davanti, in piedi, di fronte a lui.
Le sue preoccupazioni, la donna peccaminosa, si offuscarono.
Alzò il braccio destro e fece il segno della croce: “Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.”
“Amen.” risposero i fedeli.
scritto il
2018-12-13
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