Le conseguenze di un tradimento – parte terza
di
Maranzaska
genere
dominazione
Buio, una strana nebbia mi avvolge, non riesco a vederla ma è calda ed umida.
Sembra di stare in un forno.
C’è una luce bluastra, provo ad avvicinarmi, vado a tentoni verso questa luce pulsante come una falena nella notte.
Ovattati dalla nebbia sento dei colpi, sordi e forti. Sembrano arrivare da tutte le parti, ma pian piano che mi avvicino capisco che arrivano dal monitor di un pc.
Sembra un video che ben conosco, un video di mistress Zora, l’eccitazione mi prende forte, sento come se la nebbia calda cercasse di premermi giù il membro per non farlo crescere troppo.
Lo schermo proietta quel video della mistress in cui mi ero imbattuto per caso qualche mese fa.
Splendida, divina, con un tubino di latex, autoreggenti e tacchi alti si fa fare un massaggio ai piedi da un suo schiavo mentre una bella cameriera, con l’uniforme che arriva proprio a filo del culo si deve piegare per pulire per terra.
Lo schiavo lecca avidamente i piedi mentre la mistress inizia a toccarsi guardano la fighetta della sua serva che si apre e si chiude mentre pulisce per terra, sino a che la sventurata, girandosi per ingraziarsi la padrona con un sorriso malizioso non urta un candelabro, facendo cadere alcune gocce sul prezioso pavimento. Come una pantera mistress Zora balza in piedi, allontanando con un calcio lo schiavo leccapiedi, e veloce raggiunge la sguattera, rischiando di strozzare il povero lecchino, non avendo mollato il guinzaglio.
Il primo piano sulla sua faccia algida, con quella luce fredda negli occhi, me lo fa venire ancora più duro.
Sbam, la sberla risuona per tutta quella strana grotta.
Poi buio di nuovo.
Rumore di tacchi, un colpo di frusta; veniva dalle mie spalle?
Mi giro, spaventato, il rumore dei tacchi si confonde con il battere del mio cuore, poi questi si fermano. Nell’orecchio sento uno “shhh...calmo piccolo schiavo, sono la tua dea, Mistress Zora, ora rilassati e lasciati plasmare a mio piacimento”
Un bacio sul collo, appena accennato, poi una leggera sberla sulle chiappe.
“Hai un bel culo, prima o poi te lo sfonderò, lo sai?”
Mi sento nudo, le sue dita che mi esplorano, le unghie mi graffiano, nonostante il suo tono calmo non riesco a controllare il respiro, che è affannoso, come il battito, come l’eccitazione che cresce.
“Hai perso la lingua schiavetto?”
“no… borbotto”
Sbam! Altro botto, sembra un tuono troppo vicino, la sensazione di calore si irradia dalla mia guancia a tutto il corpo.
“no cosa? Non amo ripetermi, sono la tua dea, la tua padrona, la tua Mistress. Mistress Zora, ogni cosa che mi rispondi ci deve essere dopo Mistress Zora, hai capito?”
“Si mistress Zora”
“bravo cagnolino, impari in fretta allora. Sei mai stato con una mistress?”
“No mistress Zora”
“Bene, mi piacciono gli schiavetti da plasmare. - sbam, altro colpo, stavolta sul sedere, la sua mano poi indugia, mi palpa e passando da una chiappa all’altra indugia un attimo sull’ano, facendomi trasalire – Ahhh, ti piace farti scopare il culo?”
“non lo so mistress Zora”
“Palle, certo che ti piace, - dice mentre il dito cerca di farsi strada, la mia eccitazione è fortissima, mi sento per scoppiare - sei qui per questo, per farti inculare come una troia, DILLO”
“sono qui per farmi inculare come una troia Mistress Zora”
Colpo nelle palle, fa male, mi piego, rimango senza fiato e mi sdraio a terra.
“Hai detto che non lo sapevi, perché hai cambiato idea?”
