Superetero

di
genere
trio

“Non so fare i pompini!” mi urla Valeria, cercando di sovrastare la musica assordante.
Faccio finta di niente, stupita, ma lo ripete.
“Mi ha lasciata perché non so fare i pompini!”
L’ho portata fuori per farle dimenticare che uno stronzo l’ha piantata, e soprattutto per riportarla a casa sana e salva: ha più vodka che sangue nelle vene, non prova nemmeno ad alzarsi dallo sgabello ed ha la voce impastata. Ma i suoi occhi sono terribilmente seri.
“Scherzi” le rispondo.
Chi ci crederebbe? Valeria è la classica belloccia. Pelle dorata, vita stretta, seno alto e sodo, capelli a boccoli e visino a cuore. Due occhi infiniti da cerbiatta, e due labbra morbide da pompinara nata.
“Me l’ha detto lui! Capisci? Piantata perché non so fare i pompini!”
“Figurati se era serio. Dai Vale, un altro giro” sentenzio.

Per qualche settimana non tira più fuori l’argomento, ma poi torna alla carica.
“Scommetto che di te nessuno si lamenta!”
Un sorrisetto mi tradisce.
“Ecco vedi? Devi insegnarmi” piagnucola.
Ci mette quasi un mese a farmi cedere, ma Valeria è testarda e mi prende per sfinimento. L’uomo giusto lo trova lei, un mio caro amico che si lascia facilmente convincere. Beh, non che sia difficile convincere un uomo a farsi fare un pompino da due donne, in effetti.

Organizzo ogni dettaglio, e quando Valeria arriva da me quasi non ci crede. Lui è nudo, comodamente seduto in divano, con una mascherina sugli occhi e musica alta nelle cuffiette. Lei non vuole essere riconosciuta…
Valeria neanche lo guarda in viso. Ha gli occhi piantati sul suo generoso cazzo, che è ben consapevole di quello che sta per capitargli.
“Ti muovi? Spogliati e avvicinati, dai!” la incalzo.
“Spogliarmi?”
“E che vuoi farlo, tutta vestita? Dai che ti ho visto mille volte nuda” la canzono, dando il buon esempio e togliendomi tutto. Mi inginocchio davanti all’uomo, strusciandomi con le tette contro il suo stinco. Mi riconosce e mi saluta con un mormorio di approvazione.
“Può sentirci?”
“No tranquilla, ha la musica talmente alta!”
Finalmente nuda, si avvicina pure lei. Ha proprio un bel corpo…
“Fammi vedere come faresti” le sussurro.
Orrore allo stato puro. Vale che tiene fermo il cazzo con la punta di tre dita, se ne infila in bocca un paio di centimetri al massimo e comincia un penoso movimento dal ritmo incerto. Lui quasi si scosta.
“No dai, così no. Tesoro è tutto sbagliato” le sussurro mettendole una mano sulla spalla. “Mica ti ci devi buttare subito… Guarda, fai come me.”
Parto dal ginocchio dell’uomo con la lingua, adagiando lo sterno contro il suo stinco e quindi facendogli sentire ancora le mie tette. Vale, esitante, mi copia sull’altra gamba. Le sottolineo il movimento con cui avanzo verso l’inguine, tenendomi con le mani i seni così da premerli meglio contro la gamba di lui. Uso piccole leccate, veloci e umide, come una gattina che beve il latte. Vale cerca di imitarmi, ma è in imbarazzo.
“Rilassati, sei sexy da morire. Lasciati andare, non agire come se stessi facendo un compitino a scuola. Strusciati… inarcati… leccalo come piacerebbe a te” le mormoro.
Con le mani sopra le sue, le spingo i capezzoli contro la gamba. Lei prende confidenza, si scioglie. Lui sospira di piacere, il gioco inizia a piacergli. Che porco. Valeria non si ferma più: continua lungo tutta la coscia, alternando rapide leccate a baci umidi, fino a trovarsi con la guancia premuta contro la base del cazzo gonfio e caldo. Si stupisce del contatto all’improvviso, e si toglie.
“E ora?” mi chiede, incerta.
“Ora… deve attendere ancora” mormoro sorridendo. “Avvicinati, osserva bene.”
Lui si è depilato, su mia richiesta. Manca solo che la signorina si schifi per un pelo… così, può vedermi bene mentre lecco i coglioni, uno alla volta, percorrendone tutta la superficie con la lingua umida e morbida. Le lancio uno sguardo d’avvertimento, e la vedo concentratissima sui miei movimenti. Quando mi lascio scivolare tra le labbra uno dei coglioni, l’uomo mugola e alza appena il bacino. Lo adora. Io però non voglio mettere tropo alla prova la sua resistenza, siamo solo all’inizio, e mi fermo. Sbuffa, contrariato.
“Prova tu Vale. Tieni la lingua morbida o gli farai male”.
Mi prende troppo in parola e lo sfiora appena, quasi gli fa il solletico.
“Rifallo, più continuo il contatto” la rimprovero.
“Ancora, ti accorgi che con la lingua asciutta non scivoli? È fastidioso” insisto, tenendole sollevati i capelli per osservarla meglio. In realtà lo fa bene, ma mi piace troppo guardarla…
“Di nuovo, non puoi concentrarti solo su uno” la incalzo.
Lui stenta a trattenere i mugolii di piacere, ogni volta che Valeria ricomincia a leccargli i coglioni, e il suo cazzo si sta imperlando di umida voglia. Lei è accucciata tra le sue gambe a cosce larghe, coi capezzoli duri e la schiena inarcata, finalmente a suo agio e di certo eccitata quanto me: questa via di mezzo tra fare un pompino e guardare un film porno è molto sensuale.

