Come una vita può cambiare 3
di
Harael12
genere
etero
TRASFERTA DI LAVORO
La giornata in Sede Centrale era stata particolarmente pesante, con Daniela avevamo lavorato poco a stretto contatto, per lo più era impegnata in riunione con altri Direttori e nel pomeriggio con un consulente esterno per un futuro corso di formazione aziendale.
Era particolarmente preparata nel suo lavoro, tutti non perdevano occasione per chiederle consigli e impressioni, mi aveva raccontato che dopo il diploma al liceo classico, scelse di iscriversi al Politecnico di Torino, ovviamente si laureò con il massimo dei voti e vinse per un progetto sulla gestione industriale una borsa di studio completa presso una università americana.
Data la stanchezza dovuta alla sua giornata lavorativa, nel viaggio di ritorno mi chiese di guidare, partimmo e subito iniziò a raccontarmi che sarebbe dovuta andare in trasferta in Liguria, da mercoledì pomeriggio fino a venerdì:
o Con me credo che dovrò far venire il consulente con cui ero in riunione oggi, devo valutarlo perché il Direttore del Personale vorrebbe assumerlo in azienda e nel tempo farlo diventare, Responsabile Formazione.
È anche un bel ragazzo cosa ne pensi?
o Sì.. l’ho incrociato, sembra preparato, anche se si dà parecchie arie.
o Dici, a me non sembrava, in riunione con lui mi ha raccontato che si è appena mollato con la fidanzata e che si trasferirebbe volentieri in una nuova città.
o Ah.. interessante.
(Non riuscivo a capire se mi stesse prendendo in giro o se stesse parlando seriamente).
Il viaggio proseguiva, lei si sposta il sedile leggermente indietro, si riaccomoda sul sedile ed inizia a sfilarsi le scarpe, lentamente comincia ad alzarsi la gonna e appoggia il piede destro sul cruscotto, vicino alla bocchetta dell’aria; io con la mano destra mi avvicino a lei per appoggiagliela su quelle bellissime gambe ricoperte da delle autoreggenti nere e di seguito secondo la mia idea spostarmi verso il monte di Venere. Ma vengo fermato immediatamente:
o Dove pensi di andare, rimani concentrato sulla guida.
o Non era un invito ad unirmi?
o Non credo proprio, volevo mettermi comoda..
(E sposta anche l’altro piede sul cruscotto, appoggiandosi con il tallone)
o Vuoi far morire dall’eccitazione oltre a me anche i camionisti?
o Beh.. poverini tutte quelle ore soli.
(E si girò verso di me ridendo).
Eravamo quasi arrivati nel frattempo proseguiva ad accarezzarsi una gamba, ogni tanto sposandosi verso l’interno coscia, monitorando che io lanciassi qualche occhiata, devo ammettere che se avesse voluto farmi eccitare sarebbe riuscita perfettamente nell’intento; presi la corsia di uscita dall’autostrada e Daniela iniziò a ricomporsi, rimise a posto la gonna e ricalzò le scarpe, eravamo arrivati dietro la mia macchina:
o Allora a domani in ufficio, buona serata.
(Scesi presi la borsa e la giacca, posandoli nel sedile posteriore della mia auto).
o A domani, grazie di aver guidato.
(Lei si appropinquo girando attorno alla macchina per risalire al posto di guida).
Ehi… non dimentichi nulla?
(Scendendo e venendo verso lo sportello della mia macchina).
Il tuo telefono, comunque da domani vieni con me in Liguria, ingegnerino…
(Si avvicinò a me dandomi un bacio a stampo e appoggiandomi la sua mano sul membro).
o Domani ti faccio passare la voglia di fare la comica.
o Speriamo non solo domani…
Rincasato dopo cena mi preparai il porta abiti, la valigia, lucidai le scarpe e coricandomi nel letto inizia a fantasticare sui prossimi tre giorni, fino ad addormentarmi.
La mattina seguente ci trovammo in ufficio preparandoci il materiale da portare, sarebbero stati tre giorni lavorativamente intensi, il cliente era un’azienda importante nel settore import/export, con Daniela avremo dovuto aiutarli ad aumentare il loro giro d’affari con il mercato asiatico, volevano diventare una risorsa per le aziende del sud Europa che invece di passare dal Porto di Rotterdam avrebbero avuto un grosso vantaggio economico a far attraccare le navi che arrivavano dall’Asia nel Porto di Genova e riceve il materiale con tre giorni di lavoro d’anticipo.
Erano le 16:00 e decidemmo di partire, si mise lei alla guida, in circa due ore saremo dovuti arrivare all’hotel, mentre parlavamo rispondevo a dei messaggi:
o A chi stai scrivendo?
o Ma no, nulla di che…
(Mi sentivo un po’ a disagio).
o Dai… mentre rispondi ti vedo sorridere, è una ragazza?
o Sì, lo è…
o È carina? Ti piace? Guarda che non c’è nulla di male, mi puoi raccontare queste cose.
o Si chiama Sofia, è un’amica.
o Ok, ho capito… guideresti tu ora, inizio ad essere stanca..
(Si fermò nella prima piazzola di sosta e scese per farmi guidare).
Mi misi al posto di guida, non capendo questa sua reazione così improvvisa; appoggiai il cellulare misi in marcia la vettura e rientrai nella corsia autostradale.
Daniela con mossa repentina prese il telefono, non avendo codici andò subito sui messaggi Telegram:
o Eccola qua, questa AMICA Sofia, vediamo la foto… e questa sarebbe carina? È proprio una bella moretta!!
o Ok.. è vero, è una bella ragazza.
o Allora ti piace? Romanticone.
(E si mise a ridere).
o Ci siamo conosciuti al matrimonio del mio migliore amico, io facevo il testimone di lui e lei della sposa. Non ci siamo praticamente calcolati durante il matrimonio, né in altre circostanze, poi tre mesi fa ad una cena a casa dei nostri amici per il Capodanno, una battuta tira l’altra, abbiamo iniziato a sentirci. Però nessuno dei due sembra avere il coraggio di vedere se potrebbe esserci altro.
o E tu vuoi farti scappare una così bella ragazza, che dai messaggi mi sembra morirti dietro.
o E secondo la grande esperta cosa dovrei fare?
