Il Castello: la Sala delle Torture
di
Patrizia V.
genere
sadomaso
Una delle cose buone del Koltitz Slott è che è bello caldo.
È una buona cosa, considerato che fuori nevica davvero di brutto… Ci saranno almeno tre gradi sotto lo zero, e a giudicare da come viene giù direi proprio che continuerà tutta la notte.
Mi affaccio alla finestra che si affaccia sulla corte interna e osservo affascinata il vapore che si leva dalla piscina all’aperto, bella illuminata, che spicca sul sagrato prima della scalinata che scende fino al pozzo: la vasca dev’essere riscaldata, e l’effetto dell’illuminazione e del vapore che si crea al contatto della neve che cade nell’acqua calda è affascinante.
Facesse meno freddo, verrebbe voglia di correre fuori e buttarsi dentro…
Kurt mi passa le mani sotto le ascelle e mi palpa le tette prima di sfiorarmi l’incavo del collo con un bacio: - Magari domani, Pat. Adesso, anche con il riscaldamento, sentiresti freddo. E poi, è l’ora dei fantasmi…
Già: la visita guidata alle segrete del castello. Devo dire che l’idea non mi dispiace affatto: sembra eccitante.
Kurt non vuole che ci rivestiamo: il castello è ben riscaldato, come dicevo; e poi, così il gioco si fa più intrigante.
Hmmm… Meno male che almeno ho gli stivali: se fossi sui tacchi a spillo come le altre donne, mi romperei l’osso del collo sulle scalette a chiocciola.
Prima di cominciare, Johanna offre a tutti un altro giro di polverina bianca da sniffare; Kurt insiste che tanto domani, con la neve che sta venendo giù, non sarà possibile guidare, e alla fine anche Eva si lascia tentare. Le scocco un’occhiataccia, ma lei è olandese e la vede in modo diverso da me sulle droghe “ricreative” … Perfino Franz alla fine si concede una sniffatina, e alla fine gli unici a rifiutare siamo Karin e io; i padroni di casa e Wernher ci danno proprio dentro, e Chris è addirittura esagerata: mi sa che lei è una consumatrice abituale.
Beh, cazzi loro. Io sono la loro escort, non la loro mamma.
Kurt e Johanna, con le pupille strettissime e un sorriso esageratamente eccitato sul volto, ci distribuiscono alcune torce elettriche: dicono che le fiaccole sarebbero più intonate all’ambiente, ma poi la puzza di fumo ci rimarrebbe attaccata addosso.
Poi il conte apre una porticina di legno massiccio incastonata nella parte di pietra accanto al camino della sala da pranzo, e ci fa strada giù per la tortuosa scaletta a chiocciola. Io sono curiosa e gli vado dietro, portandomi appresso Eva, che a sua volta si fa seguire da Markus; dietro al negrone si fa sotto Karin, e poi via via tutti gli altri, con Chris che ciangotta che lei ha paura e vuole Franz sempre accanto a sé e Johanna che ride e dice che il campioncino lo vuole per lei.
- Perché, Wernher non ti basta? – fa la trans, polemica.
Una risatina: - No cara, non mi basta mai!
La contessa chiude la fila, accostandosi la porta alle spalle per evitare di creare corrente nella tromba della scala a chiocciola.
Benedico di nuovo i miei stivali: i gradini sono molto alti e stretti, e Eva incespica più volte finendo ad appoggiarsi sulle mie spalle. I maschi sono tutti a piedi nudi, ed è un bene che la pietra calcarea sia asciutta.
In fondo alle scale prendiamo uno stretto corridoio piuttosto tortuoso, poi arriviamo a un pianerottolo e scendiamo di nuovo per un’altra scaletta prima di infilare un altro corridoio ancora più stretto; meno male che non soffro di claustrofobia.
Da dietro Johanna grida qualcosa, e Kurt risponde con una risata. Io non capisco, e Eva mi sussurra che lei ha chiesto perché facciamo la strada più lunga, e lui ha risposto che così è più divertente.
Sarà…
Una terza scaletta ci porta a un corridoio più ampio dei precedenti; Kurt spiega di cosa si tratti, e Eva traduce dicendo che si tratta di un corridoio che corre alla base delle mura e serviva alle pattuglie per controllare le cantine accedendo direttamente dal cortile: in realtà non siamo lontani dal pozzo vicino a dove abbiamo parcheggiato le auto, solo che i cancelli inferiori sono chiusi per la notte.
Il corridoio in effetti ha una lunga fila di porticine: si tratta delle cantinette per le derrate alimentari, ma alcune sono anche prigioni.
Alla fine, il corridoio ha un altro incrocio, e questa volta dopo aver svoltato dobbiamo scendere un’altra scala, questa volta bella dritta. Kurt si ferma ad aprire un’altra porticina, e accediamo ad una sala più ampia dei corridoi e dei pianerottoli precedenti, illuminata da luci d’ambiente che imitano il bagliore delle torce.
La sala delle torture del “Nido del Corvo”, effettivamente ben ristrutturata come ci ha detto Kurt: sembra la scena di un film.
Quando anche Johanna entra nella sala e siamo sicuri di esserci tutti, Kurt ci illustra gli inquietanti giocattoli restaurati con cura che allestiscono la sala.
C’è la gogna, dove la vittima viene bloccata in ginocchio con testa e mani chiuse dai morsetti e rimane completamente impotente. Il cavalletto, una specie di tavola dove bloccare il soggetto e frustarlo a piacimento: la collezione di fruste allineate accanto è impressionante. Si va dal frustino da cavallo al gatto a nove code…
Kurt si sofferma a illustrarci quella che dice chiamarsi la “culla di Giuda”: una specie di cavalletto con una piramide appuntita e con una serie di corde disposte ad imbragatura appese al soffitto. La vittima veniva appesa e poi lasciata lentamente calare sopra la cuspide, in modo che la punta la penetrasse nei genitali o nell’ano. Sistema di tortura dell’inquisizione per estorcere la confessione alle presunte streghe… O almeno così si dice.
La Gabbia sembra più gentile: una struttura in ferro atta a rinchiudere una persona e lasciarla appesa a una parete a tempo indeterminato, finché non moriva di stenti.
Rabbrividisco alla descrizione della “pera”: un agghiacciante arnese di bronzo a forma di frutto, con gli spicchi che si aprono con una vite. Veniva introdotta chiusa nella vagina della donna, e poi aperta lentamente… Kurt sogghigna rivolto a Chris, dicendo che esiste anche la versione rettale, più piccola, che veniva usata durante il Rinascimento per gli omosessuali.
C’è anche la Ruota, dove si legavano i condannati a braccia e gambe larghe e li si faceva ruotare per intontirli prima di spezzargli gli arti e farli morire dissanguati.
In fondo alla sala c’è la Vergine di Norimberga: una sorta di sarcofago disposto all’inpiedi, internamente pieno di chiodi in modo che chi viene chiuso dentro si ritrova trafitto in innumerevoli punti.
Divertente.
Per la verità è tutta roba già vista nei musei, ma è la prima volta che vedo una collezione privata, per di più in ottimo stato.
Eva fa la scema mostrandomi la pera vaginale e suggerendomi di provarla… La perdono perché è fatta.
