Thank god it’s friday

di
genere
dominazione

Una lunga giornata di lavoro, frenetica e faticosa è quasi alle spalle. Le 17:00 del venerdì da miraggio sono diventate una solida realtà, un’ultima ora di scartoffie e poi via. Libertà. Quella magica sensazione che in meno di 72 ore uno possa fare tutto. Che brivido.
La porta si apre di colpo, riportandomi alla grigia realtà.
Entra la segretaria, Anna, cosa cazzo vorrà ora? Ormai è da due anni che lavoriamo assieme e non si è mai sbottonata più di uno striminzito “tutto bene?”. Entra con un plico enorme di carte, probabilmente si accorge che sto sbiancando e mi rassicura subito

Torno a fissare il monitor e a muovere le dita sulla tastiera, la testa sta facendo un inter-rail nel sud della spagna. Un tonfo mi fa girare, alzo di scatto la testa, Anna e lì di fronte a me, chinata a raccogliere carte, però, ha un bel culo, non faccio in tempo a tornare al monitor che le cade un altro faldone. “E che cazzo!!!” Sbotto, picchiando una mano sulla scrivania. Anna si blocca a fissarmi, le cade anche l’ultimo plico che ha in mano.
Si scusa, imbarazzata, guarda per terra. Cos’è stato però quel mordersi il labbro quando ho battuto un colpo? Sembrava un brivido di piacere…
Anna risistema velocemente i faldoni ed esce quasi di corsa. Torno alle mie “faccende”.
Pochi minuti e rientra, ancora più carica di prima, ad alta voce dice
Alzo lo sguardo per vedere, è chinata quasi a 90, ha proprio un bel culo, e mentre è li a pecora con quei faldoni in mano, a pochi centimetri da terra mi sorride, ha un non so che di scolaretta intimidita e un non so che di scolaretta porca, forse sono quegli occhiali, il trucco, forse il venerdì e la noia, ma sento il bisogno di sperimentare la mia ipotesi.

Lo ha fatto ancora, si, le piace che la sgridi, ne sono sicuro. Infatti.
Sbam. I faldoni le cascano tutti di mano.

risponde a mezza voce, mentre va verso la porta butta un occhio per vedere se la sto guardando.

metre lo dice inizia a piegarsi per prenderli, mostrandomi il culo.

li raccoglie, si alza molto lentamente e poi da brava, arriva sino al punto indicato, un buco di pavimento libero tra un mobiletto ed una libreria semivuota. Camminando noto che la camicetta è abbastanza trasparente, e sotto non c’è il reggiseno, hai capito la troia...si china tenendosi sempre in equilibrio sui tacchi e piegando la schiena, da qui vicino lo spettacolo del culo è decisamente meglio, e poi, disgrazia, il faldone le scivola. Sbam.
> dice voltandosi sempre a testa china, ma sbirciando la mia espressione.
Mi giro verso di lei, in silenzio, con la sinistra tiro giù il monitor del portatile, sospendendolo, ed inizio a tamburellare con le dita sulla scrivania, fissandola in silenzio per alcuni lunghi attimi.
La vedo a disagio, muove la gamba sinistra e giocherella nervosa con le mani, i capezzoli sono ancora belli duri, cerco di evitare di sorridere a questo particolare, ma decido che ora di giocare.
> le dico indicando le ginocchia. Mi guarda un po’ stupita, deglutisce ed inizia a camminare, ad un passo da me indica le ginocchia e mi chiede
fa per sedersi ma la fermo con un secco no, scosto la sedia dalla scrivania e le dico Mi guarda un po’ sbigottita, ma c’ è una luce nei suoi occhi che mi dice che è proprio quello che vuole.
Esegue, quando si è sistemata mi dice

Attimo di silenzio, mi guarda negli occhi, mordendonsi ancora il labro mi dice
Le accarezzo i capelli corvini, scendo sulle guance e le do dei leggeri buffetti, lei lascia fare. Col pollice cerco le sue labbra, ne disegno il contorno, sono carnose, morbide, umide, molto invitanti, lei lascia fare, sento anzi una punta di lingua che cerca di esplorare il mio dito, la lascio fare io, lei si espone, inizia a ciucciarmelo. Le carezzo la schiena con l’altra mano, arrivo sino al culo, tiro su la gonna e passo la mano sulle chiappe velate da un leggero collant, non ha le mutande, le palpo un po il culo, poi passo la mano al centro, è calda, è bagnata, la accarezzo un attimo, inizia a mugulare, le piace. Di colpo le tolgo il pollice di bocca e... Sbam, le tiro la prima sculacciata, la sorprendo, per poco riesco a tapparle la bocca e non farla gridare. Ma resta lì


Sbam, un’altra sculacciata, poi un’altra ed un’altra ancora, non sono colpi forti, intanto con l’altra mano le sbottono la camicetta e le esploro i capezzoli, li accarezzo un po’, poi li tiro, li schiaccio.
le domando dopo un po’, persa nel piacere non risponde subito, un’altra botta sul culo e le ripropongo la domanda
sbam, altra sculacciata.
scritto il
2018-07-13
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