La sorpresa della cameriera - parte seconda
di
Maranzaska
genere
trans
Eccome se mi era piaciuta, il primo round era andato veloce, ma non vedevo l’ora di farne un altro, così dissi alle signore di andare in bagno a lavarsi e di tornare a fare le loro mansioni. Io mi feci una bella doccia, per ricaricare le batterie. Dopo essere stato inculato volevo restituire il favore alla bella Monica. Uscì dalla doccia e tornai in camera mia, dove con mia grande sorpresa lei era intenta a sistemare il mio letto, ovviamente piegata in modo osceno da mostrarmi il suo bel buco del culo ed il ciondolo nero con cui poc’anzi mi aveva fatto sborrare come un toro. Avvicinandomi a passi lenti mi gustai l’ondeggiare delle sue chiappe, e quando fui a portata le diedi una bella sberla sul suo culo marmoreo, lei gemette “Oh, signore, non me la aspettavo…” La colpì ancora, e lei svergognata “sono stata cattiva prima, me la merito”, e allora io la sculacciai per bene, poi iniziai ad accarezzarle quelle chiappe, avevo urgenza di metterglielo dentro, lo sentivo di marmo, e lei lo sapeva. Veniva a stuzzicarlo con i piedi, sentendo potente la mia erezione, così mi disse “Vuole ancora mettermelo nel culo, Signore?”
“Si Monica”
“Anche dopo che ha provato il mio?-disse ridacchiando con voce maliziosa – mi dica la verità, le è piaciuto?”
Devo essere diventato di colpo paonazzo, con voce rotta risposi mormorai un “SI”
“Si cosa, PORCO, si ti è piaciuto il mio cazzo?”
Rimasi un attimo in silenzio, lei si girò, mi afferrò per le palle e mi diede un lungo e caldo bacio. Poi riprese “Adesso facciamo un altro gioco, tu sei il porco ed io la padrona. Dimmi: tu mi vuoi inculare, vero?”
“Si” Risposi, la sua stretta sulle palle aumentò “Sì non basta più, devi aggiungere “padrona”, hai capito, porco?”
“Si padrona”
“Bravo porco, adesso se tu mi vuoi scopare il culetto allora dovrai sudartelo questo privilegio, hai capito?”
“Si.”
Strinse forte le palle, poi mi diede due sberle, e mi afferrò per la gola. D’istinto io aprì la bocca, lei ci sputò dentro, poi altre sberle sul viso, sul cazzo, sulle palle. Sonore, non troppo forti, ma sentivo il cuore in gola e il cazzo duro. mi ritrovai sdraiato sul letto, lei mi si sdraio sopra, iniziando ad accarezzarmi.
“Ti piace farti trattare male, eh schiavetto”
“Si padrona”
“Bravo, allora adesso te lo ripeto, ora farai quello che ti ordino, e se lo farai bene me lo potrai mettere dietro, hai capito?”
“si padrona”
“Bravo, allora inizia a leccarmi i piedi...rapido, porco”
Veloce mi misi in ginocchio ed iniziai a ciucciarle il piede che mi stava infilando a forza in bocca.
“Uhm, bravo schiavetto, ciuccialo bene come fosse cazzo,-disse mentre con l’altro piede iniziava a testare la durezza del mio membro- mmm, sì, così”
Prese a cambiare piede, con uno mi masturbava e l’altro me lo infilava in bocca, quasi soffocandomi. Cercava sempre di infilarlo dentro tutto, mentre io avrei preferito leccarlo con calma. Intanto vedevo il suo grosso pene gonfiarsi sotto le carezze delle sue dita che salivano lungo l’asta per poi scendere, carezzare le palle e fare un giro veloce attorno a buco del culo. Mi gustavo la scena rapito, quando Monica tolse il piede dalla mia bocca e mi caccio dentro le sue due dita.
“Ciucciati queste, porco, falle sparire in quella boccuccia da pompinara”
Inutile dire che mi misi a fare ciò che ordinava, mentre i suoi piedi mi stavano segando molto intensamente.
Il mio pene stava per esplodere, lei lo sentiva, mi stuzzicò fino a che un po’ di liquido non le finì sui piedi.
