Ai miei piedi a pagamento
di
Jimpoi
genere
feticismo
Ero eccitata. Ma al tempo stesso tesa e spaventata. Non avevo mai fatto una cosa del genere.
Era da un po’ che non avevo un uomo fisso ne saltuario, quindi mi ero fatta attirare da una pubblicità che avevo visto su un sito porno.
Mi ero iscritta su questo sito, in cui era offerta la possibilità di fare sesso senza impegno e guadagnare un po’ di soldi, mettendo qualche foto del mio corpo senza far vedere il viso. Quasi subito mi scrissero tre o quattro uomini. Guardai le loro foto di profilo e risposi a quello che mi piaceva di più: Arch29. Chattammo per un po’, ma era molto sgarbato e voleva assolutamente fare sesso anale. Lo accantonai.
Dopo altre due conversazioni arrivai a Rob31. Era gentilissimo, mi chiese per prima cosa piaceva a me, poi mi disse quello che sarebbe piaciuto a lui. Dalle foto, inoltre, sembrava avere un bel fisico… e un bel pene.
Dopo una lunga e piacevole conversazione, decidemmo di incontrarci a casa sua, non abitavamo lontani, e quanto avrebbe dovuto pagarmi. Mi sentivo un po’ una prostituta, ma ormai ero in ballo e dovevo ballare e poi un piccolo extra al mio modesto stipendio non faceva male.
Mi disse in chat di vestirmi come volevo e che mi avrebbe fatto trovare lui quello che gli sarebbe piaciuto vedermi addosso.
In perfetto orario suonai al campanello: mi aprì un ragazzo sulla trentina, indossava solo un paio di pantaloncini neri, mettendo in mostra il bel fisico che avevo visto in foto, anche il viso era attraente, con un cespuglio di riccioli castani in testa.
«Ciao! Sono Roberto. Tu devi essere Melissa», disse in tono cortese.
«Ciao, si sono proprio io, piacere di conoscerti».
Mi fece accomodare su un divano in un piccolo salotto, poi mi portò una bibita ed iniziammo a chiacchierare tranquillamente. Gliene fui grata, perché ero molto tesa e mi aiutò a rilassarmi.
Ad un tratto mi chiese: «È la prima volta che lo fai, vero?».
«Si. Tu?», chiesi timidamente.
«No, l’ho già fatto qualche volta. Ti va di andare a cambiarti?».
Bevvi l’ultimo sorso e annuii. Mi indicò il bagno dicendomi che dentro avrei trovato quello che avrei dovuto mettermi.
In bagno c’era un buon profumo di lavanda, vidi subito un completo intimo. Mi sarei aspettata qualcosa di esageratamente sexy, invece era un normale reggiseno nero liscio ed uno slip coordinato e semplice. Li vicino vidi la somma pattuita e la misi nella borsetta. Sopra indossai la vestaglia rossa che mi aveva fatto trovare. Tenni i miei sandali con il tacco rossi.
Feci un bel respiro ed uscii.
«Sei uno schianto!», mi disse. Io arrossii lievemente e ringraziai. In effetti avevo un bel fisico anche io: alta 1.72 per 64 chili, terza di seno, sedere sodo e belle gambe.
«Togliti le scarpe», mi disse gentilmente. Io mi sedetti sul tappeto e con movimenti il più sexy possibile, slacciai il cinturini dei sandali e me li tolsi. Roberto mi guardava con occhi voraci i miei piedi, avevo smaltato le unghie di rosso come mi aveva chiesto lui e vidi i pantaloncini iniziare a gonfiarsi.
Avevo dei bei piedi: la lunghezza delle dita formava una curva perfetta, le piante erano molto arcuate e, in più mi piaceva tenerli ben curati.
Appena furono liberi dai sandali, Roberto si inginocchiò a fianco a me, che ero seduta per terra, e, continuando a fissarli, mi disse: «Sono i piedi più belli che abbia mai visto!».
Io feci una risatina a metà tra il compiaciuto e il divertito, poi gli dissi: «Vuoi leccarli?».
