Sogno o son desto? (Parte 4)
di
Jimpoi
genere
tradimenti
Franco dopo aver tradito Nora, non si sentiva molto in colpa, ma anzi aveva solo voglia di avere di nuovo Marta tutta per se. Ogni telefonata che riceveva sperava fosse lei che lo chiamava per prenotare una lezione con un eccitante seguito. La ragazza però non si fece viva per più di una settimana, in cui Franco, sempre più eccitato ed impaziente, non tentava neanche di fare l’amore con sua moglie: quando la guardava non riusciva a non notare quanto Marta fosse più sexy. Nora non sapeva il vero motivo per cui suo marito non la voleva più nonostante lei si impegnasse per essere eccitante e si sforzava di credere che fosse solo particolarmente stanco in quel periodo.
Finalmente un giorno arrivò la chiamata tanto attesa da Franco, Marta prenotò l’ultima lezione della giornata. L’uomo, solo sentendo la voce della ragazza ebbe un’erezione.
Quando arrivò al campo da tennis, Marta era vestita come al solito: una gonnellina di jeans leggera ed una camicetta bianca abbastanza scollata.
«Ciao, Franco, come va?», gli chiese con un gran sorriso.
«Tutto bene, come mai non ti sei fatta più vedere?».
«Ho molti impegni, sai?», rispose lei passandosi la mano fra i capelli ancora sciolti in modo sensuale, poi entrò nello spogliatoio. Franco fu tentato di seguirla, ma dentro c’era ancora la sua precedente allieva, una signora sulla cinquantina.
Marta uscì dallo spogliatoio non con il suo classico abbigliamento da tennis, una canottiera bianca e una gonnellina, ma una gonna ancora più corta che le copriva a malapena in sedere ed un top che le lasciava scoperta tutta la sua pancia piatta. Franco fu tentato di saltarle addosso, ma disse: «Facciamo un po’ di riscaldamento». Mentre la ragazza correva la gonnellina si alzava mostrando il suo perizoma a filo che copriva ben poco il suo sedere perfetto. Finito il riscaldamento, Franco disse: «Oggi perfezioniamo lo smash, la schiacciata». Marta si avvicinò al borsone dove aveva la racchetta, prese la borraccia che, mentre beveva, si aprì bagnandole il top, da bianco diventò subito praticamente trasparente, sotto non portava il reggiseno quindi i suoi capezzoli si vedevano attraverso il tessuto sottile.
«Che sbadata, la devo aver chiusa male», disse con espressione innocente. Il pene di Franco si indurì immediatamente, l’uomo di avvicinò a lei e fece per attirarla a sé, ma Marta si scostò ed esclamò: «Non dobbiamo perfezionare lo smash?».
«Certo, scusa», rispose imbarazzato Franco, poi iniziò a spiegarle la tecnica corretta, faticando a staccare gli occhi dai suoi seni perfetti e bagnati. «Ora passiamo alla pratica», disse Franco finito lo spiegone. Iniziò a lanciarle qualche palla alta e lenta, Marta riusciva a colpirle con abbastanza forza, ma la tecnica non era un granché.
Franco dopo un po’ le spigò cosa migliorare, ma lei gli chiese: «Fammi vedere, non capisco bene». Lui si avvicinò a lei e le si mise dietro, le prese il braccio e lo sollevò dicendo: «Quando arriva la pallina devi fare questo movimento». Le sue narici furono invase dal profumo dei suoi capelli. Marta annuì e spinse il sedere praticamente scoperto con l’erezione di Franco, lui le accarezzò la coscia, ma lei si spostò e disse: «Penso di aver capito ora». L’ora di allenamento trascorse tutta così, con Marta che provocava Franco e poi si ritirava. Quando fu nello spogliatoio, Franco tentò di entrare, ma lei aveva chiuso la porta a chiave. L’uomo se la immaginava dentro alla doccia, nuda che si lavava in modo sensuale e fu tentato di masturbarsi, ma resistette. Quando Marta uscì, Franco le si avvicinò rapidamente, ma lei lo bloccò dicendo: «Ci vediamo la settimana prossima».
