Al cinema (Simona)
di
Jimpoi
genere
etero
Simona pagò il biglietto ed entrò nella sala del cinema. Era molto attraente, nel suo vestito rosa con la gonna che arrivava ben sopra al ginocchio. Portava i lunghi capelli biondo scuro sciolti sulle spalle. Il commesso si voltò a guardarla.
Era un film di nicchia e nessuna delle sue amiche era voluta andare con lei; nel cinema non c’era quasi nessuno, meglio così, sarebbe stata tranquilla. Si sedette al centro della sala, nel posto più favorevole alla vista del film.
Dopo poco si spensero le luci, e lei si mise comoda, allungando le belle gambe.
Dopo che il film era iniziato da qualche minuto, un uomo, Simona non lo vide bene, si sedette a fianco a lei.
“Uno spettatore ritardatario”, pensò la ragazza, rimettendosi a guardare lo schermo.
Dopo poco sentì la mano calda del suo vicino sulla gamba, si ritrasse, ma lui insistette. Le accarezzava il ginocchio. Lo lasciò fare, era single e non le sembrava che stesse facendo niente di male e poi era curiosa di sapere quanto avrebbe osato.
Pian piano la mano risalì sulla sua coscia facendole un piacevole solletico.
“Forse si sta spingendo un po’ troppo oltre”, pensò Simona, ma prima che riuscisse a dirglielo, lui le infilò la mano sotto la gonna leggera, toccandola attraverso le mutandine di pizzo.
Il piacevole solletico si trasformò in eccitazione e Simona iniziò a bagnarsi mentre lui la massaggiava; istintivamente allargò leggermente le gambe. Guardò verso di lui: il suo profilo nero nel buio sembrava attraente, anche se non riusciva a valutarne l’età. Non le interessava, ora era troppo eccitata.
L’uomo le prese la mano e se la portò all’altezza del cavallo: Simona strinse con le dite affusolate con le unghie smaltate di rosso il rigonfiamento dei suoi pantaloni. Doveva avercelo molto grosso.
L’uomo si sbottonò i pantaloni e Simona lo prese subito in mano: percorse tutta l’asta e si accorse superava i 25 centimetri, ma soprattutto era molto largo e durissimo.
Accarezzandolo sentì che era percorso da molte vene, alcune più sporgenti e pulsanti, altre meno.
Muoveva piano la mano su e giù facendo scorrere la pelle sulla cappella, ma l’uomo tolse la mano da in mezzo alle gambe di Simona e le fece capire silenziosamente che voleva qualcosa di più.
La ragazza non si tirò indietro, si chinò verso di lui e lo prese in bocca: aveva un gradevole sapore di maschio, ma faceva fatica a tenerlo fra le labbra, era davvero grande. Simona chiuse i suoi begli occhi castani ed iniziò a percorrere l’asta con la lingua, per poi succhiare bene la cappella. Con la mano gli massaggiava le palle lisce.
Le piaceva fare i pompini e per questo era completamente bagnata, anche allo sconosciuto piaceva, infatti ansimava di piacere. Simona aveva la cappella in bocca e lo stava segando con la mano, quando lo sentì gonfiarsi tra le sue labbra e poi esplodere. La sborra le riempì completamente la bocca, ma riuscì comunque ad ingoiarla. Lo succhiò ancora per qualche istante, poi l’uomo le mise di nuovo la mano fra le gambe, spostò le mutandine di lato ed iniziò a toccarla sul clitoride gonfio. Simona, con ancora il sapore amarognolo della sborra in bocca, voleva stare più comoda e quindi si tolse le mutandine. L’uomo era molto bravo con le dita e la ragazza tratteneva a stento i gemiti di piacere. Non si era mai sentita così bagnata, probabilmente avrebbe sporcato la poltroncina.