(La vedevo che stava cominciando a scrivere sul mio telefono).
o Le ho scritto “ora sono in macchina con il mio capo, sarò via per un paio di giorni, ti andrebbe se uscissimo sabato?”; vado invio?
(Feci un cenno di assenso con la testa).
o Ottimo, siamo in gioco, oh..oh.. ha già risposto.
(Mi farebbe molto piacere).
Allora le risponderei, “Ti chiamo appena arrivo in hotel, così ci organizziamo”.
o Vuoi anche uscirci tu al posto mio..
(Risi guardandola).
o No, mi basta farti da consulente matrimoniale, (facendomi una linguaccia), però voglio che tu abbia una vita oltre al lavoro. Dai sono curiosa, raccontami qualche altro dettaglio.
Sofia è una maestra elementare, ora sta insegnando ad una seconda, è una ragazza tranquilla, non da l’idea di essere tanto diversa da quello che fa trasparire, è la migliore amica della moglie di Andrea e si conoscono dalle elementari.
Per ora non abbiamo mai fatto discorsi particolari, per lo più, cosa ci piace fare, ci scambiamo pareri sui libri da leggere e sulle serie tv da guardare; ma la maggior parte del tempo la passiamo a raccontarci le nostre giornate lavorative.
Il viaggio si era concluso, arrivammo in albergo e alla reception impiegammo pochi minuti per fare il check-in, la ragazza ci spiego che le stanze erano al secondo piano una difronte all’altra, entrambe doppie con letto matrimoniale ad uso singola. Arrivammo davanti alle stanze e ci accordammo per le 20.00 giù nella Hall per andare a mangiare, prima di chiudere la porta mi disse di chiamare Sofia facendomi l’occhiolino.
Mi tolsi la camicia, appoggiai la valigia ed estrassi gli abiti per appenderli, a torso nudo mi preparai per chiamarla, aprii la rubrica e feci partire la telefonata, rispose al secondo squillo:
o Ciao, stavo attendendo la tua chiamata.
o Ciao, come stai? Tutto bene oggi?
(Mentre stavamo parlando sentii bussare la porta, quando aprii mi trovai davanti Daniela).
o Sei con lei al telefono, volevo vederti mentre la chiamavi, ero curiosa.
o Ok, però non parlare.
o Muta giuro!
Con Sofia ritornammo a parlare, non credo si fosse accorta del dialogo in sottofondo, mentre guardavo il mare fuori dalla finestra le chiesi se sabato le fosse piaciuto cenare in un posticino molto carino, mi disse di esserne entusiasta, lentamente ci stavamo sciogliendo entrambi e cominciammo ad organizzare la serata.
Mi sentii abbracciare alle spalle e scorrere le mani prima sul petto, poi gli addominali fino ad iniziare a slacciarmi la cintura, bottone dei pantaloni ed infine la cerniera.
Le sue mani si impossessano immediatamente del mio membro, prima accarezzandolo e poi masturbandolo, mi fece girare e mi condusse fino a spingermi sul letto.
Terminò di togliermi le scarpe, pantaloni e ritornò fissandomi negli occhi a dedicarsi al mio cazzo, ora non più solo con la mano, ma con la sua bocca, non sapevo come comportarmi, volevo mettere giù il telefono, ma l’avevo chiamata io, sarei stato un maleducato a dirle “ora devo andare”, ma Sofia ora non sembrava intenzionata a chiudere la telefonata tanto rapidamente.
Dopo cinque minuti nella bocca di Daniela, sentivo che stavo per venire, ma lei con maestria si fermò:
o Stai buono, parla con la maestrina.
(Guardandomi e muovendo la lingua senza toccarlo).
o (Misi il telefono in modalità Muto).
Ti voglio sborare in bocca...
o Finisci la telefonata, ci sarà tempo.
Stavamo per salutarci con Sofia, tranne per la prima parte, penso di non aver capito quasi nulla di quanto mi avesse detto, mi sentivo quasi in colpa, ma poi abbassando la testa vedendo la situazione in cui ero, pensai che sabato da solo con lei sarei stato di certo più perspicace. La salutai augurandole di trascorre una buona serata, dicendole che ero molto felice di uscire con lei.
Negli ultimi secondi prima di chiudere la telefonata, la Venere in mezzo alle mie gambe aveva ricominciato e mi stava portando ben oltre il limite, appena mi vide posare il telefono, si fermò non toccandomi più:
o Allora finito, possiamo andare a cena?
o Dove vai pensi di lasciarmi così.
(Cercando di afferrarla).
o Abbiamo detto alle 20, nella Hall.. mancano 10 minuti, vado a cambiarmi, potevi concludere prima la telefonata, romanticone…
Cercai di alzarmi per afferrarla, ma in modo repentino prese il suo telefono e la chiave magnetica ed uscì dalla stanza, lasciandomi con il mio membro eretto davanti alla porta.
Girandomi mi diressi in doccia, solo tanta acqua fredda poteva calmare i miei bollori, ma la serata era lunga e quel diavolo di donna doveva essere ripagata della medesima moneta e misi la testa sotto al getto d’acqua.
Scesi nella Hall e la vidi seduta ad una poltrona al telefono, terminata la telefonata si alzò dicendomi che si era informata in reception e ci consigliavano un ristorante a pochi minuti a piedi, rinomato per l’ottima cucina.
Ci incamminammo fino ad arrivarci, era molto piccolo, ma dava l’idea di essere molto caratteristico; il proprietario con molta cortesia fece subito i complimenti alla signora e ci fece accomodare nel suo migliore tavolo, ridendo dissi a Daniela che aveva fatto colpo, non che fosse difficile, con quel tacco vertiginoso fasciata da dei pantaloni in pelle e maglietta nera in pizzo.
o Ti sei divertita prima immagino..
o Devo ammettere che vederti rincorrermi con l’alza bandiera, rimarrà tra i miei pensieri per molto tempo.