“Perché me lo ha ordinato lei, mistress Zora”
“Quindi farai tutto quello che ti dico?”
“Si, certo, mistress zora”
Prima che dicesse altro mi torvo il suo piede in bocca, inizio a leccarlo avidamente.
“Per stavolta ti grazio, perché - dice appoggiandomi l’altro piede sui testicoli- sei un cagnolino nuovo, ma la prossima volta che prendi un’iniziativa del genere ti schiaccio le palle, tanto me le hai appena consegnate, tu ora sei senza”
Buio ancora.
Sento caldo, sento il pene che sta per esplodere, poi sento le sue mani che mi frugano e la sua voce che bisbiglia suadente al mio orecchio “dimmi che vuoi che ti sfondi il culo”
“Voglio che mi sfondi il culo, mistress Zora”
“E invece no, oggi ti dovrai accontentare di queto”
Il suo dito si fa strada, entra nel mio ano, prima delicato, poi sempre più forte, poi ancora piano, ne entra un altro. Gioca col mio sfintere, lentamente, non ho più difese, godo con un porco, lei mi sbeffeggia, mi sputa in bocca e mi fa ingoiare la saliva, annuisco e accetto tutto, sto per schizzare, lei lo vede, lo sa. “Chiedimi il permesso”
“Posso sborrare padrona”
Sbam, sberla sulle palle e mi guarda severamente
”Posso venire mistress Zora”
“Quasi, ci siamo, ma siccome hai sbagliato devi prendere un altro dito”
La punta del mio pene, violacea è un mare di liquidi ormai, quando il terzo dito si fa strada la fontana esplode.
Di colpo mi sveglio, in un mare di sudore, sono a letto, la piazza accanto a me è ancora vuota, il display digitale dice che sono le tre e venti. Cazzo, domani lavoro presto. Guardo in basso, vedo un’erezione gigante che si sta sgonfiando sotto il lenzuolo bagnato del mio seme.
Questa situazione mi sta decisamente sfuggendo di mano. Cerco di pulire alla bella e meglio e torno a dormire, sperando di non fare altri sogni così, anche se non è stato poi male.
Sembra di stare in un forno.
C’è una luce bluastra, provo ad avvicinarmi, vado a tentoni verso questa luce pulsante come una falena nella notte.
Ovattati dalla nebbia sento dei colpi, sordi e forti. Sembrano arrivare da tutte le parti, ma pian piano che mi avvicino capisco che arrivano dal monitor di un pc.
Sembra un video che ben conosco, un video di mistress Zora, l’eccitazione mi prende forte, sento come se la nebbia calda cercasse di premermi giù il membro per non farlo crescere troppo.
Lo schermo proietta quel video della mistress in cui mi ero imbattuto per caso qualche mese fa.
Splendida, divina, con un tubino di latex, autoreggenti e tacchi alti si fa fare un massaggio ai piedi da un suo schiavo mentre una bella cameriera, con l’uniforme che arriva proprio a filo del culo si deve piegare per pulire per terra.
Lo schiavo lecca avidamente i piedi mentre la mistress inizia a toccarsi guardano la fighetta della sua serva che si apre e si chiude mentre pulisce per terra, sino a che la sventurata, girandosi per ingraziarsi la padrona con un sorriso malizioso non urta un candelabro, facendo cadere alcune gocce sul prezioso pavimento. Come una pantera mistress Zora balza in piedi, allontanando con un calcio lo schiavo leccapiedi, e veloce raggiunge la sguattera, rischiando di strozzare il povero lecchino, non avendo mollato il guinzaglio.
Il primo piano sulla sua faccia algida, con quella luce fredda negli occhi, me lo fa venire ancora più duro.
Sbam, la sberla risuona per tutta quella strana grotta.
Poi buio di nuovo.
Rumore di tacchi, un colpo di frusta; veniva dalle mie spalle?