Karin, che non è fatta per niente, accarezza con aria sognante le fruste di cuoio; immagino che fra le sue perversioni il BDSM sia una delle più blande…
Wernher, per ridere, si infila un cappuccio nero da boia: è piuttosto ridicolo, considerato che per il resto è completamente nudo.
A parte me e Karin, sono in uno stato decisamente alterato, e non c’è da stupirsi se a qualcuno viene la voglia di fare lo stupido. Quanto alla sorella di Kurt e a me, noi non saremo fatte, ma di sicuro abbiamo alzato un po’ il gomito e siamo un po’ brille. Quindi, considerato che siamo in una specie di parco giochi privato per adulti direi che quando Chris mette la testa nella gogna è normale che il “boia” Wernher prima gli blocchi testa e mani, e poi gli cacci l’uccello in bocca da davanti per farsi fare un pompino…
Dopo qualche istante, lo spettacolino si dimostra di ispirazione per diversi commensali: Franz si porta alle spalle di Chris e Johanna dopo averlo baciato appassionatamente scivola in ginocchia e gli succhia golosamente il cazzo insalivandolo come si deve prima di accompagnarlo nell’ano ben collaudato della trans, che strilla contenta del sentirsi farcire di nuovo da dietro.
Eva, da parte sua, non ha perso tempo e sta approfittando già della distrazione della castellana per riprendere a pomiciare il suo bel fratellastro; Kurt invece, completati i suoi obblighi di anfitrione, è tornato a dedicare le sue attenzioni alla sorellina.
All’improvviso mi rendo conto di essere l’unica all’asciutto. Cazzo, sto perdendo il mio fottuto non-so-che? Non è solo fastidioso per il mio ego: è anche offensivo dal punto di vista professionale!
Chris si sta beccando due cazzi, e non è nemmeno una donna… Non è giusto, devo fare qualcosa.
Johanna, soddisfatta della sua opera, si risolleva in piedi e s’irrigidisce un momento nel vedere che Markus si sta pomiciando Eva contro il muro.
È evidente che i gusti del fratellino non incontrano la sua approvazione: la castellana allunga il passo e porta le tette verso l’ignara coppietta.
Come dare torto al bel Markus: fra Eva e Johanna non c’è storia, e non solo per via dell’età. La formosa contessa avrà anche un bel viso e un glorioso décolleté, ma Eva è di un’altra categoria. Mi sembra giusto intervenire, così mi avvio per intercettare la padrona di casa prima che rovini il divertimento alla mia ragazza.
Sto per metterle una mano sulla spalla per attirare la sua attenzione, quando Markus, senza smettere di sbaciucchiarsi Eva, allunga una manona e branca la sorellastra attirandola a sé assieme all’olandesina.
Johanna sussulta sorpresa, ma accetta volentieri l’invito e si strofina vogliosa contro il suo maschio preferito, apparentemente ben disposta a dividerselo con la mia olandesina preferita.
Un bel bagno di umiltà, non c’è che dire: Johanna non mi ha neppure vista, e Markus non solo mi ignora ma sembra perfettamente a suo agio con due pollastre per le mani.
Cazzo.
Sto facendo tappezzeria nella sala torture di un castello dove sono stata invitata come escort a cinquemila euro per notte.
Un grido strozzato richiama la mia attenzione.
Giro la testa e vedo che Kurt ha fatto stendere la sorella di schiena sul cavalletto e l’ha infilzata nella fica tenendole le gambe sollevate a squadra: Karin sembra aver gradito, e ora sta strillando di piacere.
Hmmm… Mi porto la mano fra le gambe e mi accarezzo lentamente: lo spettacolo mi piace: fisicamente, sono la coppia irregolare che mi piace di più in quel gruppo male assortito e vederli scopare mi eccita.
Però io non sono una guardona: esibizionista sì, ma guardona proprio no. Quindi, visto che non sono stata invitata, farò da sola.
Mi accosto al cavalletto dove Karin sta dimenando i tacchi verso il soffitto a volta mentre il fratello la possiede tenendole le gambe aperte, e mi chino a morderle i capezzoloni gonfi.
- Ahiaaa! – grida lei, colta di sorpresa mentre io mastico di gusto le sue punte turgide di piacere.
Con la coda dell’occhio vedo Kurt esitare un momento per la mia inaspettata intrusione, ma poi Karin allunga un braccio e mi stringe forte biascicando qualcosa in crucco che suona evidentemente come un’esortazione a continuare, e così anche lui si adatta a spartire la sua passione incestuosa con una mantide, esattamente come quella troia di sua moglie.
Bacio Karin in bocca, e lei risponde con foga mentre sussulta sotto i colpi che il fratello maggiore le scarica in mezzo alle gambe; poi torno a succhiarle le tette, e lei grida di piacere.
Sì, così mi piace; però non mi sembra che stiamo sfruttando appieno le possibilità erotiche offerte dall’ambientino perverso dove il mio datore di lavoro ci ha condotti.
Così mi stacco da lei quasi con violenza, strappandole un gemito di disappunto, e faccio un passo indietro.
- No, ti prego! – m’implora lei, annaspando sotto i colpi dell’amante incestuoso – Non smettere…
Lascio che un sorriso perfido si disegni sulle mie labbra, e mi volto verso la splendida collezione di fruste appoggiate lì accanto: faccio scorrere le dita sul cuoio profumato, e scelgo un frustino abbastanza maneggevole e non troppo letale. Poi mi volto e glie lo mostro, leccandomi le labbra.
Lei mi guarda sconvolta, ma leggo un improvviso lampo di libidine nel suo sguardo torbido di lussuria.
- Adesso ti farò gridare – le dico, con voce piatta – Ti sentiranno anche in città…
Kurt sgrana gli occhi, sorpreso.
Ma Karin esclama inaspettatamente: - Oh, sì… Sì, ti prego: fammi male!
Avevo intuito giusto: la contessina apprezza il sadomaso…
Faccio schioccare la frusta, chiaramente nuova di pacca e morbidissima, e colpisco con rumorosa delicatezza il suo stomaco piatto e bianchissimo, striandolo di rosso.
- Aahhh! – grida Karin, più per la sorpresa che per il dolore – Sì, ancora! Più forte…
Più forte? Va bene… In fondo non è più una bambina, e questi sono giochi da grandi.
La frusto ancora sullo stomaco, via via sempre più forte, lasciandole un reticolo di segni rossastri sull’addome mentre Kurt la scopa gagliardamente nella fica, chiaramente infoiato dallo spettacolo della sorellina che viene frustata senza pietà davanti a lui.
Sposto la mira: ora il mio bersaglio sono i seni morbidi della contessa, e in particolare i suoi capezzoli che ormai sembrano esplodere per quanto sono gonfi. Devono essere sensibili come i miei, e so che colpendoli con la frusta la farò impazzire…
- Aah! Aah! Ahiaaa!!!
Gli schiocchi della frusta piagano la carne delicata della povera Karin, i cui occhi ormai sono gonfi di lacrime. I segni rossi sulle tette sono netti e profondi, ma più le faccio male e più lei mi incita a colpire più forte.
Probabilmente a questo punto Eva interverrebbe per informarmi che nelle femmine incestuose la tendenza al masochismo è molto frequente, in quanto le due perversioni sono strettamente correlate; ma francamente mentre io do sfogo alle mie pulsioni sadiche, della psicanalisi non mi frega un benemerito cazzo.