Quando lo sconosciuto le infilò due dita nella figa, che teneva accuratamente depilata, si lasciò sfuggire un gemito abbastanza forte, per fortuna coperto dall’audio del film. Simona aveva gli occhi chiusi, le gambe allargate e una mano accarezzava il cazzo ora moscio dell’uomo.
Le dita si muovevano agevolmente dentro di lei grazie ai suoi abbondanti umori e Simona non ci mise molto a raggiungere un intenso, sconquassante orgasmo. Ora era certa di aver bagnato la poltroncina.
Quando l’apice del piacere passò, si accorse che il cazzo era tornato di nuovo duro fra le sue dita. Iniziò a segarlo, ma per poco, aveva di nuovo voglia di succhiarlo.
Si chinò verso di lui e lo prese in bocca, assaporando il gusto del suo orgasmo precedente. Adorava quel cazzo enorme e cercava di prenderne più possibile in bocca, gli succhiava con gusto la cappella, se lo strofinava sul suo bellissimo viso.
L’uomo le mise le mani sulla testa, spingendola verso di lui, iniziando a muovere il bacino, scopandole la bocca.
Simona lo lasciava fare eccitata, voleva che le sborrasse copiosamente in bocca, aveva voglia di bere di nuovo il suo succo e sperava che fosse abbondante come la prima volta.
L’uomo aumentava gradualmente il ritmo e la saliva colava dalle labbra della ragazza fino sulle palle. Ad un certo punto i movimenti dello sconosciuto divennero irregolari. Simona serrò le labbra intorno all’asta pulsante. Sentì la bocca invasa dalla sborra calda per la seconda volta. Era di nuovo tantissima, ma Simona non se ne lasciò scappare nemmeno un goccia. La ingoiò tutta con gusto.
Il piacere dell’orgasmo non era ancora svanito del tutto e Simona si abbandonò sulla poltroncina, soddisfatta. L’uomo si alzò e le sussurrò: «Grazie». Poi andò via. La ragazza avrebbe voluto almeno vederlo in faccia, ma non ebbe il tempo di fermarlo.
Poco dopo il film finì e Simona andò via dal cinema. Appena fu fuori si accorse che non aveva rimesso le mutandine.
Per commenti, critiche e richieste antom93@libero.it
Era un film di nicchia e nessuna delle sue amiche era voluta andare con lei; nel cinema non c’era quasi nessuno, meglio così, sarebbe stata tranquilla. Si sedette al centro della sala, nel posto più favorevole alla vista del film.
Dopo poco si spensero le luci, e lei si mise comoda, allungando le belle gambe.
Dopo che il film era iniziato da qualche minuto, un uomo, Simona non lo vide bene, si sedette a fianco a lei.
“Uno spettatore ritardatario”, pensò la ragazza, rimettendosi a guardare lo schermo.
Dopo poco sentì la mano calda del suo vicino sulla gamba, si ritrasse, ma lui insistette. Le accarezzava il ginocchio. Lo lasciò fare, era single e non le sembrava che stesse facendo niente di male e poi era curiosa di sapere quanto avrebbe osato.
Pian piano la mano risalì sulla sua coscia facendole un piacevole solletico.
“Forse si sta spingendo un po’ troppo oltre”, pensò Simona, ma prima che riuscisse a dirglielo, lui le infilò la mano sotto la gonna leggera, toccandola attraverso le mutandine di pizzo.
Il piacevole solletico si trasformò in eccitazione e Simona iniziò a bagnarsi mentre lui la massaggiava; istintivamente allargò leggermente le gambe. Guardò verso di lui: il suo profilo nero nel buio sembrava attraente, anche se non riusciva a valutarne l’età. Non le interessava, ora era troppo eccitata.
L’uomo le prese la mano e se la portò all’altezza del cavallo: Simona strinse con le dite affusolate con le unghie smaltate di rosso il rigonfiamento dei suoi pantaloni. Doveva avercelo molto grosso.