Sei riuscito a riprenderti?
o Sono un uomo educato, non rispondo a queste provocazioni.
o Allora sabato esci con Sofia, per fortuna hai una bravissima consulente per cuori solitari.
Dove pensi di portarla?
o La migliore direi… che fortunato che sono.
Ad ogni modo in un bellissimo locale del centro, poi una passeggiata per la città.
o Sei proprio un uomo d’altri tempi, poi la porti nella tua tana.
o Questi non sono affari tuoi….
o Come consulente mi sento offesa, ti ho anche aiutato a tenere alta l’attenzione durante la telefonata.
Finalmente ci portarono le pietanze, molte specialità Liguri, veramente gustose, la cena proseguiva con intermezzi lavorativi, qualche battuta e molte risate; la sua compagnia era gradevole.
Pagammo e ci avviammo verso l’hotel, salimmo in ascensore continuando a ridere, prima di arrivare alla porta mi chiese se potesse andare bene verso le 7.00 giù nella sala colazioni, mentre me lo chiedeva inseriva la carta magnetica nella sua porta, le risposi che andava benissimo e provai a fare la medesima azione:
o Cavolo la mia non funziona.
o Stai scherzando?
o No, guarda, esce sempre il pallino rosso.
o Cavolo è vero.. si sarà smagnetizzata?
o Riprovo l’ultima volta e poi scendo in reception.
Ovviamente stavo bleffando, volevo attaccarla al muro già nell’ascensore, ma non potevo perdermi l’occasione di cingerla in vita, aprire la camera e portarla dentro, volevo riprendere da dove mi aveva lasciato prima di cena.
La spinsi contro il muro richiudendomi la porta alle spalle, inizia a baciarla e a toccarla ovunque, guardandomi mi disse che ero un bastardo, ma che se volevo eccitarla ancora di più ci ero riuscito.
La presi dalle spalle e la feci inginocchiare:
o È ora di riprenderlo in bocca.
Me lo estrasse dai pantaloni e dopo due leccate a mo di calippo ricominciò a pomparlo con maestria, era veramente divina, leccava la cappella, poi passava all’asta per finire leccandomi le palle, iniziavo ad avere il timore di venire immediatamente. La afferrai dalle braccia e la condussi al letto, le tolsi le scarpe per toglierle i pantaloni e la brasiliana e gliele rimisi:
o Ti eccitano queste scarpe?
(Togliendosi maglia e reggiseno in pizzo)
o Sono fantastiche, sembrano fatte per un porno.
Mi abbassai in mezzo alle sue gambe per leccargliela, non che ce ne fosse bisogno era bagnatissima, mi invocò di penetrarla subito:
o Fermo, prendi dalla mia borsa un profilattico.
o Ma l’ultima volta? Non mi avevi fatto mettere nulla.
o Non voglio rischiare…
Gliela passai estrasse la scatola e ne aprì uno con i denti e me lo face indossare.
o Scopami!!
Cominciai a strofinarglielo sul clitoride, fino a farmi avvinghiare con le sue gambe, era giunto il momento era veramente eccitata al massimo, la penetrai con un ritmo lento e ad ogni affondo mugolava sempre di più, iniziai ad aumentare fino a sentirla urlare:
o Così..Così.. mi piace il tuo cazzo, fammelo sentire.
o Lo senti Capa.. ti piace il tuo giovane allievo?
o Sei una meraviglia, sto per avere il primo orgasmo… Ahhhhhh!!!
o Dai girati che ti voglio prendere da dietro.
Appena girata, glielo piantai dentro muovendomi con un ritmo veloce, ma meno profondo, sentivo la cappella gonfissima e lei mugolare stringendo con entrambe le mani la coperta:
o Lo senti….
o Siiiiiiiiiiii..
Diedi una decina di colpi profondi la spostai sdraiandomi, la ripresi rapidamente e me la feci salire a smorzacandela:
o Dai impalati ora..
o Uhm… lo sai che mi piace un sacco..
o Voglio vederti godere di nuovo..
o Hai un cazzo fantastico..
o Dai Capa voglio sentirti urlare dall’orgasmo e poi venirti in bocca.
Saltava come una cavallerizza e iniziava a dire che stava per venire, aumentai da sotto il ritmo fino ad eruttare dentro di lei:
o Sei un’amazzone!
o E tu un cazzone, erano anni che non mi sentivo scopata così!
Eravamo sdraiati sul letto ancora scossi per quanto provato, Daniela si alzò per andare in bagno e darsi una ripulita, quando tornò ero ancora nel letto ed iniziò a vestirsi:
o Dove vai?
o In camera mia a dormire..
o Non credo proprio, tu dormi con me.
(Mi alzai prendendo dalla valigia maglia e pantaloncini, e lanciai a lei una maglietta).
o E cosa penseranno trovando il letto fatto..
o Che ti sei data da fare!! Mettiti la maglia voglio che rimani.
Mi andai lavare, quando tornai la trovai in maglietta e brasiliana che mi attendeva nel letto, arrivai vicino a lei e ci baciammo, finimmo con lo stenderci e addormentarci quasi subito.
Suonò la sveglia allungando il braccio la spensi, mi girai cercandola nel letto ma non la trovai, diversamente ritrovai solo la maglia che le avevo prestato, mi alzai dirigendomi in bagno per prepararmi; erano quasi le 7.00 e scesi in sala colazione.
Dopo pochi minuti, mi raggiunse Daniela super sorridente e pronta per la giornata, mi ringraziò per averla convinta a dormire insieme, la rassicurai spiegandole che non c’era nulla di male.
o Come mai ti sei svegliata così presto?
o Cosa credi, che alla mia età mi sveglio bella e perfetta, devo iniziare presto il restauro.
(Ridendo).
o Sempre la solita esagerata, almeno hai disfatto il letto, chissà cosa penseranno le signore delle pulizie.