Più in là, contro il muro, Eva si sta beccando la nerchia nera e durissima di Markus con la faccia contro la parete di pietra, e Johanna si strofina tutta contro il corpo duro e muscoloso del fratellastro di colore in attesa del suo turno: per il momento si accontenta di fare con lui lingua in bocca e si masturba freneticamente godendosi il dito che lui le ha cacciato nel culo…
Alla gogna, Wernher e Franz si sono scambiati i buchi di Chris: ora è il luminare che si sta inculando la trans, mentre il campione di biathlon si gode la boccuccia esperta del suo insolito partner, che dal canto suo non sembra rifuggire dal succhiare un cazzo appena uscito dal suo buco. Deve esserci abituata.
Bene: direi che adesso ci stiamo divertendo tutti…
Eva grida il suo orgasmo.
Ben fatto collega: meglio non far aspettare troppo a lungo la moglie del nostro datore di lavoro. Infatti, Johanna sembra fin troppo avida di attenzioni: costringe il maschione a stendersi di schiena sul pavimento e s’impala con un gridolino di gioia sul suo enorme arnese, ben lubrificato dalla goduta della mia ragazza.
Eva riprende fiato, poi sorride soddisfatta, mi mostra il pollice alzato e si avvia barcollando verso il gruppetto che si accalca intorno alla gogna. Bacia in bocca Wernher, che mi sembra di capire sia il suo secondo preferito dopo Markus, poi sussurra qualcosa all’orecchio di Franz.
Il biondino annuisce, gratifica sia lei che Chris di un buffetto, e si avvia verso la zona della sala da cui proveniva l’olandesina.
Johanna lo accoglie con un gorgheggio felice, e lui le serve doverosamente la sua erezione dritta in bocca: immagino che a quel punto il cazzo debba essere pulito dopo il lavoro di lingua di Chris, e infatti la contessa non sembra lamentarsi.
E’ la prima volta che mi trovo a vedere bene il pene del biatleta, e non sono impressionata: è bello dritto e duro, ma non mi sembra un gran che in fatto di dimensioni… Poi vedo il biondino che va a disporsi alle spalle della contessa, e mi ricordo di averlo già visto in precedenza nella stessa posizione: in effetti, duro e meno grosso della norma, il suo è un perfetto cazzo da culo.
Raffinata, la contessa: ha selezionato un amante su misura per il suo buco posteriore… E gli concede solo quello.
Pensare che chi mi conosce considera me una pervertita!
La punta della frusta schiocca contro un capezzolo gonfio all’inverosimile, e Karin caccia un urlo più lacerante degli altri: la depravata contessina sta godendo…
Kurt però non ha finito, e adesso reclama i suoi diritti contrattuali sul mio corpo. Bene: io sono una professionista seria, e non ho problemi ad osservare i termini del nostro mercimonio.
Mi stendo al posto di Karin e spalanco le gambe, offrendomi al proprietario del castello mentre la sua perversa sorellina si solleva faticosamente in piedi, tutta dolorante e chiaramente soddisfatta.
Kurt mi apre le gambe serrando le dita attorno alle mie caviglie strette negli stivali di pelle, e mi penetra agevolmente nella vulva guazza di eccitazione profumata.
- Aahhh… Finalmente piena! – annaspo io, gustandomi l’inforcata.
Chiudo gli occhi e assaporo la chiavata del conte, che ansima fra le mie gambe, pestandomi con forza dentro la vagina con il suo arnese perfettamente calibrato per la mia fica.
Poco più in là, Johanna rantola di piacere mentre viene trapanata a sandwich da Markus e Franz. Alla gogna, Eva si è messa in una posa acrobatica di quelle che si possono fare solo a vent’anni senza farsi girare la testa: ha infilato il capo fra le gambe di Chris, e la sta spompinando alla grande, mentre la trans è tornata a succhiare di gusto Wernher, che sembra apprezzare particolarmente la pratica della fellatio…
- Aahhh! – gemo di piacere: Kurt ha trovato il mio punto G e lo sta martellando con decisione.
Poi, inaspettatamente, il buio.
Karin mi è montata sopra e mi si sta sedendo sulla faccia per farsi leccare. Evidentemente l’algida aristocratica non ha disdegnato l’iniziazione saffica che le ho regalato poco fa…
Quasi mi soffoca: la sua fica è calda e morbida, profumatissima… Il folto pelo nerissimo mi fa il solletico al naso, ma è anche piacevolmente intriso di liquido pre-spermatico che sa deliziosamente di maschio, oltre che delle abituali secrezioni vaginali che adoro. Peccato che lui non le sia venuto dentro, altrimenti avrei potuto gustarmi anche la torta alla crema della sua sborrata, ma sarà per la prossima volta.
Sento Kurt commentare in tedesco, e Karin che si fa una risatina mentre le trafiggo l’anima con la mia lingua implacabile.
Mi stringe la testa fra le cosce calde e fasciate di seta mentre suo fratello mi chiava come un dio, e a me sembra di essere in paradiso.
Ho ancora le mani libere e ne approfitto, brancicando le chiappe di Karin e ficcandole un dito nel culo. Lei caccia un gridolino di sorpresa, e io mi ritrovo di colpo la faccia tutta bagnata dai suoi umori: non so se è venuta, ma di sicuro si è sbrodolata addosso di brutto…
Quella che viene di sicuro un istante più tardi, sono io: Kurt mi centra di nuovo il punto G, e io esplodo come una bomba, godendo con forza sotto i suoi colpi spietati e quasi ribaltando la povera Karin che mi si dimena tutta sulla faccia.
Kurt rantola qualcosa, e la bruna si stacca velocemente dal mio connilinguo per voltarsi dall’altra parte. Sento il cazzo di Kurt che mi esce dalla fica mentre lei mi si stende sopra quasi a sessantanove, e subito dopo avverto il calore dei getti di sborra che mi schizzano sullo stomaco e fin sulle tette.
Sollevo il capo e vedo Karin attaccata al cazzo del fratello, intenta a ciucciare la cappella per ingoiare lo sperma che non è finito addosso a me.
Poi, finito di bere il seme fraterno, la sudiciona torna a gettarsi su di me: sento la sua lingua rasposa che mi lecca la pancia in prossimità del pelo, per poi risalire sugli addominali fin sullo sterno, per poi lapparmi saporitamente le tette e succhiarmi i capezzoli eretti, raccogliendo lungo il suo passaggio tutta la sborra che Kurt mi ha rovesciato addosso…
Carino da parte sua: mi sta anche succhiando le punte, come io ho fatto con lei prima di frustarle.
Come mi piace!
Mi sollevo sui gomiti, intontita dal piacere: Eva sta bevendo attaccata al cazzo di Chris, che a sua volta sta ingoiando la venuta di Wernher. Sul pavimento, Franz, Johanna e Markus si stanno ancora sbattendo come animali, emettendo versi e suoni sempre più osceni e confusi, finché lei caccia un grido rauco e i due maschi si scaricano dentro di lei prima di accasciarsi stremati.
Certo che me li sto davvero sudando, i miei sodi: questa serata sembra davvero non finire mai…
***
In effetti, Kurt sembra avere ancora qualche sorpresa per i suoi ospiti.