L’uomo si sbottonò i pantaloni e Simona lo prese subito in mano: percorse tutta l’asta e si accorse superava i 25 centimetri, ma soprattutto era molto largo e durissimo.
Accarezzandolo sentì che era percorso da molte vene, alcune più sporgenti e pulsanti, altre meno.
Muoveva piano la mano su e giù facendo scorrere la pelle sulla cappella, ma l’uomo tolse la mano da in mezzo alle gambe di Simona e le fece capire silenziosamente che voleva qualcosa di più.
La ragazza non si tirò indietro, si chinò verso di lui e lo prese in bocca: aveva un gradevole sapore di maschio, ma faceva fatica a tenerlo fra le labbra, era davvero grande. Simona chiuse i suoi begli occhi castani ed iniziò a percorrere l’asta con la lingua, per poi succhiare bene la cappella. Con la mano gli massaggiava le palle lisce.
Le piaceva fare i pompini e per questo era completamente bagnata, anche allo sconosciuto piaceva, infatti ansimava di piacere. Simona aveva la cappella in bocca e lo stava segando con la mano, quando lo sentì gonfiarsi tra le sue labbra e poi esplodere. La sborra le riempì completamente la bocca, ma riuscì comunque ad ingoiarla. Lo succhiò ancora per qualche istante, poi l’uomo le mise di nuovo la mano fra le gambe, spostò le mutandine di lato ed iniziò a toccarla sul clitoride gonfio. Simona, con ancora il sapore amarognolo della sborra in bocca, voleva stare più comoda e quindi si tolse le mutandine. L’uomo era molto bravo con le dita e la ragazza tratteneva a stento i gemiti di piacere. Non si era mai sentita così bagnata, probabilmente avrebbe sporcato la poltroncina.
Quando lo sconosciuto le infilò due dita nella figa, che teneva accuratamente depilata, si lasciò sfuggire un gemito abbastanza forte, per fortuna coperto dall’audio del film. Simona aveva gli occhi chiusi, le gambe allargate e una mano accarezzava il cazzo ora moscio dell’uomo.
Le dita si muovevano agevolmente dentro di lei grazie ai suoi abbondanti umori e Simona non ci mise molto a raggiungere un intenso, sconquassante orgasmo. Ora era certa di aver bagnato la poltroncina.
Quando l’apice del piacere passò, si accorse che il cazzo era tornato di nuovo duro fra le sue dita. Iniziò a segarlo, ma per poco, aveva di nuovo voglia di succhiarlo.
Si chinò verso di lui e lo prese in bocca, assaporando il gusto del suo orgasmo precedente. Adorava quel cazzo enorme e cercava di prenderne più possibile in bocca, gli succhiava con gusto la cappella, se lo strofinava sul suo bellissimo viso.
L’uomo le mise le mani sulla testa, spingendola verso di lui, iniziando a muovere il bacino, scopandole la bocca.
Simona lo lasciava fare eccitata, voleva che le sborrasse copiosamente in bocca, aveva voglia di bere di nuovo il suo succo e sperava che fosse abbondante come la prima volta.
L’uomo aumentava gradualmente il ritmo e la saliva colava dalle labbra della ragazza fino sulle palle. Ad un certo punto i movimenti dello sconosciuto divennero irregolari. Simona serrò le labbra intorno all’asta pulsante. Sentì la bocca invasa dalla sborra calda per la seconda volta. Era di nuovo tantissima, ma Simona non se ne lasciò scappare nemmeno un goccia. La ingoiò tutta con gusto.
Il piacere dell’orgasmo non era ancora svanito del tutto e Simona si abbandonò sulla poltroncina, soddisfatta. L’uomo si alzò e le sussurrò: «Grazie». Poi andò via. La ragazza avrebbe voluto almeno vederlo in faccia, ma non ebbe il tempo di fermarlo.
Poco dopo il film finì e Simona andò via dal cinema. Appena fu fuori si accorse che non aveva rimesso le mutandine.
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