“Mi hai sporcato i piedini, porco- disse prendendo dal comodino le sue calze- ora devi pulire. Prima però fatti bendare. Così”
Mi fece sdraiare con una mi coprì gli occhi con una autoreggente e con l’altra mi legò entrambi i polsi alla testiera del letto.
“Ora sei in mio totale potere, porco, vuoi ancora fare qualsiasi cosa pur di incularmi?”
“Si padrona”
“Bene – mi diede un lungo bacio, poi si sdraiò, iniziò a masturbarsi l’ano con le dita ancora bagnate della mia saliva – ora devi pulire i miei piedini dalla tua sborratina”
Stesa sul letto iniziò ad allungare i piedi verso la mia faccia, facendoli scorrere lentamente sul mio petto. Intanto, mentre intravedevo dal nylon che si dava piacere da sola continuava ad eccitarmi umiliandomi ed insultandomi.
“Ti piacerà leccare la sborra, vedrai, non fare il timido.” Diceva mentre mi strofinava i piedi in faccia “Tira fuori la lingua e lecca bene tutto”. E così feci, iniziai a leccare tutto quello che mi capitava davanti alla bocca.
“Bravo, lecca tutta la tua sborretta, ti piace?”
Nella foga di obbedire non risposi. Fui riportato alla dura realtà dalla sua mano sui miei testicoli. Iniziò a stringere. “Hai sentito, porco?”
“No padrona”
“Ti ho chiesto se ti piace la tua sborra, porco” Il suo dito medio scavava per cercare l’ingresso del mio ano
“Si padrona” Boffonchiai gemendo di piacere.
“Brava puttanella” Ed iniziò a leccarmi l’asta, mentre riempiva i miei buchi con le sue estremità.
Legato, bendato, con i suoi piedi che entravano ed uscivano dalla mia bocca a loro piacimento, un dito che mi pompava il culo e la sua splendida lingua a scorrere sulla mia asta ebbi un altro sussulto, ed un po’ di liquido iniziò ad uscire dalla mia cappella. Una sberla sulle palle smorzò l’orgasmo che stava per eruttare. La sentì leccare tutto, poi si mosse, venne su di me e mi diede un bacio profondo. Sapeva del mio seme, un sapore forte, ma ricambiai il bacio con grande passione.
Rise forte una volta staccatasi dalle mie labbra “Il sapore del cazzo ti piace eh… mi sa che dovrai aspettare ancora per incularmi, prima voglio che mi lecchi bene il buco del culo”
Detto questo posò il suo culo sulla mia faccia. Iniziai a leccare con avidità, e a lei piacque. Gemeva, poi sentì una bocca sul mio pene, era la Karmen, bene, eravamo di nuovo in tre. Dopo un paio di leccate mi sollevò le gambe e disse “Ti voglio inculare per bene anche io” ed iniziò a spalmarmi di gel il buco, ancora largo per la scopata di prima. Che situazione, non avrei mai pensato che mi sarei sentito così eccitato da questo strano triangolo. Monica se ne accorse, ed alzò la posta. “Scendi un po più giù a leccare, prendimi le palle in bocca”
Feci un po’ di resistenza a questo nuovo ordine, ma avevo poca libertà di movimento, così fu lei ad iniziare a strusciarmi palle ed asta sulla faccia, sulle labbra, sulla lingua.
Karmen pompava, Monica era riuscita a centrarmi la bocca e le loro mani, a turno mi massaggiavano il cazzo. Pieno come uno spiedo iniziai a ciucciare avidamente il pene di Monica, che esprimeva il suo gradimento dandomi della troia bocchinara ed incitandomi a non scordare di leccarle anche palle e culo. Proprio mentre ravanavo il suo cioccolatino con la mia lingua sentì che si contraeva in un orgasmo, capitolando sotto la mia lingua nel culo ed il bocchino della Karmen.
Godette a voce alta nella bocca della Karmen, poi spostò l’asta ancora grondante sperma e me la strofinò sulle labbra prima ed in gola poi. Ciucciai avidamente mentre le due mi davano del pompinaro. Io continuai a leccare, Monica mi ordinò di pulire, prima di scendere e prendere in bocca il mio pene, facendomi capitolare in pochi rapidi affondi.
