Un bagno particolare
di
Jimpoi
genere
prime esperienze
Giornata di shopping primaverile per Bianca: aveva proprio voglia di rinnovare il guardaroba, dopo aver rotto con Alberto.
Erano stati insieme due anni, ma a 23 anni, non aveva voglia di tirare avanti una storia bella, ma senza futuro.
Era arrivato il primo caldo dopo l’inverno e Bianca ne aveva approfittato per indossare una minigonna di jeans e un canottiera verde aderente al suo bel corpo, 1,78 per 65 chili, bel culo e una terza abbondante di seno, ai piedi aveva delle scarpe aperte con il tacco 10.
Finito il primo giro di negozi, dove aveva comprato un vestitino a tubino blu davvero carino, qualche maglietta e delle gonne, tornò alla macchina e posò le borse.
Doveva ancora comprare l’intimo, mentre arrivava al negozio, notò che molti ragazzi la guardavano. Ne era soddisfatta, era davvero una bella ragazza, con i lunghi capelli neri e mossi che le ricadevano lungo la schiena, il viso ovale, su cui spiccavano la bocca sensuale e gli occhi castano scuro, truccato leggermente.
Dopo aver comprato due tanga e due perizomi, con i reggiseni coordinati, si avviò verso la macchina.
Ad un certo punto si accorse che aveva finito le due bottigliette d’acqua che aveva nella borsa, ma da quando era uscita di casa non aveva ancora fatto pipì. Non l’avrebbe tenuta fino a casa.
Entrò nel primo bar che trovò ed ordinò un caffè. Lo prese in fretta e chiese: «Posso usare il bagno?».
«Certamente! È lì in fondo a destra», rispose gentilmente la barista.
Bianca si avviò, aprì la porta del bagno, fortunatamente libero, e pensò: “Meno male che è pulito”, chiuse la porta a chiave.
Si alzò la gonna e abbassò gli slip, finalmente svuotò la vescica piena con un sospiro di sollievo.
Il suono della sua pipì che cadeva nel water la imbarazzava sempre leggermente perché le dava l’idea che qualcuno potesse starla a sentire.
Era assorta nei suoi pensieri, quando notò che alla sua sinistra, circa all’altezza della sua faccia, c’era un buco nel muro più o meno rotondo.
“Dovrebbero aggiustarlo, sta proprio male in un bagno così ben tenuto”, pensò mentre il getto della sua pipì terminava.
Proprio mentre allungava la mano per prendere la carta igienica, da quel buco uscì un pene completamente eretto.
«Ma che cazzo è?», esclamò ad alta voce.
Ancora seduta sulla tazza lo fissava stupita: era molto lungo, sui 18-20 centimetri, abbastanza largo, il glande gonfio puntava superbamente verso l’alto.
Bianca era sconcertata, ma in un certo senso attratta da quel “cazzo senza faccia”. Era ben fatto, con sopra una vena pulsante che lo percorreva per tutta la sua lunghezza.
Sentì la vagina inumidirsi. E non era la pipì che aveva appena fatto. Quasi inconsapevolmente, la mano, ancora alzata verso la carta igienica, deviò e sfiorò il pene. Entrambi ebbero un sussulto.
Con un dito tastò il glande, quasi a cercare la prova che fosse vero. Lo sentì turgido e caldo. Aspettava solo che lei lo afferrasse.
Lo cinse con le dita ben curate ed il pene ebbe un altro sussulto, era molto duro. Mosse la mano verso di sé lentamente, facendo ricoprire il glande dalla pelle, poi tornò indietro.
Ripeté il movimento, aumentando pian piano la velocità, poi pensò: “È da quando facevo prima superiore, che non faccio solo una sega…”
Era molto eccitata ormai dalla situazione, ma riusciva a prendere il coraggio di andare oltre. In fin dei conti stava masturbando uno sconosciuto attraverso il muro del bagno di un bar.
Mentre continuava il movimento, l’altra mano si insinuò fra le sue gambe, arrivando alla vagina bagnata. Non le importava che ci fossero ancora tracce di pipì. Iniziò a massaggiarsi il clitoride gonfio di eccitazione, mugolando piano. Le mutandine le erano calate fino alle caviglie, e Bianca allargò le gambe, toccandosi con più vigore.
Il pene, o meglio il suo proprietario, si accorse che la ragazza ci stava prendendo gusto, infatti si indurì ancora di più e si spinse un po’ più fuori.