Ci alzammo recuperammo le borse e salendo in macchina ci dirigemmo verso l’azienda; appena arrivati ci accolse il Direttore Commerciale ed entrammo in riunione con la sua equipe, gli scambi di opinioni perdurarono per tutto il giorno, cercammo di capire cosa servisse a loro per riuscire in quanto preventivato, il Direttore era un progressivo di complimenti nei confronti di Daniela.
Di certo un bel uomo, brizzolato alto e magro, si era incensato spiegandoci che in giovane età era un atleta di salto in alto, ed era stato nel giro della nazionale juniores, adesso invece si dilettava con la maratona e ne aveva corse parecchie negli ultimi anni.
Daniela mentre stavamo bevendo un caffè mi raccontò che le aveva chiesto di cenare insieme loro due con il CEO che era in procinto di rientrare da Zurigo, io le dissi che non ci sarebbe stato nessuno problema ero grande e vaccinato, mi avvicinai e le dissi all’orecchio prima di rientrare in riunione:
o Questa sera mi sa che ti fa la festa..
o Ma figurati, sarà la solita cena noiosissima, dove si parla solo di lavoro.
o Sì.. Sì.. quando torni mi racconterai.
Tornammo in hotel ognuno nella sua stanza, verso le 20.30 Daniela bussò alla mia porta, la feci entrare e mi sdraiai nuovamente sul letto solo con l’asciugamano, lei indossava un tubino nero, calze nere e le scarpe della sera precedente, ironizzai sul fatto che vestita così, non c’erano dubbi che Ettore ci avrebbe provato e che stavo diventando geloso della mia Capa.
o Sei un cretino e le arrivò un sms, era arrivato e l’avrebbe aspettata in reception.
o In bocca al lupo Capa.
o Buona cena anche a te.
Mi recai a cenare nel medesimo ristorante della sera precedente e passai la serata in compagnia dei messaggi con Sofia, ci raccontammo le nostre giornate, ovviamente le sue erano più divertenti, i ragazzini gliene combinavamo di tutti i colori, anche se i suoi erano ancora piccoli, ma le scene migliori me le voleva raccontare sabato. Prima di darmi la buona notte mi inviò un messaggio molto dolce, dove mi disse che non vedeva l’ora che fosse sabato.
Iniziava ad essere tardi ed io mi stavo per addormentare, sentii bussare alla porta mi alzai e la feci entrare:
o Sono allibita, voleva salire in camera.
o Cosa ti avevo detto, voleva farti la festa.
o Mentre eravamo a cena mi ha fatto degli apprezzamenti sulla mia preparazione lavorativa e sulla mia intelligenza. Quando siamo saliti in macchina ha iniziato con l’appoggiarmi una mano sulla gamba e io gli ho fatto capire che non era il caso.
o Eh… che porco.
o La smetti di prendermi in giro.
(Iniziò a spogliarsi e si diresse in bagno per struccarsi, continuando a parlarmi).
Qui sotto poi mi ha detto, se salissimo?
o E tu?
o Beh.. ovvio; no, guarda sei un cliente e poi sono felicemente sposata.
(Si mise la mia maglia ed entrò sotto le coperte).
Non sono una sciocca ragazzina in cerca di pisello, quello che ho l’ho raggiunto con la dedizione e l’impegno non di certo facendo la sgualdrina.
Parlammo per una mezz’ora della cena e poi ci addormentammo.
Mi svegliai per un rumore nel corridoio, probabilmente ad un vicino era caduta la valigia, guardai l’orologio e vidi che mancava poco al suono delle sveglia, pensai di regalargliene uno estremamente dolce, mi immersi nelle coperte e cercai nel modo più chirurgico possibile di spostarle le mutandine, inizia a strofinargliela con un dito, lei si girò allargando le gambe, non persi l’occasione di abbassarmi iniziando a leccargliela.
Si stava bagnando e mi posò la sua mano sulla testa per darmi il ritmo, con le mani presi i lembi delle mutandine e gliele tolsi, con una mossa repentina mi cinse con le gambe il collo e tornai a darle piacere, iniziò a mugolare sotto i miei colpi di lingua fino a venire:
o Siiiii….. vengo.
(Mi liberò dalla sua presa).
o Passami un profilattico che voglio scoparti prima di andare in ufficio, voglio che guardi Ettore sorridendo come una che ha fatto una scorpacciata di cazzo per colazione.
(Sapevo che sarebbe stata la provocazione giusta per farla eccitare ancora di più).
o Uhmmm…. Si.. dammelo..
Lo indossai e iniziai a penetrarla lentamente, ma lei ovviamente voleva un ritmo più frenetico, come non accontentarla, cominciai a spingere in modo profondo fino a quando si attorcigliò nuovamente con le sue gambe in vita….”vengo di nuovo….uhmm.. così..”; era arrivato il mio momento lo estrassi mi tolsi il profilattico e glielo rimpianti dentro:
o Che fai?
o Ti do quanto promesso…
o Non venirmi dentro.
(Lo diceva, ma non faceva nulla per scostarsi la sua voglia era più grande).
Stavo penetrandola in modo animalesco, grugnivamo come due porci:
o Dai… godi maialina!
o Sei un porco!
o Adesso ti vengo in bocca….
Mi staccai da lei e glielo misi davanti, non ci potevo credere aprii la bocca e iniziò a leccarmi sotto la cappella, massaggiandomi con una mano le palle…..
Venni con un urlo strozzato, solo per non farmi sentire da tutto il piano e lei ingoiò tutto.
o Che dolce risveglio e che buona colazione.
Mi afferrò per il cazzo e mi portò in doccia, voglio lavarmi con te, non perdemmo occasione per toccarci in modo molto erotico, ci asciugammo ed uscì per andare a vestirsi in camera sua, ci saremo trovato giù per la colazione.
Passammo la mattina in riunione, cercammo di tenere duro mangiando solo un panino per metterci sulla via del ritorno nel primo pomeriggio. Ettore le girava attorno come un calabrone, ma Daniela con grande maestria, come si concerne ad una donna come lei si rapportava solo per lavoro, non dandogli spazio per strane idee.
