La sorpresa della cameriera - parte terza

di
genere
trans

Dopo un buon pranzo leggero ed un’altra doccia feci un riposino, anche le due cameriere avevano avuto del tempo per ristorarsi, in modo da poter riprendere più tardi i nostri sporchi giochi.
Riposare era difficile, appena chiudevo gli occhi partiva un cinema nella mia testa, sicuramente non adatto ai minori. Rimanevo lì nel letto, senza riuscire veramente a dormire quando sentì una strana sensazione, quasi di solletico, sul mio piede sinistro. Aprì gli occhi e vidi Monica in ginocchio ai piedi del letto intenta a leccarmi la pianta del piede, e poi salire su e ciucciarmi l’alluce. I suoi occhi mi fissavano famelici. Sono il suo piatto del giorno, mi vuole in tutte le salse, e così sarà. Provai a tirarmi su per avvicinarmi a quella pantera, che mi aveva letteralmente stregato, ma mi accorsi di essere legato alla testiera del letto. Monica rise, vedendo un lampo di terrore nei miei occhi, si alzò, tirandomi le gambe sulle spalle e si avvicinò a me. Il suo membro già ritto era puntato sul mio buco ed appoggiandolo mi diede un caldo bacio.
“Ora la Karmen ha voglia di cazzo, dobbiamo prenderla in due, tu glielo metterai dietro, così - disse mentre mi iniziava a penetrare – lentamente nel culetto, come piace anche a te, io le sfonderò la passera, tutto chiaro?”
“Siii, siii, padrona”
Dopo un paio di caldi affondi tolse il suo grosso pene dal mio ano ormai voglioso, lo strofinò contro il mio un po’, mentre mi leccava gli alluci, mi sentivo sporco e desideroso di sporcarmi di più, sentivo bruciarmi dentro la voglia di essere usato ancora ed ancora, e lei, captando le mie vibrazioni mi ordinò di aprire la bocca ed iniziò a sputarmi in bocca.
“Ora mandala giù, da brava puttanella, pensa che la prossima volta sarà qualcosa che esce dal mio cazzo, che ne dici?”
“tutto quello vuole padrona”
“Ti berresti tutta la mia sborra calda?”
“Si padrona”
“E pure il mio piscio?”
“Si padrona”
“Sei proprio una puttana, Karmen aveva ragione, se volessi potrei vestirti da donna e buttarti a fare pompini in strada e tu sapresti solo dirmi “grazie padrona, posso bere altra sborra” ahahaha”
Mentre mi derideva sentì qualcosa entrarmi nell’ano, un piccolo vibratore, lo infilò tutto senza fatica, ormai la strada era più che spianata. Guardandomi seria mi accarezzo, passò un dito sulle mie labbra invitandomi a leccarlo. Così feci e lei, dolcemente, mi mostrò un telecomandino, che teneva nell’altra mano. Premendo un tasto una lieve vibrazione mi scosse di brividi di piacere.
“Siii, così da bravo, io voglio solo farti godere come una troia, lo sai, la tua padrona è buona e alla fine potrai scoparmi il culo, sborrarmi in faccia, siii, legarmi ed incularmi tanto… lo so che vuoi ancora farlo. Sono una cameriera cattiva, merito anche io la mia punizione, vero signore?”
“sii, sei stata molto cattiva, e voglio punirti”
Si chinò per un altro bacio, caldo, mi rilassai, sentivo che presto avrei ripreso il controllo. Da un lato questo mi rasserenava, dall’altro tutto quel essere seviziato mi piaceva da matti. I suoi occhi dolci si illuminarono nuovamente di quella vena sadica che mi aveva conquistato. Mi leccò tutta la faccia, poi mi sputò di nuovo in faccia, negli occhi, mentre mi strizzava i coglioni.
“Si, bravo schiavetto, peccato che ora sei legato, ed io controllo il vibratore che hai nel culo, e mi hai regalato le tue palle, le ho qui, in mano, posso schiacciarle.”
mollò la presa, mi leccò la pianta di un piede, poi iniziò a graffiarmi, scendendo dalle piante dei piedi ai glutei. Un altro sputo, spense il vibratore e senza parlare si alzò lasciandomi lì sul letto.
Passarono alcuni minuti. Ogni tanto dovevo forzarmi a resistere per non cedere all’orgasmo prostatico indotto dal vibratore, per fortuna la padrona riusciva a spegnerlo sempre in tempo. Dopo quella che mi sembrò un eternità sentì i suoi tacchi risuonare per il corridoio, seguiti da un rumore più delicato. Monica varcò la soglia della stanza indossando solamente degli stivali di pelle neri ed una maschera, a terra, portata a quattro zampe come un cane c’era Karmen, con un colare al collo.