“Ora è il momento di fare sul serio, Valeria. Un’unica leccata dai coglioni alla punta…”
Lo fa prima che io possa terminare la frase, con una tale rapidità che lui, sorpreso, salta sul divano. Quanta voglia di cazzo ha? Giunta alla cappella turgida e lucida, però, si stacca e mi guarda.
“Non va bene, non avevo finito” le dico scuotendo la testa. “Quando arrivi in cima, non ti fermare. Apri le labbra e te lo lasci scivolare in gola”.
Perplessa, alza una mano per aiutarsi.
“Niente mani!” urlo, spazientita. Mi sente pure l’uomo, che si volta verso di me. Vale non se ne accorge ed io faccio finta di nulla. La mascherina è ferma al suo posto, ma il volume della musica è calato…
Da brava allieva, Vale ricomincia tenendo le mani sulle cosce di lui. Parte dalla base, lo lecca con la giusta cura e lentezza, e poi lo accoglie in gola. Per ben due centimetri. Si ferma così, buffa ed immobile, non sapendo che fare.
“Vale, puoi andare più in profondità… prova” mormoro.
Lei non si muove, dubbiosa.
“Vale, così non può bastare” le sussurro avvicinandomi al suo orecchio. Le mie tette urtano contro la coscia di lui e contro il braccio di lei. Ho una voglia di toccarmi…
“Lenta quanto vuoi, ma devi scendere. Fermati solo quando senti che stai per vomitare, terremo il segno”.
Le poggio una mano sul capo, per invitarla ad agire pur senza spingere. Lentissima, estenuante, la bocca di lei si avvicina alla base del cazzo. Lui sbuffa di impazienza, come dargli torto.
“Gli piace, senti?” la incoraggio io.
Si ferma poco oltre la metà.
“Bene… ora Vale risali fino alla punta con la stessa lentezza, e poi scendi ancora. Sempre più che puoi”.
Obbediente, esegue.
“Un’altra volta Vale. Chiudi bene le labbra, usale per coprire i denti o gli farai male”.
Alla terza volta mi sorprende. Quando si ferma, ha quasi tutto il notevole cazzo dell’uomo in bocca.
“Resta lì” le dico, prima che si rialzi. “Usa la lingua senza spostare le labbra. Percorri il cazzo che hai in bocca, coccolalo, e ogni tanto dai qualche colpetto più forte” le suggerisco.
Li guardo. Lui è rosso in viso, le mani strette contro il cuscino del divano. È splendido, so benissimo che ha una voglia matta di scopare con forza la bocca di Vale, di metterle le mani sulla nuca e affondarle in gola con decisione e ritmo. Si trattiene a stento.
Valeria dal canto suo è perfetta in quella posa, con i capezzoli gonfi e il culo esposto. Posso sentire il profumo della sua figa mescolarsi col mio, e con quello irresistibile di cazzo…

La faccio staccare, per la disperazione dell’uomo.
“Ora, Vale, rifarai tutto da capo, tutto insieme. Chiaro?”
“Sì… va bene…”
Mi guarda con gli occhi lucidi di voglia; ha il fiato corto.
“Ti piace?” le chiedo, poggiandole una mano sulla gamba.
“Da morire, sono eccitatissima” mi dice, imbarazzata ma presa.
“Anch’io” le confesso. “Dai, inizia. Dimostraci quanto brava sei”.