Per pareri ed impressioni potete scrivermi a harael12@gmail.com
La giornata in Sede Centrale era stata particolarmente pesante, con Daniela avevamo lavorato poco a stretto contatto, per lo più era impegnata in riunione con altri Direttori e nel pomeriggio con un consulente esterno per un futuro corso di formazione aziendale.
Era particolarmente preparata nel suo lavoro, tutti non perdevano occasione per chiederle consigli e impressioni, mi aveva raccontato che dopo il diploma al liceo classico, scelse di iscriversi al Politecnico di Torino, ovviamente si laureò con il massimo dei voti e vinse per un progetto sulla gestione industriale una borsa di studio completa presso una università americana.
Data la stanchezza dovuta alla sua giornata lavorativa, nel viaggio di ritorno mi chiese di guidare, partimmo e subito iniziò a raccontarmi che sarebbe dovuta andare in trasferta in Liguria, da mercoledì pomeriggio fino a venerdì:
o Con me credo che dovrò far venire il consulente con cui ero in riunione oggi, devo valutarlo perché il Direttore del Personale vorrebbe assumerlo in azienda e nel tempo farlo diventare, Responsabile Formazione.
È anche un bel ragazzo cosa ne pensi?
o Sì.. l’ho incrociato, sembra preparato, anche se si dà parecchie arie.
o Dici, a me non sembrava, in riunione con lui mi ha raccontato che si è appena mollato con la fidanzata e che si trasferirebbe volentieri in una nuova città.
o Ah.. interessante.
(Non riuscivo a capire se mi stesse prendendo in giro o se stesse parlando seriamente).
Il viaggio proseguiva, lei si sposta il sedile leggermente indietro, si riaccomoda sul sedile ed inizia a sfilarsi le scarpe, lentamente comincia ad alzarsi la gonna e appoggia il piede destro sul cruscotto, vicino alla bocchetta dell’aria; io con la mano destra mi avvicino a lei per appoggiagliela su quelle bellissime gambe ricoperte da delle autoreggenti nere e di seguito secondo la mia idea spostarmi verso il monte di Venere. Ma vengo fermato immediatamente:
o Dove pensi di andare, rimani concentrato sulla guida.
o Non era un invito ad unirmi?
o Non credo proprio, volevo mettermi comoda..
(E sposta anche l’altro piede sul cruscotto, appoggiandosi con il tallone)
o Vuoi far morire dall’eccitazione oltre a me anche i camionisti?
o Beh.. poverini tutte quelle ore soli.
(E si girò verso di me ridendo).
Eravamo quasi arrivati nel frattempo proseguiva ad accarezzarsi una gamba, ogni tanto sposandosi verso l’interno coscia, monitorando che io lanciassi qualche occhiata, devo ammettere che se avesse voluto farmi eccitare sarebbe riuscita perfettamente nell’intento; presi la corsia di uscita dall’autostrada e Daniela iniziò a ricomporsi, rimise a posto la gonna e ricalzò le scarpe, eravamo arrivati dietro la mia macchina:
o Allora a domani in ufficio, buona serata.
(Scesi presi la borsa e la giacca, posandoli nel sedile posteriore della mia auto).
o A domani, grazie di aver guidato.
(Lei si appropinquo girando attorno alla macchina per risalire al posto di guida).
Ehi… non dimentichi nulla?
(Scendendo e venendo verso lo sportello della mia macchina).
Il tuo telefono, comunque da domani vieni con me in Liguria, ingegnerino…
(Si avvicinò a me dandomi un bacio a stampo e appoggiandomi la sua mano sul membro).
o Domani ti faccio passare la voglia di fare la comica.
o Speriamo non solo domani…
Rincasato dopo cena mi preparai il porta abiti, la valigia, lucidai le scarpe e coricandomi nel letto inizia a fantasticare sui prossimi tre giorni, fino ad addormentarmi.
La mattina seguente ci trovammo in ufficio preparandoci il materiale da portare, sarebbero stati tre giorni lavorativamente intensi, il cliente era un’azienda importante nel settore import/export, con Daniela avremo dovuto aiutarli ad aumentare il loro giro d’affari con il mercato asiatico, volevano diventare una risorsa per le aziende del sud Europa che invece di passare dal Porto di Rotterdam avrebbero avuto un grosso vantaggio economico a far attraccare le navi che arrivavano dall’Asia nel Porto di Genova e riceve il materiale con tre giorni di lavoro d’anticipo.
Erano le 16:00 e decidemmo di partire, si mise lei alla guida, in circa due ore saremo dovuti arrivare all’hotel, mentre parlavamo rispondevo a dei messaggi:
o A chi stai scrivendo?
o Ma no, nulla di che…
(Mi sentivo un po’ a disagio).
o Dai… mentre rispondi ti vedo sorridere, è una ragazza?
o Sì, lo è…
o È carina? Ti piace? Guarda che non c’è nulla di male, mi puoi raccontare queste cose.
o Si chiama Sofia, è un’amica.
o Ok, ho capito… guideresti tu ora, inizio ad essere stanca..
(Si fermò nella prima piazzola di sosta e scese per farmi guidare).
Mi misi al posto di guida, non capendo questa sua reazione così improvvisa; appoggiai il cellulare misi in marcia la vettura e rientrai nella corsia autostradale.
Daniela con mossa repentina prese il telefono, non avendo codici andò subito sui messaggi Telegram:
o Eccola qua, questa AMICA Sofia, vediamo la foto… e questa sarebbe carina? È proprio una bella moretta!!
o Ok.. è vero, è una bella ragazza.
o Allora ti piace? Romanticone.
(E si mise a ridere).
o Ci siamo conosciuti al matrimonio del mio migliore amico, io facevo il testimone di lui e lei della sposa. Non ci siamo praticamente calcolati durante il matrimonio, né in altre circostanze, poi tre mesi fa ad una cena a casa dei nostri amici per il Capodanno, una battuta tira l’altra, abbiamo iniziato a sentirci. Però nessuno dei due sembra avere il coraggio di vedere se potrebbe esserci altro.
o E tu vuoi farti scappare una così bella ragazza, che dai messaggi mi sembra morirti dietro.
o E secondo la grande esperta cosa dovrei fare?