Si avvicinò al letto e una volta li vicino a me tirò il guinzaglio mostrandomi come la faccia della Karmen fosse contenta di sparire tra le sue chiappe.
“Ecco la nostra cagnetta, ora ce la dobbiamo scopare ben bene, ha tanta voglia di cazzo!”
Salì sul letto, mettendosi con le chiappe sopra la mia faccia e fece saltare la Karmen davanti a noi. Senza dirle una parola la tirò verso il mio pene, e lei iniziò leccarmelo. Monica intanto mi strofinava il culo in faccia. Baciavo quel culo, desiderando di poterlo possedere, cercavo di scoparlo con il naso, con la lingua, e sentivo che lei apprezzava il mio impegno.
“Sei un bravo cagnolino da lecca anche tu, ora devi fare lo stesso trattamento alla Karmen”
Così la tirò a se e me la fece sedere sulla faccia. Io le leccavo l’ano, Monica le sfondava la fica con tre dita, mentre veniva a stuzzicare la mia asta col suo bel culo a mandolino. Quando a furia di strusciarsi sentì il suo buco sulla mia cappella non ragionai più e mi misi a spingere con tutta la forza che avevo in corpo per riuscire a scoparla.
“ah, vecchio porco, appena senti un buco ti ci infili- mi disse sorridendo- me ne ricorderò”
Mi diede due colpi a smorzacandela che per poco non mi fecero capitolare, poi si tolse e fece accomodare al suo posto il culo della Karmen. Una volta infilato il buco della mia cameriera lei, Monica, a cavalcioni sul mio petto glielo mise davanti. Vedevo il suo bel culo pompare su e giù mentre Karmen gridava come un ossesso, saltellando sul mio cazzo. Io ero ancora legato e con un vibratore nel sedere, con due donne sopra di me, altro non potevo fare se non spingere un po’ e lasciarmi andare ad un grosso orgasmo dopo una decina di minuti. Monica, invece, continuava, per la gioia della Karmen. Si sfilò qualche minuto dopo il mio orgasmo, mi fece uscire dalla Karmen e mi slegò, dicendomi di godermi lo spettacolo per un po’. La mise a pecorina ed riprese a chiavarla davanti a me. Sfatto, indolenzito e soprattutto contento stavo a guardare lo spettacolo. Una splendida trans mulatta che si sbatteva la mia cameriera. Karmen stava godendo come non mai, ma ne voleva ancora.
Monica interruppe il suo gridare sfilando la sua verga e disse “Girati un po’ puttana, voglio che me lo ciucci un po’, da brava”. Così mi ritrovai il culo della Karmen in faccia, con Monica davanti che glielo spingeva in gola fino farla arretrare, spingendola sempre più a portata della mia lingua.
Iniziai dal culo, e la sentì gemere di piacere sentendosi frugare dalla mia lingua, poi scesi alla passera, ed iniziai alternando. Monica intanto aveva riattivato il mio vibratore, così, in men che non si dica mi ritrovai duro, con culo e fica davanti a me. Partì con la seconda, dando colpi secchi. Dopo i primi due orgasmi Karmen diventava come una fontana d’estate, spruzzando ogni momento. In poco venne, e pure Monica le capitolò in bocca, riempiendola. Io ne avevo ancora, e così decisi di cambiare buco, entrando nel suo accogliente ano. Karmen era allo stremo, io diedi gli ultimi colpi decisi, seguendo l’aumentare del ritmo del mio vibratore imposto da Monica, che si godeva la scena, sino a riempirle il culo con una copiosa venuta. Mi staccai e mi sdraiai, lasciando che Monica mi togliesse il vibratore, prima di sdraiarsi a sua volta vicino a me. Anche Karmen si trascinò con la testa sul cuscino. Mi diede un caldo bacio e mi disse “Beh, per ora niente male questo trio, o no Signore?”
“ Per ora? È da stamane che non facciamo altro che scopare, io ora ho bisogno di riposare”
“Ma certo, Signore – aggiunse Monica – la voglio in forma per quando vorrà sfondare il mio cioccolatino” Mi diede un caldo bacio e poi mi sussurrò “ma prima voglio un bel bocchino, puttanella mia, ricordalo”
scritto il
2019-01-07
6 . 1 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

La scolaretta

racconto sucessivo

Incontro clandestino
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.