I colori dei racconti

di
genere
poesie

Bianco come un foglio che non aspetta altro che essere scritto, pronto ad assorbire l'inchiostro di storie che chiedono solo di essere raccontate.

Nero come l'inchiostro, che intrappola le idee e i pensieri, in modo da non lasciarli volare via.

Ma il bianco non è altro che l'insieme di tutti i colori.

Il viola del dolore che causa insicurezza ma stimola la creatività e la ricerca di legami. E chi se non Quasimodo può essere l'emblema di questo colore che spinge ad andare oltre.

Blu come le notti degli amori sussurrati, o come le notti di luna piena, dove mostri e licantropi escono dai loro nascondigli.

Verde come i paesaggi di Tolkien nelle eterne distese della Terra di mezzo. Ma il verde è anche la speranza che rimane e che aiuta a non arrendersi, vedi Amir che nonostante tutto supera i suoi demoni e le sue colpe, e fa dell'aquilone il suo ricordo più bello.

Il giallo della vivacità, dell'allegria, senza le quali Dirk Pitt non sarebbe così dannatamente unico. Ma allo stesso un qualcosa di così forte e acceso può risultare eccessivo, come il buon Icaro scoprì volando troppo vicino al sole.

E per finire il rosso. Il rosso delle notti insanguinate di Salem ma anche la passione sfrenata di vivere e di gustarsi le cose vere. Quella capacità invidiata a tutti quei personaggi amati o odiati, che abbiamo incontrato nei libri letti in tanti anni.

E il nero cosa c'entra in tutto ciò? Il nero è l'assenza di colore. Paradossalmente non dovrebbe rappresentare nulla.
Ma in realtà se non fosse per il nero le emozioni dei libri non potremmo leggerle, e noi non saremmo in grado di farle nostre. E allora la magia di venire catapultati nella storia del libro svanirebbe. Per cui ben venga il nero con la sua oscurità, nella quale con l'uso della torcia della curiosità del lettore attento, è possibile scorgere e trovare un po' alla volta tutte le emozioni possibili.

E secondo me in definitiva è grazie a tutta questa tavolozza di colori, che ogni racconto e libro può essere considerato un'opera d'arte, piccola o grande che sia, ma in ogni caso importante per chi l'ha scritta e letta da quel momento in poi.
Perché l'arte alla fine vive di emozioni.

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Si tratta di un racconto non erotico e forse un pò banale a tratti, che ho scritto qualche mese fa. E lo so qui c'azzecca poco. Infatti ho anche fatto fatica a collocarlo nel genere più adatto. Ci fosse la categoria diario avrei selezionato quella.
Il motivo per cui ho voluto inserirlo qui è che vorrei scriverne la versione erotica. Quindi per ora questo e poi appena avrò l'ispirazione l'altra.
scritto il
2019-01-01
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