Lo continuava a guardare, senza riuscire a staccargli gli occhi di dosso, poi, lentamente, avvicinò il viso: avvertì un gradevole odore di maschio, non troppo intenso, che la eccitò ancora di più. Aprì le labbra lo fece entrare in bocca. L’uomo si lasciò andare in un grugnito tra il sorpreso e il compiaciuto. Il sapore era gradevole come l’odore. Leccò il glande, quasi avvolgendolo con la lingua, poi percorse tutta l’asta, su e giù.
Lo riprese fra le labbra e iniziò a muovere la testa avanti ed indietro, mentre continuava ad accarezzarlo sotto il glande con la lingua e con la mano a masturbarlo con lo stesso ritmo.
Le sue dita si muovevano velocemente sulla sua vagina, ormai fradicia, provocandole un piacere che conosceva bene.
Tentò di farlo entrare tutto in bocca, ma era troppo lungo, ne ingoiò comunque più di metà, facendo gemere l’uomo. Probabilmente non si era aspettato una donna così disinibita.
Bianca, notando che lo sconosciuto gradiva, lo rifece altre volte, arrivando sempre più in profondità, fino a sfiorare il muro con la punta del naso.
Dopo non molto sentì dentro alla sua bocca il glande gonfiarsi ed inturgidirsi, e pensò: “Potrei lasciarlo qui ad un passo dall’orgasmo… no, non sono così sadica! Però devo stare attenta a non sporcarmi”.
Tenne stretto fra le labbra il glande, mentre lo masturbava con la mano. Lo sperma le schizzò in gola, trattenne un colpo di tosse, mentre altri fiotti le arrivavano in bocca. Ingoiò tutto il seme, che aveva un piacevole sapore aspro. Poi fece uscire il pene ancora duro dalle labbra.
L’uomo indugiò qualche istante, poi ritrasse il pene che stava tornando molle, lasciando il buco vuoto.
Bianca, un po’ stordita, si mise a posto le mutandine e la gonna, poi si lavò le mani e uscì dal bagno.
La barista la guardò con sguardo complice e si portò un dito alla guancia. Bianca istintivamente si portò la mano sulla sua e si accorse che c’era uno schizzo di sperma. Arrossì violentemente e si affrettò a pulirsi con un fazzolettino.
Per commenti, critiche e richieste antom93@libero.it
Erano stati insieme due anni, ma a 23 anni, non aveva voglia di tirare avanti una storia bella, ma senza futuro.
Era arrivato il primo caldo dopo l’inverno e Bianca ne aveva approfittato per indossare una minigonna di jeans e un canottiera verde aderente al suo bel corpo, 1,78 per 65 chili, bel culo e una terza abbondante di seno, ai piedi aveva delle scarpe aperte con il tacco 10.
Finito il primo giro di negozi, dove aveva comprato un vestitino a tubino blu davvero carino, qualche maglietta e delle gonne, tornò alla macchina e posò le borse.
Doveva ancora comprare l’intimo, mentre arrivava al negozio, notò che molti ragazzi la guardavano. Ne era soddisfatta, era davvero una bella ragazza, con i lunghi capelli neri e mossi che le ricadevano lungo la schiena, il viso ovale, su cui spiccavano la bocca sensuale e gli occhi castano scuro, truccato leggermente.
Dopo aver comprato due tanga e due perizomi, con i reggiseni coordinati, si avviò verso la macchina.
Ad un certo punto si accorse che aveva finito le due bottigliette d’acqua che aveva nella borsa, ma da quando era uscita di casa non aveva ancora fatto pipì. Non l’avrebbe tenuta fino a casa.
Entrò nel primo bar che trovò ed ordinò un caffè. Lo prese in fretta e chiese: «Posso usare il bagno?».
«Certamente! È lì in fondo a destra», rispose gentilmente la barista.
Bianca si avviò, aprì la porta del bagno, fortunatamente libero, e pensò: “Meno male che è pulito”, chiuse la porta a chiave.
Si alzò la gonna e abbassò gli slip, finalmente svuotò la vescica piena con un sospiro di sollievo.
Il suono della sua pipì che cadeva nel water la imbarazzava sempre leggermente perché le dava l’idea che qualcuno potesse starla a sentire.
Era assorta nei suoi pensieri, quando notò che alla sua sinistra, circa all’altezza della sua faccia, c’era un buco nel muro più o meno rotondo.