Ci offre l’ennesimo giro di coca (questa volta riesco a impedire a Eva di tirare una nuova sniffata: non voglio una tossica con me quando siamo in missione, specialmente considerato che lei dovrebbe fare da tiratrice scelta e assicurarmi la copertura), e in qualche modo deve avere un minibar anche lì, perché mi offre in cambio della coca che ho rifiutato un altro slivoviz ghiacciato. Io lo assaggio appena, ma Karin e Eva lo scolano d’un fiato.
Guardo l’orologio: sono quasi le due, e comincio a sentirmi la testa pesante.
C’è una finestrella ferrata che mostra il panorama fuori dalle mura: non si vede quasi niente perché è buio pesto, ma è evidente che fuori ormai c’è quasi un metro di neve. Inutile porsi il problema di come guidare domani mattina: siamo bloccati almeno fino a lunedì.
Finisco lo slivoviz, rassegnata.
Kurt vuole che torniamo di sopra, così ci possiamo rifocillare un po’ prima di andare a schiacciare un pisolino, magari nella camera dell’orgia.
Però non sarebbe divertente tornare indietro e basta: perché non fare un gioco?
Eva traduce man mano che Kurt ci spiega la sua idea. Il percorso dalla sala da pranzo ai sotterranei è stato volutamente tortuoso, apposta per confonderci le idee. La sua idea è di dividerci in gruppetti e tornare indietro separatamente, per vedere chi se la sa cavare e chi si perde: i primi che arrivano avranno il diritto di farsi fare quello che vogliono dagli altri…
Chris applaude contenta: immagino che abbia diverse idee in merito, e probabilmente spera di arrivare ultima…
Qualcuno protesta che non è giusto: lui e Johanna sanno benissimo la strada.
Johanna nega recisamente: la sala torture è l’hobby decadente di Kurt, e lei prima d’ora c’è stata solo un’altra volta.
Kurt dice che è giusto, e che lui con il suo gruppo partirà per ultimo: non prima di dieci minuti dopo gli altri, e un giudice integerrimo rimarrà con lui per assicurarsi che rispetti l’accordo…
Johanna storce il naso: le sembra di capire che Karin rimarrà con lui; Kurt conferma con un sorriso innocente… Per rendere il gioco divertente bisogna rompere le coppie abituali. Ma naturalmente in cambio Johanna potrà scegliere i componenti del suo gruppo.
Johanna sorride serafica: con lei verranno Franz e Wernher.
Che sorpresa, penso io… Chissà perché ha lasciato fuori il suo adorato Markus?
Ma certo: perché lui è l’altro capogruppo. Il marpione sceglie di avere con sé Eva, e come dargli torto? Vedo che Johanna storce il naso irritata, ma d’altra parte lei si è scelta come accompagnatori i suoi amanti abituali, quindi non può lamentarsi.
Poi a sorpresa interviene Karin: vuole che io vada con lei e Kurt.
Lui mi sembra un po’ sorpreso, ma lei sorride con aria un po’ brilla: pare che io le abbia fatto scoprire un paio di aspetti del suo carattere che non sapeva di avere, e vuole goderseli fino in fondo…
Carina: mi piace sempre di più.
Chris squittisce contenta e si getta ad abbracciare Markus: vuol dire che andrà con lui, e chiaramente l’idea la fa felice. In effetti finora la trans non ha avuto molte opportunità con il maschio più attraente della comitiva.
Bene: i gruppi sono fatti. Kurt apre le due porticine opposte che adducono alla sala torture, e propone a Johanna e a Markus di scegliere da quale preferiscono uscire. Markus guarda verso quella da cui siamo entrati, ma Johanna ridacchia e si dice sicura che Klaus ci ha fatto fare un giro lungo apposta per confonderci, e quindi lei userà l’altra.
Eva mi lancia un bacio, poi si mette sottobraccio a Markus; Chris si mette all’altro braccio del bel mulatto, e i tre escono per primi. Johanna chiama a sé i suoi uomini, e si fa scortare fuori dall’altra parte. Kurt Karin e io restiamo dentro, noi ragazze ancora con il bicchiere di slivoviz semivuoto in mano, e Kurt con l’orologio di fronte.
Io mi guardo intorno, immaginando un modo piacevole per riempire il tempo, ma Karin scoppia a ridere come se mi avesse letto nel pensiero, e dichiara di aver bisogno di almeno mezz’ora di riposo prima di fare di nuovo all’amore.
Kurt la guarda sorpreso: - Così tanto?
- Beh, almeno venti minuti…
Mi fa l’occhiolino, e io ne deduco che la serata non è ancora conclusa.
Quando Karin certifica che i dieci minuti sono passati, ci muoviamo… In effetti Johanna doveva avere ragione, perché Kurt non prende la porta da cui siamo arrivati, bensì l’altra da cui è uscita sua moglie. Evidentemente la contessa conosce bene il marito.
L’effetto dell’alcol comincia già a dissiparsi: comincio ad avere un po’ di freddo mentre risaliamo le scalette a chiocciola del castello. Vedo che i capezzoli di Karin sono duri quasi quanto i miei, quindi ha freddo anche lei, però non si lamenta. Kurt è nudo quanto noi, o forse di più visto che è anche scalzo, ma non sembra sentire il freddo; sarà la cocaina?
Comunque, anche con i dieci minuti di penalità e senza darsi troppo affanno, siamo di gran lunga i primi a tornare in sala da pranzo.
Spero che Eva non si sia persa…
Kurt ci offre galante un altro bicchiere, e io mi affaccio alla grande finestra panoramica che offre la vista dell’ampia corte del castello, con la splendida piscina all’aperto in primi piano: è davvero uno spettacolo, con tutta la neve immacolata intorno, il vapore che si leva dall’acqua calda a contatto con i fiocchi che cadono dal cielo, e le luci cangianti che illuminano l’acqua dal fondo, alternativamente di verde, blu e giallo…
Peccato che nell’acqua sia caduto qualcosa che fa ombra al caleidoscopio di colori.
Ma cos’è?
Sono un po’ intontita dallo slivoviz…
Ma… Cazzo!
La sbronza mi passa di colpo.
Mi precipito nella hall cercando qualcosa di pesante da mettermi addosso, e la prima cosa che mi capita sottomano è la pelliccia di visone di Karin. La indosso velocemente a nudo chiedendole scusa mentre lei mi chiede confusa cosa mi sia preso, e corro alla porta che accede al terrazzo.
Fuori fa un freddo cane, e la neve che fiocca pesante quasi mi accieca, ma la pelliccia è bella calda e io ho gli stivali così a differenza degli altri posso correre nella neve fresca senza troppi problemi.
Faccio un po’ di fatica perché la neve è davvero alta, ma almeno l’illuminazione è ottima e ci vedo benissimo.
Arranco fino al bordo della piscina e vedo che non mi sono sbagliata.
Un cadavere galleggia nudo nell’acqua cangiante della piscina.
I lunghi capelli sciolti galleggiano nascondendo il viso sommerso, e le lunghe gambe fasciate dalle calze pendono verso il fondo, appesantite dalle scarpe.
Cazzo che razza di modo spettacolare di morire.
Inopinatamente, mi viene da pensare che almeno prima di tirare le cuoia la troia si è presa una bella overdose di cazzi nel culo…
È una buona cosa, considerato che fuori nevica davvero di brutto… Ci saranno almeno tre gradi sotto lo zero, e a giudicare da come viene giù direi proprio che continuerà tutta la notte.