Non se lo fece dire due volte, prese il destro e se lo portò alla bocca: sentii passare la sua lingua umida prima sul collo del piede, poi sulla pianta ed infine leccò e succhiò ogni dito. Era la prima volta che mi capitava una cosa del genere, avevo fatto una volta una sega con i piedi ad un mio ex, ma niente di più. Quando ebbe finito con quello, passò al sinistro, ripetendo gli stessi passaggi. Notai che il rigonfiamento dei pantaloncini di Roberto ora era molto accentuato ed io mi accorsi che questo gioco stava eccitando anche me: ero già bagnata. Allungai una mano e iniziai a massaggiarmi sopra gli slip, lui mi guardò divertito e prese in mano entrambi i miei piedi, leccandoli e succhiandoli contemporaneamente. Iniziai a gemere piano.
Ad un certo punto se li portò sul rigonfiamento del pene: sentirlo così duro sotto le piante dei piedi mi fece eccitare ancora di più ed iniziai a massaggiarlo.
Subito lui si abbassò i pantaloncini facendo guizzare fuori il pene: era come nelle foto che avevo visto nel suo profilo, in più lo sentivo caldo e pulsante, iniziai ad accarezzarlo con le dita. Era durissimo. Lo iniziai a masturbare fra le piante, subito con movimenti goffi, ma presi velocemente un buon ritmo che lui sembrava gradire molto. I miei piedi scivolavano agevolmente sulla sua asta grazie alla saliva che mi ci aveva lasciato sopra. Ero eccitatissima e non resistetti a infilare una mano sotto gli slip. Sentii la mia vagina completamente bagnata ed iniziai a massaggiarmi il clitoride gonfio. Gemevamo entrambi di piacere.
Mi tolsi la vestaglia e slacciai il reggiseno, lasciando nuda la mia terza di seno bello sodo. Sentii un fremito al suo pene e aumentai il ritmo.
«Non ti voglio far fare tutto da sola», mi disse Roberto ansimando.
Mi baciò i seni, succhiando avidamente i capezzoli duri, poi scese sulla pancia e mi tolse gli slip. Avevo lasciato un triangolo di peli sopra la vagina depilata, lui li accarezzò e poi mi leccò il clitoride, strappandomi un urlo di piacere. Passava la lingua su tutta la mia vagina, dal clitoride all’apertura, facendone entrare la punta, poi tornava su, variando il ritmo e la pressione, facendomi impazzire. Io non mi trattenevo, e quasi gridavo il mio piacere, gli misi una mano sulla testa riccia per invitarlo a farmi godere ancore di più. Non ci misi molto a raggiungere un intenso orgasmo, gli strinsi la testa fra le cosce, bloccandolo. Lui mi leccò con ancora più intensità, prolungando il piacere dell’orgasmo.
Lo liberai, ancora più eccitata, lui si mise fra le mie gambe e mi penetrò muovendosi lentamente. Il pene scivolò dentro di me agevolmente grazie all’abbondante lubrificazione. Pian piano aumentava il ritmo, facendomi godere tantissimo.
Alzai un piede, invitandolo a leccarlo, se lo mise in bocca, succhiando le dita e facendomi provare un solletico che amplificava il mio piacere. Con una mano mi palpava il seno e io gli accarezzavo l’addome muscoloso con l’altro piede. Mi faceva impazzire: provavo un orgasmo dietro l’altro che si fondevano tra loro, diventando un unico, lungo, intenso piacere che mi faceva tremare e gridare.
Eravamo entrambi sudati e l’odore dei nostri corpi mi inebriava le narici, eccitandomi ancora di più. Roberto, insaziabile, mi mordicchiava le dita del piede, oltre che leccarlo e succhiarlo.
Non so per quanto andammo avanti, ma ad un certo punto, lui si alzò ed io, come se ci fossimo messi d’accordo prima, alzai le gambe. Puntò il pene verso i miei piedi umidi della sua saliva e raggiunse l’orgasmo, lasciandosi andare in un grugnito di piacere. Il suo sperma caldo era tanto e arrivò in quattro o cinque schizzi che, oltre coprirmi i piedi, mi raggiunsero anche le gambe e la pancia.
Il fatto che non avessimo deciso niente prima, ma che ci fossimo mossi di comune accordo, unito all’aver per la prima volta lo sperma di uno sconosciuto sul mio corpo, mi fece provare un altro orgasmo.
Quando Roberto ebbe ripreso fiato, mi disse: «Non ho mai goduto così tanto!».
«Anche io!».
Quando ci fummo rivestiti, ebbi la tentazione di restituirgli i soldi, ma volevo che quella rimanesse un’esperienza unica. Straordinariamente piacevole ed eccitante, ma unica.
