Ti sento
di
Carbolatente
genere
sentimentali
Ti sento.
E’ allo stesso tempo il primo titolo che mi è venuto in mente per questo racconto, ma anche il titolo di una delle canzoni di Ligabue che più mi piacciono. Del vero Ligabue, quello che sapeva emozionare, prima di diventare così commerciale… ma va beh non siamo qui per parlare di Ligabue.
Sono qui per parlare di te.
Scrivo di te, ragazza fantasia, che sei riuscita a fare parte della vita mia.
E scrivo di me, che resto fermo qui, perché se mi muovo vado sempre troppo avanti.
Ma la vita che ho, va benissimo lo so, e mi va di pensare che ha in riservo qualcosa di grande, chissà cos’è.
Ma c’è una vita che si fa da sola, ed è la vita di ogni persona, perché la vita di ogni persona, è già scritta da un po’.
Ed ecco un’altra citazione. Si tratta di una band sconosciuta e ormai sciolta, che ho avuto la fortuna di incontrare nella mia vita.
Sto scrivendo di me, perché sono in un periodo di forti cambiamenti che mi toccano nel profondo.
E la paura di affrontarli c’è, lo ammetto.
Ma allo stesso tempo dopo il sogno di qualche giorno fa, scrivo di te maledetta, che sei ritornata nei miei pensieri.
Un sogno talmente intenso da avermi fatto svegliare di soprassalto, come solo gli incubi sanno fare.
Ma non era un incubo, era una sorta di nostalgia al futuro.
Quella nostalgia di cose che non vediamo l’ora che accadano nel futuro. Per poterne gustare l’attimo, il risultato e le emozioni.
E quel frammento di vita insieme, quell’abbraccio così intimo e intenso, con te tra le mie braccia.
Quel mio bacio sul tuo collo e il tuo gemito così provocante e profondo.
La mia mano sul tuo fianco, e la tua sulla mia testa a tenermi stretto.
So solo che anche ora a pensarci mi viene la pelle d’oca.
Non mi ricordo dove eravamo, ma c’era un vento caldo e forte.
Anzi è più corretto dire, dove saremmo potuti essere.
Perché con la nostalgia al futuro la percezione del tempo e della realtà è tutta scombussolata.
E se poi ci mette lo zampino pure un sogno è la fine.
Un presente che non so se desiderare che duri il più possibile, o se invece sperare passi il più in fretta possibile.
Perché gli addii fanno male.
Il cambiamento fa male.
Ma la prospettiva di un futuro pieno di vita, passione e sforzi che portano a soddisfazioni è appagante.
In tutto ciò però manchi te.
Anzi, mi manca l’idea di noi e di cosa saremmo potuti essere.
Perché ad alternanza di anni o mesi, ritorni nei miei sogni o nella mia vita, per quanto io voglia dimenticarti.
E l’incontro di quest’estate ne è una testimonianza.
E per il mio bene l’unica cosa è cambiare aria, così da andare oltre.
Farà male? Lo so e l’ho sempre saputo.
“Vai, allora, ci sono altri mondi oltre a questo”. Le parole di Jake a Roland. (Vediamo chi coglie la citazione.. 😉)
E andrò, ormai è definitivo.
Il dove lo so, a fare cosa pure, il come lo vedremo.
L’unica cosa è che dovrò mettermi veramente in gioco e in discussione, perché alla fine sarà come ripartire da zero.
Mi auguro solo di dimenticarti veramente.
Per poter rimettermi in gioco con tutto me stesso.
E’ allo stesso tempo il primo titolo che mi è venuto in mente per questo racconto, ma anche il titolo di una delle canzoni di Ligabue che più mi piacciono. Del vero Ligabue, quello che sapeva emozionare, prima di diventare così commerciale… ma va beh non siamo qui per parlare di Ligabue.
Sono qui per parlare di te.
Scrivo di te, ragazza fantasia, che sei riuscita a fare parte della vita mia.
E scrivo di me, che resto fermo qui, perché se mi muovo vado sempre troppo avanti.
Ma la vita che ho, va benissimo lo so, e mi va di pensare che ha in riservo qualcosa di grande, chissà cos’è.
Ma c’è una vita che si fa da sola, ed è la vita di ogni persona, perché la vita di ogni persona, è già scritta da un po’.
Ed ecco un’altra citazione. Si tratta di una band sconosciuta e ormai sciolta, che ho avuto la fortuna di incontrare nella mia vita.
Sto scrivendo di me, perché sono in un periodo di forti cambiamenti che mi toccano nel profondo.
E la paura di affrontarli c’è, lo ammetto.
Ma allo stesso tempo dopo il sogno di qualche giorno fa, scrivo di te maledetta, che sei ritornata nei miei pensieri.
Un sogno talmente intenso da avermi fatto svegliare di soprassalto, come solo gli incubi sanno fare.
Ma non era un incubo, era una sorta di nostalgia al futuro.
Quella nostalgia di cose che non vediamo l’ora che accadano nel futuro. Per poterne gustare l’attimo, il risultato e le emozioni.
E quel frammento di vita insieme, quell’abbraccio così intimo e intenso, con te tra le mie braccia.
Quel mio bacio sul tuo collo e il tuo gemito così provocante e profondo.
La mia mano sul tuo fianco, e la tua sulla mia testa a tenermi stretto.
So solo che anche ora a pensarci mi viene la pelle d’oca.
Non mi ricordo dove eravamo, ma c’era un vento caldo e forte.
Anzi è più corretto dire, dove saremmo potuti essere.
Perché con la nostalgia al futuro la percezione del tempo e della realtà è tutta scombussolata.
E se poi ci mette lo zampino pure un sogno è la fine.
Un presente che non so se desiderare che duri il più possibile, o se invece sperare passi il più in fretta possibile.
Perché gli addii fanno male.
Il cambiamento fa male.
Ma la prospettiva di un futuro pieno di vita, passione e sforzi che portano a soddisfazioni è appagante.
In tutto ciò però manchi te.
Anzi, mi manca l’idea di noi e di cosa saremmo potuti essere.
Perché ad alternanza di anni o mesi, ritorni nei miei sogni o nella mia vita, per quanto io voglia dimenticarti.
E l’incontro di quest’estate ne è una testimonianza.
E per il mio bene l’unica cosa è cambiare aria, così da andare oltre.
Farà male? Lo so e l’ho sempre saputo.
“Vai, allora, ci sono altri mondi oltre a questo”. Le parole di Jake a Roland. (Vediamo chi coglie la citazione.. 😉)
E andrò, ormai è definitivo.
Il dove lo so, a fare cosa pure, il come lo vedremo.
L’unica cosa è che dovrò mettermi veramente in gioco e in discussione, perché alla fine sarà come ripartire da zero.
Mi auguro solo di dimenticarti veramente.
Per poter rimettermi in gioco con tutto me stesso.
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