(La vedevo che stava cominciando a scrivere sul mio telefono).
o Le ho scritto “ora sono in macchina con il mio capo, sarò via per un paio di giorni, ti andrebbe se uscissimo sabato?”; vado invio?
(Feci un cenno di assenso con la testa).
o Ottimo, siamo in gioco, oh..oh.. ha già risposto.
(Mi farebbe molto piacere).
Allora le risponderei, “Ti chiamo appena arrivo in hotel, così ci organizziamo”.
o Vuoi anche uscirci tu al posto mio..
(Risi guardandola).
o No, mi basta farti da consulente matrimoniale, (facendomi una linguaccia), però voglio che tu abbia una vita oltre al lavoro. Dai sono curiosa, raccontami qualche altro dettaglio.
Sofia è una maestra elementare, ora sta insegnando ad una seconda, è una ragazza tranquilla, non da l’idea di essere tanto diversa da quello che fa trasparire, è la migliore amica della moglie di Andrea e si conoscono dalle elementari.
Per ora non abbiamo mai fatto discorsi particolari, per lo più, cosa ci piace fare, ci scambiamo pareri sui libri da leggere e sulle serie tv da guardare; ma la maggior parte del tempo la passiamo a raccontarci le nostre giornate lavorative.
Il viaggio si era concluso, arrivammo in albergo e alla reception impiegammo pochi minuti per fare il check-in, la ragazza ci spiego che le stanze erano al secondo piano una difronte all’altra, entrambe doppie con letto matrimoniale ad uso singola. Arrivammo davanti alle stanze e ci accordammo per le 20.00 giù nella Hall per andare a mangiare, prima di chiudere la porta mi disse di chiamare Sofia facendomi l’occhiolino.
Mi tolsi la camicia, appoggiai la valigia ed estrassi gli abiti per appenderli, a torso nudo mi preparai per chiamarla, aprii la rubrica e feci partire la telefonata, rispose al secondo squillo:
o Ciao, stavo attendendo la tua chiamata.
o Ciao, come stai? Tutto bene oggi?
(Mentre stavamo parlando sentii bussare la porta, quando aprii mi trovai davanti Daniela).
o Sei con lei al telefono, volevo vederti mentre la chiamavi, ero curiosa.
o Ok, però non parlare.
o Muta giuro!
Con Sofia ritornammo a parlare, non credo si fosse accorta del dialogo in sottofondo, mentre guardavo il mare fuori dalla finestra le chiesi se sabato le fosse piaciuto cenare in un posticino molto carino, mi disse di esserne entusiasta, lentamente ci stavamo sciogliendo entrambi e cominciammo ad organizzare la serata.
Mi sentii abbracciare alle spalle e scorrere le mani prima sul petto, poi gli addominali fino ad iniziare a slacciarmi la cintura, bottone dei pantaloni ed infine la cerniera.
Le sue mani si impossessano immediatamente del mio membro, prima accarezzandolo e poi masturbandolo, mi fece girare e mi condusse fino a spingermi sul letto.
Terminò di togliermi le scarpe, pantaloni e ritornò fissandomi negli occhi a dedicarsi al mio cazzo, ora non più solo con la mano, ma con la sua bocca, non sapevo come comportarmi, volevo mettere giù il telefono, ma l’avevo chiamata io, sarei stato un maleducato a dirle “ora devo andare”, ma Sofia ora non sembrava intenzionata a chiudere la telefonata tanto rapidamente.
Dopo cinque minuti nella bocca di Daniela, sentivo che stavo per venire, ma lei con maestria si fermò:
o Stai buono, parla con la maestrina.
(Guardandomi e muovendo la lingua senza toccarlo).
o (Misi il telefono in modalità Muto).
Ti voglio sborare in bocca...
o Finisci la telefonata, ci sarà tempo.
Stavamo per salutarci con Sofia, tranne per la prima parte, penso di non aver capito quasi nulla di quanto mi avesse detto, mi sentivo quasi in colpa, ma poi abbassando la testa vedendo la situazione in cui ero, pensai che sabato da solo con lei sarei stato di certo più perspicace. La salutai augurandole di trascorre una buona serata, dicendole che ero molto felice di uscire con lei.
Negli ultimi secondi prima di chiudere la telefonata, la Venere in mezzo alle mie gambe aveva ricominciato e mi stava portando ben oltre il limite, appena mi vide posare il telefono, si fermò non toccandomi più:
o Allora finito, possiamo andare a cena?
o Dove vai pensi di lasciarmi così.
(Cercando di afferrarla).
o Abbiamo detto alle 20, nella Hall.. mancano 10 minuti, vado a cambiarmi, potevi concludere prima la telefonata, romanticone…
Cercai di alzarmi per afferrarla, ma in modo repentino prese il suo telefono e la chiave magnetica ed uscì dalla stanza, lasciandomi con il mio membro eretto davanti alla porta.
Girandomi mi diressi in doccia, solo tanta acqua fredda poteva calmare i miei bollori, ma la serata era lunga e quel diavolo di donna doveva essere ripagata della medesima moneta e misi la testa sotto al getto d’acqua.
Scesi nella Hall e la vidi seduta ad una poltrona al telefono, terminata la telefonata si alzò dicendomi che si era informata in reception e ci consigliavano un ristorante a pochi minuti a piedi, rinomato per l’ottima cucina.
Ci incamminammo fino ad arrivarci, era molto piccolo, ma dava l’idea di essere molto caratteristico; il proprietario con molta cortesia fece subito i complimenti alla signora e ci fece accomodare nel suo migliore tavolo, ridendo dissi a Daniela che aveva fatto colpo, non che fosse difficile, con quel tacco vertiginoso fasciata da dei pantaloni in pelle e maglietta nera in pizzo.
o Ti sei divertita prima immagino..
o Devo ammettere che vederti rincorrermi con l’alza bandiera, rimarrà tra i miei pensieri per molto tempo.