Mi affaccio alla finestra che si affaccia sulla corte interna e osservo affascinata il vapore che si leva dalla piscina all’aperto, bella illuminata, che spicca sul sagrato prima della scalinata che scende fino al pozzo: la vasca dev’essere riscaldata, e l’effetto dell’illuminazione e del vapore che si crea al contatto della neve che cade nell’acqua calda è affascinante.
Facesse meno freddo, verrebbe voglia di correre fuori e buttarsi dentro…
Kurt mi passa le mani sotto le ascelle e mi palpa le tette prima di sfiorarmi l’incavo del collo con un bacio: - Magari domani, Pat. Adesso, anche con il riscaldamento, sentiresti freddo. E poi, è l’ora dei fantasmi…
Già: la visita guidata alle segrete del castello. Devo dire che l’idea non mi dispiace affatto: sembra eccitante.
Kurt non vuole che ci rivestiamo: il castello è ben riscaldato, come dicevo; e poi, così il gioco si fa più intrigante.
Hmmm… Meno male che almeno ho gli stivali: se fossi sui tacchi a spillo come le altre donne, mi romperei l’osso del collo sulle scalette a chiocciola.
Prima di cominciare, Johanna offre a tutti un altro giro di polverina bianca da sniffare; Kurt insiste che tanto domani, con la neve che sta venendo giù, non sarà possibile guidare, e alla fine anche Eva si lascia tentare. Le scocco un’occhiataccia, ma lei è olandese e la vede in modo diverso da me sulle droghe “ricreative” … Perfino Franz alla fine si concede una sniffatina, e alla fine gli unici a rifiutare siamo Karin e io; i padroni di casa e Wernher ci danno proprio dentro, e Chris è addirittura esagerata: mi sa che lei è una consumatrice abituale.
Beh, cazzi loro. Io sono la loro escort, non la loro mamma.
Kurt e Johanna, con le pupille strettissime e un sorriso esageratamente eccitato sul volto, ci distribuiscono alcune torce elettriche: dicono che le fiaccole sarebbero più intonate all’ambiente, ma poi la puzza di fumo ci rimarrebbe attaccata addosso.
Poi il conte apre una porticina di legno massiccio incastonata nella parte di pietra accanto al camino della sala da pranzo, e ci fa strada giù per la tortuosa scaletta a chiocciola. Io sono curiosa e gli vado dietro, portandomi appresso Eva, che a sua volta si fa seguire da Markus; dietro al negrone si fa sotto Karin, e poi via via tutti gli altri, con Chris che ciangotta che lei ha paura e vuole Franz sempre accanto a sé e Johanna che ride e dice che il campioncino lo vuole per lei.
- Perché, Wernher non ti basta? – fa la trans, polemica.
Una risatina: - No cara, non mi basta mai!
La contessa chiude la fila, accostandosi la porta alle spalle per evitare di creare corrente nella tromba della scala a chiocciola.
Benedico di nuovo i miei stivali: i gradini sono molto alti e stretti, e Eva incespica più volte finendo ad appoggiarsi sulle mie spalle. I maschi sono tutti a piedi nudi, ed è un bene che la pietra calcarea sia asciutta.
In fondo alle scale prendiamo uno stretto corridoio piuttosto tortuoso, poi arriviamo a un pianerottolo e scendiamo di nuovo per un’altra scaletta prima di infilare un altro corridoio ancora più stretto; meno male che non soffro di claustrofobia.
Da dietro Johanna grida qualcosa, e Kurt risponde con una risata. Io non capisco, e Eva mi sussurra che lei ha chiesto perché facciamo la strada più lunga, e lui ha risposto che così è più divertente.
Sarà…
Una terza scaletta ci porta a un corridoio più ampio dei precedenti; Kurt spiega di cosa si tratti, e Eva traduce dicendo che si tratta di un corridoio che corre alla base delle mura e serviva alle pattuglie per controllare le cantine accedendo direttamente dal cortile: in realtà non siamo lontani dal pozzo vicino a dove abbiamo parcheggiato le auto, solo che i cancelli inferiori sono chiusi per la notte.
Il corridoio in effetti ha una lunga fila di porticine: si tratta delle cantinette per le derrate alimentari, ma alcune sono anche prigioni.
Alla fine, il corridoio ha un altro incrocio, e questa volta dopo aver svoltato dobbiamo scendere un’altra scala, questa volta bella dritta. Kurt si ferma ad aprire un’altra porticina, e accediamo ad una sala più ampia dei corridoi e dei pianerottoli precedenti, illuminata da luci d’ambiente che imitano il bagliore delle torce.
La sala delle torture del “Nido del Corvo”, effettivamente ben ristrutturata come ci ha detto Kurt: sembra la scena di un film.
Quando anche Johanna entra nella sala e siamo sicuri di esserci tutti, Kurt ci illustra gli inquietanti giocattoli restaurati con cura che allestiscono la sala.
C’è la gogna, dove la vittima viene bloccata in ginocchio con testa e mani chiuse dai morsetti e rimane completamente impotente. Il cavalletto, una specie di tavola dove bloccare il soggetto e frustarlo a piacimento: la collezione di fruste allineate accanto è impressionante. Si va dal frustino da cavallo al gatto a nove code…
Kurt si sofferma a illustrarci quella che dice chiamarsi la “culla di Giuda”: una specie di cavalletto con una piramide appuntita e con una serie di corde disposte ad imbragatura appese al soffitto. La vittima veniva appesa e poi lasciata lentamente calare sopra la cuspide, in modo che la punta la penetrasse nei genitali o nell’ano. Sistema di tortura dell’inquisizione per estorcere la confessione alle presunte streghe… O almeno così si dice.
La Gabbia sembra più gentile: una struttura in ferro atta a rinchiudere una persona e lasciarla appesa a una parete a tempo indeterminato, finché non moriva di stenti.
Rabbrividisco alla descrizione della “pera”: un agghiacciante arnese di bronzo a forma di frutto, con gli spicchi che si aprono con una vite. Veniva introdotta chiusa nella vagina della donna, e poi aperta lentamente… Kurt sogghigna rivolto a Chris, dicendo che esiste anche la versione rettale, più piccola, che veniva usata durante il Rinascimento per gli omosessuali.
C’è anche la Ruota, dove si legavano i condannati a braccia e gambe larghe e li si faceva ruotare per intontirli prima di spezzargli gli arti e farli morire dissanguati.
In fondo alla sala c’è la Vergine di Norimberga: una sorta di sarcofago disposto all’inpiedi, internamente pieno di chiodi in modo che chi viene chiuso dentro si ritrova trafitto in innumerevoli punti.
Divertente.
Per la verità è tutta roba già vista nei musei, ma è la prima volta che vedo una collezione privata, per di più in ottimo stato.
Eva fa la scema mostrandomi la pera vaginale e suggerendomi di provarla… La perdono perché è fatta.
Karin, che non è fatta per niente, accarezza con aria sognante le fruste di cuoio; immagino che fra le sue perversioni il BDSM sia una delle più blande…
Wernher, per ridere, si infila un cappuccio nero da boia: è piuttosto ridicolo, considerato che per il resto è completamente nudo.