Franco, rimasto solo, si masturbò quasi con rabbia pensando a lui e Marta nella doccia.
Marta durante le successive lezioni si comportò allo stesso modo, provocando Franco, ma rifiutandolo sempre più malamente. L’uomo ormai rimaneva praticamente tutto il giorno eccitato, arrivando a casa faceva l’amore sempre più selvaggiamente con Nora, cercando di sfogarsi, ma con scarsi risultati, non la trovava minimamente eccitante confrontata alla giovane Marta. Nora pensava ingenuamente che Franco la trovasse sexy e che per questo era così focoso a letto, finalmente era soddisfatta della loro vita sessuale. Franco invece era sempre più frustrato, pensava in continuazione a quando aveva fatto sesso con Marta negli spogliatoi, si eccitava e appena poteva si masturbava se era fuori o saltava addosso a sua moglie se era a casa. Era arrivato anche a sognarla più di una volta. Non si era mai sentito così dipendente da una donna, l’unica cosa che voleva era possederla ancora.
Marta di nuovo prenotò l’ultima lezione e di nuovo provocò costantemente Franco, sia con l’abbigliamento succinto che strusciandosi e mettendosi in mostra. Il maestro rimase in erezione praticamente tutto l’allenamento, poi quando finirono, la bloccò prima che entrasse negli spogliatoi e le disse: «Perché mi fai questo?».
«Questo cosa?», fece la finta tonta Marta.
«Mi stai facendo impazzire! Continui ad eccitarmi. Ti voglio! Ho bisogno di farlo di nuovo con te!», Franco era rosso in viso ed il suo tono era praticamente di supplica, mentre Marta rispose freddamente: «Per me sei stato solo una botta e via».
Franco si buttò in ginocchio ed esclamò: «Ti prego, ormai non faccio che pensare a te! Ti sogno anche di notte. Non vivo più. Ti prego ancora solo una volta», aveva quasi le lacrime agli occhi. La ragazza capì in quel momento che ormai l’uomo era in suo potere, avrebbe potuto fargli fare qualsiasi cosa, si eccitò al solo pensiero, ma mantenne la calma: «Se le cose stanno così, allora ti concederò una seconda volta. Ma alle mie condizioni».
Franco le si avvicinò rimanendo in ginocchio e disse: «Certo, farò di tutto per te! Chiedimi quello che vuoi!».
Quando gli disse le condizioni, Franco rimase sconvolto, ma le avrebbe esaudite, costi quel che costi.
Per commenti, critiche e richieste antom93@libero.it
Finalmente un giorno arrivò la chiamata tanto attesa da Franco, Marta prenotò l’ultima lezione della giornata. L’uomo, solo sentendo la voce della ragazza ebbe un’erezione.
Quando arrivò al campo da tennis, Marta era vestita come al solito: una gonnellina di jeans leggera ed una camicetta bianca abbastanza scollata.
«Ciao, Franco, come va?», gli chiese con un gran sorriso.
«Tutto bene, come mai non ti sei fatta più vedere?».
«Ho molti impegni, sai?», rispose lei passandosi la mano fra i capelli ancora sciolti in modo sensuale, poi entrò nello spogliatoio. Franco fu tentato di seguirla, ma dentro c’era ancora la sua precedente allieva, una signora sulla cinquantina.
Marta uscì dallo spogliatoio non con il suo classico abbigliamento da tennis, una canottiera bianca e una gonnellina, ma una gonna ancora più corta che le copriva a malapena in sedere ed un top che le lasciava scoperta tutta la sua pancia piatta. Franco fu tentato di saltarle addosso, ma disse: «Facciamo un po’ di riscaldamento». Mentre la ragazza correva la gonnellina si alzava mostrando il suo perizoma a filo che copriva ben poco il suo sedere perfetto. Finito il riscaldamento, Franco disse: «Oggi perfezioniamo lo smash, la schiacciata». Marta si avvicinò al borsone dove aveva la racchetta, prese la borraccia che, mentre beveva, si aprì bagnandole il top, da bianco diventò subito praticamente trasparente, sotto non portava il reggiseno quindi i suoi capezzoli si vedevano attraverso il tessuto sottile.
