Le conseguenze di un tradimento - parte quinta

di
genere
dominazione

Le vongole si schiudono lentamente nel loro sughetto, una spruzzata di prezzemolo e una grattata di bottarga ed il tutto sarà pronto a breve. L’acqua già bolle, l’insalata è condita mentre lo spada è solo da buttare sulla piastra per una rapida scottata. Tutto aposto, insomma.
“Bravo – mi sussura la mia padrona all’orecchio – sembra appetitoso” Una piccola sculacciata mi ricorda che sono nudo ai fornelli, coperto solo da un grembiule, da cui inizia a far capolino la mia erezione. La sua mano rimane ad accarezzarmi le natiche, prima dolcemente, poi strizzandole, un gemito di piacere mi sfugge
“Ah, la mia puttanella, ti piace che ti tocchi il culo, eh?” Il punto di domanda viene sottolineato da un’altra sculacciata
“...Si, padrona” dico con voce rotta, l’erezione ormai è marmorea, sento ancora quello strano ma caldo senso di piacere misto ad impotenza.
“Aspetta ed eccitarti così, sarà una lunga notte per il tuo culetto”
Le sue mani iniziano a frugarmi le chiappe, un dito si avvicina al mio pertugio, l’altra mano afferra il mio pene, lo scappella lentamente, poi sento le dita scivolare sui testicoli, inizia a tuamburellarci sopra con le dita, poi passa a tirarmi delle piccole sberle, mentre il suo dito si fa strada nel mio ano.
“Ti piace da matti farti inculare, eh, puttanella?”
“….Si padrona”
Il dito sale fino in fondo
“Dillo, ripeti le mie parole”
“ mi piace da matti farmi inculare, padrona”
Il campanello interrompe il nostro momento
“Bravo schiavetto, ora vai ad aprire, su, veloce!!!” dice, incitandomi con delle piccole sculacciate.
“...così?...Padrona?”
“Che ha che non va il tuo grembiule?”
“Nulla, padrona”
“Hai ragione, non è igienico portare il grembiule in giro per la casa, toglilo”
Riluttante lo levo, la mia padrona intanto manda un paio di messaggi al cellulare, il suo sorriso è beffardo, dovrei preoccuparmi, ma sono totalmente in sua balia, così non oppongo resistenza quando mi invita a mettermi in ginocchio, mi lega un guinzaglio al collo e mi fa camminare a carponi sino alla porta. Arrivati la mi ordina di alzarmi ed aprire, prima di farlo mi da un dolce bacio sulla bocca.
Eseguo, apro la porta e di fronte a me trovo la splendida figura di Mistress Zora.
Credo di essere rimasto letteralmente a bocca aperta, le due donne ridono sguaiatamente, io non so cosa dire. Mistress Zora si leva un leggero spolverino di dosso, rimanendo in una specie di body in latex. “Occupatene tu, schiavo”
“Certo signora”
Sbam, Sbam. Due sberle mi colpiscono, una per donna.
La mia padrona prende parola “So tutto, caro il mio traditore, ed oggi sarai punito severamente, ma ora tratta la tua mistess come devi, schiavo”
“Si padrona, la poso subito Mistress Zora” confuso mi muovo per cercare l’appendino, ma sento tirare il collo. Ancor prima che la mia padrona me lo ricordi inizio a mettermi a quattro zampe
“Bravo il tuo schiavetto Alice - dice la Mistress – ma è un po’ furbetto… prova sempre a mentire, a me ha detto che non si è mai fatto fare il culo, per esempio”
“Ahahah, tesoro, lo sai che non è vero, ti ho detto che l’ho inculato ieri, ed oggi l’ho scopato ancora, sai!”
“Ah, interessante, beh, allora dopo cena ne voglio approfittare anch’io”
Posato lo spolverino della mistress mi giro in tempo per vedere le due donne che si baciano appassionatamente. Qualsiasi cosa sia destinata a succedere non importa, quello spettacolo è di una tale bellezza che sopporterei qualsiasi cosa pur di vederlo. Mistress Zora si accorge del mio sguardo eccitato, tira la corda del mio guinzaglio forte, assecondo il suo volere e mi ritrovo ai loro piedi, stacca le labbra da quelle della mia donna e dice “Apri la bocca” Appena il tempo di esegire e vengo inondato di sputi dalle due donne, li bevo, oramai felice di riceverli.