“Dovrebbero aggiustarlo, sta proprio male in un bagno così ben tenuto”, pensò mentre il getto della sua pipì terminava.
Proprio mentre allungava la mano per prendere la carta igienica, da quel buco uscì un pene completamente eretto.
«Ma che cazzo è?», esclamò ad alta voce.
Ancora seduta sulla tazza lo fissava stupita: era molto lungo, sui 18-20 centimetri, abbastanza largo, il glande gonfio puntava superbamente verso l’alto.
Bianca era sconcertata, ma in un certo senso attratta da quel “cazzo senza faccia”. Era ben fatto, con sopra una vena pulsante che lo percorreva per tutta la sua lunghezza.
Sentì la vagina inumidirsi. E non era la pipì che aveva appena fatto. Quasi inconsapevolmente, la mano, ancora alzata verso la carta igienica, deviò e sfiorò il pene. Entrambi ebbero un sussulto.
Con un dito tastò il glande, quasi a cercare la prova che fosse vero. Lo sentì turgido e caldo. Aspettava solo che lei lo afferrasse.
Lo cinse con le dita ben curate ed il pene ebbe un altro sussulto, era molto duro. Mosse la mano verso di sé lentamente, facendo ricoprire il glande dalla pelle, poi tornò indietro.
Ripeté il movimento, aumentando pian piano la velocità, poi pensò: “È da quando facevo prima superiore, che non faccio solo una sega…”
Era molto eccitata ormai dalla situazione, ma riusciva a prendere il coraggio di andare oltre. In fin dei conti stava masturbando uno sconosciuto attraverso il muro del bagno di un bar.
Mentre continuava il movimento, l’altra mano si insinuò fra le sue gambe, arrivando alla vagina bagnata. Non le importava che ci fossero ancora tracce di pipì. Iniziò a massaggiarsi il clitoride gonfio di eccitazione, mugolando piano. Le mutandine le erano calate fino alle caviglie, e Bianca allargò le gambe, toccandosi con più vigore.
Il pene, o meglio il suo proprietario, si accorse che la ragazza ci stava prendendo gusto, infatti si indurì ancora di più e si spinse un po’ più fuori.
Lo continuava a guardare, senza riuscire a staccargli gli occhi di dosso, poi, lentamente, avvicinò il viso: avvertì un gradevole odore di maschio, non troppo intenso, che la eccitò ancora di più. Aprì le labbra lo fece entrare in bocca. L’uomo si lasciò andare in un grugnito tra il sorpreso e il compiaciuto. Il sapore era gradevole come l’odore. Leccò il glande, quasi avvolgendolo con la lingua, poi percorse tutta l’asta, su e giù.
Lo riprese fra le labbra e iniziò a muovere la testa avanti ed indietro, mentre continuava ad accarezzarlo sotto il glande con la lingua e con la mano a masturbarlo con lo stesso ritmo.
Le sue dita si muovevano velocemente sulla sua vagina, ormai fradicia, provocandole un piacere che conosceva bene.
Tentò di farlo entrare tutto in bocca, ma era troppo lungo, ne ingoiò comunque più di metà, facendo gemere l’uomo. Probabilmente non si era aspettato una donna così disinibita.
Bianca, notando che lo sconosciuto gradiva, lo rifece altre volte, arrivando sempre più in profondità, fino a sfiorare il muro con la punta del naso.
Dopo non molto sentì dentro alla sua bocca il glande gonfiarsi ed inturgidirsi, e pensò: “Potrei lasciarlo qui ad un passo dall’orgasmo… no, non sono così sadica! Però devo stare attenta a non sporcarmi”.
Tenne stretto fra le labbra il glande, mentre lo masturbava con la mano. Lo sperma le schizzò in gola, trattenne un colpo di tosse, mentre altri fiotti le arrivavano in bocca. Ingoiò tutto il seme, che aveva un piacevole sapore aspro. Poi fece uscire il pene ancora duro dalle labbra.
L’uomo indugiò qualche istante, poi ritrasse il pene che stava tornando molle, lasciando il buco vuoto.
Bianca, un po’ stordita, si mise a posto le mutandine e la gonna, poi si lavò le mani e uscì dal bagno.
La barista la guardò con sguardo complice e si portò un dito alla guancia. Bianca istintivamente si portò la mano sulla sua e si accorse che c’era uno schizzo di sperma. Arrossì violentemente e si affrettò a pulirsi con un fazzolettino.
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