Sei riuscito a riprenderti?
o Sono un uomo educato, non rispondo a queste provocazioni.
o Allora sabato esci con Sofia, per fortuna hai una bravissima consulente per cuori solitari.
Dove pensi di portarla?
o La migliore direi… che fortunato che sono.
Ad ogni modo in un bellissimo locale del centro, poi una passeggiata per la città.
o Sei proprio un uomo d’altri tempi, poi la porti nella tua tana.
o Questi non sono affari tuoi….
o Come consulente mi sento offesa, ti ho anche aiutato a tenere alta l’attenzione durante la telefonata.
Finalmente ci portarono le pietanze, molte specialità Liguri, veramente gustose, la cena proseguiva con intermezzi lavorativi, qualche battuta e molte risate; la sua compagnia era gradevole.
Pagammo e ci avviammo verso l’hotel, salimmo in ascensore continuando a ridere, prima di arrivare alla porta mi chiese se potesse andare bene verso le 7.00 giù nella sala colazioni, mentre me lo chiedeva inseriva la carta magnetica nella sua porta, le risposi che andava benissimo e provai a fare la medesima azione:
o Cavolo la mia non funziona.
o Stai scherzando?
o No, guarda, esce sempre il pallino rosso.
o Cavolo è vero.. si sarà smagnetizzata?
o Riprovo l’ultima volta e poi scendo in reception.
Ovviamente stavo bleffando, volevo attaccarla al muro già nell’ascensore, ma non potevo perdermi l’occasione di cingerla in vita, aprire la camera e portarla dentro, volevo riprendere da dove mi aveva lasciato prima di cena.
La spinsi contro il muro richiudendomi la porta alle spalle, inizia a baciarla e a toccarla ovunque, guardandomi mi disse che ero un bastardo, ma che se volevo eccitarla ancora di più ci ero riuscito.
La presi dalle spalle e la feci inginocchiare:
o È ora di riprenderlo in bocca.
Me lo estrasse dai pantaloni e dopo due leccate a mo di calippo ricominciò a pomparlo con maestria, era veramente divina, leccava la cappella, poi passava all’asta per finire leccandomi le palle, iniziavo ad avere il timore di venire immediatamente. La afferrai dalle braccia e la condussi al letto, le tolsi le scarpe per toglierle i pantaloni e la brasiliana e gliele rimisi:
o Ti eccitano queste scarpe?
(Togliendosi maglia e reggiseno in pizzo)
o Sono fantastiche, sembrano fatte per un porno.
Mi abbassai in mezzo alle sue gambe per leccargliela, non che ce ne fosse bisogno era bagnatissima, mi invocò di penetrarla subito:
o Fermo, prendi dalla mia borsa un profilattico.
o Ma l’ultima volta? Non mi avevi fatto mettere nulla.
o Non voglio rischiare…
Gliela passai estrasse la scatola e ne aprì uno con i denti e me lo face indossare.
o Scopami!!
Cominciai a strofinarglielo sul clitoride, fino a farmi avvinghiare con le sue gambe, era giunto il momento era veramente eccitata al massimo, la penetrai con un ritmo lento e ad ogni affondo mugolava sempre di più, iniziai ad aumentare fino a sentirla urlare:
o Così..Così.. mi piace il tuo cazzo, fammelo sentire.
o Lo senti Capa.. ti piace il tuo giovane allievo?
o Sei una meraviglia, sto per avere il primo orgasmo… Ahhhhhh!!!
o Dai girati che ti voglio prendere da dietro.
Appena girata, glielo piantai dentro muovendomi con un ritmo veloce, ma meno profondo, sentivo la cappella gonfissima e lei mugolare stringendo con entrambe le mani la coperta:
o Lo senti….
o Siiiiiiiiiiii..
Diedi una decina di colpi profondi la spostai sdraiandomi, la ripresi rapidamente e me la feci salire a smorzacandela:
o Dai impalati ora..
o Uhm… lo sai che mi piace un sacco..
o Voglio vederti godere di nuovo..
o Hai un cazzo fantastico..
o Dai Capa voglio sentirti urlare dall’orgasmo e poi venirti in bocca.
Saltava come una cavallerizza e iniziava a dire che stava per venire, aumentai da sotto il ritmo fino ad eruttare dentro di lei:
o Sei un’amazzone!
o E tu un cazzone, erano anni che non mi sentivo scopata così!
Eravamo sdraiati sul letto ancora scossi per quanto provato, Daniela si alzò per andare in bagno e darsi una ripulita, quando tornò ero ancora nel letto ed iniziò a vestirsi:
o Dove vai?
o In camera mia a dormire..
o Non credo proprio, tu dormi con me.
(Mi alzai prendendo dalla valigia maglia e pantaloncini, e lanciai a lei una maglietta).
o E cosa penseranno trovando il letto fatto..
o Che ti sei data da fare!! Mettiti la maglia voglio che rimani.
Mi andai lavare, quando tornai la trovai in maglietta e brasiliana che mi attendeva nel letto, arrivai vicino a lei e ci baciammo, finimmo con lo stenderci e addormentarci quasi subito.
Suonò la sveglia allungando il braccio la spensi, mi girai cercandola nel letto ma non la trovai, diversamente ritrovai solo la maglia che le avevo prestato, mi alzai dirigendomi in bagno per prepararmi; erano quasi le 7.00 e scesi in sala colazione.
Dopo pochi minuti, mi raggiunse Daniela super sorridente e pronta per la giornata, mi ringraziò per averla convinta a dormire insieme, la rassicurai spiegandole che non c’era nulla di male.
o Come mai ti sei svegliata così presto?
o Cosa credi, che alla mia età mi sveglio bella e perfetta, devo iniziare presto il restauro.
(Ridendo).
o Sempre la solita esagerata, almeno hai disfatto il letto, chissà cosa penseranno le signore delle pulizie.