Si alzò, la sentì limonare con Karmen, mentre questa si lamentava di volere del cazzo anche lei.
Le due poi si avvicinarono e mi baciarono, mentre lentamente toglievano il fallo finto dal mio ano e mi liberavano le mani, permettendomi di carezzare i loro bei culi.
Monica poi mi tolse la benda, e fissandomi negli occhi mi chiese “Ti è piaciuto ciucciarmi il cazzo?”
“Si padrona, mi è piaciuto tutto”
“Bravo schiavetto, vuoi ancora incularmi?”
“Si padrona, lo voglio da matti”
“Molto bene, ma dovrai ancora fare una cosetta per me e la Karmen, prima”
“quello che desiderate, padrone”
“Si Monica”
“Anche dopo che ha provato il mio?-disse ridacchiando con voce maliziosa – mi dica la verità, le è piaciuto?”
Devo essere diventato di colpo paonazzo, con voce rotta risposi mormorai un “SI”
“Si cosa, PORCO, si ti è piaciuto il mio cazzo?”
Rimasi un attimo in silenzio, lei si girò, mi afferrò per le palle e mi diede un lungo e caldo bacio. Poi riprese “Adesso facciamo un altro gioco, tu sei il porco ed io la padrona. Dimmi: tu mi vuoi inculare, vero?”
“Si” Risposi, la sua stretta sulle palle aumentò “Sì non basta più, devi aggiungere “padrona”, hai capito, porco?”
“Si padrona”
“Bravo porco, adesso se tu mi vuoi scopare il culetto allora dovrai sudartelo questo privilegio, hai capito?”
“Si.”
Strinse forte le palle, poi mi diede due sberle, e mi afferrò per la gola. D’istinto io aprì la bocca, lei ci sputò dentro, poi altre sberle sul viso, sul cazzo, sulle palle. Sonore, non troppo forti, ma sentivo il cuore in gola e il cazzo duro. mi ritrovai sdraiato sul letto, lei mi si sdraio sopra, iniziando ad accarezzarmi.
“Ti piace farti trattare male, eh schiavetto”
“Si padrona”
“Bravo, allora adesso te lo ripeto, ora farai quello che ti ordino, e se lo farai bene me lo potrai mettere dietro, hai capito?”
“si padrona”
“Bravo, allora inizia a leccarmi i piedi...rapido, porco”
Veloce mi misi in ginocchio ed iniziai a ciucciarle il piede che mi stava infilando a forza in bocca.
“Uhm, bravo schiavetto, ciuccialo bene come fosse cazzo,-disse mentre con l’altro piede iniziava a testare la durezza del mio membro- mmm, sì, così”
Prese a cambiare piede, con uno mi masturbava e l’altro me lo infilava in bocca, quasi soffocandomi. Cercava sempre di infilarlo dentro tutto, mentre io avrei preferito leccarlo con calma. Intanto vedevo il suo grosso pene gonfiarsi sotto le carezze delle sue dita che salivano lungo l’asta per poi scendere, carezzare le palle e fare un giro veloce attorno a buco del culo. Mi gustavo la scena rapito, quando Monica tolse il piede dalla mia bocca e mi caccio dentro le sue due dita.
“Ciucciati queste, porco, falle sparire in quella boccuccia da pompinara”
Inutile dire che mi misi a fare ciò che ordinava, mentre i suoi piedi mi stavano segando molto intensamente.
Il mio pene stava per esplodere, lei lo sentiva, mi stuzzicò fino a che un po’ di liquido non le finì sui piedi.
“Mi hai sporcato i piedini, porco- disse prendendo dal comodino le sue calze- ora devi pulire. Prima però fatti bendare. Così”
Mi fece sdraiare con una mi coprì gli occhi con una autoreggente e con l’altra mi legò entrambi i polsi alla testiera del letto.
“Ora sei in mio totale potere, porco, vuoi ancora fare qualsiasi cosa pur di incularmi?”
“Si padrona”
“Bene – mi diede un lungo bacio, poi si sdraiò, iniziò a masturbarsi l’ano con le dita ancora bagnate della mia saliva – ora devi pulire i miei piedini dalla tua sborratina”
Stesa sul letto iniziò ad allungare i piedi verso la mia faccia, facendoli scorrere lentamente sul mio petto. Intanto, mentre intravedevo dal nylon che si dava piacere da sola continuava ad eccitarmi umiliandomi ed insultandomi.