Per commenti, critiche e richieste antom93@libero.it
Era da un po’ che non avevo un uomo fisso ne saltuario, quindi mi ero fatta attirare da una pubblicità che avevo visto su un sito porno.
Mi ero iscritta su questo sito, in cui era offerta la possibilità di fare sesso senza impegno e guadagnare un po’ di soldi, mettendo qualche foto del mio corpo senza far vedere il viso. Quasi subito mi scrissero tre o quattro uomini. Guardai le loro foto di profilo e risposi a quello che mi piaceva di più: Arch29. Chattammo per un po’, ma era molto sgarbato e voleva assolutamente fare sesso anale. Lo accantonai.
Dopo altre due conversazioni arrivai a Rob31. Era gentilissimo, mi chiese per prima cosa piaceva a me, poi mi disse quello che sarebbe piaciuto a lui. Dalle foto, inoltre, sembrava avere un bel fisico… e un bel pene.
Dopo una lunga e piacevole conversazione, decidemmo di incontrarci a casa sua, non abitavamo lontani, e quanto avrebbe dovuto pagarmi. Mi sentivo un po’ una prostituta, ma ormai ero in ballo e dovevo ballare e poi un piccolo extra al mio modesto stipendio non faceva male.
Mi disse in chat di vestirmi come volevo e che mi avrebbe fatto trovare lui quello che gli sarebbe piaciuto vedermi addosso.
In perfetto orario suonai al campanello: mi aprì un ragazzo sulla trentina, indossava solo un paio di pantaloncini neri, mettendo in mostra il bel fisico che avevo visto in foto, anche il viso era attraente, con un cespuglio di riccioli castani in testa.
«Ciao! Sono Roberto. Tu devi essere Melissa», disse in tono cortese.
«Ciao, si sono proprio io, piacere di conoscerti».
Mi fece accomodare su un divano in un piccolo salotto, poi mi portò una bibita ed iniziammo a chiacchierare tranquillamente. Gliene fui grata, perché ero molto tesa e mi aiutò a rilassarmi.
Ad un tratto mi chiese: «È la prima volta che lo fai, vero?».
«Si. Tu?», chiesi timidamente.
«No, l’ho già fatto qualche volta. Ti va di andare a cambiarti?».
Bevvi l’ultimo sorso e annuii. Mi indicò il bagno dicendomi che dentro avrei trovato quello che avrei dovuto mettermi.
In bagno c’era un buon profumo di lavanda, vidi subito un completo intimo. Mi sarei aspettata qualcosa di esageratamente sexy, invece era un normale reggiseno nero liscio ed uno slip coordinato e semplice. Li vicino vidi la somma pattuita e la misi nella borsetta. Sopra indossai la vestaglia rossa che mi aveva fatto trovare. Tenni i miei sandali con il tacco rossi.
Feci un bel respiro ed uscii.
«Sei uno schianto!», mi disse. Io arrossii lievemente e ringraziai. In effetti avevo un bel fisico anche io: alta 1.72 per 64 chili, terza di seno, sedere sodo e belle gambe.
«Togliti le scarpe», mi disse gentilmente. Io mi sedetti sul tappeto e con movimenti il più sexy possibile, slacciai il cinturini dei sandali e me li tolsi. Roberto mi guardava con occhi voraci i miei piedi, avevo smaltato le unghie di rosso come mi aveva chiesto lui e vidi i pantaloncini iniziare a gonfiarsi.
Avevo dei bei piedi: la lunghezza delle dita formava una curva perfetta, le piante erano molto arcuate e, in più mi piaceva tenerli ben curati.
Appena furono liberi dai sandali, Roberto si inginocchiò a fianco a me, che ero seduta per terra, e, continuando a fissarli, mi disse: «Sono i piedi più belli che abbia mai visto!».
Io feci una risatina a metà tra il compiaciuto e il divertito, poi gli dissi: «Vuoi leccarli?».