Ci alzammo recuperammo le borse e salendo in macchina ci dirigemmo verso l’azienda; appena arrivati ci accolse il Direttore Commerciale ed entrammo in riunione con la sua equipe, gli scambi di opinioni perdurarono per tutto il giorno, cercammo di capire cosa servisse a loro per riuscire in quanto preventivato, il Direttore era un progressivo di complimenti nei confronti di Daniela.
Di certo un bel uomo, brizzolato alto e magro, si era incensato spiegandoci che in giovane età era un atleta di salto in alto, ed era stato nel giro della nazionale juniores, adesso invece si dilettava con la maratona e ne aveva corse parecchie negli ultimi anni.
Daniela mentre stavamo bevendo un caffè mi raccontò che le aveva chiesto di cenare insieme loro due con il CEO che era in procinto di rientrare da Zurigo, io le dissi che non ci sarebbe stato nessuno problema ero grande e vaccinato, mi avvicinai e le dissi all’orecchio prima di rientrare in riunione:
o Questa sera mi sa che ti fa la festa..
o Ma figurati, sarà la solita cena noiosissima, dove si parla solo di lavoro.
o Sì.. Sì.. quando torni mi racconterai.
Tornammo in hotel ognuno nella sua stanza, verso le 20.30 Daniela bussò alla mia porta, la feci entrare e mi sdraiai nuovamente sul letto solo con l’asciugamano, lei indossava un tubino nero, calze nere e le scarpe della sera precedente, ironizzai sul fatto che vestita così, non c’erano dubbi che Ettore ci avrebbe provato e che stavo diventando geloso della mia Capa.
o Sei un cretino e le arrivò un sms, era arrivato e l’avrebbe aspettata in reception.
o In bocca al lupo Capa.
o Buona cena anche a te.
Mi recai a cenare nel medesimo ristorante della sera precedente e passai la serata in compagnia dei messaggi con Sofia, ci raccontammo le nostre giornate, ovviamente le sue erano più divertenti, i ragazzini gliene combinavamo di tutti i colori, anche se i suoi erano ancora piccoli, ma le scene migliori me le voleva raccontare sabato. Prima di darmi la buona notte mi inviò un messaggio molto dolce, dove mi disse che non vedeva l’ora che fosse sabato.
Iniziava ad essere tardi ed io mi stavo per addormentare, sentii bussare alla porta mi alzai e la feci entrare:
o Sono allibita, voleva salire in camera.
o Cosa ti avevo detto, voleva farti la festa.
o Mentre eravamo a cena mi ha fatto degli apprezzamenti sulla mia preparazione lavorativa e sulla mia intelligenza. Quando siamo saliti in macchina ha iniziato con l’appoggiarmi una mano sulla gamba e io gli ho fatto capire che non era il caso.
o Eh… che porco.
o La smetti di prendermi in giro.
(Iniziò a spogliarsi e si diresse in bagno per struccarsi, continuando a parlarmi).
Qui sotto poi mi ha detto, se salissimo?
o E tu?
o Beh.. ovvio; no, guarda sei un cliente e poi sono felicemente sposata.
(Si mise la mia maglia ed entrò sotto le coperte).
Non sono una sciocca ragazzina in cerca di pisello, quello che ho l’ho raggiunto con la dedizione e l’impegno non di certo facendo la sgualdrina.
Parlammo per una mezz’ora della cena e poi ci addormentammo.
Mi svegliai per un rumore nel corridoio, probabilmente ad un vicino era caduta la valigia, guardai l’orologio e vidi che mancava poco al suono delle sveglia, pensai di regalargliene uno estremamente dolce, mi immersi nelle coperte e cercai nel modo più chirurgico possibile di spostarle le mutandine, inizia a strofinargliela con un dito, lei si girò allargando le gambe, non persi l’occasione di abbassarmi iniziando a leccargliela.
Si stava bagnando e mi posò la sua mano sulla testa per darmi il ritmo, con le mani presi i lembi delle mutandine e gliele tolsi, con una mossa repentina mi cinse con le gambe il collo e tornai a darle piacere, iniziò a mugolare sotto i miei colpi di lingua fino a venire:
o Siiiii….. vengo.
(Mi liberò dalla sua presa).
o Passami un profilattico che voglio scoparti prima di andare in ufficio, voglio che guardi Ettore sorridendo come una che ha fatto una scorpacciata di cazzo per colazione.
(Sapevo che sarebbe stata la provocazione giusta per farla eccitare ancora di più).
o Uhmmm…. Si.. dammelo..
Lo indossai e iniziai a penetrarla lentamente, ma lei ovviamente voleva un ritmo più frenetico, come non accontentarla, cominciai a spingere in modo profondo fino a quando si attorcigliò nuovamente con le sue gambe in vita….”vengo di nuovo….uhmm.. così..”; era arrivato il mio momento lo estrassi mi tolsi il profilattico e glielo rimpianti dentro:
o Che fai?
o Ti do quanto promesso…
o Non venirmi dentro.
(Lo diceva, ma non faceva nulla per scostarsi la sua voglia era più grande).
Stavo penetrandola in modo animalesco, grugnivamo come due porci:
o Dai… godi maialina!
o Sei un porco!
o Adesso ti vengo in bocca….
Mi staccai da lei e glielo misi davanti, non ci potevo credere aprii la bocca e iniziò a leccarmi sotto la cappella, massaggiandomi con una mano le palle…..
Venni con un urlo strozzato, solo per non farmi sentire da tutto il piano e lei ingoiò tutto.
o Che dolce risveglio e che buona colazione.
Mi afferrò per il cazzo e mi portò in doccia, voglio lavarmi con te, non perdemmo occasione per toccarci in modo molto erotico, ci asciugammo ed uscì per andare a vestirsi in camera sua, ci saremo trovato giù per la colazione.
Passammo la mattina in riunione, cercammo di tenere duro mangiando solo un panino per metterci sulla via del ritorno nel primo pomeriggio. Ettore le girava attorno come un calabrone, ma Daniela con grande maestria, come si concerne ad una donna come lei si rapportava solo per lavoro, non dandogli spazio per strane idee.
Per pareri ed impressioni potete scrivermi a harael12@gmail.com
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