Con una fluidità che mi sorprende, Valeria si concentra nuovamente sul corpo dell’uomo. E’ lei questa volta a premergli i seni contro lo stinco, strusciandosi contro come una gattina in calore. La osservo, rapita, mentre alterna leccate, baci e morsi delicati alle cosce di lui, risalendo verso l’inguine e inarcando la schiena. L’uomo sospira, immagino abbia intuito che questa volta non la fermerò. Ho troppa voglia di toccare la pelle morbida di Valeria, così faccio scorrere le mani dalla vita alle sue spalle, quasi come se stessi per farle un massaggio. Lei si stupisce, ma non si ferma. Anzi, mi rivolge uno sguardo languido, quando è ad un passo dal cazzo di lui.
Come prima, si dedica ai suoi coglioni gonfi e caldi massaggiandogli le cosce con le mani. Cambia però posizione: non più seduta sui talloni ma a quattro zampe. Stando dietro di lei, tra le sue gambe aperte posso vedere la figa lucida… le mie mani si concentrano sempre più sul suo culo, in un movimento circolare, lento e continuo. Gemono entrambi senza sosta, ed io con loro.
Mentre Vale succhia con delicatezza i coglioni dell’uomo, e lui quasi strappa la stoffa del divano dalla voglia, mi chiedo quanto lei sia disposta a lasciarmi fare. Con attenzione, studio i suoi movimenti mentre mi avvicino alla sua figa. Struscio un braccio sul suo culo, mentre la mano le scorre sul ventre; poi cambio l’angolo… quando il mio polso affonda nella figa umida di Valeria, lei ha un sussulto. Mi immobilizzo, temo di aver esagerato. Lei ci mette qualche istante a decidersi, lasciando in sospeso anche l’uomo che non può sapere cosa sta accadendo, poi ricomincia il suo leccare e succhiare. E io ricomincio a strusciarmi.

Valeria decide che è giunta l’ora di ingoiare nuovamente il cazzo gonfio e fremente che ha davanti, ed io la seguo. Porto le mie dita e non più il mio polso alla sua figa. Cerco e trovo il clitoride, turgido e sensibile, proprio quando lei arriva a leccare il glande. L’uomo geme più forte, perso nel suo piacere. Ah, se solo potesse vederci…
Valeria continua a lasciarmi fare, sospirando, così decido di osare di più. Vedo la sua testa alzarsi ed abbassarsi ritmicamente sul cazzo di lui, e con l’altra mano la penetro a due dita. Sentendosi stimolata da entrambe le mie mani, Valeria ci regala un lungo miagolio di piacere. L’uomo inarca il bacino, respira a fatica, non resisterà ancora a lungo. E’ finalmente brava…
Sincronizzo le mie mani con lei. Le pareti della sua figa si stringono contro le mie dita, mentre la penetro sempre più seccamente. Il clitoride coperto di liquido piacere le manda scariche tali da farla tremare tutta. Le gambe di Valeria si irrigidiscono, la schiena si inarca, le unghie penetrano nelle cosce di lui.
Vederli è pazzesco… sono entrambi persi, ad un passo dal godere.

“Segui me” le dico, volutamente a voce alta, rallentando le dita. Lei capisce e mi imita, pur con un mormorio soffocato di disapprovazione, rallentando a sua volta il farsi affondare in gola il cazzo di lui. E lui… lui mi sente, ma non può capire fino in fondo cosa intendo. Sente anche lei rallentare, e questo lo capisce eccome. Vedo i suoi muscoli contrarsi, al pari di quelli di Valeria. Lei è bravissima a seguirmi; lo tiene sul filo dell’orgasmo per secondi interminabili. L’uomo impreca a mezze parole, borbotta, non ha fiato nemmeno per lamentarsi.

Il finale dell’immagine stupenda che ho davanti agli occhi può essere uno solo. Regalo a Valeria qualche colpo secco e veloce delle mie dita nella sua figa, e riprendo a torturarle rapidamente il clitoride. Posso facilmente immaginare la scarica di piacere che le rimbomba in tutto il corpo.
Eccitata, aumenta nuovamente anche lei il ritmo sul cazzo dell’uomo. Di certo lo stringe ancora di più con le labbra, senza smettere di percorrerlo con la lingua, in preda agli spasmi dell’orgasmo imminente.

Vengono insieme. Valeria si contorce, senza che io stacchi le mani da lei, serrando le gambe e tremando di piacere. L’uomo abbandona ogni resistenza e la tiene ferma per i capelli, godendole in gola con bassi grugniti. Io li osservo, esaltata… accaldata… eccitata… pregustando il piacere che mi prenderò da entrambi.


***

Buon Anno a tutti
scritto il
2018-12-30
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