Mi giro, spaventato, il rumore dei tacchi si confonde con il battere del mio cuore, poi questi si fermano. Nell’orecchio sento uno “shhh...calmo piccolo schiavo, sono la tua dea, Mistress Zora, ora rilassati e lasciati plasmare a mio piacimento”
Un bacio sul collo, appena accennato, poi una leggera sberla sulle chiappe.
“Hai un bel culo, prima o poi te lo sfonderò, lo sai?”
Mi sento nudo, le sue dita che mi esplorano, le unghie mi graffiano, nonostante il suo tono calmo non riesco a controllare il respiro, che è affannoso, come il battito, come l’eccitazione che cresce.
“Hai perso la lingua schiavetto?”
“no… borbotto”
Sbam! Altro botto, sembra un tuono troppo vicino, la sensazione di calore si irradia dalla mia guancia a tutto il corpo.
“no cosa? Non amo ripetermi, sono la tua dea, la tua padrona, la tua Mistress. Mistress Zora, ogni cosa che mi rispondi ci deve essere dopo Mistress Zora, hai capito?”
“Si mistress Zora”
“bravo cagnolino, impari in fretta allora. Sei mai stato con una mistress?”
“No mistress Zora”
“Bene, mi piacciono gli schiavetti da plasmare. - sbam, altro colpo, stavolta sul sedere, la sua mano poi indugia, mi palpa e passando da una chiappa all’altra indugia un attimo sull’ano, facendomi trasalire – Ahhh, ti piace farti scopare il culo?”
“non lo so mistress Zora”
“Palle, certo che ti piace, - dice mentre il dito cerca di farsi strada, la mia eccitazione è fortissima, mi sento per scoppiare - sei qui per questo, per farti inculare come una troia, DILLO”
“sono qui per farmi inculare come una troia Mistress Zora”
Colpo nelle palle, fa male, mi piego, rimango senza fiato e mi sdraio a terra.
“Hai detto che non lo sapevi, perché hai cambiato idea?”
“Perché me lo ha ordinato lei, mistress Zora”
“Quindi farai tutto quello che ti dico?”
“Si, certo, mistress zora”
Prima che dicesse altro mi torvo il suo piede in bocca, inizio a leccarlo avidamente.
“Per stavolta ti grazio, perché - dice appoggiandomi l’altro piede sui testicoli- sei un cagnolino nuovo, ma la prossima volta che prendi un’iniziativa del genere ti schiaccio le palle, tanto me le hai appena consegnate, tu ora sei senza”
Buio ancora.
Sento caldo, sento il pene che sta per esplodere, poi sento le sue mani che mi frugano e la sua voce che bisbiglia suadente al mio orecchio “dimmi che vuoi che ti sfondi il culo”
“Voglio che mi sfondi il culo, mistress Zora”
“E invece no, oggi ti dovrai accontentare di queto”
Il suo dito si fa strada, entra nel mio ano, prima delicato, poi sempre più forte, poi ancora piano, ne entra un altro. Gioca col mio sfintere, lentamente, non ho più difese, godo con un porco, lei mi sbeffeggia, mi sputa in bocca e mi fa ingoiare la saliva, annuisco e accetto tutto, sto per schizzare, lei lo vede, lo sa. “Chiedimi il permesso”
“Posso sborrare padrona”
Sbam, sberla sulle palle e mi guarda severamente
”Posso venire mistress Zora”
“Quasi, ci siamo, ma siccome hai sbagliato devi prendere un altro dito”
La punta del mio pene, violacea è un mare di liquidi ormai, quando il terzo dito si fa strada la fontana esplode.
Di colpo mi sveglio, in un mare di sudore, sono a letto, la piazza accanto a me è ancora vuota, il display digitale dice che sono le tre e venti. Cazzo, domani lavoro presto. Guardo in basso, vedo un’erezione gigante che si sta sgonfiando sotto il lenzuolo bagnato del mio seme.
Questa situazione mi sta decisamente sfuggendo di mano. Cerco di pulire alla bella e meglio e torno a dormire, sperando di non fare altri sogni così, anche se non è stato poi male.
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Thank god it’s friday
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