A parte me e Karin, sono in uno stato decisamente alterato, e non c’è da stupirsi se a qualcuno viene la voglia di fare lo stupido. Quanto alla sorella di Kurt e a me, noi non saremo fatte, ma di sicuro abbiamo alzato un po’ il gomito e siamo un po’ brille. Quindi, considerato che siamo in una specie di parco giochi privato per adulti direi che quando Chris mette la testa nella gogna è normale che il “boia” Wernher prima gli blocchi testa e mani, e poi gli cacci l’uccello in bocca da davanti per farsi fare un pompino…
Dopo qualche istante, lo spettacolino si dimostra di ispirazione per diversi commensali: Franz si porta alle spalle di Chris e Johanna dopo averlo baciato appassionatamente scivola in ginocchia e gli succhia golosamente il cazzo insalivandolo come si deve prima di accompagnarlo nell’ano ben collaudato della trans, che strilla contenta del sentirsi farcire di nuovo da dietro.
Eva, da parte sua, non ha perso tempo e sta approfittando già della distrazione della castellana per riprendere a pomiciare il suo bel fratellastro; Kurt invece, completati i suoi obblighi di anfitrione, è tornato a dedicare le sue attenzioni alla sorellina.
All’improvviso mi rendo conto di essere l’unica all’asciutto. Cazzo, sto perdendo il mio fottuto non-so-che? Non è solo fastidioso per il mio ego: è anche offensivo dal punto di vista professionale!
Chris si sta beccando due cazzi, e non è nemmeno una donna… Non è giusto, devo fare qualcosa.
Johanna, soddisfatta della sua opera, si risolleva in piedi e s’irrigidisce un momento nel vedere che Markus si sta pomiciando Eva contro il muro.
È evidente che i gusti del fratellino non incontrano la sua approvazione: la castellana allunga il passo e porta le tette verso l’ignara coppietta.
Come dare torto al bel Markus: fra Eva e Johanna non c’è storia, e non solo per via dell’età. La formosa contessa avrà anche un bel viso e un glorioso décolleté, ma Eva è di un’altra categoria. Mi sembra giusto intervenire, così mi avvio per intercettare la padrona di casa prima che rovini il divertimento alla mia ragazza.
Sto per metterle una mano sulla spalla per attirare la sua attenzione, quando Markus, senza smettere di sbaciucchiarsi Eva, allunga una manona e branca la sorellastra attirandola a sé assieme all’olandesina.
Johanna sussulta sorpresa, ma accetta volentieri l’invito e si strofina vogliosa contro il suo maschio preferito, apparentemente ben disposta a dividerselo con la mia olandesina preferita.
Un bel bagno di umiltà, non c’è che dire: Johanna non mi ha neppure vista, e Markus non solo mi ignora ma sembra perfettamente a suo agio con due pollastre per le mani.
Cazzo.
Sto facendo tappezzeria nella sala torture di un castello dove sono stata invitata come escort a cinquemila euro per notte.
Un grido strozzato richiama la mia attenzione.
Giro la testa e vedo che Kurt ha fatto stendere la sorella di schiena sul cavalletto e l’ha infilzata nella fica tenendole le gambe sollevate a squadra: Karin sembra aver gradito, e ora sta strillando di piacere.
Hmmm… Mi porto la mano fra le gambe e mi accarezzo lentamente: lo spettacolo mi piace: fisicamente, sono la coppia irregolare che mi piace di più in quel gruppo male assortito e vederli scopare mi eccita.
Però io non sono una guardona: esibizionista sì, ma guardona proprio no. Quindi, visto che non sono stata invitata, farò da sola.
Mi accosto al cavalletto dove Karin sta dimenando i tacchi verso il soffitto a volta mentre il fratello la possiede tenendole le gambe aperte, e mi chino a morderle i capezzoloni gonfi.
- Ahiaaa! – grida lei, colta di sorpresa mentre io mastico di gusto le sue punte turgide di piacere.
Con la coda dell’occhio vedo Kurt esitare un momento per la mia inaspettata intrusione, ma poi Karin allunga un braccio e mi stringe forte biascicando qualcosa in crucco che suona evidentemente come un’esortazione a continuare, e così anche lui si adatta a spartire la sua passione incestuosa con una mantide, esattamente come quella troia di sua moglie.
Bacio Karin in bocca, e lei risponde con foga mentre sussulta sotto i colpi che il fratello maggiore le scarica in mezzo alle gambe; poi torno a succhiarle le tette, e lei grida di piacere.
Sì, così mi piace; però non mi sembra che stiamo sfruttando appieno le possibilità erotiche offerte dall’ambientino perverso dove il mio datore di lavoro ci ha condotti.
Così mi stacco da lei quasi con violenza, strappandole un gemito di disappunto, e faccio un passo indietro.
- No, ti prego! – m’implora lei, annaspando sotto i colpi dell’amante incestuoso – Non smettere…
Lascio che un sorriso perfido si disegni sulle mie labbra, e mi volto verso la splendida collezione di fruste appoggiate lì accanto: faccio scorrere le dita sul cuoio profumato, e scelgo un frustino abbastanza maneggevole e non troppo letale. Poi mi volto e glie lo mostro, leccandomi le labbra.
Lei mi guarda sconvolta, ma leggo un improvviso lampo di libidine nel suo sguardo torbido di lussuria.
- Adesso ti farò gridare – le dico, con voce piatta – Ti sentiranno anche in città…
Kurt sgrana gli occhi, sorpreso.
Ma Karin esclama inaspettatamente: - Oh, sì… Sì, ti prego: fammi male!
Avevo intuito giusto: la contessina apprezza il sadomaso…
Faccio schioccare la frusta, chiaramente nuova di pacca e morbidissima, e colpisco con rumorosa delicatezza il suo stomaco piatto e bianchissimo, striandolo di rosso.
- Aahhh! – grida Karin, più per la sorpresa che per il dolore – Sì, ancora! Più forte…
Più forte? Va bene… In fondo non è più una bambina, e questi sono giochi da grandi.
La frusto ancora sullo stomaco, via via sempre più forte, lasciandole un reticolo di segni rossastri sull’addome mentre Kurt la scopa gagliardamente nella fica, chiaramente infoiato dallo spettacolo della sorellina che viene frustata senza pietà davanti a lui.
Sposto la mira: ora il mio bersaglio sono i seni morbidi della contessa, e in particolare i suoi capezzoli che ormai sembrano esplodere per quanto sono gonfi. Devono essere sensibili come i miei, e so che colpendoli con la frusta la farò impazzire…
- Aah! Aah! Ahiaaa!!!
Gli schiocchi della frusta piagano la carne delicata della povera Karin, i cui occhi ormai sono gonfi di lacrime. I segni rossi sulle tette sono netti e profondi, ma più le faccio male e più lei mi incita a colpire più forte.
Probabilmente a questo punto Eva interverrebbe per informarmi che nelle femmine incestuose la tendenza al masochismo è molto frequente, in quanto le due perversioni sono strettamente correlate; ma francamente mentre io do sfogo alle mie pulsioni sadiche, della psicanalisi non mi frega un benemerito cazzo.