Non se lo fece dire due volte, prese il destro e se lo portò alla bocca: sentii passare la sua lingua umida prima sul collo del piede, poi sulla pianta ed infine leccò e succhiò ogni dito. Era la prima volta che mi capitava una cosa del genere, avevo fatto una volta una sega con i piedi ad un mio ex, ma niente di più. Quando ebbe finito con quello, passò al sinistro, ripetendo gli stessi passaggi. Notai che il rigonfiamento dei pantaloncini di Roberto ora era molto accentuato ed io mi accorsi che questo gioco stava eccitando anche me: ero già bagnata. Allungai una mano e iniziai a massaggiarmi sopra gli slip, lui mi guardò divertito e prese in mano entrambi i miei piedi, leccandoli e succhiandoli contemporaneamente. Iniziai a gemere piano.
Ad un certo punto se li portò sul rigonfiamento del pene: sentirlo così duro sotto le piante dei piedi mi fece eccitare ancora di più ed iniziai a massaggiarlo.
Subito lui si abbassò i pantaloncini facendo guizzare fuori il pene: era come nelle foto che avevo visto nel suo profilo, in più lo sentivo caldo e pulsante, iniziai ad accarezzarlo con le dita. Era durissimo. Lo iniziai a masturbare fra le piante, subito con movimenti goffi, ma presi velocemente un buon ritmo che lui sembrava gradire molto. I miei piedi scivolavano agevolmente sulla sua asta grazie alla saliva che mi ci aveva lasciato sopra. Ero eccitatissima e non resistetti a infilare una mano sotto gli slip. Sentii la mia vagina completamente bagnata ed iniziai a massaggiarmi il clitoride gonfio. Gemevamo entrambi di piacere.
Mi tolsi la vestaglia e slacciai il reggiseno, lasciando nuda la mia terza di seno bello sodo. Sentii un fremito al suo pene e aumentai il ritmo.
«Non ti voglio far fare tutto da sola», mi disse Roberto ansimando.
Mi baciò i seni, succhiando avidamente i capezzoli duri, poi scese sulla pancia e mi tolse gli slip. Avevo lasciato un triangolo di peli sopra la vagina depilata, lui li accarezzò e poi mi leccò il clitoride, strappandomi un urlo di piacere. Passava la lingua su tutta la mia vagina, dal clitoride all’apertura, facendone entrare la punta, poi tornava su, variando il ritmo e la pressione, facendomi impazzire. Io non mi trattenevo, e quasi gridavo il mio piacere, gli misi una mano sulla testa riccia per invitarlo a farmi godere ancore di più. Non ci misi molto a raggiungere un intenso orgasmo, gli strinsi la testa fra le cosce, bloccandolo. Lui mi leccò con ancora più intensità, prolungando il piacere dell’orgasmo.
Lo liberai, ancora più eccitata, lui si mise fra le mie gambe e mi penetrò muovendosi lentamente. Il pene scivolò dentro di me agevolmente grazie all’abbondante lubrificazione. Pian piano aumentava il ritmo, facendomi godere tantissimo.
Alzai un piede, invitandolo a leccarlo, se lo mise in bocca, succhiando le dita e facendomi provare un solletico che amplificava il mio piacere. Con una mano mi palpava il seno e io gli accarezzavo l’addome muscoloso con l’altro piede. Mi faceva impazzire: provavo un orgasmo dietro l’altro che si fondevano tra loro, diventando un unico, lungo, intenso piacere che mi faceva tremare e gridare.
Eravamo entrambi sudati e l’odore dei nostri corpi mi inebriava le narici, eccitandomi ancora di più. Roberto, insaziabile, mi mordicchiava le dita del piede, oltre che leccarlo e succhiarlo.
Non so per quanto andammo avanti, ma ad un certo punto, lui si alzò ed io, come se ci fossimo messi d’accordo prima, alzai le gambe. Puntò il pene verso i miei piedi umidi della sua saliva e raggiunse l’orgasmo, lasciandosi andare in un grugnito di piacere. Il suo sperma caldo era tanto e arrivò in quattro o cinque schizzi che, oltre coprirmi i piedi, mi raggiunsero anche le gambe e la pancia.
Il fatto che non avessimo deciso niente prima, ma che ci fossimo mossi di comune accordo, unito all’aver per la prima volta lo sperma di uno sconosciuto sul mio corpo, mi fece provare un altro orgasmo.
Quando Roberto ebbe ripreso fiato, mi disse: «Non ho mai goduto così tanto!».
«Anche io!».
Quando ci fummo rivestiti, ebbi la tentazione di restituirgli i soldi, ma volevo che quella rimanesse un’esperienza unica. Straordinariamente piacevole ed eccitante, ma unica.
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