Le due si baciano ancora, Mistress Zora fruga oscenamente tra le cose della mia Alice, pardon, della mia padrona, mentre lei appena osa sfiorarle i seni, esplorarne le curve. Vorrei tanto poter essere in mezzo a quell’idillio, ma devo accontentarmi di guardarlo dal basso, spettatore in prima fila.
Mentre mi perdo in questi pensieri sento tirare la corda. “Vatti a lavare le mani, vestiti e portaci la cena, abbiamo fame”
La voce di Alice è dura, non ammette repliche, né io ho intenzione di farle. Raggiungo l’angolo cottura a carponi, mi alzo davanti davanti al lavandino e dopo essermi lavato le mani indosso il mio grembiule, butto la pasta e servo gli antipasti alle due signore, faccio poi per posare anche il mio piatto quando sento un leggero “No, no, no” uscire dalle labbra di Mistress Zora.
“Tu mangi qui – dice tirando fuori dalla borsa una ciotola – e ringrazia che ti facciamo mangiare”
Verso il contenuto del piatto nella ciotola senza fiatare, e la poso per terra, poi dopo aver riempito i calici di vino alle signore mi inginocchio vicino al mio “piatto” e dico “Grazie Padrona e grazie Mistress Zora per farmi stare qui vicino a voi”
“ora però taci, cane” dice la mia Alice
In silenzio inizio a mangiare dalla ciotola con le mani, alzandomi di tanto in tanto per controllare la pasta. Quando questa è pronta la servo alle signore, poi, umilmente, ne verso un pochino anche nella mia ciotola. Le due mangiano e ridono come due vecchie amiche, ogni tanto sento tirare il mio collare, allora mi alzo e domando cosa desiderino, la risposta è sempre altro vino. Riempio diversi bicchieri, loro intanto parlano di me, si confrontano sul quanto mi sia lasciato umiliare da entrambe.
Da sotto il tavolo vedo che si fanno piedino. Alice ha le gambe aperte e mistress Zora sale su e giù con il suo piede, carezzandole le cosce. Sono eccitato, vorrei iniziare a leccare tutto quel groviglio di gambe e piedi, quando sento tirare la catena. Mi alzo in piedi, nudo come un verme, con indosso solo il collare e con il pene oscenamente ritto. Mistress Zora mi colpisce sul membro “Come ti permetti di startene lì tutto eccitato?”
Groppo in gola, non so cosa dire, inizio a balbettare uno “Scusi” quando Alice rincara la dose, tirandomi un calcetto nelle palle da sotto il tavolo
“Non rispondi alla tua Mistress?! Eppure quando si tratta di sgattaiolare da lei sei velocissimo, brutto porco infedele. Ora giù, leccaci i piedi mentre finiamo di mangiare.”
Tacio ed eseguo. Carponi sotto il tavolo le due donne iniziano ad usarmi come sgabello, ad infilarmi i piedi in bocca, mettermeli in faccia, ed io, preso da un fervore mai provato godo nel sentire che da sopra mi deridono.
“Sei proprio un lecchino schifoso, dopo avrai ciò che meriti, ora basta, sistema e raggiungici di sopra quando ai fatto”
Il mio guinzaglio giace li a fianco a me, mentre i loro passi rimbombano lungo le scale. Rapido come non mai sistemo la cucina, pulendo tutto come piace alla mia Padrona, non lo avevo mi fatto in così poco tempo, poi salgo le scale e le vedo sul letto, si baciano, ancora, questa volta però con grande passione. Alice le stringe forte le chiappe e si avventa sui caldi seni della Mistress. Rimango lì ritto, a guardare la mia ragazza esplorare il corpo della donna con cui l’ho tradita. Scendere dal seno arrivando sino all’interno delle cosce. La vedo bramare la fica della Mistress, che lasciva si fa leccare e la sento ansimare di piacere sino a gridare. Poi, di colpo, i suoi occhi mi si piantano addosso. Guardandomi dice “Brava tesoro, ora voglio la tua bella linguetta nel culo” ed inarcando la schiena si mette il mio cuscino sotto le chiappe. Con un dito mi fa cenno di avvicinarmi.