Più in là, contro il muro, Eva si sta beccando la nerchia nera e durissima di Markus con la faccia contro la parete di pietra, e Johanna si strofina tutta contro il corpo duro e muscoloso del fratellastro di colore in attesa del suo turno: per il momento si accontenta di fare con lui lingua in bocca e si masturba freneticamente godendosi il dito che lui le ha cacciato nel culo…
Alla gogna, Wernher e Franz si sono scambiati i buchi di Chris: ora è il luminare che si sta inculando la trans, mentre il campione di biathlon si gode la boccuccia esperta del suo insolito partner, che dal canto suo non sembra rifuggire dal succhiare un cazzo appena uscito dal suo buco. Deve esserci abituata.
Bene: direi che adesso ci stiamo divertendo tutti…
Eva grida il suo orgasmo.
Ben fatto collega: meglio non far aspettare troppo a lungo la moglie del nostro datore di lavoro. Infatti, Johanna sembra fin troppo avida di attenzioni: costringe il maschione a stendersi di schiena sul pavimento e s’impala con un gridolino di gioia sul suo enorme arnese, ben lubrificato dalla goduta della mia ragazza.
Eva riprende fiato, poi sorride soddisfatta, mi mostra il pollice alzato e si avvia barcollando verso il gruppetto che si accalca intorno alla gogna. Bacia in bocca Wernher, che mi sembra di capire sia il suo secondo preferito dopo Markus, poi sussurra qualcosa all’orecchio di Franz.
Il biondino annuisce, gratifica sia lei che Chris di un buffetto, e si avvia verso la zona della sala da cui proveniva l’olandesina.
Johanna lo accoglie con un gorgheggio felice, e lui le serve doverosamente la sua erezione dritta in bocca: immagino che a quel punto il cazzo debba essere pulito dopo il lavoro di lingua di Chris, e infatti la contessa non sembra lamentarsi.
E’ la prima volta che mi trovo a vedere bene il pene del biatleta, e non sono impressionata: è bello dritto e duro, ma non mi sembra un gran che in fatto di dimensioni… Poi vedo il biondino che va a disporsi alle spalle della contessa, e mi ricordo di averlo già visto in precedenza nella stessa posizione: in effetti, duro e meno grosso della norma, il suo è un perfetto cazzo da culo.
Raffinata, la contessa: ha selezionato un amante su misura per il suo buco posteriore… E gli concede solo quello.
Pensare che chi mi conosce considera me una pervertita!
La punta della frusta schiocca contro un capezzolo gonfio all’inverosimile, e Karin caccia un urlo più lacerante degli altri: la depravata contessina sta godendo…
Kurt però non ha finito, e adesso reclama i suoi diritti contrattuali sul mio corpo. Bene: io sono una professionista seria, e non ho problemi ad osservare i termini del nostro mercimonio.
Mi stendo al posto di Karin e spalanco le gambe, offrendomi al proprietario del castello mentre la sua perversa sorellina si solleva faticosamente in piedi, tutta dolorante e chiaramente soddisfatta.
Kurt mi apre le gambe serrando le dita attorno alle mie caviglie strette negli stivali di pelle, e mi penetra agevolmente nella vulva guazza di eccitazione profumata.
- Aahhh… Finalmente piena! – annaspo io, gustandomi l’inforcata.
Chiudo gli occhi e assaporo la chiavata del conte, che ansima fra le mie gambe, pestandomi con forza dentro la vagina con il suo arnese perfettamente calibrato per la mia fica.
Poco più in là, Johanna rantola di piacere mentre viene trapanata a sandwich da Markus e Franz. Alla gogna, Eva si è messa in una posa acrobatica di quelle che si possono fare solo a vent’anni senza farsi girare la testa: ha infilato il capo fra le gambe di Chris, e la sta spompinando alla grande, mentre la trans è tornata a succhiare di gusto Wernher, che sembra apprezzare particolarmente la pratica della fellatio…
- Aahhh! – gemo di piacere: Kurt ha trovato il mio punto G e lo sta martellando con decisione.
Poi, inaspettatamente, il buio.
Karin mi è montata sopra e mi si sta sedendo sulla faccia per farsi leccare. Evidentemente l’algida aristocratica non ha disdegnato l’iniziazione saffica che le ho regalato poco fa…
Quasi mi soffoca: la sua fica è calda e morbida, profumatissima… Il folto pelo nerissimo mi fa il solletico al naso, ma è anche piacevolmente intriso di liquido pre-spermatico che sa deliziosamente di maschio, oltre che delle abituali secrezioni vaginali che adoro. Peccato che lui non le sia venuto dentro, altrimenti avrei potuto gustarmi anche la torta alla crema della sua sborrata, ma sarà per la prossima volta.
Sento Kurt commentare in tedesco, e Karin che si fa una risatina mentre le trafiggo l’anima con la mia lingua implacabile.
Mi stringe la testa fra le cosce calde e fasciate di seta mentre suo fratello mi chiava come un dio, e a me sembra di essere in paradiso.
Ho ancora le mani libere e ne approfitto, brancicando le chiappe di Karin e ficcandole un dito nel culo. Lei caccia un gridolino di sorpresa, e io mi ritrovo di colpo la faccia tutta bagnata dai suoi umori: non so se è venuta, ma di sicuro si è sbrodolata addosso di brutto…
Quella che viene di sicuro un istante più tardi, sono io: Kurt mi centra di nuovo il punto G, e io esplodo come una bomba, godendo con forza sotto i suoi colpi spietati e quasi ribaltando la povera Karin che mi si dimena tutta sulla faccia.
Kurt rantola qualcosa, e la bruna si stacca velocemente dal mio connilinguo per voltarsi dall’altra parte. Sento il cazzo di Kurt che mi esce dalla fica mentre lei mi si stende sopra quasi a sessantanove, e subito dopo avverto il calore dei getti di sborra che mi schizzano sullo stomaco e fin sulle tette.
Sollevo il capo e vedo Karin attaccata al cazzo del fratello, intenta a ciucciare la cappella per ingoiare lo sperma che non è finito addosso a me.
Poi, finito di bere il seme fraterno, la sudiciona torna a gettarsi su di me: sento la sua lingua rasposa che mi lecca la pancia in prossimità del pelo, per poi risalire sugli addominali fin sullo sterno, per poi lapparmi saporitamente le tette e succhiarmi i capezzoli eretti, raccogliendo lungo il suo passaggio tutta la sborra che Kurt mi ha rovesciato addosso…
Carino da parte sua: mi sta anche succhiando le punte, come io ho fatto con lei prima di frustarle.
Come mi piace!
Mi sollevo sui gomiti, intontita dal piacere: Eva sta bevendo attaccata al cazzo di Chris, che a sua volta sta ingoiando la venuta di Wernher. Sul pavimento, Franz, Johanna e Markus si stanno ancora sbattendo come animali, emettendo versi e suoni sempre più osceni e confusi, finché lei caccia un grido rauco e i due maschi si scaricano dentro di lei prima di accasciarsi stremati.
Certo che me li sto davvero sudando, i miei sodi: questa serata sembra davvero non finire mai…
***
In effetti, Kurt sembra avere ancora qualche sorpresa per i suoi ospiti.