«Che sbadata, la devo aver chiusa male», disse con espressione innocente. Il pene di Franco si indurì immediatamente, l’uomo di avvicinò a lei e fece per attirarla a sé, ma Marta si scostò ed esclamò: «Non dobbiamo perfezionare lo smash?».
«Certo, scusa», rispose imbarazzato Franco, poi iniziò a spiegarle la tecnica corretta, faticando a staccare gli occhi dai suoi seni perfetti e bagnati. «Ora passiamo alla pratica», disse Franco finito lo spiegone. Iniziò a lanciarle qualche palla alta e lenta, Marta riusciva a colpirle con abbastanza forza, ma la tecnica non era un granché.
Franco dopo un po’ le spigò cosa migliorare, ma lei gli chiese: «Fammi vedere, non capisco bene». Lui si avvicinò a lei e le si mise dietro, le prese il braccio e lo sollevò dicendo: «Quando arriva la pallina devi fare questo movimento». Le sue narici furono invase dal profumo dei suoi capelli. Marta annuì e spinse il sedere praticamente scoperto con l’erezione di Franco, lui le accarezzò la coscia, ma lei si spostò e disse: «Penso di aver capito ora». L’ora di allenamento trascorse tutta così, con Marta che provocava Franco e poi si ritirava. Quando fu nello spogliatoio, Franco tentò di entrare, ma lei aveva chiuso la porta a chiave. L’uomo se la immaginava dentro alla doccia, nuda che si lavava in modo sensuale e fu tentato di masturbarsi, ma resistette. Quando Marta uscì, Franco le si avvicinò rapidamente, ma lei lo bloccò dicendo: «Ci vediamo la settimana prossima».
Franco, rimasto solo, si masturbò quasi con rabbia pensando a lui e Marta nella doccia.
Marta durante le successive lezioni si comportò allo stesso modo, provocando Franco, ma rifiutandolo sempre più malamente. L’uomo ormai rimaneva praticamente tutto il giorno eccitato, arrivando a casa faceva l’amore sempre più selvaggiamente con Nora, cercando di sfogarsi, ma con scarsi risultati, non la trovava minimamente eccitante confrontata alla giovane Marta. Nora pensava ingenuamente che Franco la trovasse sexy e che per questo era così focoso a letto, finalmente era soddisfatta della loro vita sessuale. Franco invece era sempre più frustrato, pensava in continuazione a quando aveva fatto sesso con Marta negli spogliatoi, si eccitava e appena poteva si masturbava se era fuori o saltava addosso a sua moglie se era a casa. Era arrivato anche a sognarla più di una volta. Non si era mai sentito così dipendente da una donna, l’unica cosa che voleva era possederla ancora.
Marta di nuovo prenotò l’ultima lezione e di nuovo provocò costantemente Franco, sia con l’abbigliamento succinto che strusciandosi e mettendosi in mostra. Il maestro rimase in erezione praticamente tutto l’allenamento, poi quando finirono, la bloccò prima che entrasse negli spogliatoi e le disse: «Perché mi fai questo?».
«Questo cosa?», fece la finta tonta Marta.
«Mi stai facendo impazzire! Continui ad eccitarmi. Ti voglio! Ho bisogno di farlo di nuovo con te!», Franco era rosso in viso ed il suo tono era praticamente di supplica, mentre Marta rispose freddamente: «Per me sei stato solo una botta e via».
Franco si buttò in ginocchio ed esclamò: «Ti prego, ormai non faccio che pensare a te! Ti sogno anche di notte. Non vivo più. Ti prego ancora solo una volta», aveva quasi le lacrime agli occhi. La ragazza capì in quel momento che ormai l’uomo era in suo potere, avrebbe potuto fargli fare qualsiasi cosa, si eccitò al solo pensiero, ma mantenne la calma: «Se le cose stanno così, allora ti concederò una seconda volta. Ma alle mie condizioni».
Franco le si avvicinò rimanendo in ginocchio e disse: «Certo, farò di tutto per te! Chiedimi quello che vuoi!».
Quando gli disse le condizioni, Franco rimase sconvolto, ma le avrebbe esaudite, costi quel che costi.
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