“passami il guinzaglio” Eseguo senza fiatare, mentro vedo la mia Alice intenta a leccare il suo buco del culo. “I ginocchio ora, e tu, Alice cara, inizia a toccarti un po’, fagli vedere quanto ti bagni a leccarmi il culo, da brava cagnetta”
“Si signora” risponde Alice. Inizia a toccarsi, la mistress le accarezza il capo. Sono sbigottito, quella creatura perversa ci ha entrambi ai suoi ordni, ed io sono lo schiavo della sua schiava. Mi sento tirare, mi ritrovo il piede della mistress in faccia, e come un riflesso inizio a leccarlo.
“ora basta, ti voglio scopare, mia cara – dice la mistress tirando Alice per i capelli- e tu, cane, leccale un po’ il culo mentre mi preparo ” Alice è lì a pecora sul letto, mi avvicino al suo bel culo ed inizio ad infilarci la lingua dentro. Sento la sua mano carezzarmi per poi stringermi i capelli “Bravo cagnolino, lecca, lecca” La sua voce è sciolta, come la sua passera.
“Ora qui tutti e due, voglio che mo ciucciate un po’ ,- dice con un bel sorriso Mistress Zora, mostrando il suo strapon allacciato alla mutanda – fatemi veder chi ciuccia meglio ”
In ginocchio, a turno iniziamo a ciucciare il cazzo finto della mistress, intanto Alice, inizia a preparare il mio ano per quel grosso attrezzo, masturbandomi con due dita.
“Guarda come gode il tuo cagnolino con un cazzo in bocca e due dita in culo, dopo lo facciamo come uno spiedo”
“Ahhh, si signora - le risponde Alice – gli diamo una bella dose di cazzo a questa troietta”
“Brava, così mi piace, ma prima di pensare al tuo cagnolino mi voglio fottere te puttanella”
“si signora”
“Brava puttanella, dimmi che lo vuoi in culo”
“Si signora, lo voglio in culo, in bocca, in figa, dove mi vuole scopare, sono tutti suoi i miei buchi”
“Brava puttanella, girati”
Togliendomi le dita dal culo Padrona Alice si gira a pecora e Mistress Zora inizia a possederle la vulva. La riempie con il suo grosso dildo, lei, dopo pochi minuti grida un orgasmo esagerato, a quel punto, la mistress estrae il suo fallo ed inizia a puntellarglielo nel culo, sentendo però troppa resistenza mi tira a se e con un laconico “bagnalo” me lo pianta in gola. Inizio a ciucciare più forte che posso, mentre la sento sputare sul buchetto di Alice. Quindi ci riprova, lo infila, poi lo toglie ributtandomelo in bocca, e così via, finché non entra, ed inizia a spingere, prima piano, poi più forte.
“leccale la patata intanto che guardi cosa ti tocca tra poco, frocetto”
Mi incastro sotto le due donne, ed inizio a leccarle la figa mentre il fallo finto della mistress penetra Alice. Lei ansima come una forsennata, poi sento la mia bocca piena di umori, è venuta di nuovo. La Mistress estrae con calma il suo attrezzo, ed accarezza il culo di Alice, che si lascia cadere esausta sul letto.
“Ti è piaciuto essere la mia schiavetta?”
“Ahhh….si Zora, da morire...”
“Bene, perché i miei insegnamenti diventeranno sempre più duri, ma poi vedrai quante soddisfazioni… ora occupiamoci del tuo cagnolino”
“Ahhh, si, con piacere”
Gli occhi delle due signore mi si puntano addosso. Io, nudo come un verme, a pochi centimetri da loro mi sento come una gazzella ferita davanti a due leonesse. Cuore a mille, respiro corto, gola secca, l’unica cosa che non torna con questa sensazione è il cazzo duro come il marmo e quella voglia di venire inculato che sento pulsarmi dal fondoschiena.
scritto il
2018-09-04
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