Ci offre l’ennesimo giro di coca (questa volta riesco a impedire a Eva di tirare una nuova sniffata: non voglio una tossica con me quando siamo in missione, specialmente considerato che lei dovrebbe fare da tiratrice scelta e assicurarmi la copertura), e in qualche modo deve avere un minibar anche lì, perché mi offre in cambio della coca che ho rifiutato un altro slivoviz ghiacciato. Io lo assaggio appena, ma Karin e Eva lo scolano d’un fiato.
Guardo l’orologio: sono quasi le due, e comincio a sentirmi la testa pesante.
C’è una finestrella ferrata che mostra il panorama fuori dalle mura: non si vede quasi niente perché è buio pesto, ma è evidente che fuori ormai c’è quasi un metro di neve. Inutile porsi il problema di come guidare domani mattina: siamo bloccati almeno fino a lunedì.
Finisco lo slivoviz, rassegnata.
Kurt vuole che torniamo di sopra, così ci possiamo rifocillare un po’ prima di andare a schiacciare un pisolino, magari nella camera dell’orgia.
Però non sarebbe divertente tornare indietro e basta: perché non fare un gioco?
Eva traduce man mano che Kurt ci spiega la sua idea. Il percorso dalla sala da pranzo ai sotterranei è stato volutamente tortuoso, apposta per confonderci le idee. La sua idea è di dividerci in gruppetti e tornare indietro separatamente, per vedere chi se la sa cavare e chi si perde: i primi che arrivano avranno il diritto di farsi fare quello che vogliono dagli altri…
Chris applaude contenta: immagino che abbia diverse idee in merito, e probabilmente spera di arrivare ultima…
Qualcuno protesta che non è giusto: lui e Johanna sanno benissimo la strada.
Johanna nega recisamente: la sala torture è l’hobby decadente di Kurt, e lei prima d’ora c’è stata solo un’altra volta.
Kurt dice che è giusto, e che lui con il suo gruppo partirà per ultimo: non prima di dieci minuti dopo gli altri, e un giudice integerrimo rimarrà con lui per assicurarsi che rispetti l’accordo…
Johanna storce il naso: le sembra di capire che Karin rimarrà con lui; Kurt conferma con un sorriso innocente… Per rendere il gioco divertente bisogna rompere le coppie abituali. Ma naturalmente in cambio Johanna potrà scegliere i componenti del suo gruppo.
Johanna sorride serafica: con lei verranno Franz e Wernher.
Che sorpresa, penso io… Chissà perché ha lasciato fuori il suo adorato Markus?
Ma certo: perché lui è l’altro capogruppo. Il marpione sceglie di avere con sé Eva, e come dargli torto? Vedo che Johanna storce il naso irritata, ma d’altra parte lei si è scelta come accompagnatori i suoi amanti abituali, quindi non può lamentarsi.
Poi a sorpresa interviene Karin: vuole che io vada con lei e Kurt.
Lui mi sembra un po’ sorpreso, ma lei sorride con aria un po’ brilla: pare che io le abbia fatto scoprire un paio di aspetti del suo carattere che non sapeva di avere, e vuole goderseli fino in fondo…
Carina: mi piace sempre di più.
Chris squittisce contenta e si getta ad abbracciare Markus: vuol dire che andrà con lui, e chiaramente l’idea la fa felice. In effetti finora la trans non ha avuto molte opportunità con il maschio più attraente della comitiva.
Bene: i gruppi sono fatti. Kurt apre le due porticine opposte che adducono alla sala torture, e propone a Johanna e a Markus di scegliere da quale preferiscono uscire. Markus guarda verso quella da cui siamo entrati, ma Johanna ridacchia e si dice sicura che Klaus ci ha fatto fare un giro lungo apposta per confonderci, e quindi lei userà l’altra.
Eva mi lancia un bacio, poi si mette sottobraccio a Markus; Chris si mette all’altro braccio del bel mulatto, e i tre escono per primi. Johanna chiama a sé i suoi uomini, e si fa scortare fuori dall’altra parte. Kurt Karin e io restiamo dentro, noi ragazze ancora con il bicchiere di slivoviz semivuoto in mano, e Kurt con l’orologio di fronte.
Io mi guardo intorno, immaginando un modo piacevole per riempire il tempo, ma Karin scoppia a ridere come se mi avesse letto nel pensiero, e dichiara di aver bisogno di almeno mezz’ora di riposo prima di fare di nuovo all’amore.
Kurt la guarda sorpreso: - Così tanto?
- Beh, almeno venti minuti…
Mi fa l’occhiolino, e io ne deduco che la serata non è ancora conclusa.
Quando Karin certifica che i dieci minuti sono passati, ci muoviamo… In effetti Johanna doveva avere ragione, perché Kurt non prende la porta da cui siamo arrivati, bensì l’altra da cui è uscita sua moglie. Evidentemente la contessa conosce bene il marito.
L’effetto dell’alcol comincia già a dissiparsi: comincio ad avere un po’ di freddo mentre risaliamo le scalette a chiocciola del castello. Vedo che i capezzoli di Karin sono duri quasi quanto i miei, quindi ha freddo anche lei, però non si lamenta. Kurt è nudo quanto noi, o forse di più visto che è anche scalzo, ma non sembra sentire il freddo; sarà la cocaina?
Comunque, anche con i dieci minuti di penalità e senza darsi troppo affanno, siamo di gran lunga i primi a tornare in sala da pranzo.
Spero che Eva non si sia persa…
Kurt ci offre galante un altro bicchiere, e io mi affaccio alla grande finestra panoramica che offre la vista dell’ampia corte del castello, con la splendida piscina all’aperto in primi piano: è davvero uno spettacolo, con tutta la neve immacolata intorno, il vapore che si leva dall’acqua calda a contatto con i fiocchi che cadono dal cielo, e le luci cangianti che illuminano l’acqua dal fondo, alternativamente di verde, blu e giallo…
Peccato che nell’acqua sia caduto qualcosa che fa ombra al caleidoscopio di colori.
Ma cos’è?
Sono un po’ intontita dallo slivoviz…
Ma… Cazzo!
La sbronza mi passa di colpo.
Mi precipito nella hall cercando qualcosa di pesante da mettermi addosso, e la prima cosa che mi capita sottomano è la pelliccia di visone di Karin. La indosso velocemente a nudo chiedendole scusa mentre lei mi chiede confusa cosa mi sia preso, e corro alla porta che accede al terrazzo.
Fuori fa un freddo cane, e la neve che fiocca pesante quasi mi accieca, ma la pelliccia è bella calda e io ho gli stivali così a differenza degli altri posso correre nella neve fresca senza troppi problemi.
Faccio un po’ di fatica perché la neve è davvero alta, ma almeno l’illuminazione è ottima e ci vedo benissimo.
Arranco fino al bordo della piscina e vedo che non mi sono sbagliata.
Un cadavere galleggia nudo nell’acqua cangiante della piscina.
I lunghi capelli sciolti galleggiano nascondendo il viso sommerso, e le lunghe gambe fasciate dalle calze pendono verso il fondo, appesantite dalle scarpe.
Cazzo che razza di modo spettacolare di morire.
Inopinatamente, mi viene da pensare che almeno prima di tirare le cuoia la troia si è presa una bella overdose di cazzi nel culo…
2
voti
voti
valutazione
2
2
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Il Castello: L'Orgia Degenera Ancoraracconto sucessivo
Il Castello: i Cadaveri si Ammucchiano
Commenti dei lettori al racconto erotico