“Ti piacerà leccare la sborra, vedrai, non fare il timido.” Diceva mentre mi strofinava i piedi in faccia “Tira fuori la lingua e lecca bene tutto”. E così feci, iniziai a leccare tutto quello che mi capitava davanti alla bocca.
“Bravo, lecca tutta la tua sborretta, ti piace?”
Nella foga di obbedire non risposi. Fui riportato alla dura realtà dalla sua mano sui miei testicoli. Iniziò a stringere. “Hai sentito, porco?”
“No padrona”
“Ti ho chiesto se ti piace la tua sborra, porco” Il suo dito medio scavava per cercare l’ingresso del mio ano
“Si padrona” Boffonchiai gemendo di piacere.
“Brava puttanella” Ed iniziò a leccarmi l’asta, mentre riempiva i miei buchi con le sue estremità.
Legato, bendato, con i suoi piedi che entravano ed uscivano dalla mia bocca a loro piacimento, un dito che mi pompava il culo e la sua splendida lingua a scorrere sulla mia asta ebbi un altro sussulto, ed un po’ di liquido iniziò ad uscire dalla mia cappella. Una sberla sulle palle smorzò l’orgasmo che stava per eruttare. La sentì leccare tutto, poi si mosse, venne su di me e mi diede un bacio profondo. Sapeva del mio seme, un sapore forte, ma ricambiai il bacio con grande passione.
Rise forte una volta staccatasi dalle mie labbra “Il sapore del cazzo ti piace eh… mi sa che dovrai aspettare ancora per incularmi, prima voglio che mi lecchi bene il buco del culo”
Detto questo posò il suo culo sulla mia faccia. Iniziai a leccare con avidità, e a lei piacque. Gemeva, poi sentì una bocca sul mio pene, era la Karmen, bene, eravamo di nuovo in tre. Dopo un paio di leccate mi sollevò le gambe e disse “Ti voglio inculare per bene anche io” ed iniziò a spalmarmi di gel il buco, ancora largo per la scopata di prima. Che situazione, non avrei mai pensato che mi sarei sentito così eccitato da questo strano triangolo. Monica se ne accorse, ed alzò la posta. “Scendi un po più giù a leccare, prendimi le palle in bocca”
Feci un po’ di resistenza a questo nuovo ordine, ma avevo poca libertà di movimento, così fu lei ad iniziare a strusciarmi palle ed asta sulla faccia, sulle labbra, sulla lingua.
Karmen pompava, Monica era riuscita a centrarmi la bocca e le loro mani, a turno mi massaggiavano il cazzo. Pieno come uno spiedo iniziai a ciucciare avidamente il pene di Monica, che esprimeva il suo gradimento dandomi della troia bocchinara ed incitandomi a non scordare di leccarle anche palle e culo. Proprio mentre ravanavo il suo cioccolatino con la mia lingua sentì che si contraeva in un orgasmo, capitolando sotto la mia lingua nel culo ed il bocchino della Karmen.
Godette a voce alta nella bocca della Karmen, poi spostò l’asta ancora grondante sperma e me la strofinò sulle labbra prima ed in gola poi. Ciucciai avidamente mentre le due mi davano del pompinaro. Io continuai a leccare, Monica mi ordinò di pulire, prima di scendere e prendere in bocca il mio pene, facendomi capitolare in pochi rapidi affondi.
Si alzò, la sentì limonare con Karmen, mentre questa si lamentava di volere del cazzo anche lei.
Le due poi si avvicinarono e mi baciarono, mentre lentamente toglievano il fallo finto dal mio ano e mi liberavano le mani, permettendomi di carezzare i loro bei culi.
Monica poi mi tolse la benda, e fissandomi negli occhi mi chiese “Ti è piaciuto ciucciarmi il cazzo?”
“Si padrona, mi è piaciuto tutto”
“Bravo schiavetto, vuoi ancora incularmi?”
“Si padrona, lo voglio da matti”
“Molto bene, ma dovrai ancora fare una cosetta per me e la Karmen, prima”
“quello che desiderate, padrone”
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